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APRILE 2021

     

Cari giovani,

Il tesoro che vi lascio è il bene che io non ho fatto, che avrei voluto fare e che voi farete dopo di me.

Possa solo questa testimonianza aiutarvi ad amare.

Questa è l’ultima ambizione della mia vita e l’oggetto di questo testamento”.

Proclamo erede universale tutta la gioventù del mondo … tutta la gioventù: quella che ha ricevuto il dono della fede, quella che si comporta come se credesse, quella che pensa di non credere.

C’è un solo cielo per tutto il mondo.

Più sento avvicinarsi la fine della mia vita, più sento la necessità

Di ripetervi: è amando che noi salveremo l’umanità.

E di ripetervi: la più grande disgrazia che vi possa capitare è quella di non essere utili a nessuno e che la vostra vita non serve a niente.

Amarsi o scomparire!

Ma non è sufficiente inneggiare a: “La pace, la pace”, perché la pace cessi di disertare la terra.

Occorre agire. A forza di amore. A colpi di amore.

I pacifisti con il manganello sono dei falsi combattenti. Tentando di conquistare, disertano.

Il Cristo ha ripudiato la violenza, accettando la croce.

Allontanatevi dai mascalzoni dell’intelligenza; come i venditori di fumo, vi condurranno su strade senza fiori e che terminano nel nulla. Diffidate di queste “tecniche divinizzate” che già San paolo denunciava.

Sappiate distinguere ciò che serve da ciò che sottomette.

Rinunciate alle parole che sono tanto vuote quanto sonore …

Rimanere voi stessi e non un altro non importa chi.

Fuggite le facili vigliaccherie dell’anonimato.

Ogni essere umano ha il suo destino. Realizzate il vostro con gli occhi aperti, esigenti, leali

Se vi manca qualcosa nella vita è perché non avete guardato abbastanza in alto …

La libertà è il patrimonio comune di tutta l’umanità. Chi è capace di trasmetterla agli altri, è indegno di possederla.

Non trasformate il vostro cuore in un ripostiglio; diventerebbe presto una pattumiera.

Lavorate!

Una delle disgrazie del nostro tempo è che si considera il lavoro come muna maledizione. Mentre è redenzione.

Meritate la felicità di amare il vostro dovere. E poi credete nella bontà, nell’umile sublime bontà.

Nel cuore dell’uomo ci sono tesori d’amore. Spetta a voi scoprirli.

La sola verità è amarsi.

Amarsi gli uni con gli altri, amarsi tutti. Non a orari fissi, ma per tutta la vita” …

Sul predetto argomento il Santo Padre ha impostato il messaggio in occasione della quaresima 2003 ispirandosi al passo evangelico: “vi è più gioia nel dare che nel ricevere”.

E soggiunge: “Lo sforzo del cristiano di promuovere la giustizia, il suo impegno per la difesa dei più deboli, la sua azione umanitaria per procurare il pane a chi ne è privo e per curare i malati venendo incontro ad ogni emergenza e necessità, traggono forza da questo singolare ed inesauribile tesoro di amore che è il dono totale di Gesù al Padre.

Il credente è spinto a seguire le orme di Cristo verso Dio e verso l’uomo, che, nella perfetta adesione alla volontà del Padre, spogliò ed umiliò se stesso donandosi a noi con un amore disinteressato e totale, sino alla morte di croce.

Dal Calvario si diffonde in modo eloquente il messaggio dell’amore trinitario per gli esseri umani di ogni epoca e luogo …

All’uomo d’oggi, spesso inappagato da un’esistenza vuota ed effimera e alla ricerca della gioia e dell’amore autentici.  Cristo propone il proprio esempio invitando a seguirlo. A chi l’ascolta Egli chiede sdi spendere la vita per i fratelli. Da tale dedizione scaturiscono la realizzazione piena di sé e la gioia, come dimostra l’esempio eloquente di quegli uomini e di quelle donne che, lasciando le loro sicurezze, non hanno esitato di porre in gioco la propria vita come missionari nelle diverse parti del mondo. Lo testimonia la decisione di quei giovani che, animati dalla fede, hanno abbracciato la vocazione sacerdotale o religiosa per porsi al servizio della “salvezza di Dio”.

            Lo prova il numero crescente di volontari che con immediata disponibilità si dedicano ai poveri, agli anziani, ai malati e a quanti sono in situazione di bisogno.

            Fratelli, a che serve se uno dice: io ho fede! E poi non lo dimostra coi fatti? Forse che quella fede può salvarlo? :::

            Come il corpo, senza il soffio della vita, è morto, così la fede senza le opere è morta”.

            Interrogarci sulla fede e sulla carità che siamo chiamati a professare, non è cosa da poco, chiamo in proposito lare testimonianza di un laico del nostro tempo, Marcello Candia, l’industriale che ha saputo conciliare e testimoniare in modo sublime i predetti valori:

            “Quando sono partito (per l’Amazzonia) ero un uomo religioso ma con molti mezzi umani perché avevo appena venduto la mia fabbrica. Contavo molto su questi mezzi e sulla mia esperienza di organizzatore. Però quando mi trovai di fronte a sofferenze vastissime e profonde … allora mi accorsi che tutto è nulla se non c’è la Carità che viene da Dio e la donazione della propria vita al fratelli”.

            A chi gli chiese cosa ne pensasse di coloro – a volte anche sacerdoti – che intendevano risolvere con la violenza il problema della povertà e dell’ingiustizia, rispose:

            “Non giustifico la violenza neppure sul piano cristiano, poi, è un assurdo. Il progetto cristiano è solo amore, per portare all’armonia e comporre i problemi …

            Se io sono costante, coerente e onesto nel rispettare la dignità degli altri, nell’amare er nel fare di tutto – secondo le mie possibilità – per alleviare e vincere le sofferenze, sonoc erto che tutto questo influirà su coloro che mi circondano … Sommandoci e moltiplicandoci, potremo fare con l’amore ciò che la violenza non ha mai potuto fare per la giustizia”.

            Purtroppo il dissidio che dilania il mondo e le nostre coscienze rimane quello di sempre: l’eterna lotta tra il bene e il male; ma noi che abbiamo conosciuto Gesù, sappiamo da che parte stare. E allora, cari giovani, rendetevi partecipi di questo piccolo apostolato laico e “passate Parola” … per prevenire i gravi mali che affliggono la nostra società del “benessere” e le nostre famiglie.

            La famiglia deve essere innanzitutto una scuola d’amore, che allena gradualmente al sacrificio e a questo riguardo i giovani non possono credere di poter fare ciò che vogliono, per arrivare poi a dei risultati che non vorrebbero …, sostenendo magari di poter trovare la “famiglia!” fuori della porta di casa.

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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