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OTTOBRE 2019

     

Sant’Agostino

 

Il matrimonio è un bene e se ne ricercano i motivi (1, 1 - 12, 14)

           

Prima unione tra uomo e donna.

1. Ciascun uomo è parte del genere umano; la sua natura è qualcosa di sociale e anche la forza dell'amicizia è un grande bene che egli possiede come innato. Per questa ragione Dio volle dare origine a tutti gli uomini da un unico individuo, in modo che nella loro società fossero stretti non solo dall'appartenenza al medesimo genere, ma anche dal vincolo della parentela. Pertanto il primo naturale legame della società umana è quello fra uomo e donna. E Dio non produsse neppure ciascuno dei due separatamente, congiungendoli poi come stranieri, ma creò l'una dall'altro, e il fianco dell'uomo, da cui la donna fu estratta e formata, sta ad indicare la forza della loro congiunzione 1. Fianco a fianco infatti si uniscono coloro che camminano insieme e che insieme guardano alla stessa meta. Conseguenza è che la società si continua nei figli che sono l'unico frutto onesto non del legame tra l'uomo e la donna, ma della relazione sessuale. Infatti anche senza un simile rapporto vi sarebbe potuta essere nei due sessi una forma di amichevole e fraterna congiunzione, fungendo l'uomo da guida e la donna da compagna.

 

Diverse teorie sulla riproduzione degli esseri umani prima del peccato originale.

2. Non è necessario a questo punto che noi analizziamo e risolviamo il problema di come sarebbe potuta nascere la prole dei primi esseri umani, se questi non avessero peccato. Dio li aveva benedetti con le parole: Crescete e moltiplicatevi e riempite la terra2, ma l'unione fisica non può essere propria che dei corpi mortali, e la condizione mortale i loro corpi la meritarono appunto con il peccato. In effetti sulla questione si sono dati parecchi e** diversi pareri, e se si volesse esaminare quale di essi si accordi nella maniera migliore con la verità delle divine Scritture, bisognerebbe ricorrere a una lunga trattazione. I nostri progenitori, se non avessero peccato, avrebbero potuto avere figli, anziché attraverso la relazione carnale, in qualche maniera diversa, per dono del Creatore onnipotente, dato che egli poté far nascere loro stessi senza genitori, poté formare il corpo di Cristo nel grembo di una vergine e, per parlare in maniera intelligibile anche a coloro che non credono, poté assicurare la riproduzione alle api senza unione sessualeOppure si può pensare che questo passo contenga molti significati mistici e figurati, e che quindi la frase: Riempite la terra e dominatela, vada interpretata diversamente, intendendo cioè che questo si sarebbe realizzato con la pienezza e la perfezione della vita e del potere. Perciò anche lo stesso accrescimento e moltiplicazione espressi con le parole: Crescete e moltiplicatevi dovrebbe indicare un progresso dello spirito e un'abbondanza di virtù, come è nel salmo: Tu mi moltiplicherai in virtù nell'anima mia. Non sarebbe stata data all'uomo questa continuazione nella prole, se non dopo che, a causa del peccato, l'individuo fu destinato a scomparire nella morte. O forse da principio a quegli uomini fu creato un corpo non spirituale, ma solamente animale, perché con il merito dell'obbedienza diventasse poi spirituale, e l'immortalità fosse ottenuta non dopo la morte che penetrò sulla terra per invidia del diavolo e fu il castigo del peccato, ma per quella commutazione che indica l'Apostolo, quando dice: Poi noi viventi, i superstiti, insieme ad essi saremo rapiti sulle nubi, in cielo verso il Signore. Allora dovremo intendere che quei corpi che costituirono la prima coppia fossero creati mortali all'origine, ma che tuttavia non sarebbero morti, se non avessero peccato. Dio aveva minacciato loro la morte, come si minaccia una ferita, poiché il loro corpo era vulnerabile; ma ciò tuttavia non sarebbe accaduto, se essi non avessero trasgredito il suo divieto. Dunque, in questa condizione tali corpi si sarebbero potuti riprodurre anche attraverso l'atto coniugale, ma si sarebbero accresciuti fino a un certo limite, senza arrivare alla vecchiaia; oppure sarebbero anche arrivati alla vecchiaia, ma tuttavia non alla morte, fino a che la terra fosse colmata dalla loro moltiplicazione benedetta dal Signore. Se infatti Dio conservò senza alcun danno e per quarant'anni le vesti degli Israeliti nel proprio stato, quanto meglio poteva garantire il più felice equilibrio della condizione fissata al corpo di uomini obbedienti al suo volere, fino al momento di cambiarla in una migliore, non con la morte dell'individuo, che separa il corpo dall'anima, ma con una beata commutazione dalla mortalità all'immortalità, dalla natura animale a quella spirituale!

