LE QUALITA’ DELL’AMORE
AMORE OBLATIVO
Un amore paziente, tenero, generoso, che esalta il positivo, un amore coinvolto nella vita dell'altro, un amore disposto a riparare e supplire, un amore fedele... può forse definirsi anche un amore oblativo, ma cioè che fa di un amore un olocausto, è l'atteggiamento interiore che lo anima.
Per capire l'amore oblativo, andremo a scuola da Maria. Lei, archetipo del vero cristiano, ha saputo dire il suo "si" da Nazareth al Calvario.
Era senz'altro un onore essere scelta quale Madre del Figlio di Dio, ma quanta umiliazione in quell'attesa anticipata!... E non potersi giustificare davanti agli uomini se non con un matrimonio riparatore con il Giusto Giuseppe, perchè nessuno avrebbe potuto capire!
Interessante la testimonianza di Elisabetta, illuminata dallo Spirito: "Donde a me che la Madre del mio Signore venga a me?" Ma anche questo riconoscimento rientra nella cerchia dei pochi a cui Dio volle rivelare il Suo mistero. E, dal canto suo, Maria, anziché compiacersi dell'esaltazione cui è fatta oggetto, rimbalza la gloria a Dio, che ha voluto compiere grandi cose nell'umiltà della Sua ancella. Lei è .sempre l'umile strumento consegnato alla Bontà Divina, perchè se ne serva a discrezione, spazio di accoglienza non solo del Figlio di Dio ma dell'intero progetto del Padre, quantunque questo significhi per lei sofferenza e martirio del cuore.
Bello partecipare alla scelta di radicale povertà di Gesù, ma quale confusione non poter offrire al Figlio di Dio nemmeno un'umile stanza! ;
Esaltante la nascita verginale, ma nessuno fu testimone, Lei sola doveva portare il peso di gioia e di dolore di questo mistero. Per gli altri restava un punto interrogativo.
Il Suo Cuore era veramente un altare da cui si elevava continuamente al Padre il "sì" a tutto, anche al modo così originale di realizzare le promesse fatte ai Patriarchi e ai Profeti.
Dio ha tutta l'eternità per dare le Sue dimostrazioni, Maria doveva dar ragione di sé nel contesto umano in cui era inserita, avendo come unico testimone la sua coscienza e la sua fede. Che incidenza poteva avere Lei, umile donna, non ascoltata, priva di prestigio e di autorità in una società maschilista? Era la meno indicata a dimostrare la grande verità di cui era fatta oggetto, sottoposta per altro anche a dure critiche per le Sue diversità, per il Suo modo nuovo ed anticonformista di agire.
Per Maria, abbandonarsi in Dio è significato consegnare a Lui TUTTO: la sua persona, la sua vita, la sua immagine, il suo stesso modo di pensare, tutto. "E lei conservava tutte queste cose, meditandole nel suo cuore".
L'oblazione era l'offerta che veniva posta sull'altare e veniva consumata tutta in onore di Dio, mentre nel sacrificio una parte veniva riservata al mantenimento dei sacerdoti.
E questa offerta conobbe subito la prova del fuoco nella persecuzione di Erode contro il Messia: le tenebre non accettano di essere messe in fuga dalla Luce e sono disposte a tutto, anche a spargere sangue innocente pur di prevalere!
E lei si fa profuga ed Extracomunìtaria con il Suo Figlio, il Figlio del Padre e con il casto Giuseppe, custode di questo Tesoro di grazia offerto all'uomo dalla Bontà Divina.
E poi il ritorno a Nazareth, il reinserimento, il dover dare ragione a parenti ed amici dell'abbandono della terra promessa, del motivo del rientro, senza mentire e senza poter completamente rivelare, data l'estrema normalità dell'incarnazione, l'assoluta mancanza di ogni riferimento soprannaturale di quel Figlio, se non la straordinaria fedeltà al Padre.
La presentazione al Tempio, altro contatto col soprannaturale, altra panoramica sul suo futuro e sul futuro del Figlio:"Una spada ti trafiggerà il Cuore!"... ed il suo "si" Si ripete... Ma quali testimoni? Due anziani.
