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APRILE 2004

     

BAMBINI E IL SONNO ( tratto da una relazione di P. Lombardo a cura di Anna Maria Rasponi)
(continuazione)
Il sonno visto in termini negativi
C'è un'altra cosa che voglio dirvi: attorno ai 5 - 7 anni il sonno può essere inteso in termini negativi da parte del bambino. Bisogna sapere che nell'età in cui l'attività muscolare domina la vita del bambino, cioè da quando comincia a camminare fino ai 5 - 7 anni, il sonno potrebbe essere percepito come un blocco della propria attività di esplorazione, al quale tentare di sottrarsi. Diciamo che ci sono dei bambini che giunto il momento di dormire non vogliono più o temono di cadere nel sonno. Sembra loro che dormire sia una perdita di tempo, tant'è che ci sono dei bambini che dicono che loro non dormono e che dormono con gli occhi aperti, quasi che fosse il dormire una svalorizzazione. In questo caso è chiaro che bisogna saper preparare il bambino per la notte, dargli la "buona notte", parecchie volte se necessario, ma lasciandolo anche giocare in camera sua dicendogli: "Quando sarai stanco ti metterai a letto e ti riposerai tranquillo". Cioè qui conta molto l'atteggiamento sereno e non ansioso da parte dei genitori. Talvolta questi bambini si addormentano proprio coi giocattoli: se tuttavia il sonno tende a tardare ancora molto, bisogna che arrivi il padre a dire: "Ora basta, mamma ha bisogno di riposare!". Questo fatto aiuta il bambino tramite il processo di identificazione con l'adulto che dorme, a valorizzare il sonno e ad addormentarsi in completa sicurezza. Così il bambino impara ad attraversare la tappa nella quale il sonno è temuto come cessazione di attività.
Ecco perché ci sono dei bambini che da quando iniziano a camminare non vogliono andare a dormire, perché per loro il dormire è il non giocare, il non fare, e questi sono quei bambini molto attivi durante il giorno, che sono molto in azione motricicamente parlando. Per cui, nei loro riguardi, bisogna valorizzare il sonno, non drammatizzare la situazione e invitarli, attraverso un ritmo quotidiano, a prendere un po' confidenza col sonno, dando il buon esempio, andando a dormi-re, perché se poi l'adulto rimane sveglio, il bambino tenderà a rimanere sveglio insieme all'adulto.

Paura della notte
Nella paura della notte ci sono molti significati. Innanzitutto bisogna aiutarli a superare la paura della notte abituandoli all'oscurità: un piccolo consiglio: durante il giorno farli giocare a "mosca cieca" e dopo avergli coperto gli occhi si va in tutte le stanze della casa. Questo va fatto insieme a un adulto rassicurante: la mamma o il papà, così il bambino potrà assimilare la notte alla presenza di questo adulto. Se poi un bambino per addormentarsi ha bisogno della luce, nessun problema, gli si può lasciare una lampada da comodino per rassicurarlo. Molti bambini, sapendo che questa lampada è alla loro portata, non avranno più bisogno di lasciarla accesa.
Un altro sistema che molti bambini da soli usano per addormentarsi, è la presenza di un oggetto animabile, o una bambola, o un orsacchiotto, un oggetto che aiuta il bambino a rassicurarsi; per le bambine tendono ed essere delle bambole, per i maschietti degli animali.
Sono soprattutto le bambine ad avere questi problemi, perché è una riproduzione della situazione madre - figlia che si proteggono a vicenda. E' quello che viene chiamato oggetto di trasfert, che fa sì che non ci si senta soli.
Vorrei concludere dicendo che una buona abitudine, perché il bambino possa addormentarsi è quello di aiutarlo con la preghiera, questo può diventare per il bambino un momento molto importante anche perché possa in qualche modo liberarsi da eventuali sensi di colpa, che potrebbero impedirgli di avere un buon sonno. Sappiamo che man mano che i bambini crescono, cresce anche la loro coscienza. Perciò mettere il bambino nella sua stanza e aiutarlo a dire una buona preghiera o aiutarlo a dialogare soprattutto con Gesù, perché la preghiera è dialogo. Sarebbe molto importante che il momento del sonno sia come un momento di riappacificazione, che spesso avviene fra genitori e figli, questo è il momento di maggiore tenerezza. La preghiera dovrebbe essere proprio un colloquio d'amore e di sicurezza; insomma ci si può unire nelle preghiera, come magari non ci si è uniti durante il giorno. Gesù, Maria, S. Giuseppe, l'Angelo custode dovrebbero proprio essere presenti come delle persone che accolgono e che danno a questo bambino la sensazione di amore e di misericordia, di tenerezza e di bontà. Questo, credo, sia importante perché aiuta, a fare l'esame di coscienza, aiuta a non vedersi e a non identificarsi negli sbagli commessi, aiuta a rinnovare uno spirito interiore, per cui l'esame di coscienza è un momento molto importante nella vita dell'uomo, proprio perché lo riconduce alla sua natura spirituale e gli permette di ritornare un po' a quello spirito di innocenza e di purezza che è sempre presente soprattutto nei bambini.
Ci sono bambini, soprattutto dai 6 - 7 anni, incapaci di relazioni di cattiveria, incapaci di fare qualcosa con l'intenzione di far del male, ma sono bambini per i quali si risponde alla legge dei bisogni, creando intorno a loro una bella atmosfera, bambini ai quali non manca questo momento dolce. Ci sarebbero tante altre cose da dire, ma ci fermiamo qui.

G 20 Spigolando qua e là 7


Premessa: La piccola storia dell'anima di questo mese è tratta dal libretto di Bruno Ferrero, edito dalla LDC, che ha per titolo "La vita è tutto quello che abbiamo" Costo € 4

LA FEDE Ricerca a cura di Bruno

I campi erano arsi e screpolati dalla mancanza di pioggia. Le foglie pallide e ingiallite pendevano penosamente dai rami. L'erba era sparita dai prati. La gente era tesa e nervosa, mentre scrutava il cielo di cristallo blu cobalto.
Le settimane si succedevano sempre più infuocate. Da mesi non cadeva una vera pioggia.
Il parroco del paese organizzò un'ora speciale di preghiera nella piazza davanti alla chiesa, per implorare la grazia della pioggia.
All'ora stabilita la piazza era gremita di gente ansiosa, ma piena di speranza.
Molti avevano portato oggetti che testimoniavano la loro fede.
Il parroco guardava ammirato le bibbie, le croci, i rosari. Ma non riusciva a distogliere gli occhi da una bambina seduta compostamente in prima fila.
Sulle ginocchia aveva un ombrello rosso.

Pregare è chiedere la pioggia, credere è portare l'ombrello.

Attenzione
La preghiera del cuore ci sarà
Mercoledì 21 aprile
alle ore 18 e alle ore 21


 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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