Assumere le imperfezioni del coniuge
Impegno a creare la coniugalità
Due creature, chiamate per vocazione a coniugarsi, a imitazione del “NOI” trinitario, devono amarsi al di là delle simpatie e antipatie, del merito o del demerito, della riconoscenza o dell’ingratitudine…
Il merito, la riconoscenza, la gratitudine sono ottimi supporti, ma nell’esperienza umana potrebbero venir meno, perché noi non siamo stabili nei sentimenti.
Per un amore che deve durare, occorre un fondamento eterno.
Ognuno di noi è impastato di bene e di male e quest’ultimo ci segue come un’ombra ovunque andiamo, qualunque cosa facciamo, fa parte di noi.
Portare il peso della propria negatività è già fatica. Il peso di un carattere ombroso, suscettibile, iracondo, egoista, diffidente, superficiale, instabile… è già un macigno che è possibile tollerare solo con l’aiuto di Dio, nostro vero liberatore, che ci cambia il cuore e scioglie le catene del male che ci legano.
Ma perché Gesù possa operare in noi i prodigi della Sua grazia, deve diventare una presenza veramente significativa, dobbiamo accoglierlo veramente nella nostra vita, dargli fiducia.
Questo genere di liberazione non si può ottenere con i discorsi sia pure profondi, con le riflessioni, sia pure sincere, queste sono solo premesse necessarie ma chi opererà il cambiamento è la Grazia e questa viene donata gratuitamente a chi ha fede.
Certo è cosa buona e lodevole, benedetta da Dio, l’umile ricerca della verità, dettata da un cuore sincero, che riconosce le proprie miserie, ma se si tratta di parole che hanno lo scopo di farci ammirare o di nascondere le nostre vere intenzioni, che sono quelle di prenderci le nostre rivincite, di emergere, di schiacciare, di dimostrare la nostra innocenza, non ottengono l’effetto, perché Dio non guarda alle parole ma alla sincerità del cuore e Lui agisce con il Suo Spirito solo nel cuore vuoto di sé, capace di riconoscere le proprie miserie.
Inoltre i tempi Suoi non sono i nostri tempi, per cui a volte è necessario riflettere molto, pregare molto, attendere molto prima di constatare la liberazione interiore da ogni legame di male. Chi cerca Dio, però, lo trova sempre, perché Lui si fa trovare da tutti gli uomini di buona volontà.
Solo per mezzo Suo l’opera del male nel nostro cuore sarà distrutta e la creatura nuova sorgerà sulle ceneri dell’uomo vecchio, crocifisso con Cristo, morto con Lui sulla croce, sepolto nella terra, risorto glorioso nel mattino di Pasqua nella novità di una creatura diversa, capace di amare, di perdonare, di scusare, di non ricercare il proprio tornaconto, pura nel cuore e nel corpo, generosa ed altruista.
Il mistero pasquale è l’unica via di liberazione per ogni cristiano, un mistero pasquale che diventa esperienza personale, non solo conoscenza di ciò che è avvenuto a Gesù.
Ma tutto il tempo necessario per la propria metamorfosi è tempo di pazienza.
La parola pazienza ha la sua radice nella parola patire, quindi non è certo piacevole, ma, nell’economia divina, la redenzione passa per questa strada e Gesù ce l’ha indicata.
Se è già difficile portare il proprio peso, lo è ancora di più portare quello altrui.
Se poi questo “altro”, oltre che fratello in Cristo è il proprio coniuge, in forza del sacramento che ci unisce, il suo peso deve diventare il mio peso, le sue negatività le mie negatività, le sue debolezze le mie debolezze… e sarà mio impegno aiutarlo a liberarsi, neutralizzando in qualche modo il suo male, creandogli le condizioni perché non si manifesti e non si rafforzi, non tenendogli il conto dei suoi errori ma delle sue vittorie e incoraggiandolo a riprovare dopo ogni caduta, perdonandolo sinceramente, continuando a dargli fiducia, pregando per lui/lei, sposandolo completamente come fa Gesù con noi.
Sappiamo per esperienza che Dio ha pazienza con noi e aspetta che ci decidiamo a seguirlo nella via dell’autentica conversione.
Noi, come Lui, dobbiamo pazientare, saperci aspettare, accettare l’essere umano impastato di terra, di egoismo, di passioni basse, dure da far morire, soprattutto se non c’è neanche la volontà di cambiare, se non se ne sente l’esigenza perché ci siamo accomodati nella mediocrità, che ci fa sentire paghi di una vita insignificante, ricalcata sul copione dei “più” che purtroppo provvedono solo all’aspetto terreno e materiale della vita, accontentandosi magari di andare a Messa qualche volta e ritenendosi per questo buoni cristiani.
Spesso la coppia è formata da due creature che sono a livelli di spiritualità diversi e questa situazione genera in loro tensione: la parte, per così dire più elevata, soffre perché sente il contrasto dell’incomprensione con la creatura che deve completare la sua coniugalità; l’altra soffre ugualmente perché avverte il fastidio, l’incomodo di quel richiamo continuo, anche se non espresso. Il coniuge, in questo caso diventa la personificazione della propria coscienza, con la quale già si sta tanto male e che si vorrebbe far tacere.
Per lenire questo male occorre tanta misericordia.
La misericordia ci fa amare anche ciò che è imperfetto, ci fa essere attenti, comprensivi, rispettosi dell’altro anche quando non se ne condividono le scelte, ci fa offrire come sacrificio gradito a Dio anche la rinuncia ad iniziative che promuovono la crescita spirituale, per non creare contrasti in famiglia, privilegiando magari quelle iniziative che sono meglio tollerate dall’altra parte.
“Portate i pesi gli uni degli altri”, disse Gesù.
Non facciamoci perciò superiori agli altri perché non abbiamo un determinato difetto, ne avremo altri che sono ugualmente negatività, che pesano su chi ci vive accanto.
Impariamo da Gesù il vero amore, che sa andare oltre il difetto e viviamo nella pace.
Verifica:
- Ci sono nella nostra coppia discordanze che rendono difficile il vivere insieme?
- Come mi comporto di fronte alle negatività del coniuge?
- Le ho assunte nella mia vita, le considero mie?
- Cosa faccio per aiutarlo a liberarsi del suo male?
- Mi sento compreso/a nelle mie negatività?
- Mi impegno in un cammino di autentica conversione?
- Prego perché la mia coppia sia sempre più gradita a Dio?
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La voce del cuore
Gribaudi Editore
Non ci sia timore nel tuo cuore.
Non ci sia mai
dubbio, paura.
Se ciò accadesse,
sappi che sarà
occasione per te
di riavvicinarTi a Me.
ConfidaMi le tue paure,
confidami i tuoi dubbi.
Sono solo apparenze,
e svaniranno da sé.
Di fronte alle paure,
di fronte ai dubbi,
vieni a Me,
e Io ti darò riposo.