IL MATRIMONIO NEL TERZO MILLENIO
matrimonio


FEBBRAIO 2023

  OMOSESSUALITA'  

Eterosessuali o omosessuali si nasce o si diventa?

Uno studio, pubblicato su «Science» nel 2019, del Dna di quasi mezzo milione di persone dagli Stati Uniti e dal Regno Unito, dimostra che i geni contribuiscono tra l’8 e il 25% al comportamento omosessuale. Non esiste un gene «gay». Il comportamento sessuale è un tratto complesso, non prevedibile leggendo una sequenza di Dna. Sono stati identificati diversi geni e descritte condizioni biochimiche (a livello di sviluppo endocrino) controllate da geni, insieme a morfologie regolari in omosessuali, o che producono in modelli sperimentali cambiamenti a livello di specifiche strutture del cervello che controllano il rilascio di ormoni, come il testosterone, o l’olfatto. L’orientamento sessuale è programmato nel cervello prima della nascita da un insieme di condizioni prenatali, genetiche ed epigenetiche, nessuna delle quali viene scelta dal feto.

 

Gli eunuchi nel Vangelo (Mt 19:1-12)

Terminati questi discorsi, Gesù partì dalla Galilea e andò nel territorio della Giudea, al di là del Giordano. E lo seguì molta folla e colà egli guarì i malati.

Allora gli si avvicinarono alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?». Ed egli rispose: «Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina e disse: Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola? Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi».

Gli obiettarono: «Perché allora Mosè ha ordinato di darle l'atto di ripudio e mandarla via?». Rispose loro Gesù: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così. Perciò io vi dico: Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa un'altra commette adulterio».

Gli dissero i discepoli: «Se questa è la condizione dell'uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi». Egli rispose loro: «Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso.; Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».

 

Chi sono gli eunuchi per il regno dei cieli? (Mt 19,12)

Con la parola “eunuco” (dal greco eunouchos) si intendeva sia colui che era impotente dalla nascita (così il primo caso contemplato dal detto di Gesù a conferma di quanto si dice in: Sapienza 3:14-15 Anche l'eunuco, la cui mano non ha commesso iniquità e che non ha pensato cose malvagie contro il Signore, riceverà una grazia speciale per la sua fedeltà, una parte più desiderabile nel tempio del Signore; poiché il frutto delle opere buone è glorioso e imperitura la radice della saggezza”; sia chi lo era divenuto in seguito a evirazione (secondo caso, vietato in Israele, cfr. Lv 22,24: Levitico 1:1,17, per cui si era anche esclusi dall’assemblea sacra, cfr. Dt 23,2; Lv 21,20); quando la parola traduce l’ebraico saris (derivato dall’accadico) è possibile che designi un maggiordomo del padrone o il funzionario di corte (cfr. Ne 1,11): ha assunto sempre più il significato di “castrato” perché spesso si affidava questa carica delicata a chi era fisicamente impossibilitato a insidiare l’harem del proprio signore (cfr. Est 2,3.14). Il terzo caso è quello di chi liberamente sceglie di non sposarsi (cfr. il contesto di Mt 19,10-11), per dedicarsi totalmente al regno dei cieli (cfr. anche 1Cor 7,32); ma questa opzione è un dono di Dio («chi può capire, capisca»).

I genitori e l’omosessualità di un figlio

I genitori delle persone omosessuali si trovano spesso in difficoltà ad accettare l’identità sessuale del figlio. Soprattutto la scelta di quest’ultimo di diventare genitore all’interno di un’unione omosessuale.

Il divario generazionale spesso rende complesso per un genitore comprendere e accettare un figlio che devia marcatamente da quelle che erano (e talvolta sono ancora) le aspettative familiari e culturali circa l’orientamento sessuale e la vita familiare.

Molti genitori si sentono desiderosi di accogliere. Ma fanno fatica a superare i pregiudizi propri ed anche di parenti, amici, conoscenti. Divisi talvolta tra il bisogno di essere dalla parte del figlio e i pregiudizi sull’omosessualità.

Alcuni genitori si sentono in colpa. O pensano di aver sbagliato qualcosa. Altri provano a far cambiare idea al proprio figlio. Altri ancora fingono di aver accettato, ma poi sperano che qualcosa cambi.

Il femminiello

La cultura del femminiello (o femmenello) in Campania è una di quelle realtà che non può non affascinare. Una figura molto presente nei quartieri popolari di Napoli dove il terzo sesso è sempre stato non solo tollerato ma rispettato nel suo ruolo e mostrato senza pudore.

Non è facile dare una definizione di femminiello, una realtà che incorpora in se tante forme di sessualità. Il transgender, il transessuale, l’omosessuale, per i Napoletani da sempre sono “uomini che sentono e vivono come donne”. Nonostante il trucco pesante, l’abbigliamento non propriamente raffinato, le movenze e le tonalità caricaturali, il femminiello a Napoli è una figura rispettata.

