“CHI HA PAURA DEL LUPO CATTIVO?” Dada
Ho incontrato a un pranzo una conoscente, che lavora come “tata” presso una famiglia di persone benestanti: il papà noto professionista, la mamma sempre impegnata in gare di equitazione. Due figli: una bimba di due anni e il fratellino di sei, che frequenta la prima elementare.
La bimba è affidata alla mia amica per la maggior parte della giornata. Il bambino, tornato da scuola nel primo pomeriggio, fa i compiti velocemente e poi viene piazzato davanti alla TV! La mamma, quasi mai a casa, occupata com’è con le esercitazioni al maneggio, in vista di nuove gare.
Mi raccontava la tata che la bambina, di nome Sara, chiama la mamma tutto il giorno, senza darsi pace. Quando la tata riesce a distrarla, Sara va nella sua camera a prendersi un giocattolo, ci gioca un attimo, poi ne cerca un altro e un altro ancora, con senso di noia e di disinteresse.
Sono tantissimi i giocattoli nella camera di Sara. Regali che essa riceve quasi tutti i giorni dai genitori; i quali credono, in questo modo, di farsi perdonare le loro prolungate assenze. Sara e il fratellino vedono alla TV tante cose non sempre adatte alla loro età. Vedono tutto ciò che i canali TV propongono mattino e pomeriggio, durante tutta la settimana. Vedono i cartoni animati, anche quelli che insegnano la violenza e la guerra; vedono le “soap-opera” dove sentono i protagonisti parlare con indifferenza di vendette, di plurimatrimoni della coppia, di aborti, di consumismo materiale e dei sentimenti. Per i bambini questa diventa la realtà, quella magari che vivono i loro genitori e che impongono ai loro bambini.
Le favole di un tempo non le conoscono più, fatto salvo quel “Pinocchio” che è stato rappresentato recentemente in TV, in versione “attualizzata” e di cui ho sentito parlare tanto bene da molte persone. Anch’io, armata dalle migliori intenzioni, ne ho viste due puntate, ma poi ho preferito andare a rileggermi il libro. Nel libro di Collodi c’è la magia, l’incanto e lo stupore di una favola bella ed edificante. Nella finzione televisiva c’era soltanto una buona interpretazione, ma mancava del tutto l’incanto: non era più una favola, era una cronaca.
Che tristezza! Perché voler rifare un “Pinocchio”, dopo quello, pieno di poesia, interpretato anni fa dall’ottimo Andrea Balestri e dal grande e compianto Nino Manfredi nei panni di Geppetto?
La TV oggi offre ai bambini immagini allettanti di corpi scolpiti dalla palestra, di oggetti del desiderio i più disparati: dai biscotti ai “mostri” spaventosi, dai cartoni animati, alla nutella, ai vestiti della Barbi: quella bambola che la TV ci ha fatto vedere di recente durante un telegiornale, battuta all’asta dalla famosa casa d’aste “Christie’s”, fino ad arrivare alla cifra di € 4.000,00, vestita con abiti firmati dai più famosi stilisti!Ma come può una bambina giocare con una bambola che quasi non si può toccare? Come può sviluppare il suo senso materno con una bambola così agghindata? La barbi è da tener in vista nella cameretta, quale oggetto prezioso da esibire, e chissà se fra qualche anno la mamma non possa portarla a vendere da un collezionista, disposto a pagare oro!!
I messaggi suggestivi che la TV ci propina sono succedanei dell’amore materno e creano un bambino informato, aggiornato, “firmato” da capo a piedi, “palestrato” e innamorato del proprio corpo; non più riservato, attento al suo prossimo, ma aggressivo, accessoriato e acculturato.
La TV tratta i bambini non più da bambini, non propone più argomenti o questioni di natura etica o intellettuale, ma li mette alla pari con gli adulti. Tutti, adulti e bambini, ricevono contemporaneamente le stesse informazioni, senza più distinzione di età né segreti. E’ questo il modo usato dalla TV per “unire” le famiglie.
