“Fatto pubblico e fatto privato” Barbara  Battaglia
               
                          La  maggioranza dei giovani sostiene che la fede religiosa ha varie ripercussioni  nella propria esperienza di vita, indicando un principio di orientamento  morale, influenzando le scelte di tutti i giorni, rappresentando una risorsa di  valore cui si guarda quando si devono assumere le decisioni più importanti.
                          Dio,  dunque, non è poi così distante dalle scelte o nelle varie esperienze  quotidiane per chi attribuisce alla fede religiosa un grande valore e la  considera fortemente influente nella propria vita.
                          Il  sentimento religioso è ancora diffuso tra la gente anche se con limiti ed  ambivalenze.
                          Bisogna  ammettere che la religione è diventata più una questione individuale che un  fatto pubblico anche se cerca continuamente di emergere nella sfera pubblica.
                          Per  la Chiesa cattolica ci sono valori che non possono essere mediati, e lo Stato  laico dovrebbe riconoscere i propri limiti su alcune grandi tematiche che  riguardano la vita e la sua dignità, dando voce alla tradizione religiosa.
                          Il  dibattito sulla laicità in Italia è sempre stato molto vivo soprattutto intorno  a tematiche di carattere morale ma su cui non ci soffermiamo, però se chiediamo  ai giovani cosa ne pensano dell’importanza del messaggio religioso all’interno  della vita pubblica, la maggioranza di essi afferma che questo è portatore di  valori eterni per l’intera umanità.
                          Dunque  i giovani riconoscono l’importanza della fede soprattutto nei momenti di  difficoltà, fede capace di offrire sostegno a coloro che non riescono a  reagire, e ciò è quanto attiene alla sfera privata.
                          Allo  stesso tempo però una parte dei giovani non si sente influenzata dalla  dimensione religiosa nelle scelte quotidiane di vita.
                          Alla  religione si accorda un riconoscimento del suo ruolo pubblico come autorità  morale, portatrice di valori universali ed ampiamente riconosciuti, ma questo  ruolo si esaurisce nel momento in cui dal pubblico si passa al privato, ovvero  nella sfera della morale personale, in questo caso i giovani sono sempre meno  disposti a sottomettere le proprie convinzioni morali ai dettami ecclesiastici,  determinando in questi casi orientamenti fortemente differenziati.
                          In  pratica è plausibile ipotizzare nella dimensione religiosa la capacità di  suggerire un modello di ricomposizione della vita quotidiana, alla luce del  quale non solo il paesaggio civico- istituzionale ma anche il lavoro, la vita  di coppia, l’educazione dei figli, siano ricomponibili e comprensibili secondo principi  specifici e quindi valutati con parametri altri rispetto a quelli prevalenti  nella società secolarizzata.
                          Nel  momento in cui non si accolgono i valori assoluti a regolare la vita personale  e le scelte individuali, si può però attribuire alla dimensione religiosa la  possibilità di fornire modelli di riferimento e valori che investano le varie  situazioni di vita, quali il lavoro, la coppia, i figli, e promuovano l’uscita  da quell’individualismo di cui è protagonista il mondo moderno.
                          Ne  scaturisce una dimensione religiosa in cui credere in Dio non significa  incarnare l’intera rappresentazione di Salvezza.
                          Una  dimensione religiosa che offre una chiave di lettura del presente, piuttosto  che distribuire principi per il futuro.
                          A  questo punto mi sembra opportuno riportare le parole pronunciate dal Santo  Padre durante l’omelia in occasione della celebrazione della Domenica delle  Palme e della XVIII Giornata Mondiale della Gioventù, con la speranza che possano  incoraggiare tanti giovani cuori addormentati.
                          Segue  l’omelia del Santo Padre Francesco:
               
                          “Oggi in questa Piazza  ci sono tanti giovani: da 28 anni la Domenica delle Palme è la Giornata della  Gioventù! Ecco la terza parola: giovani! Cari giovani, vi ho visto nella  processione, quando entravate; vi immagino a fare festa intorno a Gesù,  agitando i rami d’ulivo; vi immagino mentre gridate il suo nome ed esprimete la  vostra gioia di essere con Lui! Voi avete una parte importante nella festa  della fede! Voi ci portate la gioia della fede e ci dite che dobbiamo vivere la  fede con un cuore giovane, sempre: un cuore giovane, anche a settanta,  ottant’anni! Cuore giovane! Con Cristo il cuore non invecchia mai! Però tutti  noi lo sappiamo e voi lo sapete bene che il Re che seguiamo e che ci accompagna  è molto speciale: è un Re che ama fino alla croce e che ci insegna a servire,  ad amare. E voi non avete vergogna della sua Croce! Anzi, la abbracciate,  perché avete capito che è nel dono di sé, nell’uscire da se stessi, che si ha  la vera gioia e che con l’amore di Dio: Lui ha vinto il male. 
                          Voi portate la Croce  pellegrina attraverso tutti i continenti, per le strade del mondo! La portate  rispondendo all’invito di Gesù «Andate e fate discepoli tutti i popoli» (cfr  Mt28,19), che è il tema della Giornata della Gioventù di quest’anno. La portate  per dire a tutti che sulla croce Gesù ha abbattuto il muro dell’inimicizia, che  separa gli uomini e i popoli, e ha portato la riconciliazione e la pace. 
                          Cari amici, anch’io mi  metto in cammino con voi, da oggi, sulle orme del beato Giovanni Paolo II e di  Benedetto XVI. Ormai siamo vicini alla prossima tappa di questo grande  pellegrinaggio della Croce. Guardo con gioia al prossimo luglio, a Rio de  Janeiro! Vi do appuntamento in quella grande città del Brasile! Preparatevi  bene, soprattutto spiritualmente nelle vostre comunità, perché quell’Incontro  sia un segno di fede per il mondo intero. I giovani devono dire al mondo: è  buono seguire Gesù; è buono andare con Gesù; è buono il messaggio di Gesù; è  buono uscire da se stessi, alle periferie del mondo e dell’esistenza per  portare Gesù! Tre parole: gioia, croce, giovani.
                          Chiediamo  l’intercessione della Vergine Maria. Lei ci insegna la gioia dell’incontro con  Cristo, l’amore con cui lo dobbiamo guardare sotto la croce, l’entusiasmo del  cuore giovane con cui lo dobbiamo seguire in questa Settimana Santa e in tutta  la nostra vita. Così sia.
               
              