La sua popolarità ha sempre fatto sì che la sua presenza fosse necessaria in alcune manifestazioni tradizionali, la più conosciuta è la tombola Vajassa.

Nella tombola scostumata il Femminiello assume un ruolo sacerdotale per la distribuzione del numero portafortuna. E’ risaputo che la scaramanzia è un elemeto centrale del pensare partenopeo. Quello che più di tutto colpisce è il sottile legame che unisce il femminiello alla religione. Ogni anno nel giorno della Candelora, il 2 febbraio, si tiene un pellegrinaggio noto come la juta dei femminielli legato al culto della Madonna di Montevergine.

Una leggenda, risalente al XIII secolo, racconta che la Madonna avrebbe miracolosamente liberato due amanti omosessuali, legati a un albero tra lastre di ghiaccio. Da allora i femminielli si recano in pellegrinaggio per chiedere la benedizione di Mamma Schiavona.

 

E’ la biologia a rendere gay o etero

L’approccio di Balthazart è didattico e parte da studi di laboratorio sulla sessualità animale. L’enfasi sugli animali consente di introdurre i modelli sperimentali per esaminare le influenze ormonali. In natura risultano circa 450 specie animali che esprimono comportamenti omosessuali, con casi eclatanti come i montoni che sono omosessuali tra l’8 il 10% (bisessuali quasi il 20%). Nella nostra specie, in tutte le culture, fra 3 e 8% circa, con i maschi che sono il doppio rispetto alle femmine. L’autore considera possibile, dato che la biologia è una sola, che gli studi sulla sessualità animale forniscano un’analogia plausibile della sessualità umana.

 

L’omofobia

Non è più una novità che gli scienziati critichino pubblicamente l’omofobia sulla base di dati scientifici. Ma sarebbe preferibile evitare di fare leva sulla scienza solo per la pars destruens dei ragionamenti. Peraltro, ci sono scienziati che usano la biologia, pubblicando su riviste accreditate, per negare che l’omosessualità abbia una base biologica, psicologi accademici con largo seguito che riconducono l’omosessualità agli abusi infantili e fanno confusione tra attrazione omosessuale e comportamento sessuale, e neuroendocrinologi che lavorando su modelli sperimentali animali si propongono di curare o sradicare l’omosessualità.

Balthazart dice bene che l’ideologia non dovrebbe avere posto nella scienza, che gli scienziati non dovrebbero confondere le loro credenze politiche con le prove scientifiche, e che il lettore dovrebbe ascoltare solo chi sostiene l’ipotesi che il nostro cervello determina i nostri generi rispetto a chi usa la scienza per promuovere posizioni omofobe.

 

RIFLETTIAMO INSIEME

            Il problema non dovrebbe essere scoprire che il figlio ha tendenze omosessuali ma capire come guidare questo figlio, comunque tarato in qualche maniera nella sua sessualità, perché magari orienti la sua affettività in un ambito umanitario, caritatevole, sacro. Non che gli inabili sessuali debbano orientarsi al sacerdozio che questo era ed è ancora proibito, nel senso che la chiamata alla castità per il Regno è una chiamata di Dio, che non può essere determinata da una malformazione fisica, ma sicuramente questi ragazzi, che non provano attrazione verso l’altro sesso, è bene che impieghino la loro sensibilità in opere di misericordia in cui possono esprimere tutta la loro affettività senza pericolo e con grande soddisfazione interiore e vivere una sorta di paternità spirituale. Questo può dare loro anche risalto sociale per la capacità di bontà misericordiosa di cui queste creature sono dotate.

            Per sentirsi realizzati non c’è la sola via del matrimonio, altre vie sono ugualmente e anche più gratificanti e arricchenti per la persona, come un lavoro svolto come missione, l’impegno a favore di bambini con famiglie problematiche, l’insegnamento ecc.

            Quello che il Signore condanna in molte parti della Bibbia è la pratica omosessuale tra persone dello stesso sesso, che sono atti contro natura e perciò sono peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio.

            Peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio:

1.      Omicidio volontario 2.  Peccato impuro contro natura 3. Oppressione dei poveri 4. Frode nella mercede all’operaio

Il discernimento dell'idoneità dei candidati da parte della Chiesa

Due sono gli aspetti indissociabili in ogni vocazione sacerdotale: il dono gratuito di Dio e la libertà responsabile dell'uomo. La vocazione è un dono della grazia divina, ricevuto tramite la Chiesa, nella Chiesa e per il servizio della Chiesa. Rispondendo alla chiamata di Dio, l'uomo si offre liberamente a Lui nell'amore. Il solo desiderio di diventare sacerdote non è sufficiente e non esiste un diritto a ricevere la sacra Ordinazione. Compete alla Chiesa – nella sua responsabilità di definire i requisiti necessari per la ricezione dei Sacramenti istituiti da Cristo - discernere l'idoneità di colui che desidera entrare nel Seminario, accompagnarlo durante gli anni della formazione e chiamarlo agli Ordini sacri, se sia giudicato in possesso delle qualità richieste.

