PROMETTO DI ESSERTI FEDELE
Testimonianza di Mena e Lello
La fedeltà, nel senso forte del suo significato, è possibile solo in riferimento a Dio; l’uomo che ha la coscienza dei suoi limiti, dovrebbe arretrare davanti alla prospettiva di pronunciare un “sì” senza riserve.
Questi limiti possono essere superati solo con un atto di fiducia incondizionata, riferendosi al sì incondizionato di Colui che, non sottoposto alle vicissitudini del tempo, l’ha pronunciato ben prima di noi nei confronti del Padre. Sposare il sì di Dio, pronunciato sulla persona amata, vuol dire dare consistenza e costanza alle nostre deboli promesse umane.
Il Matrimonio è il luogo per eccellenza dove si realizzano queste nozze.
Il Sacramento consente all’uomo e alla donna di sposare con lo stesso slancio e contemporaneamente il proprio partner e il Sì di Dio. Così l’alleanza tra l’uomo e la donna, misteriosamente rinnovano l’alleanza tra Dio e l’umanità. La fedeltà è possibile solo in Dio che ne è il Garante. Fedeltà è costanza nelle relazioni, nei sentimenti ed è anche l’affidabilità di una persona che non manca agli impegni presi. Per noi cristiani, la fedeltà esige una lotta costante contro il tentatore e richiede vigilanza e preghiera.
Come la stessa fedeltà di Dio, anche la fedeltà coniugale deve essere accompagnata da pazienza, perdono e riconciliazione, anche se non è sempre così semplice.
Alla fine, il perdono è sempre necessario per “esseri” fragili come noi uomini. Indubbiamente la fedeltà arriva alla sua più bella realizzazione, quando dopo disaccordi, delusioni, errori, si trova la forza di perdonare. Il perdono è forse la forma più commovente del dono reciproco, perché consente di “dimorare nell’amore”. Il perdono, cioè il dono che oltrepassa ciò che è successo, apre un nuovo avvenire all’altro e anche a se stessi, ma è un cammino lungo, non sempre ci si abbandona così completamente a Dio fino a soffrire come Lui! La fedeltà è una prerogativa di Dio nei nostri confronti.
Il giorno del Matrimonio promettiamo di essere fedeli sempre con la grazia che ci viene dal sacramento, con la consapevolezza di essere quasi tutti degli infedeli; però, se il Matrimonio è unione a tre: sposi e Gesù Cristo, c’è la speranza di vivere nella fedeltà e sapersi perdonare sempre. Oggi purtroppo c’è uno scontro netto tra la morale cristiana (l’unica, a mio avviso, ancora salda) e il pensiero libertino del mondo, che coinvolge tutta la sfera valoriale. Quindi da un lato assistiamo ad una visione meramente giuridica delle relazioni (se mi tradisci ti sbatto fuori di casa, vado dall’avvocato …), dall’altro, invece, c’è la proposta di uno sguardo che sappia andare oltre, sguardo misericordioso, compassionevole, adulto e maturo, che sappia accettare la povertà propria e dell’altro e sappia tornare a sperare, costruire e puntare ancora una volta su quell’unione per Amore – Fedeltà; è quel dono che ci chiama a restare, invece di andare e scappare.
La fedeltà coniugale, per i cristiani, è una promessa non un obbligo, piena libertà orientata dall’amore adulto. Non c’è sanzione di un’autorità esterna, ma ci sono le ferite che l’infedeltà procura ad entrambi i coniugi.
Ci sono matrimoni che sopravvivono a queste ferite, come il nostro. Chi l’avrebbe mai detto che oggi saremmo stati qui, se non avessimo incontrato la Misericordia di Dio nel nostro cammino? Quanto male ci siamo fatti! Certo, le incomprensioni permangono, è difficile dimenticare tutto in fretta. Non siamo ancora la famiglia perfetta che Dio vorrebbe, ma almeno oggi, tra problemi e arrabbiature, andiamo avanti, sicuri che il Signore non ci abbandonerà.