BAMBINI E IL SONNO ( tratto da una relazione di P. Lombardo a
cura di Anna Maria Rasponi)
(continuazione)
Il sonno visto in termini negativi
C'è un'altra cosa che voglio dirvi: attorno ai 5 - 7 anni
il sonno può essere inteso in termini negativi da parte
del bambino. Bisogna sapere che nell'età in cui l'attività
muscolare domina la vita del bambino, cioè da quando comincia
a camminare fino ai 5 - 7 anni, il sonno potrebbe essere percepito
come un blocco della propria attività di esplorazione,
al quale tentare di sottrarsi. Diciamo che ci sono dei bambini
che giunto il momento di dormire non vogliono più o temono
di cadere nel sonno. Sembra loro che dormire sia una perdita di
tempo, tant'è che ci sono dei bambini che dicono che loro
non dormono e che dormono con gli occhi aperti, quasi che fosse
il dormire una svalorizzazione. In questo caso è chiaro
che bisogna saper preparare il bambino per la notte, dargli la
"buona notte", parecchie volte se necessario, ma lasciandolo
anche giocare in camera sua dicendogli: "Quando sarai stanco
ti metterai a letto e ti riposerai tranquillo". Cioè
qui conta molto l'atteggiamento sereno e non ansioso da parte
dei genitori. Talvolta questi bambini si addormentano proprio
coi giocattoli: se tuttavia il sonno tende a tardare ancora molto,
bisogna che arrivi il padre a dire: "Ora basta, mamma ha
bisogno di riposare!". Questo fatto aiuta il bambino tramite
il processo di identificazione con l'adulto che dorme, a valorizzare
il sonno e ad addormentarsi in completa sicurezza. Così
il bambino impara ad attraversare la tappa nella quale il sonno
è temuto come cessazione di attività.
Ecco perché ci sono dei bambini che da quando iniziano
a camminare non vogliono andare a dormire, perché per loro
il dormire è il non giocare, il non fare, e questi sono
quei bambini molto attivi durante il giorno, che sono molto in
azione motricicamente parlando. Per cui, nei loro riguardi, bisogna
valorizzare il sonno, non drammatizzare la situazione e invitarli,
attraverso un ritmo quotidiano, a prendere un po' confidenza col
sonno, dando il buon esempio, andando a dormi-re, perché
se poi l'adulto rimane sveglio, il bambino tenderà a rimanere
sveglio insieme all'adulto.
Paura della notte
Nella paura della notte ci sono molti significati. Innanzitutto
bisogna aiutarli a superare la paura della notte abituandoli all'oscurità:
un piccolo consiglio: durante il giorno farli giocare a "mosca
cieca" e dopo avergli coperto gli occhi si va in tutte le
stanze della casa. Questo va fatto insieme a un adulto rassicurante:
la mamma o il papà, così il bambino potrà
assimilare la notte alla presenza di questo adulto. Se poi un
bambino per addormentarsi ha bisogno della luce, nessun problema,
gli si può lasciare una lampada da comodino per rassicurarlo.
Molti bambini, sapendo che questa lampada è alla loro portata,
non avranno più bisogno di lasciarla accesa.
Un altro sistema che molti bambini da soli usano per addormentarsi,
è la presenza di un oggetto animabile, o una bambola, o
un orsacchiotto, un oggetto che aiuta il bambino a rassicurarsi;
per le bambine tendono ed essere delle bambole, per i maschietti
degli animali.
Sono soprattutto le bambine ad avere questi problemi, perché
è una riproduzione della situazione madre - figlia che
si proteggono a vicenda. E' quello che viene chiamato oggetto
di trasfert, che fa sì che non ci si senta soli.
Vorrei concludere dicendo che una buona abitudine, perché
il bambino possa addormentarsi è quello di aiutarlo con
la preghiera, questo può diventare per il bambino un momento
molto importante anche perché possa in qualche modo liberarsi
da eventuali sensi di colpa, che potrebbero impedirgli di avere
un buon sonno. Sappiamo che man mano che i bambini crescono, cresce
anche la loro coscienza. Perciò mettere il bambino nella
sua stanza e aiutarlo a dire una buona preghiera o aiutarlo a
dialogare soprattutto con Gesù, perché la preghiera
è dialogo. Sarebbe molto importante che il momento del
sonno sia come un momento di riappacificazione, che spesso avviene
fra genitori e figli, questo è il momento di maggiore tenerezza.
La preghiera dovrebbe essere proprio un colloquio d'amore e di
sicurezza; insomma ci si può unire nelle preghiera, come
magari non ci si è uniti durante il giorno. Gesù,
Maria, S. Giuseppe, l'Angelo custode dovrebbero proprio essere
presenti come delle persone che accolgono e che danno a questo
bambino la sensazione di amore e di misericordia, di tenerezza
e di bontà. Questo, credo, sia importante perché
aiuta, a fare l'esame di coscienza, aiuta a non vedersi e a non
identificarsi negli sbagli commessi, aiuta a rinnovare uno spirito
interiore, per cui l'esame di coscienza è un momento molto
importante nella vita dell'uomo, proprio perché lo riconduce
alla sua natura spirituale e gli permette di ritornare un po'
a quello spirito di innocenza e di purezza che è sempre
presente soprattutto nei bambini.
Ci sono bambini, soprattutto dai 6 - 7 anni, incapaci di relazioni
di cattiveria, incapaci di fare qualcosa con l'intenzione di far
del male, ma sono bambini per i quali si risponde alla legge dei
bisogni, creando intorno a loro una bella atmosfera, bambini ai
quali non manca questo momento dolce. Ci sarebbero tante altre
cose da dire, ma ci fermiamo qui.
G 20 Spigolando qua e là 7
Premessa: La piccola storia dell'anima di questo mese è
tratta dal libretto di Bruno Ferrero, edito dalla LDC, che ha
per titolo "La vita è tutto quello che abbiamo"
Costo € 4
LA FEDE Ricerca a cura di Bruno
I campi erano arsi e screpolati dalla mancanza di pioggia. Le
foglie pallide e ingiallite pendevano penosamente dai rami. L'erba
era sparita dai prati. La gente era tesa e nervosa, mentre scrutava
il cielo di cristallo blu cobalto.
Le settimane si succedevano sempre più infuocate. Da mesi
non cadeva una vera pioggia.
Il parroco del paese organizzò un'ora speciale di preghiera
nella piazza davanti alla chiesa, per implorare la grazia della
pioggia.
All'ora stabilita la piazza era gremita di gente ansiosa, ma piena
di speranza.
Molti avevano portato oggetti che testimoniavano la loro fede.
Il parroco guardava ammirato le bibbie, le croci, i rosari. Ma
non riusciva a distogliere gli occhi da una bambina seduta compostamente
in prima fila.
Sulle ginocchia aveva un ombrello rosso.
Pregare è chiedere la pioggia, credere è portare
l'ombrello.
Attenzione
La preghiera del cuore ci sarà
Mercoledì 21 aprile
alle ore 18 e alle ore 21