Cari giovani,
Speciale sollecitudine va riservata ai giovani sposi, affinché non si arrendano di fronte a problemi e conflitti.
La preghiera, l’accostamento frequente al sacramento della Riconciliazione, la direzione spirituale, non vanno mai abbandonate pensando di sostituirle con altre tecniche di supporto umano e psicologico. Mai va relegato nell’oblio ciò che è essenziale. Ossia vivere in famiglia sotto lo sguardo tenero e misericordioso di Dio.
E’ chiaro che, se viene meno la vita sacramentale, la famiglia cede più facilmente alle insidie, perché resta senza difesa …
Vorrei aggiungere, a questo punto, una considerazione sul dialogo che deve essere coltivato nel processo formativo con i figli. Manca spesso il tempo per vivere e dialogare in famiglia.
Molte volte i genitori si sentono impreparati e temono perfino di assumere, come è loro dovere, il compito dell’educazione integrale dei figli, Può succedere che questi, proprio a causa del mancato dialogo, incontrino seri ostacoli nel trovare nei loro genitori autentici modelli da imitare e vadano a cercare altrove modelli e stili di vita, che risultano spesso falsi e lesivi della dignità dell’uomo e del vero amore.
La banalizzazione del sesso, in una società satura di erotismo, e la mancanza di riferimento a principi etici, possono rovinare la vita dei bambini, adolescenti e giovani, impedendo loro di formarsi ad un amore responsabile, maturo, e allo sviluppo armonico della loro personalità.
Non vi è dubbio che oggi, più che mai, la famiglia è in pericolo; col pretesto del “pluralismo”, attraverso i media si va sempre più affermando una società milticaotica materialista dell’uomo, legata a una libertà senza limiti, che prescinde dalla nostra dimensione spirituale. Ecco perché è urgente che i cristiani del nostro tempo rafforzino la loro testimonianza di fede e in primo luogo la sacralità della famiglia e l’educazione dei giovani verso i quali il Santo Padre è prodigo di ogni attenzione ed esortazione.
Castel Gandolfo e Tor Vergata – Agosto 2000
Cari giovani, non dubitate dell’amore di Dio per voi. Egli vi riserva un posto nel suo Cuore e una missione nel mondo.
La prima reazione può essere la paura e il dubbio. Sono sentimenti che ha sperimentato prima di voi lo stesso Geremia: “Ahimé, Signore Dio, io non so parlare, perché sono giovane!”
Il compito sembra immenso, perché assume le dimensioni della società e del mondo. Ma non dimenticate che il Signore, quando chiama, dona anche la forza e la grazia necessarie per rispondere alla chiamata …
Non abbiate paura di assumere le vostre responsabilità: la chiesa ha bisogno di voi,ha bisogno del vostro impegno e della vostra geerosità.
Il Papa ha bisogno di voi e, all’inizio di questo nuovo millennio, vi chiede di portare il Vangelo sulle strade del mondo …
Voi porterete l’annuncio di Cristo nel nuovo millennio. Tornando a casa non disperdetevi."Confermate e approfondite l vostra adesione alla comunità cristiana a cui appartenete.
Da Roma, dalla città di Pietro e di Paolo, il Papa vi accompagna con affetto e, parafrasando una frase di Santa Caterina da Siena, vi dice: “Se sarete quello che dovete essere. Metterete fuoco in tutto il mondo” …
Cari amici, vedo in voi le “sentinelle del mattino” i,,,,,,,,,,,,,,,,,,n quest’alba del terzo millennio.
Nel corso del secolo che muore, giovani come voi venivano convocati in adunate oceaniche per imparare ad odiare, venivano mandati a combattere gli uni contro gli altri. I diversi messianismi secolarizzati, che hanno tentato di sostituire la speranza cristiana, si sono poi rivelati veri e propri inferni.
Oggi siete qui convocati per affermare che nel nuovo secolo non vi presterete ad essere strumenti di violenza e distruzione, difenderete la pace, pagando anche di persona se necessario.
