Cari giovani,
non posso ignorare l’insegnamento e la testimonianza di tanti santi che rappresentano le fondamenta della nostra fede e della nostra civiltà, alle quali non dobbiamo “abdicare” per negligenza o per “un piatto di lenticchie”…; il nostro cammino verso il Signore sarà faticoso, lento e irto di difficoltà, ma è l’unico che ci porta ad essere fautori di una “umanità nuova” come ci ha insegnato con perseveranza il Santo Padre Giovanni Paolo II – la grande ed attendibile “figura di riferimento” dei nostri tempi, che è instancabile nell’esortarci a testimoniare la nostra fede nel vivere quotidiano. Operiamo in modo che il Signore dica anche a noi: “Questo è il mio figlio diletto nel quale mi sono compiaciuto” (Mt 3,17) e, affinchè ciò accada, seguiamo l’esortazione di S. Paolo:
“Siate sempre umili, cordiali e pazienti, sopportandovi l’un l’altro con amore; cercate di conservare, per mezzo della pace che vi unisce, quell’unità che viene dallo Spirito Santo” (Ef 4,1)
“Uno solo è il corpo, uno solo è lo Spirito come una sola è la Sapienza alla quale Dio vi ha chiamati. Uno solo è il Signore, una sola è la Ffede, uno solo è il Battesimo. Uno solo è Dio, Padre di tutti, al di sopra di tutti, che in tutti è presente e agisce”. (Ef 4,4).
Incombe in tutti noi, giovani o adulti, sani o malati, ricchi o poveri, l’impegno di recuperare i valori dello spirito, a guida e stimolo di tutte le nostre azioni materiali.
Soltanto così riusciremo a preparare un mondo migliore per le future generazioni, senza il quale sarà vana ogni altra ricchezza. E’ proprio questa la “prova” che non dobbiamo fallire, per la quale Paolo VI ci invitava a non vivere nelle tenebre, perché, quando si oscura la differenza tra il bene e il male: “Allora il criterio della vita diventa fatalmente il piacere, la comodità, l’egoismo, la passione, l’istinto … e il livello della dignità personale fin dove discende?
La permissività appare come una liberazione dalle norme severe e sapienti di Dio, che danno alla condotta limiti ragionevoli ed energie rinascenti e all’uomo un’onestà degna di lui e un carattere capace di ogni confronto sociale”.
Da duemila anni risuona nella Bibbia l’esortazione a crescere e a maturare in continuità … “affinché non siamo più dei bambini sballottati e portati qua e là da ogni soffiar di dottrine, succubi della impostura degli uomini, esperti nel trarre nell’errore” (Ef 4,14)
Giovanni Paolo II – ben noto ai giovani del nostro tempo -, è instancabile nell’esortare tutti noi a uno stile di vita ispirato a Gesù e lo annuncia, sia pure in forme diverse, con la “grintia” di S. Paolo, che diceva: “Non è per me un vanto predicare il Vangelo; è per me un dovere: Guai a me se non predicassi il Vangelo … è un incarico che mi è stato affidato”. (1Cor.9,16).
Il Santo Padrenella “Redentoris Missio” ribadisce che la testimonianza della vita cristiana è la prima insostituibile forma di missione. “L’uomo contemporaneo crede più ai testimoni che ai maestri, più all’esperienza che alla dottrina, più alla vita e ai fatti che alle teorie”. (V 42,69) e non perde occasione per ribadire che: “Soltanto l’amore di Dio, capace di fratellanza di uomini di ogni razza e cultura, potrà far scomparire le dolorose divisioni, i contrasti ideologici, le disparità economiche e le violente sopraffazioni che ancora opprimono l’umanità”… Iluminata dallo Spirito Santo, la Chiesa annuncia che questo Regno di giustizia, di pace e d’amore, già proclamato nel Vangelo, si realizza misteriosamente con lo scorrere dei secoli, grazie a persone, famiglie e comunità che scelgono di vivere in modo radicale gli insegnamenti di Cristo, secondo lo Spirito delle Beatitudini”:
«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti,perché saranno consolati.
Beati i miti,perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per causa della giustizia,perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12 Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi”. (Mt 5,3-12)
Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia è il progetto pastorale della Chiesa cattolica, perché il Vangelo è la luce che illumina il cammino degli uomini del nostro tempo. Vale la pena farlo conoscere perché ogni persona possa incontrare Gesù Cristo e con Lui percorrere il giusto cammino.
Egli è il “Buon Pastore” delle anime nostre, in ogni tempo è Via, Verità e Vita per ognuno di noi.
L’annuncio del Vangelo è sempre più necessario e urgente per difendere ed esaltare l’uomo nella sua integrità, si legge in esso (Gv 15,10-11)
“Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel Suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”.
Il Santo Padre ci insegna così che l’apostolato consiste nel donare Gesù Cristo al mondo.
“Guardando ai nuovi orizzonti della nuova evangelizzazione, emerge viva l’urgenza di proclamare e testimoniare il messaggio evangelico a tutti senza distinzione. Quante persone attendono ancora di conpscere gesù e il suo vangelo! Quante situazioni di ingiustizia, di disagio morale e materiale sono presenti in tante parti della terra! Urgente è la missione e indispensabile l’apporto di ciascuno”.
E ai giovani riuniti a Toronto ha detto: “Noi non siamo la somma delle nostre debolezze e dei nostri fallimenti; al contrario, siamo la somma dell’amore del Padre per noi edella nostra reale capacità di diventare l’immagine del Figlio Suo”.
Le grandi strade dell’evangelizzazione sono aperte a tutti, a cominciare dalle famiglie cristiane, alle quali il Santo Padre si rivolge così:
“Raccomando a voi, care famiglie cristiane, di testimoniare con la vita di ogni giorno che, pur fra tante difficoltà e ostacoli, è possibile vivere in pienezza il matrimonio come esperienza colma di senso e come “buona notizia” per gli uomini e le donne del nostro tempo. Siatene protagonisti nella Chiesa e nel mondo: è una necessità che sgorga dallo stesso matrimonio che avete celebrato, dal vostro essere Chiesa.Con l’aiuto di Dio, vi invito a fare del Vangelo la regola fondamentale della vostra famiglia, una pagina di Vangelo scritta per il nostro tempo”.
Con la promessa del Signore: “Io sono con voi”, ogni coppia intraprende la sua “missione”, sostenuta dall’invito a “non temere” di fronte alle difficoltà; è questa la migliore garanzia di successo se si ha fiducia nella Parola di Dio, che il Santo Padre ci trasmette così:
“In un mondo che va sempre più seolarizzaNDOSI, è quanto mai importante che la famiglia credente prenda consapevolezza della propria vocazione e della propria missione. il punto di partenza per essa, in ogni contesto e circostanza, è salvaguardare e intensificare la preghiera, una preghiera incessante al Signore, affinché cresca e sia sempre più vigorosa la propria fede.
Come ho scritto nella Lettera apostoli ca Rosarium, Virginis Mariae: “La famiglia che prega unita, resta unita”.
E’ vero che, quando si attraversano particolari momenti, il sussidio della scienza può offrire un buon aiuto, ma niente potrà sostituire una fede ardente, personale e fiduciosa, che si apre al Signore, il quale ha detto: “Venite a me voi tutti che siete affaticati ed oppressi, ed io vi ristorerò”…