PROMETTO DI ESSERTI FEDELE
Il SACRAMENTO E’ UN DONO.
Bruna: Per la mia esperienza personale e coniugale, rifarei la formula del Matrimonio, inserendoci: “Io….accolgo Te…. Come mio sposo, con la grazia di Cristo, e con l’aiuto di Maria nostra Madre Mediatrice di grazie, prometto di esserti fedele. Nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita”.
Vi spiego ora quello che la nostra esperienza coniugale fatta di gioia e di dolore, ci ha fatto comprendere. Il Signore ci ha voluti insieme, noi nel momento iniziale del nostro innamoramento non lo abbiamo capito il perché, ma quell’attrazione inizialmente fisica è stata la grazia di Cristo che ci ha unito, perché Lui sa il progetto per noi, che è un progetto di salvezza della coppia.
Il Signore dal momento che ci unisce, in una sola carne, lo fa davvero e non vuole la salvezza dello sposo o della sposa, MA DI ENTRAMBI. L’uno deve aiutare l’altro a salvarsi con l’aiuto di Cristo Gesù. Ora insieme a voi provo a rileggere la nostra vita matrimoniale che tutti voi sapete quanto sia stata tormentata dal Demonio.
Sono qui quest’anno a Medjugorie, lo scorso anno a Fatima e tre anni fa a Santomera nel luogo natale della Beata Madre Speranza di Gesù, per ringraziare il Signore Maria madre nostra e Madre Speranza di essere stati sempre presenti e fedeli al nostro Matrimonio. Per ringraziarli di tutte le gioie e dolori passati nei nostri 40 anni di matrimonio.
La nostra attrazione è nata nella Cappellina della Parrocchia di Ognissanti dedicata ancora oggi alla Madonna Ausiliatrice. La Madonna a Cana in quel matrimonio come in tutti i matrimoni, è ausiliatrice, è aiuto, è presenza, è mediatrice tra noi e suo Figlio. Oggi rileggendo la nostra vita, come non comprendere che Maria nostra Madre come a Cana, entra, è presente nelle nostre vite per permettere a suo figlio di trasformare le nostre vite scellerate e superficiali in vite a Lui gradite.
Noi abbiamo passato due momenti bui e travagliati nelle nostra vita matrimoniale.
Nel primo momento che apparentemente sembrava essersi concluso favorevolmente, avevo riposto in me stessa, nelle mie forze la conclusione a lieto fine. Ma la Grazia di Cristo, che è sempre fedele, costante, Lui che come ci insegna Madre Speranza è un Padre Buono e una Tenera Madre, non ci abbandona mai per nostra fortuna.
Nella nostra seconda crisi coniugale, ben più grave e più sofferente per entrambi, è stata sempre più lampante e più chiara l’azione di Maria sul nostro Sacramento del Matrimonio.
Tommaso: Quando ci fidanziamo non consideriamo mai che Dio è presente nella nostra coppia. Il nostro matrimonio è iniziato senza considerare che era Dio che ci aveva scelto l’uno per l’altro. Nove anni di fidanzamento dovevano servire per conoscerci per aprire il nostro cuore reciprocamente, senza indossare nel tempo le maschere che hanno nascosto tutto di noi all’altro. L’egocentrismo, l’apparenza, il piacere, la prevaricazione nei confronti di Bruna è stata totale. Per tutto questo non ho mai considerato Dio nella nostra coppia. Di conseguenza non ho mai chiesto aiuto a Dio creandomi lo sdoppiamento della mia personalità, creando le basi per la fine del mio matrimonio e. alla luce del nostro cammino di coppia posso affermare che nel matrimonio che abbiamo celebrato il 1° aprile 1978 non avevo minimamente considerato il suo significato sacramentale. Tutto è iniziato per attrazione fisica e non abbiamo mai approfondito il vero significato del Sacramento. Quando due persone si incontrano e si innamorano tutto sembra naturale: si fanno dei progetti che spesso non considerano la propria storia personale e familiare, ci sembra che il vivere alla giornata sia sufficiente, l’importante è avere una casa, i mobili, il lavoro che ti possa permettere una vita agiata, insomma avere il piacere, il potere, dove io mi sono messo al centro, dove Bruna era la donna si che avevo sposato, ma non avevo condiviso con lei minimamente il mio passato e i miei pensieri per il futuro (se ne avevo). Non volevo figli, fu una scelta iniziale sua, io dovevo pensare ai viaggi, al divertimento, non volevo rinunciare a nulla, d’altronde la mia famiglia d’origine mi aveva sempre soddisfatto in tutto i miei voleri i miei capricci. Così con questo bagaglio abbiamo affrontato il nostro matrimonio abbiamo avuto momenti di crisi importanti fino a 4 anni fa quando mia moglie, dopo un grave tradimento, mi ha messo alla porta; per quasi un anno ho vissuto con un’altra donna ho sporcato la mia anima e sicuramente avevo perso l’immagine e la somiglianza di Dio. Scappavo anche da Lui, mi dava fastidio il suo richiamo, sembrava che mai avessi fatto un cammino di fede nella comunità, nell’Alam: 34 anni di cammino dimenticati. Ma oggi mi chiedo e so che in quei 34 anni sono stato falso e bugiardo pensavo solo a me stesso.
