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MARZO 2010

 

Il festival ha avuto un occhi di riguardo per noi Dada

 

            Anche il festival di S. Remo – il 60° - è passato fra polemiche, dibattiti, contestazioni, come da copione. Ma si sa, tutto questo baillamme tiene viva l’attenzione degli italiani sul grande evento annuale, tipicamente italiano, che si chiama, “Festival della Canzone Italiana” – La Rai ne detiene il monopolio, sicché, su RAIUNO, una media di dieci milioni di italiani ha seguito le cinque serate.

            Che ci ha dato in termini di novità, questa volta il festival? In un’Italia carica di problemi, vittima di attentati e di scandali, di omicidi e di crisi economica, abbiamo avuto ciò che in fondo oggi tutti vogliamo: la normalità. Questo gli italiani hanno voluto e questo ci è stato dato.

            La conduttrice, Antonella Clerici ha capito che la semplicità del normale, del quotidiano, persino quella banale, ovvia, del luogo comune avrebbe vinto, perciò si è prestata al gioco, e ha vinto.”Quanto è brava l’Antonella!”. Questa frase è stata il vero ritornello del festival! L’Antonella che intervista la Regina Ranya di Giordania e che parla di biscotti e di figli, in una sorta di complicità casalinga. L’Antonella che si siede nell’improvvisato salottino e che parla con la pop –star -  attrice Jennifer Lopez, bellissima e famosissima, la quale, inaspettatamente svela momenti di normalità e di “casalinghitudine”, parlando di figli e di giochi. Insomma svelando di sé quell’aspetto di quotidiano che in fondo tutti noi, persone comuni, viviamo con i nostri cari. E così il mito diventa una come noi e siamo tutti contenti.

            “Com’è brava l’Antonella!”.

            E le canzoni? In confronto al nulla di tante passate edizioni (dov’è finito il Marco Carta, vincitore dello scorso anno?), abbiamo assistito a un risveglio da un certo sopore, che incominciava a preoccupare. Qualche buona canzone si è sentita ma, lasciatemelo dire, siamo molto lontani dai tempi rivoluzionari di “Volare” canzone che ruppe il passato, spesso troppo melenso, delle canzoni dove amore faceva sempre rima con cuore.

            Primo classificato: Valerio Scanu.

            Secondo classificato: il trio Pupo – Principe Emanuele Filiberto – il tenore Luca Canonici.

            Terzo: Marco Mengoni, aria da pop – star consumata, ma in realtà semplice ragazzo romano; uscito recentemente, vincitore acclamatissimo, da una trasmissione TV – Format molto seguita: “X factor”.

            Valerio Scanu, scartato inizialmente dalla giuria ufficiale e ripescato poi con i voti popolari. Presumo che coloro che lo hanno riportato vincitore alla ribalta dell’Ariston siano i giovani che, con i facili SMS, gli hanno decretato il successo per una canzone mediocre, ma anche per la sua immagine normale, dall’aria pulita e l’occhio azzurro.

            Dunque il giudizio degli esperti viene battuto da quello popolare; quello quindi della gente comune. Anche in questo caso ha vinto la voglia di normalità.

            Per quanto riguarda il trio Pupo + Principe + Tenore infatti, la melodia della canzone presentata è un misto di ritorno e di armonioso, che accontenta un po’ tutti giovani e meno giovani, nostalgici e sportivi, patrioti e affini. Gli italiani si son sentiti uniti sotto la bandiera della Nazionale di Calcio Italiana, sponsorizzata dall’ospite d’onore Marcello Lippi, allenatore della stessa. Il nostro Commissario Tecnico, tanto amato, con la sua tipica loquela toscana accattivante, galvanizzò l’attenzione del pubblico e dei tifosi, sicché questa canzone, un po’ ruffiana si piazzò seconda, con i voti popolari.

            Tra fischi e spartiti stracciati si protestò, in diretta TV, sul contenuto della canzone e sull’operazione commerciale più che contro il Principe. Fatto sta che anche il trio fu ripescato con i voti popolari e andò ad occupare un dignitoso secondo posto.

            Perché il Principe Emanuele Filiberto piace?

            Provo ad azzardare alcune ipotesi.

            Piace perché sa separare in modo educato e garbato, con un certo fair play, la storia non sempre esemplare dei Savoia dalla sua vita personale.

            Piace perché è un giovane bello e un po’ all’ “antica”, le cui scelte piacciono alle famiglie normali, che non hanno velleità rokettarie.

            Piace perché si applica tenacemente in ciò che fa, ne abbiamo una dimostrazione nella sua prova di ballerino, meritatamente premiata, in “Ballando con le stelle” 2009, sapendo coniugare in modo educato il suo ruolo di Principe con la sua presenza nel mondo dello spettacolo.

            Il Principe, attraverso interviste in diretta televisiva e sui rotocalchi di grande tiratura, ha dichiarato di voler continuare a lavorare nel mondo dello spettacolo televisivo, magari nel ruolo di conduttore. Si dovrà applicare molto per raggiungere la meta ambita e fare tanta gavetta, senza pensare che basta la sua immagine in TV per avere successo.

            Egli sa molto bene di essere maestro nella “captatio benevolentiae” e azzarda l’ipotesi di diventare un altro Fiorello, magari nell’arco di cinque anni. Staremo a vedere.

            La TV attrae, il mondo dello spettacolo è uno specchietto che abbaglia molte persone in cerca di facile successo e di facili guadagni. Le tanto celebrate “veline” a affini ne sanno qualcosa di questo mondo, che appare dorato e che infine può tanto esaltare quanto far tornare all’anonimato in brevissimo tempo, spietatamente. La TV finirà col darci ciò che vogliamo e se, attraverso l’esperienza di questo 60° Festival della Canzone Italiana, ha capito che va forte la normalità, avremo la normalità, basta metterci d’accordo sul significato che si vorrà dare al termine.

            Festival del luogo comune? Forse sì. Ancora una volta la TV guarda noi, facendoci credere che siamo noi a guardare lei.

 

 

 

 
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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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