Cari giovani,
Anche Gesù nel Vangelo ci rassicura sulla bontà e paternità di Dio:
“Chi è tra Voi che se un figlio gli chiede un pane gi dà un serpe? Se dunque, voi che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli, darà ciò che è buono a coloro che lo domandano” (Mt. 7,9-11)
Ai giorno d’oggi purtroppo però, malgrado il “benessere”, siamo diventati insofferenti a qualsiasi difficoltà e, tanti di noi, non sanno più affidarsi al Signore con semplicità e modestia per superare ogni contrarietà.
L’accettazione della sofferenza per amore di Cristo, non sembra più essere alla nostra portata, come non lo fu per gli Ebrei l’offerta che il Signore fece di sé stesso dopo il miracolo della distribuzione dei pani e dei pesci. Ce lo narra con “arguzia” in un suo libro Padre Paolino Beltrame Quattrocchi:
“Ricordate come i discepoli e i farisei, scandalizzati, abbandonarono la Sinagoga? La abbandonarono nonostante l’entusiasmo prodotto del miracolo del giorno prima quando v’era stata la moltiplicazione dei pani. Avevano pur mangiato quel pane moltiplicato; avevano pur avuto la prova che Colui che aveva dato loro quel pane, aveva l’onnipotenza nelle proprie mani. L’avevano seguito nel Tempio… e Gesù di punto in bianco si mette a parlare di un altro pane; dice che quel pane (di ieri) non è il vero pane del cielo: il vero pane del Cielo è quello che dovrà venire. Il pane che darà la vita eterna: la sua carne e il suo sangue. E davanti a queste reiterate e categoriche affermazioni, a un certo punto la folla reagisce: “è duro questo linguaggio, non possiamo accettarlo, non possiamo capirlo!” – E ad uno ad uno se ne vanno … E lasciano Gesù solo …
L’incomprensione dell’amore …
Le logica umana se ne va … e lascia deserto il messaggio dell’amore divino; volge le spalle alla logica dell’amore divino.
Rimane Gesù solo con pochi apostoli … i soliti, col solito Pietro che è lì a far da capro espiatorio.
Mi sia lecito anche qui cercare d’immaginare i pensieri di questa povera gente, di questi poveri pescatori veramente sconcertati.
Io credo che San Pietro, quando arriverà lassù, mi darà una tiratina di orecchie perché troppe volte mi sono permesso di interpretare il suo pensiero; ma egli sa che l’ho sempre fatto con amore riconoscente: dobbiamo essere tanto grati a S. Pietro!
Ma me lo vedo Pietro, tutto frastornato, che va bofonchiando fra sé e sé:
“Ma caro il mio Signore, non stai mai buono Tu. Era andato tanto bene ieri con quel miracolo caduto come il cacio sui maccheroni! Eri stato magnifico! Eri stato veramente forte: con quei pochi pani e quei pochi pesci, hai saziato una folla intera e ne sono avanzati dodici canestri…
Una cannonata! …
Provatevi un po’, voi del Sinedrio, a dire che non è vero!
Finalmente li avevi calmati, li avevi attirati qui in Sinagoga, andava tutto tanto bene!... Cosa ti salta in mente, adesso di tirar fuori questo discorso: “che quello non era pane, che il pane e un altro, che è la tua carne” … ma sta’ un po’ buono. Figlio di Dio benedetto! Sta’ un po’ buono se ci riesci … adesso vedi che bel pasticcio hai combinato? Ieri li hai presi, oggi li hai persi tutti. Siamo rimasti qui soltanto noi … Tutto da rifare!”
A questo punto non posso garantire che proprio questi fossero i pensieri, ma penso di andarci molto vicino), a questo punto Gesù dice a Pietro (equi mi riallaccio al Vangelo, dopo questo codicillo … apocrifo)
“Ebbene, volete andarvene anche voi?...
Suvvia, se la pensate anche voi come loro, ecco: questa è la porta, … Andatevene pure, se non vi sentite di accettare questa drammatica e stupenda verità del mio amore! Il mio corpo ve lo lascio in cibo e il mio sangue in bevanda, perché possiate nutrirvi di me, perché io possa vivere in voi.
Così è! Non vi sentite di accettarlo? … andate pure
E allora il solito Pietro:
“Signore, da chi vuoi che ce ne andiamo?...
E’ vero che ne combini delle grosse … ma : Tu solo hai parole di vita eterna!”.
E la fede vince; la fede dei semplici, degli umili, degli onesti, vince: si lasciano vincere dall’amore!
Dirà poi Giovanni:
“e noi abbiamo creduto nell’amore!” – cioè all’Evangelo - la buon notizia dell’amore di Dio”.
