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MAGGIO 2011

     

LE QUALITA’ DELL’AMORE

 

AMORE FEDELE

 

La fedeltà, è una virtù che ha le sue radici profonde nel cuore di Dio ma, con buona volontà può radicare anche nel cuore de1l'uomo.

Essa non dipende dalla fedeltà dell'altro, ma è risposta personale all'imperativo profondo della propria coscienza, all'impegno preso all'altare. Semmai l'infedeltà del coniuge può mettere alla prova la propria fedeltà e farci verificare di quale spessore essa sia, ma non la condiziona. Ognuno di noi può rimanere fedele alla sua vocazione, consacrata davanti a Dio, sia pure a costo di grandi sacrifici: una vita di solitudine, di disagi economici, la posta in crisi della propria famiglia ecc..

Gesù ci ha fatto capire, con la Sua vita, che per restare fedeli al progetto del Padre, ci può essere richiesto di salire il Calvario e morire sulla croce-, ma il sacrificio d'amore ci può garantire la risurrezione.

Questa premessa serva per toglierci dalla testa l'idea che la persona abbandonata non può rimanere fedele. Ci sono nel mondo tante fedeltà sofferte in pace, addirittura tra cristiani non praticanti, se nei loro animi è forte il valore della fedeltà coniugale.

  • La fedeltà è innanzitutto un fatto di dignità personale. Essa fa parte del bagaglio di coerenze che forma l'integrità di ciascuno. L'integrità è capacità di vivere i valori che si professano, al di là del fatto che ciò comparti soddisfazione, o sofferenza e disagio. Ci saranno momenti in cui vivere i propri valori sarà facile e bello, perchè condivisi dai propri familiari e quindi questo creerà armonia dentro di noi, per la pace della coscienza, armonia nell'ordine familiare che è funzionalità di ingranaggi, scorrevolezza di relazioni... Ma ci saranno anche momenti in cui la fedeltà ai propri valori potrà essere ostacolata da passioni rinascenti in noi, da nostre impennate di orgoglio e di risentimento, da fragilità di chi ci vive accanto, da tradimento e abbandono, da devianze dei figli, da compromessi nell'ambito del lavoro e da tante situazioni in cui ci possiamo trovare, soprattutto se non abbiamo un solido autocontrollo. In questi casi la propria fedeltà è messa alla prova. Ci si può illudere pensando che, eludendo l'imperativo della coscienza a non farlo, si possa vivere sereni. E' un grosso inganno. La coscienza mortificata dal male, non ci darà più pace.

          E' preferibile portare il peso di una croce che ci viene posta sulle spalle, e per la quale Dio ci darà la forza, piuttosto che farcene una noi, dopo esserci debilitati interiormente con la colpa.

  •  

  • Oltre che risposta a Dio e a noi stessi, la nostra fedeltà è parola data ai figli che, se privati di un genitore per opera del peccato, non è bene che siano privati anche dell'altro genitore, per un'assurda reazione. Il matrimonio non può essere un gioco di supremazie; esso è un impegno serio, che colloca la coppia all'interno del mistero di  Cristo, delegandola  ad  esprimere, nel segno sacramentate, l’unione di Cristo con la Chiesa e la sua fedeltà ad essa, nonostante l'incomprensione, il rifiuto, la condanna, il Calvario, la croce, la morte... Nulla ha arrestato Cristo nella Sua fedeltà all'uomo, nulla deve arrestare la coppia, nella testimonianza di reciproca fedeltà o anche di univoca fedeltà, se ciò si dovesse verificare.

    In questo caso la massima risposta è quella di Cristo: rimanere nell'amore.

    E' sicuramente difficile, ma molte persone, sul Suo esempio, sono state e sono capaci, di dare risposte di straordinaria fedeltà.

    Lo straordinario può esserci richiesto.

    L'appello alla fedeltà è chiaramente rivolto in primo luogo a chi è più direttamente responsabile della separazione totale o anche solo spirituale della coppia. Il fatto è che chi si trova in situazione di rifiuto, è anche sordo ad ogni richiamo; è "terreno indurito" che non accoglie il seme della Parola; l'egoismo rimontante lo fa sentire pago del piacere fisico e noncurante del richiamo della coscienza.

    Occorre molta preghiera perchè la grazia di Dio si possa creare un varco tra tanta confusione di idee e di sentimenti, e chi la può fare se non il coniuge fedele? "Se stai per offrire la tua offerta all'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia il tuo dono davanti all'altare e va' prima a riconciliarti con tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono" (Mt.5) Solo chi è nella grazia di Dio può fare atti d'amore. Quindi più che criticare il coniuge e scandalizzarsi del suo comportamento, bisogna avvolgerlo di misericordia e amarlo nella sua povertà, affinché l'amore  lo redima e lo restituisca ai suoi affetti. L'infedeltà è un rischio che corriamo tutti; tutti siamo più o meno infedeli, perchè nessuno può dire di essere senza peccato o di aver fatto veramente tutto perchè  1'amore sponsale sia forte e vitale. La fedeltà è però un cammino che tutti possiamo percorrere,  iniziando dalle piccole fedeltà quotidiane ai propri doveri di coniugi e di genitori. Le grandi infedeltà sono precedute da piccole, impercettibili infedeltà. Quotidiane:

    - piccoli spazi di tempo che riserviamo a noi stessi…

    - piccoli spazi di mente da cui escludiamo il coniuge,  i figli, Dio stesso...

    - piccoli spazi di cuore che concediamo ad altri...

    - piccoli spazi di egoismo che sottraiamo al dono totale....

    - piccoli spazi di insincerità che concediamo alle nostre brame disordinate...

    Sono il tarlo  che,  segretamente,   intacca  la  fedeltà, svuotandola dal di dentro,  fino a quando la coniugalità si avverte come un guscio vuoto. A quel punto si dice la fatidica frase: "Non abbiamo più niente da dirci, non c'è più nulla che ci lega!" Il fatto sta che la fedeltà si coltiva nel proprio cuore, non permettendo che vi entri  niente e nessuno che metta in rischio l'amore, secondo la famosa:

  • REGOLA D'ORO DEL MATRIMONIO

     

    TUTTO CIO' CHE FAVORISCE L'UNIONE DELLA COPPIA:

    PERSONE, CIRCOSTANZE, COSE, E' SECONDO IL PIANO DI DIO.

    TUTTO CIO’ CHE VA CONTRO L'UNIONE DELLA COPPIA:

    PERSONE, CIRCOSTANZE, COSE, NON E' SECONDO IL PIANO DI DIO.

     

    *********************************************

     

    Varsavia 1960 (Da “Poesie d’amore” di Nazim Hikmet)

     

    Durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me

    non dico che fosse come la mia ombra

    mi stava accanto anche nel buio

    non dico che fosse come le mie mani e i miei piedi

    quando si dorme si perdono le mani e i piedi

    e io non perdevo la nostalgia nemmeno durante il sonno

     

    durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me

    non dico che fosse fame o sete o desiderio

    del fresco nell’afa o del caldo nel gelo

    era qualcosa che non può giungere a sazietà

    non era gioia o tristezza non era legata

    alla città alle nuvole alle canzoni ai ricordi

    era in me e fuori di me

     

    durante tutto il viaggio la nostalgia non si è separata da me

    e del viaggio nulla mi resta se non quella nostalgia.

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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