“ Questione di pluralismo religioso”. Barbara Battaglia
Indagando sulla presenza e consistenza di un’esperienza religiosa tra i giovani di oggi, è necessario prendere atto dei nuovi modelli presenti sul territorio.
La ricerca sul pluralismo religioso mostra come lo stesso individuo possa assumere diverse posizioni anche contrastanti tra loro.
Il pluralismo di fatto rappresenta un processo della nostra società, alla base di questo fenomeno si rintracciano diverse tensioni: tra le istituzioni stesse, tra le istituzioni e l’individuo, tra la tradizione e la novità.
L’ “attuale” religioso vissuto dall’occidente è caratterizzato da due fenomeni che ne danno chiara lettura.
Il primo riguarda le religioni tradizionali della vecchia Europa, non più sole, accanto ad esse scopriamo l’esistenza di altri attori: nuovi movimenti religiosi che sono nati in Europa o che vengono importati dai molti paesi asiatici (India, Giappone, Corea); una vasta presenza di spiritualità new age; diverse sette, ed infine alcune tradizioni importate e tradotte in modo improprio.
Il secondo fenomeno è in stretta relazione con i flussi migratori, l’elemento più visibile di quel processo che coinvolge il movimento d’informazioni, merci, denaro, idee.
L’ arrivo delle popolazioni immigrate ha generato un complesso mercato di beni religiosi. L’offerta di questi ultimi è divenuta sempre più ricca e ha trovato terreno su cui espandersi, non solo, anche nuove modalità di consumo e nuovi canali sociali.
La presenza di queste nuove entità comporta un condizionamento, le stesse stanno già influenzando i padroni di casa: le istituzioni, i sistemi sociali, le religioni stesse, i valori e la loro interazione con i sistemi religiosi, ma non secondo la logica dello scambio bensì di una diffusione a rete.
La pluralizzazione dell’offerta religiosa e dei suoi probabili legami con le opinioni sui valori, caratterizzano la scena occidentale.
La presenza di nuove religioni non rappresenta un evento scandalo come poteva esserlo in passato, dove in epoche religiosamente monolitiche tutto questo sarebbe stato impensabile.
Il risultato è l’immagine di un’Europa divenuta un mosaico religioso, un paesaggio in continua evoluzione.
La pluralità religiosa comporta due eventi: il primo è quello di prendere atto della presenza di altri individui religiosi ed intrecciare con loro possibili relazioni, il secondo riguarda la presenza vera e propria della pluralità, la si percepisce, la si vive, vi si aderisce e si cambia.
È interessante scoprire come si è arrivati a tutto questo pluralismo. Il già citato fenomeno della secolarizzazione ha provocato un cambiamento della società, incoraggiando una religiosità che non ha nessuna funzione importante per la società.
Accanto agli effetti dell’avvenuta secolarizzazione possiamo cogliere quello della privatizzazione: Luhmann afferma che in passato era la questione dell’incredulità ad essere un affare privato ora lo è divenuta la fede.
È la pluralizzazione delle offerte religiose in stretto contatto con l’insieme dei riferimenti valoriali che ha reso il pluralismo così variegato, che rende instabili le strutture religiose, che permette il passaggio da un paesaggio religioso all’altro chiaramente semplificato dalla presenza delle nuove popolazioni immigrate, di nuove culture e nuove religioni.
Un’ importante osservazione riguarda l’ipotesi che queste nuove realtà si accomodino alla maggioranza presente e in qualche misura ripropongano il loro modello.
In definitiva possiamo però affermare che nell’attuale paesaggio religioso il pluralismo sembra non attecchire molto in Italia dove la presenza cattolica è radicata da anni e difficilmente può essere eliminata da correnti secolarizzatrici, movimenti occasionali, spinte improvvisate.
E allora giovani, adulti, tutti, cosa aspettiamo?
Mettiamoci in cammino tra le nostre domande e i suggerimenti del Papa. Benedetto XVI ha fatto dono alla Chiesa e al mondo di uno straordinario Anno della Fede, un invito ad un’autentica e rinnovata conversione al Signore, unico Salvatore nostro.
Invito che deve mettere in moto i cristiani di ogni continente perché credere non è un fatto privato.
La fede è decidere di stare con il Signore per vivere con Lui.
L’auspicio è che questo Anno susciti l’aspirazione a confessare la fede in pienezza e con rinnovata convinzione, con fiducia e speranza.
E per usare le parole di Don Alberto lasciamoci guidare dalle parole del Santo Padre e cominciamo a disporre la nostra vita ed il nostro cuore perché cresca in noi, insieme alla fede, un desiderio sempre più vivo per non far mancare al mondo di oggi quella testimonianza di cui ha bisogno per credere.
“Ogni epoca ha le sue notti e le notti del nostro tempo non sono poche”. S. Bernardo di Chiaravalle.
Questa espressione risulta valida anche oggi nell’orizzonte storico della civiltà post-moderna. Ma è proprio nell’oscurità in cui sembriamo immersi, caratterizzata dalla caduta di senso, dall’indebolimento della ragione, dall’esaltazione del presente che vuol dire crisi di futuro e incapacità a guardare oltre, che il giovane deve poter testimoniare la sua fede nella speranza e trovare in Maria di Nazareth, umile, silenziosa, perseverante nell’oscurità della fede, l’icona a cui guardare, la stella che può orientare il cammino di ogni uomo e rischiarare le ombre notturne che ci avvolgono.