2. Sarebbe lungo ricercare ed esporre quale sia la vera fra queste opinioni o se da quelle parole se ne possa trarre un'altra ancora o più altre.

 

Il matrimonio è un bene.

3. Ciò che vogliamo dire ora, riferendoci a questa condizione di nascita e di morte che conosciamo e nella quale siamo stati creati, è che il connubio del maschio e della femmina è un bene. E tale unione è approvata a tal punto dalla divina Scrittura che non è consentito di passare a nuove nozze a una donna ripudiata dal marito, finché il marito vive, né è consentito di risposarsi all'uomo respinto dalla moglie, finché non sia morta quella che lo ha abbandonato. Se dunque il matrimonio è un bene, come viene confermato anche nel Vangelo, quando il Signore proibisce di ripudiare la moglie se non per fornicazione, e quando accoglie l'invito a partecipare a una cerimonia nuziale, ciò che giustamente si ricerca è per quali motivi sia un bene. E mi sembra che sia tale non solo per la procreazione dei figli, ma anche perché stringe una società naturale fra i due sessi. Altrimenti non continuerebbe a chiamarsi matrimonio anche nei vecchi, specie quando avessero perduto i figli, o non li avessero avuti affatto. Ora invece in un matrimonio riuscito, anche dopo molti anni, per quanto sia appassita l'attrazione giovanile tra il maschio e la femmina, rimane una viva disposizione d'affetto tra il marito e la moglie. Anzi, quanto migliori sono i coniugi, tanto più presto cominceranno ad astenersi di reciproco accordo dall'unione della carne: in tal modo non diventa in seguito inevitabile non potere più ciò che ancora si vorrebbe, ma si acquista il merito di aver rinunciato fin da prima a ciò che ancora si poteva. Se dunque ci si mantiene fedeli al rispetto e alla stima che un sesso deve all'altro, anche quando ormai il corpo di entrambi è stremato e quasi cadavere, rimane, tanto più sincera quanto più è sperimentata e tanto più accetta quanto più è dolce, la castità degli animi congiunti dal sacro rito. Hanno anche questo vantaggio i matrimoni, che l'intemperanza della carne o dell'età giovanile, anche se in sé è da riprovare, viene rivolta all'onesto scopo di propagare la prole, cosicché l'unione coniugale dal male della libidine produce un bene. Inoltre così la concupiscenza carnale viene frenata e in un certo qual modo arde più pudicamente, perché la mitiga il sentimento della paternità. Si frappone infatti una specie di dignità nell'ardore del piacere, se nel momento in cui l'uomo e la donna sono congiunti l'uno con l'altro, pensano di essere padre e madre.

 

RIFLETTIAMO

 

“Maschio e femmina li creò”

            Sant’Agostino ci fa capire la dignità della coppia, facendo risalire la sua nascita dalla creazione di Dio, dove Egli s’impegna a darle un corpo tratto dagli elementi della terra e una vita tratta dal Suo alito divino.

            Il maschio e la femmina sono creati in due momenti diversi ma sono entrambi momenti generativi: Eva viene tratta dal fianco di Adamo per indicarne la stessa dignità, la funzione complementare dei due sessi, importanti non solo per la riproduzione ma anche per vincere la solitudine della vita.

            Il maschile e il femminile sono complementari in tutto, anche nell’affrontare i normali problemi della vita. Mentre nel maschio prevale l’intelligenza razionale, nella donna prevale l’intelligenza empatica, che le permette di intuire la situazione in cui si trova l’altro (coniuge, figli ecc), per intervenire tempestivamente in suo favore.

            Infatti, Dio nella creazione ha affidato tutto il creato ad Adamo, con il compito di dare il nome ad ogni elemento della creazione e dare il nome significa capirne l’essenza e la funzionalità, e poi identificarla, appunto, col nome che indica la sua essenza.

