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NOVEMBRE 2015

     

SALVATI DALLA MISERICORDIA

 

            Le promesse di Dio si realizzano sempre, anche se i tempi non sono da noi controllabili, perché la nostra vita è come un soffio, dice il salmo 89, siamo “come l’erba che germoglia al mattino: al mattino fiorisce, germoglia, alla sera è falciata e dissecca”, mentre di Dio dice: “prima che nascessero i monti e la terra e il mondo fossero generati, da sempre e per sempre tu sei, Dio”.

            Noi e Dio abbiamo parametri diversi, Lui vive l’eternità, un presente che inserisce nel suo spessore il passato e il futuro, noi viviamo una temporaneità che si riduce all’attimo che passa e mentre lo nominiamo è già diventato passato.

            Ma la promessa fatta da Dio ai nostri progenitori si realizzerà nella pienezza dei tempi, in quello che abbiamo chiamato “anno 0”, perché in esso la storia dell’uomo vive una svolta decisiva: l’uomo, in Gesù che assume la nostra natura, si eleva all’altezza di Dio, finalmente sulla terra c’è

un uomo divino: Gesù, e una donna pienamente conforme al disegno divino, Maria, la Donna dell’Ave, la Donna del Fiat, due obbedienti, due fedeli all’Amore di Dio, due disposti a fare la volontà di Dio, “costi quel che costi”.

 

L’OPERA DEI PROFETI

            Questo tempo di Dio, pur nello scorrer dei millenni, viene tenuto desto attraverso i profeti:

            Isaia, al cap. 1, versetti 16-20 dice:

 “Lavatevi, purificatevi, togliete il male delle vostre azioni dalla mia vista. Cessate di fare il male, imparate a fare il bene, ricercate la giustizia, soccorrete l'oppresso, rendete giustizia all'orfano, difendete la causa della vedova». «Su, venite e discutiamo» dice il Signore.

«Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana. Se sarete docili e ascolterete, mangerete i frutti della terra. Ma se vi ostinate e vi ribellate, sarete divorati dalla spada, perché la bocca del Signore ha parlato». (Is 1:16-20)

La realizzazione delle promesse del Signore va preparata con una vita integra, sono doni di grazia che esigono l’aperture dei cuori all’accoglienza. Isaia cerca di preparare il popolo.

A questo scopo lui scrive sotto ispirazione divina “Il canto della vigna”:

“Canterò per il mio diletto il mio cantico d'amore per la sua vigna. Il mio diletto possedeva una vigna sopra un fertile colle. Egli l'aveva vangata e sgombrata dai sassi e vi aveva piantato scelte viti; vi aveva costruito in mezzo una torre e scavato anche un tino. Egli aspettò che producesse uva, ma essa fece uva selvatica. Or dunque, abitanti di Gerusalemme e uomini di Giuda, siate voi giudici fra me e la mia vigna.

Che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna che io non abbia fatto? Perché, mentre attendevo che producesse uva, essa ha fatto uva selvatica?

Ora voglio farvi conoscere ciò che sto per fare alla mia vigna: toglierò la sua siepe e si trasformerà in pascolo;demolirò il suo muro di cinta e verrà calpestata. La renderò un deserto, non sarà potata né vangata e vi cresceranno rovi e pruni; alle nubi comanderò di non mandarvi la pioggia. Ebbene, la vigna del Signore degli eserciti è la casa di Israele; gli abitanti di Giuda la sua piantagione preferita. Egli si aspettava giustizia ed ecco spargimento di sangue, attendeva rettitudine ed ecco grida di oppressi”. (Isaia 5:1-7)

 

            La vigna del Signore, nell’Antico Testamento era il popolo di Israele; un popolo posto su un fertile colle, all’edificazione degli altri popoli, un popolo educato da Dio stesso, da Dio stesso lavorato, curato, fornito di vitigni scelti perché diano frutti ottimi; in mezzo vi ha messo il Tempio, che custodiva le testimonianze dell’amore di Dio per questo popolo: la manna, la verga di Mosé, che divise il mare, le Tavole della Legge e le parole ispirate da Dio ai patriarchi e ai profeti, ma questo popolo non vive più la legge del Sinai, il suo tino resta vuoto di santità: produce uva selvatica che non dà vino buono …

            Dio chiama il popolo stesso a dare il giudizio su questa situazione.

            Noi estirperemmo una vigna che non produce frutti buoni. Il Signore non è come noi, tuttavia farà sperimentare agli uomini la stoltezza del loro comportamento, che porta solo povertà, confusione, dolore, rimpianto; non avrà più guide, non saprà più nutrirsi della Parola di vita, si sentirà come una landa desolata e la bella vigna sul colle soleggiato sarà solo un triste ricordo.

