Eterosessuali o omosessuali si nasce o si
diventa?
Uno
studio, pubblicato su «Science» nel 2019, del Dna di quasi mezzo milione di
persone dagli Stati Uniti e dal Regno Unito, dimostra che i geni contribuiscono
tra l’8 e il 25% al comportamento omosessuale. Non esiste un gene «gay». Il
comportamento sessuale è un tratto complesso, non prevedibile leggendo una
sequenza di Dna. Sono stati identificati diversi geni e descritte condizioni
biochimiche (a livello di sviluppo endocrino) controllate da geni, insieme a
morfologie regolari in omosessuali, o che producono in modelli sperimentali
cambiamenti a livello di specifiche strutture del cervello che controllano il
rilascio di ormoni, come il testosterone, o l’olfatto. L’orientamento sessuale
è programmato nel cervello prima della nascita da un insieme di condizioni
prenatali, genetiche ed epigenetiche, nessuna delle quali viene scelta dal
feto.
Gli
eunuchi nel Vangelo (Mt 19:1-12)
Terminati questi
discorsi, Gesù partì dalla Galilea e andò nel territorio della Giudea, al di là
del Giordano. E lo seguì molta folla e colà egli guarì i malati.
Allora gli si
avvicinarono alcuni farisei per metterlo alla prova e gli chiesero: «È lecito
ad un uomo ripudiare la propria moglie per qualsiasi motivo?». Ed egli rispose:
«Non avete letto che il Creatore da principio li creò maschio e femmina
e disse: Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua
moglie e i due saranno una carne sola? Così che non sono più due, ma una
carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l'uomo non lo separi».
Gli obiettarono:
«Perché allora Mosè ha ordinato di darle l'atto di ripudio e mandarla via?».
Rispose loro Gesù: «Per la durezza del vostro cuore Mosè vi ha permesso di
ripudiare le vostre mogli, ma da principio non fu così. Perciò io vi dico:
Chiunque ripudia la propria moglie, se non in caso di concubinato, e ne sposa
un'altra commette adulterio».
Gli dissero i
discepoli: «Se questa è la condizione dell'uomo rispetto alla donna, non
conviene sposarsi». Egli rispose loro: «Non tutti possono capirlo, ma solo
coloro ai quali è stato concesso.; Vi
sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre ve ne sono
alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono
fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca».
Chi sono gli eunuchi per il regno dei cieli? (Mt
19,12)
Con la parola “eunuco”
(dal greco eunouchos) si intendeva sia colui che era impotente dalla nascita
(così il primo caso contemplato dal detto di Gesù a conferma di quanto si dice
in: Sapienza 3:14-15 “Anche l'eunuco, la cui mano non ha commesso iniquità e
che non ha pensato cose malvagie contro
il Signore, riceverà una grazia speciale per la sua fedeltà, una parte più
desiderabile nel tempio del Signore; poiché il frutto delle opere buone è
glorioso e imperitura la radice della saggezza”; sia chi lo era divenuto in seguito a evirazione (secondo caso, vietato
in Israele, cfr. Lv 22,24: Levitico 1:1,17, per cui si era anche
esclusi dall’assemblea sacra, cfr. Dt 23,2; Lv 21,20); quando la parola traduce
l’ebraico saris (derivato dall’accadico) è possibile che
designi un maggiordomo del padrone o il funzionario di corte (cfr. Ne 1,11): ha
assunto sempre più il significato di “castrato” perché spesso si affidava
questa carica delicata a chi era fisicamente impossibilitato a insidiare
l’harem del proprio signore (cfr. Est 2,3.14). Il terzo caso è quello di chi liberamente sceglie di non sposarsi
(cfr. il contesto di Mt 19,10-11), per
dedicarsi totalmente al regno dei cieli (cfr. anche 1Cor 7,32); ma questa
opzione è un dono di Dio («chi può capire, capisca»).
I genitori e l’omosessualità di un figlio
I genitori delle
persone omosessuali si trovano spesso in difficoltà ad accettare l’identità
sessuale del figlio. Soprattutto la scelta di quest’ultimo di diventare
genitore all’interno di un’unione omosessuale.