Ma senza segreti l’infanzia non esiste più!
Alla TV interessa creare una società totalmente asservita alle merci e al consumo, perché questo è il suo fine ultimo: consumare, consumare, consumare.
Tutto il tempo che il bambino sta davanti alla TV, ed è veramente tanto, troppo, si potrebbe utilizzare facendo fare esperienze dirette al bambino, non facendo assistere ad esperienze fatte da altri. Ritagliare la carta per fare oggetti di utilità, giocattoli; aiutare la mamma a preparare una pietanza, abituarsi ad eseguire piccoli lavori, sono esperienze-cardine per il futuro di una piccola creatura che, così facendo, cresce sperimentando l’utilità di saper fare tante cose, preziose per la sua vita.
Per un bambino, al contrario, la TV non è mai utile; essa non educa, ma il suo intento è quello esclusivamente di indirizzare il piccolo telespettatore verso scopi commerciali. Ecco perché gli spot pubblicitari lo bombardano di storie e di cartoni animati, creati soltanto per essere mercificati negli oggetti più disparati. Nell’universo televisivo i personaggi della favola hanno lasciato il posto ai terroristi e i giochi sono marche uscite dalle grandi multinazionali; così il bambino non ha più paura del Lupo Cattivo di Cappuccetto Rosso, ma dei terroristi, di quelli che si fanno esplodere negli aerei, magari contro i grattacieli.
Il bambino ha paura degli extracomunitari, degli uomini che rapiscono i bambini per venderli, violentarli, commercializzarli in mille modi, ucciderli.
Le storie non si leggono più nei libri di favole con il lieto fine e una morale, sempre valida pur col passar dei secoli. Ora le storie arrivano in diretta-TV da un mondo pericoloso e ostile, da una TV che non rispetta più niente e nessuno, pur di fare “audience”.
Ora gli eroi delle fiabe moderne si possono comprare e sono tutti in vendita in quei luoghi enormi, anonimi e super illuminati che sono gli Ipermercati.
Ci avviciniamo al Natale e presto la TV ci alletterà con finte storie di famiglia unita, dove si vedrà la mamma tagliare il panettone, dove i cioccolatini brilleranno su ricchi vassoi d’argento, dove i “Pokemon” o i “Dragon” ci inviteranno all’acquisto, ben ordinati negli scaffali dei Supermercati. E noi, silenziosi nel caos frenetico, che prelude alla festa del Natale, metteremo nel cestello ciò che la memoria di quanto visto in TV ci invita a fare, non bastasse la richiesta martellante dei nostri figli o dei nostri nipotini. Tutto brillerà, ovunque si sentirà suonare musica natalizia e intanto il vuoto emotivo, le crisi esistenziali continuano a devastare gli animi e le menti delle creature in fase di crescita, senza più punti di riferimento, che diano loro sicurezza e forza per crescere con dignità.
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LAVAGNE VERDI da “Preghiere” di Quoist
La scuola è moderna.
Il direttore, tutto fiero, ne spiega tutte le comodità.
La trovata più bella, Signore, è la lavagna verde.
I competenti hanno studiato a lungo, hanno fatto esperienze,
adesso sappiamo che il verde è il colore ideale, che non affatica la vista, che riposa e distende.
Signore, ho pensato che Tu non avevi atteso tanto a lungo per dipingere in verde i prati e gli alberi.
I Tuoi centri di studio hanno funzionato mirabilmente, e per non stancarci, Tu hai diffuso innumerevoli sfumature e per le Tue moderne praterie.
Così, le “trovate” degli uomini consistono nello scolpire quel che Tu hai pensato da tutta l’eternità.
Grazie, Signore, d’essere il buon Padre di famiglia che lascia ai suoi piccoli la gioia di scoprire i tesori della sua intelligenza e del suo amore.
Ma trattienici dal credere che, da soli, noi abbiamo inventato.