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APRILE 2012

     

Un amore che genera vita

Impegno a creare la coniugalità

 

            L’amore coniugale è un tesoro nascosto nel campo del proprio cuore, per trovarlo bisogna rimuovere la terra delle passioni umane, degli assilli inutili, degli egoismi dannosi e scopriremo che non ci manca nessuna grazia e benedizione dal cielo, che non ci manca nessuna provvidenza sulla terra, che l’uno per l’altra siamo serviti da re, pur non avendo conti in banca, perché niente come l’amore che si fa dono, soddisfa e appaga il cuore.

            Questo amore è un vero patrimonio che ci dà garanzia per il tempo e per l’eternità, perché in qualunque circostanza ci sarà di sostegno e di conforto, purché lo investiamo adeguatamente in un intenso impegno apostolico, per farlo crescere, moltiplicare, renderlo fecondo.

            Già abbiamo detto nell’argomento precedente, che i talenti dei due, adeguatamente armonizzati, non vanno gestiti nel circolo vizioso dell’ “io e te”, ma nella spirale dell’amore che si allarga e coinvolge.

            Ora poniamo l’attenzione su ciò che avviene nella coppia, quando i due si amano veramente nel Signore.

            Mentre i corpi si abbracciano nell’amplesso (materia del sacramento), il Padre stesso si inserisce tra i due, per alitare l’anima spirituale sui gameti che si abbracciano a loro volta, per dar vita ad una nuova creatura; lo Spirito Santo, che è Amore, agisce nei due per creare la comunione di anime e la vera soddisfazione, operare la trasformazione dei due in una coppia, e generare così la madre e il padre della nuova creatura; e Gesù, sapienza divina, fa capire la grandezza del mistero in cui i due sono avvolti e dona un corredo di “grazia”, che Egli stesso ha meritato con il Suo sacrificio d’amore; corredo che li rende capaci di assolvere alla missione vocazionale di sposi nel Signore, di genitori secondo il Cuore di Dio.

            Tutta la Trinità Santa è all’opera nella coppia e per la coppia.

            “Questo mistero è grande”, diceva San Paolo.

            Ma che s’intende per mistero?

            Il mistero è qualcosa che appartiene a Dio, ma viene donato all’uomo per amore. Quindi è potenza divina che si mette all’opera nella povertà della condizione umana, è un meraviglioso accostamento tra debolezza e forza, segno ed effetto, fragilità e potenza.

            Come nell’Eucaristia: un briciolo di pane… poche gocce di vino… ma il Padre manda il Suo Spirito e diventano il Figlio donato agli uomini peccatori, in cibo di vita eterna, così nel Matrimonio, la presenza di Cristo rende i due sacramento di comunione feconda.

            Questo mistero, in maniera eccezionalmente perfetta, si operò in Maria con l’incarnazione del Figlio di Dio.

            Ella espresse il suo stupore, raccontando l’accaduto ad Elisabetta, con le parole del Magnificat:

            «L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,     perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata”.

            E beata sono io perché ho in me la vita del Figlio di Dio.

Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome”.

Poi Maria vuole farci capire che Dio è e sarà sempre all’opera perché: “di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono

            Egli, infatti, continua a generare figli suoi nel grembo di ogni donna, nel tuo grembo, donna, per il tuo contributo, uomo.

            Egli “spiega la potenza del suo braccio, sull’umile, ma disperde i superbi”.

            La vita è comunque una Sua prerogativa e nessuno può arrogarsene il diritto. Ci proviamo anche oggi a generare vite in provetta, dissacrando con la manipolazione l’opera di Dio, perché l’uomo ha sempre voluto essere come Dio.

            Il peccato originale è tale non solo perché avvenne all’origine, ma perché appartiene ad ogni Adamo, ad ogni creatura tratta dalla terra. E’ originale, perciò, non solo nel senso temporale del termine, ma in quanto è origine di ogni male.

            Alla radice, infatti, di ogni peccato personale, c’è sempre quel voler entrare in concorrenza con Dio, pena l’esperienza di sofferenze impreviste e imprevedibili, in cui ci cacciamo e che poi abbiamo anche l’ardire di attribuire a Dio.

            Ma Lui disperde e disperderà sempre i superbi nei pensieri del loro cuore, manifestando la loro verità che è falsa meschinità.

            Rovescerà sempre i potenti dai troni di creta dorata, che si sgretolano sotto i piedi e innalzerà gli umili che si lasciano portare sul trono della Sua gloria, sottoponendosi alla Sua bontà misericordiosa, alla Sua sapienza eterna.

            Sazierà gli affamati di Lui con beni incommensurabili.

            Soccorrerà i Suoi figli, la Sua Chiesa, il nuovo Israele, il nuovo popolo eletto, mettendo in atto la misericordia che aveva promesso ai Patriarchi e ai Profeti e che nella pienezza dei tempi ci ha ottenuto per mezzo di Gesù, e ora, nel “tempo della grazia”, ci distribuisce per mezzo della Chiesa.

            Se la nostra vita non si lascia avvolgere dal mistero, se non si lascia penetrare da esso, sarà ben poca cosa, al contrario se si inserirà con Cristo in Dio, per opera dello Spirito Santo, aderendo a Lui come individui e come coppia, allora noi stessi ci stupiremo, come Maria, per le grandi cose che Lui opera in noi.

            Fidiamoci di Lui e lasciamoci investire dal mistero, cioè dalla potenza della Sua Grazia, che agirà in noi per formare la creatura nuova, feconda non solo fisicamente, ma soprannaturalmente, in quanto che Egli stesso continuerà ad annunciare per mezzo nostro la Buona Novella, a generare ed educare figli di Dio, ad essere sale delle terra e luce del mondo.

            La fecondità naturale è mistero di Dio che si realizza nella carne, obbedendo alle leggi poste da Dio nella natura; la fecondità spirituale e soprannaturale è opera della stessa grazia, e si realizza in coloro che sono intimamente uniti a Dio e condividono con Lui l’ansia di portare la luce nei cuori.

            Per capire come è possibile essere fecondi spiritualmente, potrà servirci la lettura della Parabola della Vera Vita, raccontataci da Giovanni (Gv 15,1-11)

            Per essere fecondi nello Spirito occorre scienza?...

            Può servire ma ciò che è indispensabile è la sapienza d’amore che viene dall’intima comunione con Dio.

            Dio può rendere apostoli anche creature imperfettissime, purché queste si consegnino totalmente a Lui, non pongano ostacolo alla linfa divina, desiderino l’avvento del Regno di Dio in ogni cuore e s’impegnino con generosità.

            Chi può impedirci, allora, di essere fecondi e di riempire la terra e il cielo di figli di Dio?

 

CHIEDIAMOCI:

    1. La fecondità è partecipazione al mistero, opera di Dio in noi. Ne sei convito? Vivi in comunione con Dio?
    2. Porti a compimento la tua fecondità, completando il dono della vita dei tuoi figli, con un’attenta opera educativa?
    3. Sei convinto di aver generato i tuoi figli non solo alla vita terrena ma anche a quella eterna? Ti adoperi perché questa cresca e si sviluppi fino alla perfezione?
    4. Ti senti fecondo spiritualmente e soprannaturalmente, come tralcio unito alla Vite, che produce frutti di bene e genera figli per il Regno dei cieli?
    5. Vivi il tuo impegno cristiano come bisogno di fecondità? Sei disponibile quando il Signore vuole servirsi di te?
    6. La legge della fecondità spirituale è: Impegnarsi come se tutto dipendesse da noi, abbandonarsi e fidarsi come se tutto dipendesse da Dio. La metti in pratica?

     

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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