Il divario
generazionale spesso rende complesso per un genitore comprendere e accettare un
figlio che devia marcatamente da quelle che erano (e talvolta sono ancora) le
aspettative familiari e culturali circa l’orientamento sessuale e la vita
familiare.
Molti genitori si
sentono desiderosi di accogliere. Ma fanno fatica a superare i pregiudizi
propri ed anche di parenti, amici, conoscenti. Divisi talvolta tra il bisogno
di essere dalla parte del figlio e i pregiudizi sull’omosessualità.
Alcuni genitori
si sentono in colpa. O pensano di aver sbagliato qualcosa. Altri provano a far
cambiare idea al proprio figlio. Altri ancora fingono di aver accettato, ma poi
sperano che qualcosa cambi.
Il femminiello
La
cultura del femminiello (o femmenello) in Campania è una di quelle realtà che
non può non affascinare. Una figura molto presente nei quartieri popolari di
Napoli dove il terzo sesso è sempre stato non solo tollerato ma rispettato nel
suo ruolo e mostrato senza pudore.
Non
è facile dare una definizione di femminiello, una realtà che incorpora in se
tante forme di sessualità. Il transgender, il transessuale, l’omosessuale, per
i Napoletani da sempre sono “uomini che sentono e vivono come donne”. Nonostante
il trucco pesante, l’abbigliamento non propriamente raffinato, le movenze e le
tonalità caricaturali, il femminiello a Napoli è una figura rispettata.
La
sua popolarità ha sempre fatto sì che la sua presenza fosse necessaria in
alcune manifestazioni tradizionali, la più conosciuta è la tombola Vajassa.
Nella
tombola scostumata il Femminiello assume un ruolo sacerdotale per la
distribuzione del numero portafortuna. E’ risaputo che la scaramanzia è un
elemeto centrale del pensare partenopeo. Quello che più di tutto colpisce è il
sottile legame che unisce il femminiello alla religione. Ogni anno nel giorno
della Candelora, il 2 febbraio, si tiene un pellegrinaggio noto come la juta
dei femminielli legato al culto della Madonna di Montevergine.
Una
leggenda, risalente al XIII secolo, racconta che la Madonna avrebbe
miracolosamente liberato due amanti omosessuali, legati a un albero tra lastre
di ghiaccio. Da allora i femminielli si recano in pellegrinaggio per chiedere
la benedizione di Mamma Schiavona.
E’ la biologia a rendere gay o etero
L’approccio
di Balthazart è didattico e parte da studi di laboratorio sulla sessualità
animale. L’enfasi sugli animali consente di introdurre i modelli sperimentali
per esaminare le influenze ormonali. In natura risultano circa 450 specie
animali che esprimono comportamenti omosessuali, con casi eclatanti come i
montoni che sono omosessuali tra l’8 il 10% (bisessuali quasi il 20%). Nella
nostra specie, in tutte le culture, fra 3 e 8% circa, con i maschi che sono il
doppio rispetto alle femmine. L’autore considera possibile, dato che la
biologia è una sola, che gli studi sulla sessualità animale forniscano
un’analogia plausibile della sessualità umana.
L’omofobia
Non
è più una novità che gli scienziati critichino pubblicamente l’omofobia sulla
base di dati scientifici. Ma sarebbe preferibile evitare di fare leva sulla
scienza solo per la pars destruens dei ragionamenti. Peraltro, ci sono
scienziati che usano la biologia, pubblicando su riviste accreditate, per
negare che l’omosessualità abbia una base biologica, psicologi accademici con
largo seguito che riconducono l’omosessualità agli abusi infantili e fanno
confusione tra attrazione omosessuale e comportamento sessuale, e
neuroendocrinologi che lavorando su modelli sperimentali animali si propongono
di curare o sradicare l’omosessualità.
Balthazart
dice bene che l’ideologia non dovrebbe avere posto nella scienza, che gli
scienziati non dovrebbero confondere le loro credenze politiche con le prove
scientifiche, e che il lettore dovrebbe ascoltare solo chi sostiene l’ipotesi
che il nostro cervello determina i nostri generi rispetto a chi usa la scienza
per promuovere posizioni omofobe.
