La
speranza è uno sguardo che si protende verso l’infinito, ma l’infinito
appartiene al divino e presuppone una fede, una filosofia di vita che supera il
contingente sempre precario, imprevedibile, non programmabile, in qualche
maniera deprimente, snervante.
Un uomo che non può programmare il suo
futuro è un uomo perso nella vita, senza senso. Oggi molti vivono così,
cercando di non pensare per non imbattersi in pensieri che tolgono valore
all’immediato. Si fanno scelte istintive, che in nome della giustizia
pretendono di giustificare scelte sbagliate, magari in risposta ad altre scelte
sbagliate, come tradimenti e abbandoni matrimoniali subiti, a cui si risponde
con scelte uguali: tu mi abbandoni per un’altra e io ti abbandono per un altro,
cioè con una scelta ugualmente sbagliata, ritenendola giusta secondo la famosa
“Legge del taglione”: (Tanto mi fai, tanto ti faccio) ma giusta non è secondo
la “Legge dell’Amore”, che Gesù è venuto a portare sulla terra, legge che parla
di amare in tutte le situazioni, rimanere nell’amore nella buona e nella
cattiva sorte, nella salute e nella malattia, nella ricchezza e nella povertà.
Se il Matrimonio si riduce ad un contratto
umano fra due individui, ha poca possibilità di sopravvivere perché l’uomo è
fragile, volubile, incline al male, tendente al piacere, all’avere e al potere
a anche quando fa promesse ratificate davanti alla legge o addirittura a Dio,
cambiando le condizioni le annulla con facilità e superficialità. Ovviamente si
tratta di un uomo che non coltiva dentro di sé, i sentimenti nobili che
dovrebbe custodire e vivere l’uomo di integra condotta di cui parla la Bibbia.
Come recuperare la
speranza
Solo Dio, nella Bibbia ha tracciato
l’identikit dell’uomo giusto nel Salmo 1:
Beato
l'uomo che non segue il consiglio degli empi,
non
indugia nella via dei peccatori
e
non siede in compagnia degli stolti;
ma si compiace
della legge del Signore,
la sua legge medita giorno e notte.
Sarà come albero piantato lungo corsi d'acqua,
che
darà frutto a suo tempo
e le
sue foglie non cadranno mai;
riusciranno
tutte le sue opere.
Non così, non
così gli empi:
ma come pula che il vento disperde;
perciò non reggeranno gli empi nel giudizio,
né i
peccatori nell'assemblea dei giusti.
Il Signore
veglia sul cammino dei giusti,
la via degli
empi andrà in rovina.
Il
Salmo parla di un uomo che ha una spina dorsale ben salda. Che conosce la sua
dignità e non si adegua al modo di vivere degli stolti, non prende neanche in
considerazione le loro proposte, non si lascia condizionare dalle mode sia pure
ammantate di cultura. Oggi si parla di
“uomo moderno”, emancipato dalla legge, che ritiene legge quello che gli piace
e non accetta richiami di sorta. In realtà, emanciparsi dalla legge si può
ma a patto che l’uomo superi la legge, avendola talmente radicata dentro di sé
che aspira al di più e perciò naviga nell’alveo dell’amore puro. “Ama e fai
quello che vuoi” disse S. Agostino; lui, quando finalmente capì, scoprì la vera
essenza dell’amore, entrò nella corrente e questa lo portò all’integrità
personale.
La
legge è un argine che segna un confine invalicabile pena un grave danno, è il
guardrail della strada dell’uomo giusto descritto dalla Bibbia; egli conosce il
suo limite, lo accetta e non cede a trasgressioni che potrebbero indurlo in
errore. E’ un uomo che sa quel che vuole e ne sa pagare tutto il prezzo in
termini di rinunce, per avere l’intima approvazione della coscienza, che vale
molto di più di una soddisfazione momentanea, che poi lascia il rimorso.
Il
salmista paragona quest’uomo giusto ad un albero piantato lungo un corso
d’acqua, ben nutrito, che cresce rigoglioso e carico di frutti in ogni tempo.
Non così per
l’uomo stolto, che, piantato in zona arida, non solo non porta frutti ma
rischia la morte.
Potremmo dire che questo è l’identikit dell’uomo moderno?
