IL MATRIMONIO NEL TERZO MILLENIO
matrimonio


OTTOBRE 2022

   CADUTA DELLA SPERANZA  

La speranza è uno sguardo che si protende verso l’infinito, ma l’infinito appartiene al divino e presuppone una fede, una filosofia di vita che supera il contingente sempre precario, imprevedibile, non programmabile, in qualche maniera deprimente, snervante.

Un uomo che non può programmare il suo futuro è un uomo perso nella vita, senza senso. Oggi molti vivono così, cercando di non pensare per non imbattersi in pensieri che tolgono valore all’immediato. Si fanno scelte istintive, che in nome della giustizia pretendono di giustificare scelte sbagliate, magari in risposta ad altre scelte sbagliate, come tradimenti e abbandoni matrimoniali subiti, a cui si risponde con scelte uguali: tu mi abbandoni per un’altra e io ti abbandono per un altro, cioè con una scelta ugualmente sbagliata, ritenendola giusta secondo la famosa “Legge del taglione”: (Tanto mi fai, tanto ti faccio) ma giusta non è secondo la “Legge dell’Amore”, che Gesù è venuto a portare sulla terra, legge che parla di amare in tutte le situazioni, rimanere nell’amore nella buona e nella cattiva sorte, nella salute e nella malattia, nella ricchezza e nella povertà.

Se il Matrimonio si riduce ad un contratto umano fra due individui, ha poca possibilità di sopravvivere perché l’uomo è fragile, volubile, incline al male, tendente al piacere, all’avere e al potere a anche quando fa promesse ratificate davanti alla legge o addirittura a Dio, cambiando le condizioni le annulla con facilità e superficialità. Ovviamente si tratta di un uomo che non coltiva dentro di sé, i sentimenti nobili che dovrebbe custodire e vivere l’uomo di integra condotta di cui parla la Bibbia.

Come recuperare la speranza

Solo Dio, nella Bibbia ha tracciato l’identikit dell’uomo giusto nel Salmo 1:

Beato l'uomo che non segue il consiglio degli empi,

non indugia nella via dei peccatori

e non siede in compagnia degli stolti;

 ma si compiace della legge del Signore,

la sua legge medita giorno e notte.

 Sarà come albero piantato lungo corsi d'acqua,

che darà frutto a suo tempo

e le sue foglie non cadranno mai;

riusciranno tutte le sue opere.

 Non così, non così gli empi:

ma come pula che il vento disperde;

 perciò non reggeranno gli empi nel giudizio,

né i peccatori nell'assemblea dei giusti.

 Il Signore veglia sul cammino dei giusti,

 la via degli empi andrà in rovina.

Il Salmo parla di un uomo che ha una spina dorsale ben salda. Che conosce la sua dignità e non si adegua al modo di vivere degli stolti, non prende neanche in considerazione le loro proposte, non si lascia condizionare dalle mode sia pure ammantate di cultura. Oggi si parla di “uomo moderno”, emancipato dalla legge, che ritiene legge quello che gli piace e non accetta richiami di sorta. In realtà, emanciparsi dalla legge si può ma a patto che l’uomo superi la legge, avendola talmente radicata dentro di sé che aspira al di più e perciò naviga nell’alveo dell’amore puro. “Ama e fai quello che vuoi” disse S. Agostino; lui, quando finalmente capì, scoprì la vera essenza dell’amore, entrò nella corrente e questa lo portò all’integrità personale.

La legge è un argine che segna un confine invalicabile pena un grave danno, è il guardrail della strada dell’uomo giusto descritto dalla Bibbia; egli conosce il suo limite, lo accetta e non cede a trasgressioni che potrebbero indurlo in errore. E’ un uomo che sa quel che vuole e ne sa pagare tutto il prezzo in termini di rinunce, per avere l’intima approvazione della coscienza, che vale molto di più di una soddisfazione momentanea, che poi lascia il rimorso.

Il salmista paragona quest’uomo giusto ad un albero piantato lungo un corso d’acqua, ben nutrito, che cresce rigoglioso e carico di frutti in ogni tempo.

Non così per l’uomo stolto, che, piantato in zona arida, non solo non porta frutti ma rischia la morte. Potremmo dire che questo è l’identikit dell’uomo moderno?

