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GENNAIO 2005

     

I nostri figli e la televisione
Bruno Ferrero elle di ci leumann TO

PROBLEMI E SOLUZIONI

La dieta tv

I mitici giovani contestatori del 1968 gridavano: "Aprite gli occhi, spegnete la tv". È uno slogan suggestivo, con qual-che ragione. Ma, come tutti gli slogan, talmente sbrigativo da colpevolizzare senza risolvere assolutamente nulla.
Il nostro punto di partenza è molto più semplice. Pensia-mo che la televisione sia pericolosa non tanto per quello che ci fa, quanto per quello che non ci fa fare.
La televisione è un fantastico "assorbente" del tempo familiare.
Prima di tutto perché "guardare la tv" è un'attività facile ed estremamente piacevole. La televisione regala ciò che pia-ce. In cambio vuole solo un po' d'attenzione.
La vera ossessione di coloro che "fanno" televisione è l'in-dice di gradimento, che significa un grande numero di spet-tatori. Il loro scopo più vitale, anche quando fanno informa-zione o cultura, è "calamitare" quanti più spettatori è possi-bile davanti al teleschermo.
Ma se "guardare la televisione" diventa l'unico modo di riempire il tempo libero (e di conseguenza il tempo in cui si sta in famiglia), è facile prevedere scompensi anche gravi di tipo affettivo e comunicativo tra i membri della famiglia. Si finisce cioè per non conoscersi quasi più.
È un pericolo reale, oggi, perché il tempo in cui la fami-glia sta insieme è ridotto. È adesso che alcuni indicatori so-ciologici sono particolarmente catastrofici: la famiglia si sta disgregando, le percentuali dei divorzi aumentano, le relazioni sono superficiali e quasi prive di significato; la percentuale dei suicidi sta raddoppiando, soprattutto i giovani; l'intimità non è semplice; ecc.
Buscaglia racconta la storia di due genitori in un certo senso tipici. Avevano tirato su tre figli. Avevano lavorato da spaccarsi la schiena, e finalmente s'era sposata anche la figlia minore. Dopo le nozze, tornarono a casa, si sedettero 1'uno di fronte all'altra. Lui guardò la moglie e chiese: "Chi diavolo sei?".
È già difficile comunicare veramente in famiglia. La televisione rischia di diventare un elemento distraente in più e di "sfilacciare" pericolosamente le ore di contatto familiare con la sua prepotente presenza.
Questa è la sfida che la famiglia di oggi deve affrontare. Pensare che "il miglior televisore è quello spento" è fuggire, non affrontare il problema.
Anzi, crediamo che la televisione possa diventare un elemento normale della vita familiare, e addirittura un fattore arricchente e costruttivo sul piano educativo. Tutto dipende da come viene usata.
E siccome il problema televisione è di solito un problema di "eccesso", la prima proposta non può essere altro che una buona dieta tv.
Durante la Quaresima del 1987 il vescovo di Reggio Emilia ha proposto ai fedeli della sua diocesi uno strano "digiuno": rinunciare per un po' di tempo alla televisione. In questo modo il presule paragonava la televisione al cibo, cioè ad una cosa di cui gli uomini hanno un'assoluta necessità. Da una parte questo è un complimento eccessivo per la televisione, dall'altra il paragone regge: come l'eccesso di cibo è una forma di veleno, anche l'eccesso di spettacoli televisivi si trasforma in veleno della vita familiare.
Una dieta televisiva allora si impone come mezzo efficace per salvare una "normale" vita familiare. Per essere dieta completa deve tener conto di problemi di spazio e di tempo.
Anche il posto che deve occupare il televisore deve esse-re calcolato perché anche quello conta. E molto. Si può addi-rittura arguire l'importanza della televisione in una famiglia dal modo e dal luogo in cui è sistemato l'apparecchio.
Non è una questione di estetica: il televisore non è desti-nato a fare da soprammobile o a riempire un angolo vuoto in sala da pranzo. È uno strumento da usare, da guardare. La cosa importante è che il posto scelto permetta a tutti i mem-bri della famiglia di seguire la trasmissione il più comoda-mente possibile, senza recar danno a nessuno.
È necessario tenere presenti questi fattori:

1. La distanza. Occorre calcolare uno spazio libero suffi-ciente tra il televisore e i telespettatori. Se questo spazio è troppo limitato, i bambini si metteranno in prima fila, troppo vicini al teleschermo. Così vedranno male e i loro occhi si stancheranno presto. Invece di andare a dormire disturberanno e magari si faranno sgridare. Così una serata cominciata "pia-cevolmente" si trasformerà in una serie di reciproche arrab-biature.
Con un po' di fantasia non è impossibile trovare un buon posto per tutti, in ogni caso non si dovrà mai lasciare un bam-bino a meno di 3 metri di distanza dal piccolo schermo.
2. L'altezza dello schermo. Il televisore deve essere mes-so ad un'altezza che consenta a tutti di vedere bene senza essere disturbati dalle teste altrui. È importante che occhi e schermo siano, più o meno alla stessa altezza. Così gli occhi si stancano molto meno. I bambini non devono mai stare sdraiati per terra con la testa fra le mani: lo sforzo richiesto agli occhi è dannoso.
3. Posti a sedere. Uno dei rimproveri (stile "consigli del-la nonna"), che si fa di solito alla televisione, è di rovinare gli occhi o causare malformazioni vertebrali ai bambini e ai ra-gazzi che passano ore davanti al piccolo schermo. Questa non è certo una colpa del povero apparecchio. È dovere dei geni-tori vigilare che ciascuno possa stare seduto davanti al tele-visore in modo confortevole e corretto.
Si deve vigilare molto sulla posizione assunta dai bambini, che amano troppo spesso quella del "serpente boa", con conseguenze sempre spiacevoli.
4. Non al buio. Il televisore non deve avere vetrate o altre luci che si riflettono nello schermo. Sarebbe bello anche non dover tirar giù avvolgibili per vedere la televisione se c'è qualche trasmissione interessante durante il giorno.
La sera, non è conveniente guardare la televisione in una stanza completamente al buio. La parete dietro il televisore dovrebbe essere illuminata da una luce indiretta.
Ci si può servire dell'osservazione dei piccoli davanti ad un televisore per scoprire eventuali difetti di vista e porvi subito riparo. Il miope tende ad avvicinarsi, 1'ipermetrope si allontana un po' dal televisore, mentre l'astigmatico prova subito mal di testa e bruciore agli occhi.
5. Scegliere la stanza giusta. Se l'apparecchio è collocato nella stanza dove la famiglia vive abitualmente, costringerà i genitori a imporre e rispettare una disciplina severa. La televisione non deve infatti disturbare il lavoro degli studenti. È veramente eroico il ragazzo che esegue i compiti a due metri di distanza da un fratellino che guarda beatamente i suoi cartoni animati.
Non deve disturbare soprattutto la vita dei più piccoli e soprattutto il loro sonno. È molto importante per loro, non può diventare una tortura. Come possono riposare serenamente in mezzo al rumore confuso delle parole, dominato da grida improvvise e forse da colpi di arma da fuoco? Anche da addormentati, i piccoli percepiscono il rumore e l'agitazione che li circondano e non riposano per niente. Anche per questo, molti bambini sono terribilmente agitati.
(continua al numero successivo)


 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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