BAMBINI E IL SONNO ( tratto da una relazione di P. Lombardo a
cura di Anna Maria Rasponi)
(continuazione)
Prendere in braccio
Per sottolineare l'importanza dell'azione di contenimento dei
genitori nei riguardi del bambino e per chiarire meglio in cosa
consiste, vorrei leggervi un paragrafo dal mio libro "Affettività,
nutrimento del cuore", che riesce a dare esattamente l'idea
di cosa significhi per il bambino e di cosa significhi per noi
che siamo cresciuti, siamo persone adulte eppure abbiamo sempre
bisogno di questo contenimento; di cosa significhi uno dei gesti
più carichi di affettività che è il prendere
in braccio un bambino. "Quali significati in tali gesti?
Le braccia danno il senso dell'avvolgimento, dell'apertura, della
disponibilità e del desiderio di incontrare ed accogliere;
le braccia danno contemporaneamente sicurezza, sostegno e contengono
il corpo dell'altro in cui è presente la sua vita emotiva
e affettiva. Per tenere in braccio come per abbracciare, bisogna
protrarsi verso l'altro, il che significa far cadere le proprie
rigidità, le proprie paure, le proprie corazze. Attraverso
l'abbraccio siamo tutti invitati ad entrare in un rapporto di
intimità, a superare la soglia del nostro io per cercare
uno spazio dove si può camminare a piedi nudi. Se abbiamo
paura dell'incontro, se siamo in imbarazzo, abbiamo bisogno di
creare intorno al nostro "sé" psicologico uno
spazio di difesa, ecco che ci allontaniamo, incrociamo le gambe,
le braccia, ci pieghiamo ricurvi su noi stessi, come fanno certi
bambini, che quando sono in difficoltà, li vediamo proprio
come se fisicamente si ritirassero in se stessi, abbassano lo
sguardo, si rannicchiano, abbassano lo sguardo quasi a diventare
autistici in una specie di autoconcentramento emotivo, cioè
il bambino ricerca in sé il proprio contenimento emotivo,
che non trova nell'adulto, ci proteggiamo e ci riscaldiamo da
soli.
Ma come è bello essere tenuti in braccio, lasciarsi andare,
imparare a fidarsi, a rilassarsi senza paura di essere abbandonati
o di recare fastidio, quante volte ripetiamo frasi di questo genere:
"Scusa se ti reco disturbo, non volevo importunarti",
ma lasciarsi andare fra le braccia della mamma e lasciarsi cullare
nelle braccia del papà, nella calda sicurezza del papà,
è una delle esperienze più belle e significative
dell'infanzia; in ogni creatura umana vi è un forte desiderio
di farsi addormentare da quelle braccia, di sognare tra quelle
braccia, di coricarsi, di sentirsi amati da quelle braccia; abbiamo
così bisogno di tale nutrimento che lo ricerchiamo per
tutta la vita o lo annulliamo cancellandolo, mettendolo sotto
la stretta vigilanza del nostro inconscio. E se un giorno vediamo
spuntare due braccia che ci vogliono stringere, ci irrigidiamo,
ci spaventiamo e se ne abbiamo la possibilità, scappiamo
da quella che viene avvertita come una terribile minaccia.
L'imbarazzo del nostro corpo, la goffaggine dei nostri movimenti,
l'impaccio dei gesti, la difficoltà della parola, l'assenza
di una comunicazione spontanea o la paura di fare brutta figura,
la sensazione di essere ignorati, di dire sciocchezze, di non
valer niente, di non essere presi in considerazione, di essere
quasi invisibili, sono tutte sensazioni che nascono il più
delle volte dal fatto che non abbiamo mai pienamente e profondamente
sperimentato quel lasciarsi andare nelle braccia della mamma e
del papà. Ecco che allora essere tenuti in braccio, ci
insegna a chiudere gli occhi, a lasciarsi trasportare con fiducia
nel viaggio dell'affettività, proprio come accadeva da
bambini, quando ci addormentavamo in una stanza e ci ritrovavamo
la mattina nel nostro lettino.
Le braccia ci permettono di sentire che c'è qualcuno con
noi, la vita stessa è una madre che ci porta sempre in
luoghi diversi".
Vi ho detto queste due cose per farvi capire come nelle dinamiche
del sonno spesso e volentieri quello che toglie e che non permette
di addormentarsi, è proprio questa mancanza di accoglimento.
Il sonno deve essere regolato secondo il bisogno del bambino;
bisogna poter permettere anche il bisogno del sonno diurno quando
i bambini sono grandicelli, cioè non bisogna pensare che
il sonno sia solo una cosa che riguardi i primi mesi o i primi
anni.
C'è un altro caso clinico di una bambina di 4 anni che
pareva addirittura ritardata dal punto di vista intellettivo ed
è stata guarita lasciandola dormire quando ne aveva bisogno.
In questo caso c'era una cosa un po' particolare: questa bambina
aveva un fratellino appena nato, ella aveva rivalità col
fratellino, poiché il fratellino aveva il permesso di dormire.
Dando a questa sorella la possibilità di dormire anche
di giorno, le si permetteva di identificarsi col fratellino e
di sciogliere la rivalità. Questa bambina ha dormito molto
per i primi 4 mesi, il che prova che nel suo caso c'era una mancanza
di sonno, ma poi ha ripreso i suoi ritmi normali e addirittura
ha ricuperato in vivacità e in intelligenza. Questo vuol
dire che a volte i bambini hanno bisogno di un sonno riparatore
a mezza mattina, altri nel primo pomeriggio. Bisogna un po' permettere
a questi bambini di dire: Se sei stanco puoi metterti sul letto
a dormire.
Ben diverso il caso del giovane adolescente che dorme tutto il
pomeriggio in camera o continua ad essere sempre a letto; qui
c'è un altro tipo di problematica, qui non c'è più
il sonno che anche per un giovane è ristoratore, se magari
ha 7, 8 ore di scuola, ma ci può essere anche un'altra
difficoltà ad affrontare la giornata, che va studiata caso
per caso.
Primavera Iolanda Lo Monte
Lunghi rami scheletriti e spogli,
cupi e imploranti come braccia al cielo,
attendono ansiosi la fine del gelo.
Dicembre, gennaio, febbraio
ecco marzo,
che con fare pressante, sprona passeri, merli e rondini
a far girotondo con cinguettio giocondo.
Ascoltan le gemme all'interno dei rami
il canto esaltante dell'ormai primavera,
ma indecisa è l'uscita.
Per far capolino attendono quiete
che marzo, il solito pazzo,
finisca il soggiorno senza fare ritorno.
Al loro apparire anche i fiori fan festa
e apron gioiose corolle carnose.
Ora tutto è ridente,
la violenza subita è presto svanita.
Passeri, gemme e fiori
fan scenario al frettoloso passante,
che spesso, incurante, non si sofferma
su questo importante linguaggio
d'amore che danno. Malinconia Iolanda Lo Monte
Scende la sera nella notte che avanza.
Una luce rimbalza
.
E' un faro?
E' una stella?
E' luce lunare o luce reale?
Coperta dal freddo mantello
del tramonto che incombe,
mi avvio verso il punto di luce.
E' chiaro d'amore?
E' calore di sole?
Forse è l'alba che, con sogni di vita,
respinge la notte con pensieri di morte.