            Per questa sua missione Adamo aveva bisogno di una intelligenza razionale che esplora, prova, verifica, applica ai bisogni della vita.

Alla donna Dio affida il compito di accoglienza della vita. E’ stata creata, infatti per ovviare alla solitudine di Adamo, al suo senso di inutilità, di incompletezza. E allora Eva doveva essere capace di cogliere l’intimo bisogno dell’uomo per fargli compagnia, per instaurare con lui una complicità, per dar senso al suo operato, cioè dargli la finalità: “Faccio questo per …”

Nella complementarietà dei sessi, i due scoprono anche la loro fecondità, la loro capacità di generare novità, la novità nasce sempre dall’amore, solo l’amore è capace di generare cose nuove.

 

“E i due saranno una carne sola”

            S. Agostino ci fa capire che l’unione tra l’uomo e la donna è progetto divino e perciò è uno dei principi non negoziabili, direbbe Benedetto XVI. Per ognuno di noi si tratta solo di capire il proprio progetto di vita; chi ha capito che il proprio progetto è il Matrimonio, deve accettare la persona che ha riconosciuto come “carne della sua carne” con tutte le sue imperfezioni, considerandole  proprie e impegnandosi ad eliminarle con buona volontà.

            Ma come fare? Un esempio:

Se hai un marito, una moglie impaziente, sii paziente, coltiva la pazienza nel tuo giardino e la vedrai crescere nel giardino del tuo coniuge. Se hai un marito, una moglie lussurioso/a, sii casto, coltiva la castità nel tuo cuore e la vedrai crescere nel giardino del tuo coniuge, se il tuo coniuge non prega, prega tu per lui/lei e la tua preghiera lo salverà dalla morte eterna. … e così per tutte le altre povertà, miserie e peccati, ma tu non cedere a nessun peccato, difendendo la tua anima perché è un tuo diritto, qualunque siano le conseguenze: se, per non aver ceduto al male propostoti dal tuo coniuge, egli ti abbandona, sappi che è meglio essere abbandonati che andare insieme all’inferno. Se dovesse succedere di essere stato/a abbandonato/a, confida in Dio che sta sempre vicino a chi soffre ed è in difficoltà.

E soprattutto ricorda che il Matrimonio non è lo stato del “Ben godi”, è una vocazione particolare alla santità coniugale, che implica il compito di camminare in due verso Dio e questo richiede di imparare l’arte di camminare insieme.

Questo compito dovrebbe essere facilitato dall’amore che è scattato fra i due, ma a rendere imperfetto l’amore ci sono le tre concupiscenze: piacere, avere e potere, ereditate dal peccato originale. Le concupiscenze sono potenti freni all’espansione dell’amore. Se sapessimo amarci senza egoismi tutto sarebbe scorrevole, lieve, gioioso, perché l’amore rende quasi irrilevanti le difficoltà, facilitando il dono di sé e quindi la collaborazione, la comprensione, l’aiuto, il perdono generoso, perché l’amore tutto crede, tutto scusa, tutto sopporta; l’amore è benigno, mite, paziente, generoso, longanime, sa aspettare ,,, Questo dice S, Paolo nell’Inno all’Amore (! Cor, 13)

 

E se non avessero peccato?

            Sant’Agostino, capisce che tutte queste difficoltà sono legate al peccato originale, che ci ha fatto perdere il perfetto equilibrio che Dio aveva infuso nelle sue creature e si chiede:

“E se non avessero peccato?”

Avanza diverse ipotesi ma non sono importanti perché hanno peccato e anche perché  esplorare il pensiero di Dio con la nostra piccola logica umana, ridotta fra l’altro dal peccato stesso e accedere all’infinita creatività di Dio e all’infinita generosità nell’elargire i suoi doni.

            Per questo non ci poniamo il problema ma prendiamo atto che il peccato ci ha complicato la vita.

E comunque, noi abbiamo tradito il piano che Dio aveva su di noi, per lo stolto orgoglio umano di diventare simili a Dio con le nostre forze, ci siamo giocati l’immortalità nella gloria, che avremmo avuto dopo un breve periodo nel paradiso terrestre, e saremmo passati nel circuito dell’Amore divino, non appena il nostro amore avesse raggiunto la perfezione, facilitata dal rapporto con Dio e dai doni preternaturali.