La formazione del futuro sacerdote deve articolare, in una complementarità essenziale, le quattro dimensioni della formazione: umana, spirituale, intellettuale e pastorale. In questo contesto, bisogna rilevare la particolare importanza della formazione umana, fondamento necessario di tutta la formazione. Per ammettere un candidato all'Ordinazione diaconale, la Chiesa deve verificare, tra l'altro, che sia stata raggiunta la maturità affettiva del candidato al sacerdozio.

La chiamata agli Ordini è responsabilità personale del Vescovo o del Superiore Maggiore. Tenendo presente il parere di coloro ai quali hanno affidato la responsabilità della formazione, del il candidato. Il discernimento della vocazione e della maturità del candidato è anche un grave compito del rettore e degli altri formatori del Seminario. Prima di ogni Ordinazione, il rettore deve esprimere un suo giudizio sulle qualità del candidato richieste dalla Chiesa.

 

L’omosessualità come vizio acquisito

La Bibbia non condanna la sessualità ma la mette tra le cose buone che Dio ci ha dato e tutte le cose che Dio ci ha dato danno piacere: c’è piacere nel nutrirsi, nel vestirsi secondo le temperature, nel riposo fisico, nell’uso della sessualità. Il sesso se vissuto in modo ordinato e soprattutto se santificato in una relazione consacrata attraverso il sacramento, per cui i coniugi si impegnano ad una relazione univoca, ordinata e santa da cui nasce la vita, è cosa buona. La vita esige l’intervento divino, quindi il figlio che nasce nel grembo della donna fecondata dall’uomo è dono di Dio ed eleva la coppia all’altezza della divinità perché collabora con l’Eterno.

Ciò che la Bibbia condanna è la ricerca del piacere sessuale al di fuori dell’ordine, staccare il piacere dal dovere. Il piacere è come il lubrificante per un ingranaggio, facilita l’uso, ma questo lubrificante non appartiene a chi non è chiamato al servizio alla vita, quindi è un’usurpazione illecita. Ancora più illecita quando questo piacere va ricercato con rapporti contro natura o addirittura con animali. Queste sono aberrazioni sessuali e a volte rivelano una dipendenza acquisita, che, come tutte le dipendenze, andrebbe curata, perché è una malattia fisica oltre che essere una perversione della natura e quindi un grave peccato contro l’ordine che Dio ha posto in tutte le cose.

Per cui non è da condannare chi nasce con una carenza sessuale che lo orienta verso un’altra creatura del suo stesso sesso, ma tra persone dello stesso sesso le relazioni si chiamano amicizia, che ha anch’essa il suo piacere, perché è un sentimento nobile, ma esclude l’atto sessuale per il quale non si sentono attratti e qualora avvenisse potrebbe essere solo un atto disordinato contro natura, che genera malattia, confusione e malessere in sé e intorno a sé.

Sicuramente questo tipo di perversione è di biblica notizia: l’uomo portato al male cade in queste trappole mortali per l’anima e per il corpo, ma in questi ultimi tempi la perversione sessuale, pubblicizzata anche dai mezzi di comunicazione sociale e dalle rivendicazioni di chi si ritiene ghettizzato e che vuole essere riconosciuto, si è fatta largo tra la gioventù e addirittura equiparandola alla sessualità binaria: maschio-femmina, individuando come un terzo sesso ermafrodito o sesso fluido che naviga tra la normalità e la scelta personale.

In realtà è facile acquisire abitudini ad una libidine contro natura e a lungo andare arrivare alla dipendenza. Il demonio conosce le fragilità umane e soffia su di esse per potenziarle. Anche Dio soffia nell’anima con il rimorso se le azioni sono peccaminose, con l’approvazione se sono conformi al suo volere divino, secondo l’ordine che Lui ha messo nelle cose tutte. L’uomo intelligente e libero deve fare le sue scelte e resistere alla tentazione del piacere immediato e scegliere l’armonia nell’ordine stabilito da Dio, che dà la pace.

“Non ti coricherai con un uomo come si fa con una donna: è cosa abominevole. Non darai il tuo giaciglio a una bestia per contaminarti con essa; così nessuna donna si metterà con un animale per accoppiarsi: è una perversione”. ( Lv 18,6-23)

E S. Paolo nella lettera ai Romani (Romani 1:24-32) ,così si esprime:

“… Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi, poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto del creatore, che è benedetto nei secoli. Amen. Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s'addiceva al loro traviamento. E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d'una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno, colmi come sono di ogni sorta di ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di rivalità, di frodi, di malignità; diffamatori,  maldicenti, nemici di Dio, oltraggiosi, superbi, fanfaroni, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia. E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa”.

 

LA RIFLESSIONE PERSONALE

Se i tuoi figli non hanno problemi, ringrazia Dio ma educali al rispetto del proprio corpo e di quello altrui. Il corpo è tempio dello Spirito Santo e non va profanato con atti indegni. Prega molto per i tuoi figli perché né loro né i loro discendenti si macchino di questi peccati.

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