RIFLETTIAMO
INSIEME
Il problema non dovrebbe essere
scoprire che il figlio ha tendenze omosessuali ma capire come guidare questo
figlio, comunque tarato in qualche maniera nella sua sessualità, perché magari
orienti la sua affettività in un ambito umanitario, caritatevole, sacro. Non
che gli inabili sessuali debbano orientarsi al sacerdozio che questo era ed è
ancora proibito, nel senso che la chiamata alla castità per il Regno è una
chiamata di Dio, che non può essere determinata da una malformazione fisica, ma
sicuramente questi ragazzi, che non provano attrazione verso l’altro sesso, è
bene che impieghino la loro sensibilità in opere di misericordia in cui possono
esprimere tutta la loro affettività senza pericolo e con grande soddisfazione
interiore e vivere una sorta di paternità
spirituale. Questo può dare loro anche risalto sociale per la capacità di bontà
misericordiosa di cui queste creature sono dotate.
Per sentirsi realizzati non c’è la
sola via del matrimonio, altre vie sono ugualmente e anche più gratificanti e
arricchenti per la persona, come un lavoro svolto come missione, l’impegno a
favore di bambini con famiglie problematiche, l’insegnamento ecc.
Quello che il Signore condanna in
molte parti della Bibbia è la pratica omosessuale tra persone dello stesso
sesso, che sono atti contro natura e
perciò sono peccati che gridano vendetta
al cospetto di Dio.
Peccati
che gridano vendetta al cospetto di Dio:
1.
Omicidio
volontario 2. Peccato impuro contro
natura 3. Oppressione dei poveri 4. Frode nella mercede all’operaio
Il discernimento dell'idoneità dei
candidati da parte della Chiesa
Due
sono gli aspetti indissociabili in ogni vocazione sacerdotale: il dono gratuito di Dio e la libertà responsabile dell'uomo. La
vocazione è un dono della grazia divina, ricevuto tramite la Chiesa, nella
Chiesa e per il servizio della Chiesa. Rispondendo alla chiamata di Dio, l'uomo
si offre liberamente a Lui nell'amore. Il solo desiderio di diventare sacerdote
non è sufficiente e non esiste un diritto a ricevere la sacra Ordinazione.
Compete alla Chiesa – nella sua responsabilità di definire i requisiti
necessari per la ricezione dei Sacramenti istituiti da Cristo - discernere
l'idoneità di colui che desidera entrare nel Seminario, accompagnarlo durante
gli anni della formazione e chiamarlo agli Ordini sacri, se sia giudicato in
possesso delle qualità richieste.
La
formazione del futuro sacerdote deve articolare, in una complementarità
essenziale, le quattro dimensioni della formazione: umana, spirituale, intellettuale e pastorale. In questo contesto,
bisogna rilevare la particolare importanza della formazione umana, fondamento
necessario di tutta la formazione. Per ammettere un candidato all'Ordinazione
diaconale, la Chiesa deve verificare, tra l'altro, che sia stata raggiunta la
maturità affettiva del candidato al sacerdozio.
La
chiamata agli Ordini è responsabilità personale del Vescovo o del Superiore
Maggiore. Tenendo presente il parere di coloro ai quali hanno affidato la
responsabilità della formazione, del il candidato. Il discernimento della
vocazione e della maturità del candidato è anche un grave compito del rettore e
degli altri formatori del Seminario. Prima di ogni Ordinazione, il rettore deve
esprimere un suo giudizio sulle qualità del candidato richieste dalla Chiesa.
L’omosessualità come vizio acquisito
La
Bibbia non condanna la sessualità ma la mette tra le cose buone che Dio ci ha
dato e tutte le cose che Dio ci ha dato danno piacere: c’è piacere nel
nutrirsi, nel vestirsi secondo le temperature, nel riposo fisico, nell’uso
della sessualità. Il sesso se vissuto in modo ordinato e soprattutto se
santificato in una relazione consacrata attraverso il sacramento, per cui i
coniugi si impegnano ad una relazione univoca, ordinata e santa da cui nasce la
vita, è cosa buona. La vita esige l’intervento divino, quindi il figlio che
nasce nel grembo della donna fecondata dall’uomo è dono di Dio ed eleva la
coppia all’altezza della divinità perché collabora con l’Eterno.