A
nessuno di noi è consentito di stabilire primati e applicare etichette, perché
non ne siamo autorizzati, non conosciamo l’intimo dell’uomo per stabilire a
priori se appartiene ad una categoria o all’altra, ma possiamo e dobbiamo stare
attenti per verificare che in noi non ci siano caratteristiche che appartengono
all’uomo stolto.
Per la donna, in
regime di parità, il discorso non cambia, anche di lei parla la Bibbia,
definendola “Donna forte”(Proverbi 31:10-3)1
Una donna perfetta chi potrà trovarla? Ben superiore
alle perle è il suo valore.
In
lei confida il cuore del marito e non verrà a mancargli il profitto.
Essa gli dà felicità e non dispiacere per tutti i
giorni della sua vita.
Si
procura lana e lino e li lavora volentieri con le mani.
Ella è simile alle navi di un mercante, fa venire da
lontano le provviste.
Si
alza quando ancora è notte e prepara il cibo alla sua famiglia e dà ordini alle
sue domestiche.
Pensa ad un campo e lo compra e con il frutto delle
sue mani pianta una vigna.
Si
cinge con energia i fianchi e spiega la forza delle sue braccia.
È soddisfatta, perché il suo traffico va bene, neppure
di notte si spegne la sua lucerna.
Stende
la sua mano alla conocchia e mena il fuso con le dita.
Apre le sue mani al misero, stende la mano al povero.
Non
teme la neve per la sua famiglia, perché tutti i suoi di casa hanno doppia
veste.
Si fa delle coperte, di lino e di porpora sono le sue
vesti.
Suo
marito è stimato alle porte della città dove siede con gli anziani del paese.
Confeziona tele di lino e le vende e fornisce cinture
al mercante.
Forza
e decoro sono il suo vestito e se la ride dell'avvenire.
Apre la bocca con saggezza e sulla sua lingua c'è
dottrina di bontà.
Sorveglia
l'andamento della casa; il pane che mangia non è frutto di pigrizia.
I suoi figli sorgono a proclamarla beata e suo marito
a farne l'elogio:
«Molte
figlie hanno compiuto cose eccellenti, ma tu le hai superate tutte!».
Fallace è la grazia e vana è la bellezza, ma la donna
che teme Dio è da lodare.
Datele
del frutto delle sue mani e le sue stesse opere la lodino alle porte della
città.
La Bibbia paragona la donna matura,
perfetta alle perle preziose di gran pregio. La preziosità gliela danno le sue
virtù. Lei sa quale traguardo vuole raggiungere: la serenità del marito, la
tranquillità della sua famiglia e non si risparmia, è presente su tutti i piani
del vivere familiare,
· sul piano
psicologico, sorridendo, confortando, incoraggiando,
· sul piano
spirituale: rivolgendo a Dio il pensiero per lodarlo, benedirlo, ringraziarlo,
· sul piano
economico: scoprendo le opportunità di miglioramento per la famiglia e
cogliendo l’attimo, provvedendo magari con i suoi risparmi;
· sul piano
dell’immagine che la sua famiglia dà: mandando marito e figli in maniera pulita
e ordinata, ben presentabili in pubblico, perché anche l’immagine ha la sua
importanza, in quanto perché diventa testimonianza.
E’ una donna che non calcola il sacrificio
del lavoro, non conta le ore di veglia, perché, prevedendo il domani, fa in
modo che tutto sia in ordine e pronto per il marito e i figli.
Tutto questo lei lo fa spontaneamente, per
amore, non ha bisogno che qualcuno la lodi, perché l’imperativo della sua
coscienza è più forte di qualsiasi desiderio di lode, di sosta, di riposo.
E’
una donna che ha raggiunto il suo obiettivo e gode di questo traguardo, “costi
quel che costi”. Forse
conosciamo persone che vivevano e vivono questa radicalità senza sconti? Sono
le nostre mamme, forse le nostre nonne, che sapevano dedicarsi dall’alba al
tramonto a provvedere per la loro famiglia e a coltivare nei figli e nei nipoti
i veri valori della vita, più con l’esempio che con le parole?
Se amiamo i nostri figli più di noi stessi
dobbiamo tornare a riflettere sulla nostra dignità come persone capaci di autocontrollo, di capacità di confronto, di
ridimensionamento di sé, di riflessione profonda.