In quell’anno i primi 4 mesi non parlai con i miei figli, bloccai i loro numeri di telefono come anche quello di Bruna. Litigai anche con mia madre che fino a quel momento mi aveva protetto anche di fronte a tutto il male che avevo fatto a tutti (moglie, figli e …….) ma il Signore non mi ha mai abbandonato anche nei momenti più bui ha agito su Bruna Simone e Riccardo, i miei figli hanno fatto l’impossibile per ricostruire la famiglia anche e soprattutto dopo la separazione legale avvenuta il 12 maggio 2015.
Bruna: Nel 2014 suor Rifugio organizzò un pellegrinaggio a Medugorje, volevo in cuor mio partecipare tanto, ma per problemi economici, non partecipai, nonostante mi avessero offerto il viaggio. Feci dire una santa messa affidando a Suor Rifugio una offerta, per la mia famiglia, affinché diventasse una vera famiglia cristiana. Mentre i fratelli erano a pregare a Medugorje, Maria intercedeva e interveniva chiaramente nelle nostre vite, facendo venire alla luce gradualmente, come solo una buona Madre sa fare, la dura e triste realtà.
Dobbiamo essere convinti che Dio è un Padre buono e una tenera Madre, e se siamo convinti di questo quello che accade nella nostra vita riusciremo a vederlo come una benedizione del Signore, sia le gioie che il dolore. Nel momento dell’infedeltà il mio primo istinto fu quello di alzare un muro di impenetrabilità nei confronti di Tommaso, arrivando a vivere per un anno come separati in casa, fino ad arrivare a cacciarlo di casa, fino ad arrivare alla separazione legale.
Ma un caro amico del nostro gruppo mi disse: “E allora la Misericordia?” Madre Speranza ci dice che bisogna odiare il peccato e amare il peccatore. Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Pur pregando, conservando la fede, dentro di me il mio cuore era indurito. L’Amore Misericordioso mi stava chiedendo di essere la Buona Samaritana, ma come il levita e il sacerdote del brano evangelico, anche io ha guardato oltre, da un’altra parte. Tommaso pur essendo stato adescato dal maligno, aveva bisogno di compassione, di amore gratuito, di amore MISERICORDIOSO.
In cuor mio invece lo avevo giudicato e condannato e lo avevo anche esposto al giudizio altrui. Sentii un giorno il discorso di Papa Francesco ai carcerati, che come un Padre Misericordioso e una tenera Madre gli diceva “Voi siete qui e state pagando i vostri errori, MA POTEVA CAPITARE ANCHE A ME!”.
Si è vero è questo l’atteggiamento che dobbiamo avere di fronte a ciascuna miseria. Nessuno è indenne e al sicuro da commettere errori. Il Signore come ha detto San Francesco d’Assisi, non ha mani non ha piedi usa noi per arrivare ai cuori feriti per arrivare a lenire le sofferenze degli uomini. Il Signore giorno dopo giorno mi stava gradualmente facendo vedere il suo progetto divino sulla nostra coppia. Il progetto umano sfascia, rompe, quello divino aggiusta, ricompone, fa nuove le cose, le persone. Non ero in grado da sola di essere misericordiosa, di rendere il nostro amore coniugale misericordioso. Ma non avevo perso la fede, non aver abbandonato il gruppo alam, aver chiesto e avuto il sostegno spirituale di suore e sacerdoti, è stato non solo utile ma indispensabile. Quelle lacrime versate da Suor Rifugio che mi chiedevano e chiedeva al gruppo di fare qualcosa per non abbandonare Tommaso, hanno cominciato a far cadere qualche mattoncino di quel muro.
