Riflettiamo insieme…………………
Noi genitori siamo autoritari, perché offriamo ai nostri figli tutte le soluzioni, sappiamo perché e dove hanno sbagliato, che cosa dovrebbero fare o non fare, e rifiutiamo che abbiano obiettivi e desideri diversi dai nostri. Non li lasciamo liberi, perché li crediamo incapaci, ma intanto non ammettiamo che possano sbagliare o deluderci.
Li ricompensiamo per un risultato che è alla loro portata, dimenticando che crescere è un piacere e un obbligo che non ha bisogno di essere pagato.
A volte crediamo di essere educatori, ma per paura che la libertà di cui si parla, intacchi la nostra autorità, o perché crediamo i figli puri contenitori, non riusciamo ad adeguarci alle loro qualità e al loro carattere. I figli non ci accetteranno come educatori, se non arriviamo a questo traguardo.
Trasformiamo la correzione in incoraggiamento, perché i figli ricadono negli errori e trasgrediscono per misurarsi e mettersi alla prova quando non hanno coraggio e sicurezza per farlo sul versante utile.
Da : “ Le domande dei genitori – Educare alla libertà.”
Vincenzo Prunelli S.E.I Editore.
La neuropsichiatra Giuliana Ukmar descrivendo alcune storie di pazienti adolescenti da lei trattati, afferma che l’ONNIPOTENZA sembra essere alla base di una grossa fetta di patologie infantili, dal gravissimo autismo fino ai banali comportamenti nevrotici, che spesso vengono utilizzati anche da bambini perfettamente normali.
La storia di Manuela sembra essere quella che meglio evidenzia le conseguenze apparentemente innocue del comportamento onnipotente.
La ragazza fino a sedici anni introversa e chiusa, era molto insicura tanto che spesso chiedeva e otteneva di non andare a scuola perché impreparata. Ora che ha una relazione con un suo coetaneo, Luca, le viene “concesso” di dormirci insieme ”tanto”, dice la madre, “non c’è nessun pericolo”. Si nota quindi come la ragazza ottenga cose assurde con giustificazioni assolutamente incredibili. Manuela, inoltre, si vede grassa e chiede alla madre di seguire diverse diete che, puntualmente, vengono disattese; inoltre le critiche sui suoi fallimenti e l’impazienza la spingono sempre più frequentemente a fare abbuffate autolesioniste, così la madre la porta in terapia che però non ha nessun effetto positivo.
A questo punto Manuela incontra un altro ragazzo con cui ha rapporti sessuali completi e soddisfacenti ma non è ancora felice; quindi pretende di avere rapporti anche con Luca, ma anche questo fu un totale fallimento: per la prima volta non può ottenere ciò che vuole, ma non è in grado di scegliere. In altre parole Manuela è incapace di fare alcunché della sua vita, inoltre con la morte della sua psicoterapeuta non ha più neanche un riferimento esterno.
A questo punto il permissivismo dei genitori giunge ai massimi livelli.
Il lavoro di psicoterapia della Dott.ssa Ukmar fu dapprima fatto nei confronti dei genitori che smentivano che la situazione della figlia fosse così grave.
Si scoprì infatti che la madre boicottava le terapie e metteva la figlia contro il padre.
I genitori finalmente occupati dalla terapia di coppia in un progetto a due, la lasciarono libera di vedere se stessa così com’era e di affrontare finalmente i suoi problemi.
CARATTERISTICHE DEI GENITORI DI BAMBINI POTENZIALI ONNIPOTENTI:
- Genitori che permettono tutto perché non hanno voglia di farsi ubbidire
- Genitori che considerano i bambini dei piccoli adulti e quindi sono allevati senza regole.
La teoria permissivista passa sopra i sacrosanti diritti e le sacrosante personalità degli altri componenti la famiglia in favore della presunta originalità e personalità del soggetto bambino.
I bambini onnipotenti sono sempre angosciati e sviluppano sintomi che vanno dall’enuresi all’accesso psicotico: il bambino continua a chiedere per farsi finalmente dire un no.
D’altro canto i bambini educati senza regole hanno troppa libertà che li porta ad avere difficoltà a provare il nuovo. Inoltre se consideriamo la libertà come un premio per la maturità, se arriva troppo presto si trasforma in panico. Quindi sembra necessario che i bambini abbiano regole precise stabilite da entrambi i genitori.
Se il padre e la madre di un adolescente non hanno giocato bene dall’inizio le carte dell’ educazione, con la somministrazione delle regole, in seguito dovranno faticare immensamente per acquistare agli occhi del loro figlio una credibilità che gli permetta di sentirsi sicuro nelle difficoltà della crescita.
La coppia di fronte ai figli dovrebbe farsi rispettare senza fare sacrifici inutili; cercare di costruirsi una vita serena e soddisfacente non strettamente dipendente dal comportamento dei figli e soprattutto mostrarsi ad essi come coppia compatta nelle decisioni.
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OBIEZIONE DI COSCIENZA MOTIVATA E LEGITTIMA
Ci sono valide e legittime circostanze che spingono un farmacista alla “obiezione di coscienza” nella vendita e commercializzazione della cosiddetta “pillola del giorno dopo”, meglio conosciuta come “contraccezione d’emergenza”.
I motivi per i quali un farmacista può non vendere la “pillola del giorno dopo” sono legati proprio al meccanismo d’azione di questa sostanza, il levonorgestrel.
Il Levonorgestrel è una sostanza che appartiene al gruppo di farmaci chiamati progestinici perché hanno la stessa funzione del progesterone, che è l’ormone protettivo della gravidanza. Il progesterone è prodotto fisiologicamente dall’organismo femminile dopo l’ovulazione, allo scopo di mantenere la gravidanza e di impedire che si abbiano altre ovulazioni. Da diversi anni era già usato in campo farmaceutico a scopo antigravidanza (con un dosaggio di solo 30 mcg, mentre nel Norlevo / Levonelle ogni compressa ne contiene 750 mcg).
La quantità di Levonorgestrel contenuta nella pillola del giorno dopo può in alcuni casi (ca. 20%) bloccare l’ovulazione se questa non è ancora avvenuta ed impedire quindi la fecondazione da parte degli spermatozoi presenti, ma questo in ogni caso non è l'effetto primario del prodotto. Nell’80% dei casi agisce quando la fecondazione è già avvenuta, cioè è già presente l’embrione umano e, provocando delle alterazioni a carico dell’endometrio, impedisce l’annidamento dell’embrione nell’utero materno: in questo caso il suo è un effetto anti annidamento.
Pertanto la pillola del giorno dopo si può definire un farmaco abortivo, perché è in grado di provocare la morte dell’embrione, nel caso che fosse stato concepito.
Un farmaco deve curare, non sopprimere.
Gabriele Soliani, R.E.
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La Mia Valle Anna
Rinasce in me un lontano sentimento
al ritmo della pioggia picchiettante
con saettanti lampi e roboanti tuoni;
la natura si scatena.
La Valle
offuscata da dense nubi s’è velata di mistero
ha un fascino ammaliante; mi ricorda il primo amore
torna un raggio di sole e, in tutto il suo splendore,
come novella sposa, fulgente riappare non so
ma torna ha palpitarmi il cuore…
Lui
ad ogni tramonto era lì che m’aspettava
dischiudo la finestra e lo sguardo
vaga e va lontano, lontano,
intorno a me c’è un silenzio arcano
il cuore mio è invaso di serenità
raccolta nel pensiero scopro in me
l’Eterno
E’ un tuffo prodigioso!
Mi sembra di rinascere nell’indefinibile immenso !