A nessuno di noi è consentito di stabilire primati e applicare etichette, perché non ne siamo autorizzati, non conosciamo l’intimo dell’uomo per stabilire a priori se appartiene ad una categoria o all’altra, ma possiamo e dobbiamo stare attenti per verificare che in noi non ci siano caratteristiche che appartengono all’uomo stolto.

Per la donna, in regime di parità, il discorso non cambia, anche di lei parla la Bibbia, definendola “Donna forte”(Proverbi 31:10-3)1

Una donna perfetta chi potrà trovarla? Ben superiore alle perle è il suo valore.

In lei confida il cuore del marito e non verrà a mancargli il profitto.

Essa gli dà felicità e non dispiacere per tutti i giorni della sua vita.

Si procura lana e lino e li lavora volentieri con le mani.

Ella è simile alle navi di un mercante, fa venire da lontano le provviste.

Si alza quando ancora è notte e prepara il cibo alla sua famiglia e dà ordini alle sue domestiche.

Pensa ad un campo e lo compra e con il frutto delle sue mani pianta una vigna.

Si cinge con energia i fianchi e spiega la forza delle sue braccia.

È soddisfatta, perché il suo traffico va bene, neppure di notte si spegne la sua lucerna.

Stende la sua mano alla conocchia e mena il fuso con le dita.

Apre le sue mani al misero, stende la mano al povero.

Non teme la neve per la sua famiglia, perché tutti i suoi di casa hanno doppia veste.

Si fa delle coperte, di lino e di porpora sono le sue vesti.

Suo marito è stimato alle porte della città dove siede con gli anziani del paese.

Confeziona tele di lino e le vende e fornisce cinture al mercante.

Forza e decoro sono il suo vestito e se la ride dell'avvenire.

Apre la bocca con saggezza e sulla sua lingua c'è dottrina di bontà.

Sorveglia l'andamento della casa; il pane che mangia non è frutto di pigrizia.

I suoi figli sorgono a proclamarla beata e suo marito a farne l'elogio:

«Molte figlie hanno compiuto cose eccellenti, ma tu le hai superate tutte!».

Fallace è la grazia e vana è la bellezza, ma la donna che teme Dio è da lodare.

Datele del frutto delle sue mani e le sue stesse opere la lodino alle porte della città.

            La Bibbia paragona la donna matura, perfetta alle perle preziose di gran pregio. La preziosità gliela danno le sue virtù. Lei sa quale traguardo vuole raggiungere: la serenità del marito, la tranquillità della sua famiglia e non si risparmia, è presente su tutti i piani del vivere familiare,

·      sul piano psicologico, sorridendo, confortando, incoraggiando,

·      sul piano spirituale: rivolgendo a Dio il pensiero per lodarlo, benedirlo, ringraziarlo,

·      sul piano economico: scoprendo le opportunità di miglioramento per la famiglia e cogliendo l’attimo, provvedendo magari con i suoi risparmi; 

·      sul piano dell’immagine che la sua famiglia dà: mandando marito e figli in maniera pulita e ordinata, ben presentabili in pubblico, perché anche l’immagine ha la sua importanza, in quanto perché diventa testimonianza.

E’ una donna che non calcola il sacrificio del lavoro, non conta le ore di veglia, perché, prevedendo il domani, fa in modo che tutto sia in ordine e pronto per il marito e i figli.

Tutto questo lei lo fa spontaneamente, per amore, non ha bisogno che qualcuno la lodi, perché l’imperativo della sua coscienza è più forte di qualsiasi desiderio di lode, di sosta, di riposo.

E’ una donna che ha raggiunto il suo obiettivo e gode di questo traguardo, “costi quel che costi”.             Forse conosciamo persone che vivevano e vivono questa radicalità senza sconti? Sono le nostre mamme, forse le nostre nonne, che sapevano dedicarsi dall’alba al tramonto a provvedere per la loro famiglia e a coltivare nei figli e nei nipoti i veri valori della vita, più con l’esempio che con le parole?

Se amiamo i nostri figli più di noi stessi dobbiamo tornare a riflettere sulla nostra dignità come persone capaci di autocontrollo, di capacità di confronto, di ridimensionamento di sé, di riflessione profonda.