Voi non vi rassegnerete ad un mondo in cui altri esseri umani muoiono di fame, restano analfabeti, mancano di lavoro. Voi diffonderete la vita in ogni momento del suo sviluppo terreno, vi sforzerete con ogni vostra energia di rendere questa terra sempre più abitabile per tutti.
Cari giovani del secolo che inizia, dicendo “sì” a Cristo, voi dite “sì” ad ogni vostro più nobile ideale.
Io prego perché Egli regni nei vostri cuori e nell’umanità del nuovo millennio. Non abbiate paura di affidarvi a Lui Egli vi guiderà, vi darà la forza di seguirlo ogni giorno e in ogni situazione.
Nella domanda di Pietro; “Da chi andremo?” c’è già la risposta circa il cammino da percorrere. E il cammino che porta a Cristo. E il Maestro divino è raggiungibile personalmente: è infatti presente sull’altare nella realtà del suo corpo e del suo sangue. Nel sacrificio eucaristico noi possiamo entrare in contatto, in modo misterioso ma reale, con la sua persona, attingendo alla sorgente inesauribile della sua vita di Risorto …
Il Risorto pone a Pietro la domanda che determinerà tutta la sua esistenza: “Simone di Giovanni, mi ami?”
Gesù non gli chiede quali siano i suoi talenti, i suoi doni, le sue competenze.
Non domanda neppure, a colui che poco tempo prima lo aveva tradito, se d’ora in poi sarà fedele, se non cadrà Più. Gli domanda la sola cosa che conti, la sola cosa che possa dare fondamento ad una chiamata: mi vuoi bene?
Oggi il Cristo rivolge la stessa domanda a ciascuno di voi: “Mi vuoi bene?”
Non vi domanda di saper parlare alle folle, di saper amministrare un patrimonio.
Vi domanda di volergli bene. Tutto il resto verrà di conseguenza. Infatti mettere i propri passi sulle orme di Gesù non si traduce immediatamente in cose da fare o da dire, ma innanzitutto nel fatto do amarlo, di restare con lui, di accoglierlo completamente nella propria vita …
Questa è la stupenda verità, carissimi amici: il Verbo, che si è fatto carne duemila anni fa, è presente oggi nell’Eucaristia.
L’Eucaristia è il sacramento della presenza di Cristo che si dona a noi perché ci ama. Egli ama ciascuno di noi in maniera personale ed unica nella vita concreta di ogni giorno: nella famiglia, fra gli amici, nello studio e nel lavoro, nel riposo e nello svago. Ci ama quando riempie di freschezza le giornate della nostra esistenza e anche quando, nell’ora del dolore, permette che la prova si abbatte su di noi; anche attraverso le prove più dure, infatti, Egli ci fa sentire la sua voce.
Celebrare l’Eucaristia “mangiando la sua carne e bevendo il suo sangue” significa accettare la logica della croce e del servizio. Significa cioè testimoniare la propria disponibilità a sacrificarsi per gli altri, come ha fatto Lui.
Di questa testimonianza ha estremo bisogno la nostra società, ne hanno bisogno più che mai i giovani, spesso tentati dai miraggi di una vita facile e comoda, dalla droga e dall’edonismo, per trovarsi poi nelle spire della disperazione, del non senso, della violenza.
E’ urgente cambiare strada nella direzione di Cristo, che è anche la direzione della giustizia, della solidarietà, dell’impegno per una società ed un futuro degni dell’uomo.
Questa è la nostra Eucaristia, questa è la risposta che Cristo attende da voi giovani …
Di parole intorno a noi nei risuonano tante, ma Cristo soltanto ha parole che resistono all’usura del tempo e restano per l’eternità.
La stagione che state vivendo vi impone alcune scelte decisive: la specializzazione nello studio, l’orientamento nel lavoro, lo stesso impegno da assumere nella società e nella Chiesa. E’ importante rendersi conto che, tra le tante domande affioranti al vostro spirito, quella decisiva non riguarda il “che cosa”.