NELLA SALUTE E NELLA MALATTIA
Che dire? Ho sempre avuta un’ educazione cattolica, ma come tanti mi rivolgevo a Dio solo quando avevo bisogno di qualche cosa. Andavo a messa ed ho ricevuto i sacramenti più come usanza che come scelta. Lo stesso vale per il matrimonio 36 anni or sono.
25 anni fa’ ho ricevuta ciò che oggi considero una grande e vera grazia anche se non richiesta: ho ricevuto l’incontro coniugale che ha cambiato radicalmente la mia prospettiva nel sentirmi cattolica. Ho potuto apprezzare un vero rapporto con Dio come di una figlia sempre amata e guidata da Lui. Ho apprezzato molto anche la conoscenza di Gesù e di sua Madre. Mi sono sentita inserita nella famiglia santa ed ho apprezzato la guida che mi fornivano con tanto amore.
Dopo l’Incontro coniugale, Cesare ed io abbiamo aderito al cammino spirituale proposto da Suor Rifugio e abbiamo sentito sempre di più la necessità di dare testimonianza, alle coppie che incontravamo e l’importanza del cammino propostoci.
Tornando al compito assegnatoci di testimoniare sulla formula del Matrimonio: “nella salute e nella malattia”, nel 2000 ha aperto le danze Cesare con una pancreatite che lo ha quasi ammazzato. Per grazia di Dio, ne siamo usciti vincenti anche se c’è stata molta sofferenza sia fisica sia economica, questo perché Cesare per circa due anni ha dovuto pagare un collega che lo sostituiva. Inoltre, scopro che Cesare aveva chiesto a Dio di pagare tutti i debiti che si accumulano nella vita, su questa terra piuttosto che nell’aldilà.
Da allora Cesare ha avuto altri incidenti di percorso ma non gravi come il primo. Continuavamo sempre a seguire le coppie in difficoltà senza mai lamentarci o fermarci.
Un bel giorno, in un momento di enfasi e sulla scia di Madre Speranza, chiedo a Dio di offrire tutte le mie sofferenze per i sacerdoti, avendone appreso l’importanza e la missione che portano con sé. Non passa molto tempo che la mia salute inizia a vacillare, e mi viene diagnosticata una sclerosi sistemica, malattia autoimmune degenerativa e progressiva. Oggi in comunità sono meno attiva di prima, ma in compenso Cesare ha aumentato il suo impegno in tal senso ed io lo incoraggio a continuare e cerco di pesare quanto meno possibile su di lui.
E’ stato raggiunto un tacito accordo, senza lamenti, dove io gli chiedo il meno possibile e lui lavora di più per i Laici dell’Amore Misericordioso, il tutto con un comune denominatore: aiutare le coppie e quindi le famiglie a riconoscere Dio come Padre buono che tutto sa, tutto vede e fa di tutto per farci arrivare alla vita eterna nelle miglior condizioni possibili.
Inoltre, abbiamo tanto da ringraziare Dio per i tre figli che solo grazie a LUI sono assennati, in questo mondo caotico, e in buona salute. Abbiamo la certezza assoluta che Lui sopperisce con loro alle nostre mancanze.
Teresa e Cesare (Comunità di Succivo)