Autocontrollo: per riuscire a
capire come e quando parlare ai propri figli. Creare, possibilmente, i momenti
adeguati, quando i figli sono in grado di ascoltare e di riflettere sulla loro
dignità personale e perciò di capire e accogliere i giusti consigli dei
genitori. Sarebbe importante anche fare insieme, mamma e papà, certi doni di
sapienza ai vostri figli, ma le situazioni familiari sono molto varie e
complicate, per cui ognuno, invocando su di sé lo Spirito Santo , cercherà di
capire il momento più idoneo e le parola più adeguate per passare dei valori ai
vostri figli.
La capacità di
confronto: tenendo
conto del passato dei vostri figli, del loro presente e anche il futuro che
volete far intravvedere loro, come creature responsabili perché intelligenti e
libere, che possono aspirare ad impostare un futuro dignitoso, vissuto
nell’onestà, nella rettitudine, persone che possono sempre andare a testa alta,
perché non hanno mai fatto azioni di cui debbano vergognarsi.
Il
ridimensionamento di sé: scendendo dal piedistallo della dignità genitoriale,
per accostarsi ai figli, forse un po’ cresciuti, con un modo umile di dialogare,
come di persone che sanno che i propri
figli stanno potenziando la loro intelligenza ma, ovviamente, non hanno ancora
raggiunto la stabilità personale e sono anche molto influenzabili
dell’ambiente, trovandosi nel periodo sensitivo che li predispone
all’inserimento nel mondo dal quale assorbono tutto quello che trovano. E’
compito dei genitori quello di far acquisire ai figli il senso critico, perché
non accolgano nella loro vita tutto quello che il mondo propone come novità del
momento, ammantandolo, spesso di modernità, di scientificità, di evoluzione, ma
nascondendone la pericolosità …
Riflessione
profonda:
La riflessione profonda ci porta ad interrogarci sulla volontà di Dio nel
momento che stiamo vivendo come genitori di figli da educare. L’educazione di
un figlio è cosa veramente importante perché da essa potrebbe derivare un
professionista responsabile e coscienzioso, un politico impegnato a promuovere
il bene del popolo, una mamma, un papà capaci non solo di generare ma anche di
educare trasmettendo valori alti. E sicuramente, per la complessità di questo
compito, occorre la luce e il consiglio dall’Alto. Questo canale di
informazione non deve essere mai interrotto da genitori che danno la vita a
nuove creature, perché sbagliare, adagiandosi su slogan che c’inventiamo quando
non vogliamo riconoscere le nostre responsabilità. La vita ci lega in una
catena generazionale che ci rende tutti responsabili del bene comune e tutti
responsabili della deriva dei valori. Quindi è necessario essere persone sempre
in dialogo con Dio, che è l’unico a cui interessa il benessere dei singoli,
delle famiglie e dei popoli.
Questi
quattro parametri sono preliminari anche alla fede e all’esercizio delle virtù,
perché stanno alla base della formazione umana, tanto necessaria soprattutto in
questo nostro tempo, che è scivolato in una spaventosa deriva di valori.
Oggi
è moderno tutto ciò che si allontana dalla bella normalità, semplice, pulita,
aperta alla gioia di vivere e di godere delle piccole cose che la vita ci
offre: una famiglia normale, un lavoro sufficiente ad un vivere dignitoso, una
casa dove conta più il clima che vi si respira che i mobili costosi e le
suppellettili originali, dove i figli vengono accolti come Dio ce li dà, senza
programmi prestabiliti magari dalla nostra vanità, dove l’amore circola
dall’uno all’altro naturalmente, perché non si pretende la perfezione dai
nostri congiunti ma la libertà di manifestarsi nella verità.
Oggi
questi concetti si rispolverano solo nei riguardi di chi varca la soglia del trans gender, per essi c’è una
comprensione quasi compiaciuta, senza neanche provare a chiedersi se il disagio
del figlio sia indotto dai persuasori
occulti che azionano i mezzi di comunicazione sociale e quindi:
I
genitori che si trovano ad affrontare questi problemi, dovrebbero:
Primo: provare, con
tutta la comprensione possibile a far riflettere il figlio su ciò che gli sta
accadendo e, semmai, aiutarlo anche dal punto di vista medico a recuperare la
parte deficitaria che avverte dentro di sé..