E poi lo smarrimento del suo Gesù: quel Figlio avvolto nel mistero, così essenziale, cosi grande davanti a Dio, si perde come un comune bambino... E la fede di Abramo si ripete in Maria: "Sarai padre di moltitudini" luì, vecchio, Sara vecchia e sterile... "Sarà il Salvatore"... ma è svanito nel nulla! Furono giorni di angosciosa verifica della fede per la coppia più santa del mondo.
E poi il ritrovamento, motivato solo dalla frase così ovvia di Gesù: "Non sapevate che devo occuparmi delle cose che riguardano il Padre mio?"
Va bene, ma non poteva essere scelto un altro modo? Non poteva avvertire? Perchè far soffrire i Suoi genitori?
Maria non capì e neanche noi capiamo, ma certo l'esempio di Maria, che ritorna sui suoi passi per cercare Gesù, è un esempio per tanti altri smarrimenti e forse era proprio questo esempio che voleva darci Gesù, permettendo che Maria soffrisse l'angoscia dello smarrimento.
Gesù è venuto ad insegnarci con la Parola e l'esempio. E quale esempio più concreto?
E poi il rientro a Nazareth e ancora tante risposte da dare ad amici e parenti sul gesto del Figlio... Ma cosa poteva suscitare se non compassione questo figlio sventato e irresponsabile? E come giustificare la loro incoscienza di genitori che non avevano vigilato?...
Il mondo non ha sfumature, giudica dividendo il bene e il male quasi fosse una mela guasta.
Maria tace e medita per capire, e per riuscire a dare la risposta più giusta.
Il tempo passa e si avvicina- l'ora della vita pubblica di Gesù. Maria restava sola e Gesù appariva un figlio irresponsabile ed ambizioso, che trascura la madre per inseguire i Suoi sogni di gloria. E lei resta lì, in paese, a pagare il conto dei pettegolezzi e delle indebite ingerenza:
l'olocausto è sempre sull'altare e la fiamma lo consuma a fuoco lento.
La parentesi di Cana di Galilea ci rivela la sua sensibilità di donna, la sua carità operosa, la sua azione di stimolo nei riguardi del Figlio. A Cana il vero Sposo é Cristo, i due poveri ragazzi scompaiono dietro il Suo fulgore.
"Fate quello che vi dirà" ci dice Maria. Ed è il suo testamento, le ultime sue parole riferite dal Vangelo. L'umanità deve rivolgersi a Lui per avere vino nuovo, perché la festa non finisca, perchè l’acqua, simbolo della vita, sia redenta e santificata dal Sangue di Cristo, Vino nuovo, caparra di resurrezione.
E di offerta in offerta si giunge al Calvario.
Lungo la via dolorosa lei occupa il posto della madre del condannato, il posto delle tante madri di condannati. Ma la vergogna non sfiora neanche il suo amore, che la vuole li, accanto al suo Figlio, a condividere fino al "consummatum est" la Sua sorte e inchiodare a quella croce il Suo Cuore, quel Cuore trafitto dalla lancia, profetizzata dal santo vecchio Simeone, e per ricevere dalla bocca del Figlio, come eredità, la Chiesa, cioè noi uomini peccatori, perchè, con la sua azione materna, completasse ciò che manca al sacrificio del Figlio per la nostra salvezza.
Ed Ella è ancora vicino ad ognuno di noi, a convincerci perchè ci arrendiamo all'amore del Figlio suo, che vuole salvarci, che vuole dare serenità ai nostri giorni terreni e felicità eterna nel Suo Regno.
Prendiamo Maria come nostro modello, come nostra Madre, come nostra Consigliera, come nostra Mediatrice.
Impariamo da lei a fare del nostro amore un olocausto, un'oblazione gradita a Dio, donando tutto senza riservarci niente… donando sempre senza esitazione, conservando nel cuore ciò che non ci è chiaro, per scoprire il meraviglioso progetto che Dio vuol compiere in noi, permettendoci di portare a perfezione il capolavoro che Lui si è prefissato quando, dall'eternità, ha pensato a noi e ci ha dato la vita, ci ha scelto un compagno, una compagna ed ha consacrato il nostro amore, perché fossimo sacramento del Suo Amore. Il mondo non capisce il mistero del matrimonio cristiano e lo giudica un mero contratto tra individui, che può essere ritrattato per sopraggiunte difficoltà, ma con Dio nulla è impossibile e Dio è il garante del Matrimonio sacramento.