I BAMBINI E IL SONNO ( tratto da una relazione di P. Lombardo
a cura di Anna Maria Rasponi)
In questa rubrica parleremo dei disturbi legati al sonno, considerando
che spesso questo problema diventa motivo di discussione e di
preoccupazione all'interno della famiglia.
Non è cosa facile definire il sonno, perché a tutt'oggi
le teorie del sonno sono le più svariate. Quel che è
certo, ed è stato scientificamente dimostrato, è
che esiste un CENTRO DEL SONNO a livello cerebrale, che sembra
essere situato alla base del cervello.
D'altra parte è riconosciuto che c'è tutto un lavoro
per entrare nel sonno, vale a dire che addormentarsi non è
qualche cosa che avviene così automaticamente, ma è
un rito, è un qualcosa che spesso può creare delle
difficoltà. Inoltre sappiamo anche, grazie a studi con
l'elettroencefalo-gramma, che il sonno ha una sua profondità,
una sua ampiezza, una sua durata, che ci sono delle onde cicliche
che si ripercuotono. Sappiamo anche che nel sonno c'è un
dinamismo psichico fondamentale importante: il SOGNO, e questo
sembrerebbe attribuire al sonno una nuova funzione che non è
solo quella di rigenerare l'essere umano da un punto di vista
biologico, ma di fungere da equilibratore, cioè di potere,
attraverso l'attività del sogno, scaricare determinate
tensioni.
Chi ha preso in considerazione il sonno da un punto di vista psicologico,
cioè dal punto di vista di relazione del mondo intrapsichico
è FROID.
Froid ritiene che il mondo in cui viviamo è difficile da
sopportare; da questo deduce che, attraverso il sonno, noi fuggiamo
dalla realtà. Per Froid il sonno presenterebbe l'aspetto
di una regressione quotidiana, attraverso la quale ci ritempriamo
all'interno di noi stessi, in una sorta di sicurezza rinnovata,
che egli crede di poter associare alla sicurezza intrauterina.
Ora il sonno sembrerebbe dimostrato che per molti adulti, bambini
e giovani, soprattutto nel periodo adolescenziale, rappresenta
una specie di difesa contro una situazione difficile da affrontare.
Diciamo che il sonno è un po' una via di fuga; considerato
ciò, noi dobbiamo cercare di cogliere gli aspetti legati
al sonno da un punto di vista relazionale - educativo. Ebbene,
vi porto subito un esempio concreto. E' stato accertato da ricerche
scientifiche che, se un lattante fra i 12 e i 15 mesi si trova
affidato ad una persona con cui non stabilisce una buona relazione
o a cui è semplicemente indifferente, per es. una baby
sitter, quando vanno a passeggio con questa persona, tendono a
dormire; questo atteggiamento, sembrerebbe essere già una
forma di reazione a una situazione di non gradevolezza. Diciamo
che è un sonno passivamente aggressivo contro l'ambiente
esterno al quale ci si chiude, perché si crede che non
ne verrà nulla di buono.. Per un lattante un tale sonno
rappresenta una specie di rifugio, un meccanismo di difesa.
Ora bisognerà comprendere che il sonno rappresenta un bisogno
umano. Infatti sono stati fatti degli esperimenti per verificare
quali sono gli effetti dell'assenza del sonno sull'organismo e
le conseguenze sono a volte drammatiche. E' stato accertato che
se a un cane viene impedito di dormire per un periodo consecutivo
abbastanza lungo (dai 10 ai 13 giorni), quando gli viene permesso
di dormire, non riprende più le sue funzioni, ci sono stati
degli animali che sono morti. Inoltre, nelle autopsie di cani
sottoposti a tali prove, sono state constatate delle lesioni cerebrali.
C'è un esperimento famoso in cui il sangue di uno di quei
cani fu iniettato in un cane sano e produsse in quest'ultimo uguale
sonno patologico e uguali lesioni cerebrali. D'altra parte ci
sono differenti stati di equilibrio e squilibrio ionico - chimico.
Lo stato allora di sonno normale corrisponde ad un certo equilibrio
che accompagna l'affaticamento del sistema nervoso: nel sonno
normale la persona riesce a riequilibrarsi prima scaricando la
tensione e lo stress, poi ricaricandosi di energia, è come
se ricaricassimo le batterie.
(continua al numero successivo)