Il resto lo ha fatto Dio tramite Maria, implorando Gesù a intervenire nel nostro sacramento del Matrimonio, massacrato dalle nostre incredulità e tramite Madre Speranza di Gesù che continua a fare la Portinaia di noi figli suoi. Ho sentito recentemente dire questo:”L’INCREDULITA’ E’ NON RICONOSCERE CHE DIO INTERVIENE SEMPRE NELLE NOSTRE VITE NELLE NOSTRE STORIE”. Dobbiamo sempre avere gli occhiali della Misericordia per distinguere bene il PECCATO dal PECCATORE.
Il miracolo del PERDONO che si è riversato nel nostro matrimonio è solo la grazia di Cristo che lo ha permesso, che lo guida che lo rende possibile con l’intercessione di Maria Mediatrice e della Beata Madre Speranza di Gesù. A noi resta solo di essere docili ai suoi progetti anche quando non li capiamo, anche quando ci fanno soffrire. La sofferenza, il dolore non sono mai vani, il Signore li permette per donarci una gioia più grande. La preghiera e la partecipazione alle sante messe e l’Eucarestie ricevute con fede, sono quelle, il tramite per far agire l’Amore Misericordioso, in noi stessi e nei confronti di chi ci è al nostro fianco.
Tommaso: A giugno 2015 Bruna dopo una sua battaglia mi riapre le porte di casa e da lì iniziò la nostra ricostruzione partendo dalle macerie. In tutto questo sono certo che il Signore ha usato tutti i mezzi per riportarmi a Lui: ero disperato mi sentivo perso avevo deciso di porre fine alla mia vita, avevo programmato tutto sul come fare, avevo pian piano acquistato dei barbiturici, avevo deciso come, dove e quando farla finita. Una sera, ricordo, stavo finendo il mio turno di lavoro, presi un ultimo cliente, si mise vicino a me cosa insolita nel nostro lavoro. Iniziò a parlare poi mi chiese cosa avessi. Secondo lui non stavo bene lo vedeva dai miei occhi e lo sentiva dalla mia voce e mi disse: “Ricordati la vita è bella, e se metterai in atto quello che hai nella tua testa, lascerai dietro di te delle macerie che i tuoi cari non meritano”. Scese dal taxi e io scoppiai in un pianto liberatorio e non andai avanti nella mia decisione.
Dopo qualche mese a Marzo 2015 morì mia madre, sono convinto che si lasciò andare perché forse ormai aveva preso anche lei coscienza che con la sua protezione nei miei confronti, aveva condizionato tutta la mia vita e quella della mia famiglia.
Il 5 giugno 2015 tornai a casa da Bruna e da Simone e Riccardo. In tutto questo devo essere sempre riconoscente al nostro caro Don Giuseppe che tanto ha fatto per me, nonostante lui stesso avesse dei problemi seri poi il 15 maggio 2016 è tornato anche lui alla casa del Padre per un grave incidente. Mi manca!
Oggi sento che sto realizzando pian piano la mia vita, ho solo un problema, non riesco a perdonarmi e ne soffro, l’unica cosa positiva che oggi riesco a fare per gli altri è testimoniare la mia vita. So che può essere utile, per gli altri e anche per me per non insabbiare come facevo prima.
La preghiera con Bruna mi provoca un grande sollievo mentale e spirituale e mi aiuta a rimarginare le tante ferite che mi sono procurato.
Bruna: Ai ragazzi e alle giovani coppie sposate chiedo di non spaventarsi se alcune delle nostre storie sono state così travagliate e sofferte. Il Signore ha un progetto splendido per ciascuno di noi, quello che può essere visto come un progetto di sofferenza si rivela altro, quando non ci si lascia sopraffare dal Demonio, ma si lascia spazio all’azione salvifica del Signore.
Il Signore vuole solo questo: salvarci, portarci quando Lui vorrà in cielo, ma a noi che siamo coppia, famiglie, vuole che l’uno sia strumento di salvezza per l’altro. Da ultimo dico che il nostro matrimonio ha avuto bisogno di 40 anni per raggiungere la pace la conoscenza vera del Signore. Ora è un piacere, ogni mattina alle 7 alzarci dal letto fare la colazione insieme e sentire Tommaso che mi chiede di pregare insieme, di leggere la Bibbia o dei libri che ci hanno aiutato tanto a scoprire l’amore di Dio infinito per noi.
Quello che apparentemente per noi è IMPOSSIBILE per DIO E’ POSSIBILE.
Signore ti chiedo Perdono, perché non ti ho riconosciuto e non ti ho reso grazie nei momenti di gioia, e ti ho solo riconosciuto nei momenti del dolore. Mi dispiace perché Tu vuoi che ti riconosciamo anche e soprattutto nei momenti belli nei momenti di gioia, perché quelli sono i tuoi doni prediletti, perché Tu sei il Dio della GIOIA.