Autocontrollo: per riuscire a capire come e quando parlare ai propri figli. Creare, possibilmente, i momenti adeguati, quando i figli sono in grado di ascoltare e di riflettere sulla loro dignità personale e perciò di capire e accogliere i giusti consigli dei genitori. Sarebbe importante anche fare insieme, mamma e papà, certi doni di sapienza ai vostri figli, ma le situazioni familiari sono molto varie e complicate, per cui ognuno, invocando su di sé lo Spirito Santo , cercherà di capire il momento più idoneo e le parola più adeguate per passare dei valori ai vostri figli.

La capacità di confronto: tenendo conto del passato dei vostri figli, del loro presente e anche il futuro che volete far intravvedere loro, come creature responsabili perché intelligenti e libere, che possono aspirare ad impostare un futuro dignitoso, vissuto nell’onestà, nella rettitudine, persone che possono sempre andare a testa alta, perché non hanno mai fatto azioni di cui debbano vergognarsi.

Il ridimensionamento di sé: scendendo dal piedistallo della dignità genitoriale, per accostarsi ai figli, forse un po’ cresciuti, con un modo umile di dialogare, come di persone che sanno che  i propri figli stanno potenziando la loro intelligenza ma, ovviamente, non hanno ancora raggiunto la stabilità personale e sono anche molto influenzabili dell’ambiente, trovandosi nel periodo sensitivo che li predispone all’inserimento nel mondo dal quale assorbono tutto quello che trovano. E’ compito dei genitori quello di far acquisire ai figli il senso critico, perché non accolgano nella loro vita tutto quello che il mondo propone come novità del momento, ammantandolo, spesso di modernità, di scientificità, di evoluzione, ma nascondendone la pericolosità …

Riflessione profonda: La riflessione profonda ci porta ad interrogarci sulla volontà di Dio nel momento che stiamo vivendo come genitori di figli da educare. L’educazione di un figlio è cosa veramente importante perché da essa potrebbe derivare un professionista responsabile e coscienzioso, un politico impegnato a promuovere il bene del popolo, una mamma, un papà capaci non solo di generare ma anche di educare trasmettendo valori alti. E sicuramente, per la complessità di questo compito, occorre la luce e il consiglio dall’Alto. Questo canale di informazione non deve essere mai interrotto da genitori che danno la vita a nuove creature, perché sbagliare, adagiandosi su slogan che c’inventiamo quando non vogliamo riconoscere le nostre responsabilità. La vita ci lega in una catena generazionale che ci rende tutti responsabili del bene comune e tutti responsabili della deriva dei valori. Quindi è necessario essere persone sempre in dialogo con Dio, che è l’unico a cui interessa il benessere dei singoli, delle famiglie e dei popoli.

Questi quattro parametri sono preliminari anche alla fede e all’esercizio delle virtù, perché stanno alla base della formazione umana, tanto necessaria soprattutto in questo nostro tempo, che è scivolato in una spaventosa deriva di valori.

Oggi è moderno tutto ciò che si allontana dalla bella normalità, semplice, pulita, aperta alla gioia di vivere e di godere delle piccole cose che la vita ci offre: una famiglia normale, un lavoro sufficiente ad un vivere dignitoso, una casa dove conta più il clima che vi si respira che i mobili costosi e le suppellettili originali, dove i figli vengono accolti come Dio ce li dà, senza programmi prestabiliti magari dalla nostra vanità, dove l’amore circola dall’uno all’altro naturalmente, perché non si pretende la perfezione dai nostri congiunti ma la libertà di manifestarsi nella verità.

Oggi questi concetti si rispolverano solo nei riguardi di chi varca la soglia del trans gender, per essi c’è una comprensione quasi compiaciuta, senza neanche provare a chiedersi se il disagio del figlio sia indotto dai persuasori occulti che azionano i mezzi di comunicazione sociale e quindi:

I genitori che si trovano ad affrontare questi problemi, dovrebbero:

Primo: provare, con tutta la comprensione possibile a far riflettere il figlio su ciò che gli sta accadendo e, semmai, aiutarlo anche dal punto di vista medico a recuperare la parte deficitaria che avverte dentro di sé..