Ciò che la Bibbia
condanna è la ricerca del piacere sessuale al di fuori dell’ordine, staccare il piacere dal dovere. Il piacere è come
il lubrificante per un ingranaggio, facilita l’uso, ma questo lubrificante non
appartiene a chi non è chiamato al servizio alla vita, quindi è un’usurpazione
illecita. Ancora più illecita quando
questo piacere va ricercato con rapporti contro natura o addirittura con
animali. Queste sono aberrazioni
sessuali e a volte rivelano una dipendenza acquisita, che, come tutte le
dipendenze, andrebbe curata, perché è una malattia fisica oltre che essere una
perversione della natura e quindi un grave peccato contro l’ordine che Dio ha
posto in tutte le cose.
Per
cui non è da condannare chi nasce con una carenza sessuale che lo orienta verso
un’altra creatura del suo stesso sesso, ma tra persone dello stesso sesso le
relazioni si chiamano amicizia, che
ha anch’essa il suo piacere, perché è un sentimento nobile, ma esclude l’atto
sessuale per il quale non si sentono attratti e qualora avvenisse potrebbe
essere solo un atto disordinato contro natura, che genera malattia, confusione
e malessere in sé e intorno a sé.
Sicuramente
questo tipo di perversione è di biblica notizia: l’uomo portato al male cade in
queste trappole mortali per l’anima e per il corpo, ma in questi ultimi tempi
la perversione sessuale, pubblicizzata anche dai mezzi di comunicazione sociale
e dalle rivendicazioni di chi si ritiene ghettizzato e che vuole essere
riconosciuto, si è fatta largo tra la gioventù e addirittura equiparandola alla
sessualità binaria: maschio-femmina, individuando come un terzo sesso ermafrodito o sesso fluido che naviga tra
la normalità e la scelta personale.
In
realtà è facile acquisire abitudini ad una libidine contro natura e a lungo
andare arrivare alla dipendenza. Il demonio conosce le fragilità umane e soffia
su di esse per potenziarle. Anche Dio soffia nell’anima con il rimorso se le
azioni sono peccaminose, con l’approvazione se sono conformi al suo volere
divino, secondo l’ordine che Lui ha messo nelle cose tutte. L’uomo intelligente
e libero deve fare le sue scelte e resistere alla tentazione del piacere
immediato e scegliere l’armonia nell’ordine stabilito da Dio, che dà la pace.
“Non ti coricherai con un uomo come si fa con una donna: è cosa
abominevole. Non darai il tuo giaciglio a una bestia per contaminarti con essa;
così nessuna donna si metterà con un animale per accoppiarsi: è una perversione”.
( Lv 18,6-23)
E S. Paolo nella lettera ai Romani (Romani
1:24-32) ,così si esprime:
“… Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità secondo i
desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi, poiché
essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato
la creatura al posto del creatore, che è benedetto nei secoli. Amen. Per questo
Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i
rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini,
lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni
per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così
in se stessi la punizione che s'addiceva al loro traviamento. E poiché hanno
disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d'una
intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno, colmi come sono di
ogni sorta di ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni
d'invidia, di omicidio, di rivalità, di frodi, di malignità; diffamatori, maldicenti, nemici di Dio, oltraggiosi,
superbi, fanfaroni, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali,
senza cuore, senza misericordia. E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè
gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma
anche approvano chi le fa”.
LA RIFLESSIONE PERSONALE
Se i tuoi figli non hanno problemi,
ringrazia Dio ma educali al rispetto del proprio corpo e di quello altrui. Il
corpo è tempio dello Spirito Santo e non va profanato con atti indegni. Prega
molto per i tuoi figli perché né loro né i loro discendenti si macchino di
questi peccati.