Ma, per nostra fortuna immeritata, Dio non si è arreso al nostro disamore e, in Gesù Suo Figlio, ci ha dato la possibilità recuperare l’immortalità nella gloria, sia pure attraverso un cammino molto più difficoltoso, un cammino di riparazione.,

 

Cammino di riparazione

Dio, per darci questa nuova possibilità ha dovuto sacrificare il Figlio diletto, il Figlio che forma la beatitudine trinitaria! A quest’unico Figlio ha chiesto di lavare le nostre anime con il Suo Sangue,

Ma ci pensiamo al costo che ha richiesto la nostra Redenzione?

Gesù è venuto ad insegnarci la nuova via per ritornare al Padre, ma è un percorso ad ostacoli, perché tale è diventata la vita dell’uomo, se deve evitare il male, anzi  se deve sconfiggerlo  per mezzo dell’amore, che, purtroppo, oggi passa attraverso il sacrificio.

L’uomo uscito dalla mano di Dio era preordinato per tendere al bene, aveva i doni preternaturali: un’intelligenza perspicace, la conoscenza dei cuori, si spostava senza fatica, non sentiva la stanchezza, forse aveva anche doni di bilocazione, di levitazione ecc

Con il peccato, avendo implicitamente rifiutato Dio, tutti i doni tendenti al bene si sono attenuati, mentre si è potenziata la tendenza al male, sono emerse le tre concupiscenze che ci fanno tendere al piacere e a fuggire il dovere, ci fanno tendere all’avere per assicurarci il piacere, ci rendono egoisti e tendenti al potere per poterci liberare, con l’abuso di autorità, da tutto quanto ci causa incomodo e diminuisce le nostre false sicurezze.

Questo è vero ed emerge soprattutto in chi non fa un cammino di fede, in chi non si pone un programma di nobilitazione della propria natura, volendo recuperare il “Paradiso perduto”.

L’uomo, lasciato a se stesso s’imbestialisce, perché fa prevalere i bisogni della carne, Gesù è venuto a spiritualizzarlo, richiamandolo ai destini eterni, al Regno del buono, del bello, del gioioso, ma, ovviamente, bisogna privilegiare ed anteporre le esigenze dell’anima a quelle del corpo.

Questo ci ha insegnato con le parole e con l’esempio.

Gesù si è mostrato sobrio, laborioso, modesto, affabile, servizievole, generoso, osservante della legge di Dio e dei precetti della sinagoga; offeso non ha risposto con un’altra offesa, rifiutato se n’è andato senza offendersi, disprezzato ha perdonato, percosso ha accettato in silenzio, ingiustamente offeso non ha reclamato i suoi diritti, ha accettato l’ingiusta condanna senza difendersi, si è lasciato inchiodare sulla croce come agnello muto an mano al tosatore, Sulla croce ha pregato il Padre, ha perdonato al ladro pentito, ci ha dato la Madre, ci ha insegnato a compiere pienamente la volontà di Dio, ci ha detto che ha sete solo del nostro amo.re, ha chiesto perdono per noi al Padre e infine ha consegnato la sua vita nelle mani del Padre, insegnandoci a morire da cristiani.

Così si vincono le concupiscenze, così si impara ad amare, così si fa la volontà del Padre, vincendo il male con il bene,

 

QUESTIONARIO DI APPLICAZIONE PERSONALE

    • La coppia è progetto divino. Ti senti compresa in questa missione che esalta la vostra dignità?
    • Avete capito che le differenze maschio e femmina sono funzionali al vostro ruolo, le valorizzate o creano ancora incomprensioni tra voi?
    • Benedetto XVI mette il matrimonio uomo donna tra i principi non negoziabili, ma oggi si parla di altri tipi di famiglia. Hai capito perché non si possono accettare?
    • Siete riusciti, come coppia ad amalgamare i vostri caratteri, le vostre personalità, coscienti che le diversità sono ricchezza della coppia e motivo di crescita di ognuno di voi?
    • Riesci a tenere sotto controllo le tue concupiscenze?
    • Ti lasci perdonare da Dio quando ti accade di cadere?
    • Chiedi perdono anche alla tua famiglia quando ti accorgi di aver dato un cattivo esempio?
    • Preghi per essere un coniuge cosciente del suo ruolo, un genitore autorevole che dà fiducia?
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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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