Secondo: i genitori dovrebbero fare una bella revisione circa gli interventi educativi attuati nei confronti di quel figlio, per vedere se proprio loro hanno dato modo di insinuare nella mente del figlio l’insoddisfazione profonda di sé, con paragoni, confronti inopportuni e critiche nei suoi riguardi.

Terzo: ricorrere a qualche esperto, che sappia far recuperare al ragazzo/a l’autostima e la soddisfazione di sé, l’indipendenza dal giudizio critico degli altri, la libertà e la gioia di essere se stessi, originali, non clonabili, figli unici di Dio.

Quarto: pregare Dio per questo figlio problematico, che magari non sappiamo reinserire nell’alveo della normalità e perciò abbiamo bisogno di aiuti supplementari dall’Alto…

La vita familiare può presentare davvero situazioni non prevedibili, che gettano nello sconforto i genitori. Oggi la società cerca di farci vedere come normalità ciò che normale non è, ma questo non basta per dare tranquillità a chi vive il problema. I genitori dovrebbero, secondo loro, assecondare il figlio a cambiare la sua identità, senza conoscere neanche le conseguenze future sul piano della salute fisica.

Nei millenni passati la famiglia non aveva questi problemi e tutti ci dovremmo interrogare sul perché di questo disadattamento psicologico dei nostri giovani, se magari i nuovi genitori col loro modo di educare i figli li inducono ad essere diversi, se i mezzi di comunicazione sociale li condizionano negativamente, prospettando loro la soddisfazione dell’ennesima voglia, magari quella di cambiare sesso, se davvero ci siamo allontanati tanto da Dio da non saper più apprezzare la bellezza della semplicità e la ricerca dell’originale è diventata così importante anche per noi, che non sappiamo più fare ciò che si è sempre fatto e che fanno la maggior pare delle persone normali.

Forse è proprio il benessere eccessivo che ci fa immaginare un’originalità che deve stupire: si comincia dall’abbigliamento per passare poi a programmare tutti gli eventi della propria vita come fuori dall’ordinario come se dovessimo stupire qualcuno con le nostre originalità. E così si arriva anche a celebrare il matrimonio in luoghi incantevoli in maniera esoterica, escludendo Dio.

Non è facile affrontare certi problemi attuali, perché abbiamo reso la società troppo sofisticata e anche il consumismo ha messo la sua parte per trarre profitto dalla vanità e dalla tendenza al piacere ereditata dal peccato di Adamo. Dove arriveremo?

Cominciamo a riapprezzare le piccole cose, soprattutto se in casa abbiamo bambini in formazione, facciamo attenzione a desiderarli normali non fuori dell’ordinario anche dal punto di vista scolastico, cerchiamo di rimettere tutto negli argini della normalità e forse avremo tante piccole soddisfazioni dalla vita e acquisteremo tanto dominio di sé. Chiediamo allo Spirito questo dono.

 

INTERROGHIAMOCI

 

1.        Vedi anche tu le novità di questo terzo millennio come progresso positivo o regresso negativo?

2.        Perché il terzo millennio ha spento la speranza? Come si potrebbe riaccendere?

3.        Sapresti elencare alcune novità del nostro tempo che ti pongono degli interrogativi?

4.        I tuoi figli stanno assorbendo le novità del nostro mondo? Ti preoccupano?

5.        Hai un buon dialogo con i tuoi figli? Li accetti per quello che sono o li vorresti diversi?

6.        Ti avviene di fare confronti tra i figli, che possono destabilizzare l’autostima nel meno dotato?

7.        Gli eventi familiari, li prepari in modo fuori dall’ordinario, in modo da stupire gli invitati?

8.        I tuoi figli vedono e interiorizzano e possono applicare lo stesso criterio in cose molto più serie.

9.        Ti mostri soddisfatto/a di quello che hai o aspiri sempre al di più e magari sacrifichi il tempo da dedicare ai figli per ottenerlo?

10.    tuoi figli possono dire che tu dedichi loro il tuo tempo o solo i tempi vuoti?

11.    Sai trovare i canali giusti per dialogare con i tuoi figli? Hai autocontrollo? Capacità di confronto, Ridimensionamento di sé, Riflessione profonda?

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