Cari amici, come nella parabola del “figliol prodigo” il Signore è pronto ad aprirci le braccia, non è mai troppo tardi per tornare sui nostri passi … diverremo così la gloria di Dio per merito della Redenzione operata da Gesù, grazie alla quale, ognuno di noi è ridiventato figlio del Padre che ci attende con trepidazione.
Ecco perché l’amore per Gesù deve crescere in noi e riempire tutta la nostra vita con la concreta Testimonianza dei Suoi insegnamenti.
Gesù è tornato al Padre, ma non ci ha abbandonato; affidiamoci allo Spirito Santo, che ci libera dall’angoscia del mondo e ci conduce verso la “Terra promessa”.
Come una cerva anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a Te o Dio. L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente. Quando potrò venire a contemplare il volto di Dio?” (Sl. 42,2-3)
In questa prospettiva ribadiamo con forza l’esortazione del Santo Padre.
“Nessuna paura è così grande da poter soffocare completamente la Speranza che zampilla eterna nel cuore dei giovani. Non lasciate che quella speranza muoia!
Scommette la vostra vita su di essa!”.
“… Non abbiate paura di assumere le vostre responsabilità; la Chiesa ha bisogno di voi; ha bisogno del vostro impegno e della vostra generosità; Il Papa ha bisogno di voi e all’inizio di questo nuovo millennio, vi chiede di portare il Vangelo sulle strade del mondo”.
In un tempo come il nostro, segnato da incertezze e paure per la pace nel mondo, risuonano incoraggianti le parole di Giovanni Paolo II che, ispirandosi all’Enciclica “Pacem in terris” di 40 anni fa, ci esorta così ad essere ottimisti:
Il beato Giovanni XXIII era persona che non temeva il futuro. Lo aiutava in questo atteggiamento di ottimismo quella convinta confidenza in Dio e nell’uomo che gli veniva dal profondo clima di fede in cui era cresciuto. Forte di questo abbandono alla Provvidenza, persino min un contesto che sembrava di permanente conflitto, non esitò a porre ai leader del suo tempo una visione nuova del mondo.
E’ questa l’eredità che ci ha asciato:
ricomporre i rapporti della convivenza tra i singoli essere umani; fra i cittadini e le rispettive comunità politiche; fra gli individui, famiglie, corpi intermedi e comunità politiche da una parte, e, dall’altra, la comunità mondiale”, …con l’impegno di “attuare la vera pace nell’ordine stabilito da Dio” … fondato sui quattro pilastri della averita’, giustizia, amore e libert’'”.
Concludiamo con un breve accenno alla catechesi rivolta da Giovanni Paolo II in Spagna alle sue giovani “sentinelle del mattino”; pregandole di “non separare mai l’azione dalla contemplazione”, le ha esortate con queste parola:
“Cari giovani, nella vostra esistenza deve brillare la grazia di Dio, la stessa che risplendette in Maria, la piena di grazia … V’invito a far parte della “scuola della Vergine Maria”.
Ella è modello insuperabile di contemplazione ed esempio mirabile di interiorità feconda, gioiosa, che arricchisce.
Vi insegnerà a non separare mai l’azione dalla contemplazione, cos’ contribuirete a trasformare in realtà un grande sogno: la nascita della nuova Europa dello spirito.
Un’Europa fedele alle sue radici cristiane, non chiusa in se stessa, ma aperta al dialogo e alla collaborazione con gli altri popoli della terra; un’Europa consapevole di essere chiamata ad essere faro di civiltà e stimolo di progresso per il mondo, decisa a unire i suoi sforzi e la sua creatività al servizio della pace e della solidarietà fra i popoli … Mantenetevi lontani da ogni forma di nazionalismo esasperato, di razzismo e di intolleranza, testimoniate con la vostra vita che le idee non si impongono, ma si propongono …
Cari giovani, andate con fiducia incontro a Gesù. E … non abbiate paura di parlare di Lui! Poiché Cristo è la risposta vera a tutte le domande sull’uomo e sul suo destino.
E’ necessario che voi giovani diventiate apostoli dei vostri coetanei. So bene che ciò non è facile … vi posso assicurare che vale la pena dedicarsi alla causa di Cristo e per amore a Lui, consacrarsi al servizio dell’uomo. Vale la pena dare la vita per il Vangelo e per i fratelli”.
I giovani, entusiasti, lo acclamano con slancio gridando:
“Ti vogliamo un mare di bene e siamo pronti a vivere come Tu ci insegni in nome di Cristo!”
“Il “Torero” … ci ha cambiato il Mondo! (titolo di onore conferito al Papa …)
E il commento di un noto giornalista presente alle manifestazioni è stato:
“Ascoltare il Papa che parla ai giovani dà i brividi.
Veder i giovani che ascoltano il Papa dà speranza”.