Secondo:
i
genitori dovrebbero fare una bella revisione circa gli interventi educativi
attuati nei confronti di quel figlio, per vedere se proprio loro hanno dato modo
di insinuare nella mente del figlio l’insoddisfazione profonda di sé, con
paragoni, confronti inopportuni e critiche nei suoi riguardi.
Terzo:
ricorrere
a qualche esperto, che sappia far recuperare al ragazzo/a l’autostima e la
soddisfazione di sé, l’indipendenza dal giudizio critico degli altri, la
libertà e la gioia di essere se stessi, originali, non clonabili, figli unici
di Dio.
Quarto: pregare Dio per
questo figlio problematico, che magari non sappiamo reinserire nell’alveo della
normalità e perciò abbiamo bisogno di aiuti supplementari dall’Alto…
La vita familiare può presentare davvero
situazioni non prevedibili, che gettano nello sconforto i genitori. Oggi la
società cerca di farci vedere come normalità ciò che normale non è, ma questo
non basta per dare tranquillità a chi vive il problema. I genitori dovrebbero,
secondo loro, assecondare il figlio a cambiare la sua identità, senza conoscere
neanche le conseguenze future sul piano della salute fisica.
Nei millenni passati la famiglia non aveva
questi problemi e tutti ci dovremmo interrogare sul perché di questo
disadattamento psicologico dei nostri giovani, se magari i nuovi genitori col
loro modo di educare i figli li inducono ad essere diversi, se i mezzi di
comunicazione sociale li condizionano negativamente, prospettando loro la
soddisfazione dell’ennesima voglia, magari quella di cambiare sesso, se davvero
ci siamo allontanati tanto da Dio da non saper più apprezzare la bellezza della
semplicità e la ricerca dell’originale è diventata così importante anche per
noi, che non sappiamo più fare ciò che si è sempre fatto e che fanno la maggior
pare delle persone normali.
Forse è proprio il benessere eccessivo che
ci fa immaginare un’originalità che deve stupire: si comincia
dall’abbigliamento per passare poi a programmare tutti gli eventi della propria
vita come fuori dall’ordinario come se dovessimo stupire qualcuno con le nostre
originalità. E così si arriva anche a celebrare il matrimonio in luoghi
incantevoli in maniera esoterica, escludendo Dio.
Non è facile affrontare certi problemi
attuali, perché abbiamo reso la società troppo sofisticata e anche il
consumismo ha messo la sua parte per trarre profitto dalla vanità e dalla
tendenza al piacere ereditata dal peccato di Adamo. Dove arriveremo?
Cominciamo a riapprezzare le piccole cose,
soprattutto se in casa abbiamo bambini in formazione, facciamo attenzione a
desiderarli normali non fuori dell’ordinario anche dal punto di vista
scolastico, cerchiamo di rimettere tutto negli argini della normalità e forse
avremo tante piccole soddisfazioni dalla vita e acquisteremo tanto dominio di
sé. Chiediamo allo Spirito questo dono.
INTERROGHIAMOCI
1.
Vedi
anche tu le novità di questo terzo millennio come progresso positivo o regresso
negativo?
2.
Perché
il terzo millennio ha spento la speranza? Come si potrebbe riaccendere?
3.
Sapresti
elencare alcune novità del nostro tempo che ti pongono degli interrogativi?
4.
I
tuoi figli stanno assorbendo le novità del nostro mondo? Ti preoccupano?
5.
Hai
un buon dialogo con i tuoi figli? Li accetti per quello che sono o li vorresti
diversi?
6.
Ti
avviene di fare confronti tra i figli, che possono destabilizzare l’autostima
nel meno dotato?
7.
Gli
eventi familiari, li prepari in modo fuori dall’ordinario, in modo da stupire
gli invitati?
8.
I
tuoi figli vedono e interiorizzano e possono applicare lo stesso criterio in
cose molto più serie.
9.
Ti
mostri soddisfatto/a di quello che hai o aspiri sempre al di più e magari
sacrifichi il tempo da dedicare ai figli per ottenerlo?
10.
tuoi
figli possono dire che tu dedichi loro il tuo tempo o solo i tempi vuoti?
11.
Sai
trovare i canali giusti per dialogare con i tuoi figli? Hai autocontrollo?
Capacità di confronto, Ridimensionamento di sé, Riflessione profonda?