 

DIO PADRE BUONO E TENERA MADRE

            Ma Dio è sempre un Padre buono, una tenera Madre, che non sopporta la sofferenza dei suoi figli e allora ricorda al popolo le antiche promesse, che attendono le condizioni per realizzarsi:

“Il Signore parlò ancora ad Acaz: «Chiedi un segno dal Signore tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure lassù in alto». Ma Acaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore». Allora Isaia disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta di stancare la pazienza degli uomini, perché ora vogliate stancare anche quella del mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele.  Egli mangerà panna e miele finché non imparerà a rigettare il male e a scegliere il bene”.  (Is 7:10-15)

 

La vendetta di Dio è sempre un dono più grande dell’ingratitudine umana: la risposta dell’Amore Misericordioso è un cuore che si dilata in proporzione diretta all’ingratitudine umana, perché l’Amore sa solo amare e l’Amore Misericordioso, nel perdono, permette alle storie d’amore tra noi e Dio di continuare ed avere un esito felice, nostalgia umana custodita da tutte le favole.

            Isaia il profeta per eccellenza dell’Emanuele nel capitolo 9, descrive la situazione di attesa e di incertezza che c’era tra il popolo:

 

Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse.( … ) Poiché un bambino è nato per noi,ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il segno della sovranità ed è chiamato: Consigliere ammirabile, Dio potente,Padre per sempre, Principe della pace;grande sarà il suo dominio e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e sempre; questo farà lo zelo del Signore degli eserciti. Una parola mandò il Signore contro Giacobbe, essa cadde su Israele. (Is 9:1-7)

 

            Ed è proprio la parola del profeta che illumina il cammino del popolo, gravato dal suo peccato e incerto della sua salvezza eterna. Questa luce s’illumina con la promessa di un Bambino, un figlio d’Israele che nasce col segno della sovranità e sarà Consigliere ammirabile, Dio potente,Padre per sempre, Principe della pace. A Lui appartiene il “sempre”, che è attributo divino, quindi sarà un figlio di Davide ma anche il Figlio di Dio, altrimenti il “sempre” non potrebbe appartenergli. Il Profeta rafforzerà questi concetti al capitolo 11:

 

Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse,un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e di intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore. Si compiacerà del timore del Signore. Non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito dire; ma giudicherà con giustizia i miseri e prenderà decisioni eque per gli oppressi del paese. La sua parola sarà una verga che percuoterà il violento; con il soffio delle sue labbra ucciderà l'empio.

Fascia dei suoi lombi sarà la giustizia, cintura dei suoi fianchi la fedeltà. Il lupo dimorerà insieme con l'agnello, la pantera si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un fanciullo li guiderà. La vacca e l'orsa pascoleranno insieme; si sdraieranno insieme i loro piccoli. Il leone si ciberà di paglia, come il bue. Il lattante si trastullerà sulla buca dell'aspide; il bambino metterà la mano nel covo di serpenti velenosi. Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno in tutto il mio santo monte, perché la saggezza del Signore riempirà il paese come le acque ricoprono il mare.  (Is 11:1-9)

Questi messaggi che vengono dal cielo confortano il popolo, annunciano la fine di ogni paura, di ogni rivalità, non ci saranno più leoni feroci o serpenti velenosi! Ma questo è quello che tutti desideriamo e che non riusciamo a realizzare nemmeno nell’intimità delle nostre case!

Eppure il popolo si ferma all’annunziata regalità di questo Bambino: abbagliati dalla prospettiva di un re potente, non riflettono sul fatto che il suo regno durerà per sempre e le cose umane non durano per sempre, sono caduche.

Allora il Profeta cerca di far capire che questo Bambino viene a riparare, accogliendo su di sé tutte le conseguenze del peccato, pur essendo senza peccato, perché il Padre gli ha chiesto l’offerta vittimale per i suoi fratelli; il Profeta lo descrive nel momento del suo massimo sacrificio:

 

“Ecco il mio servo che io sostengo,il mio eletto di cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni. Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce,non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta. Proclamerà il diritto con fermezza; 4 non verrà meno e non si abbatterà, finché non avrà stabilito il diritto sulla terra;e per la sua dottrina saranno in attesa le isole. Così dice il Signore Dio che crea i cieli e li dispiega, distende la terra con ciò che vi nasce,dà il respiro alla gente che la abita e l'alito a quanti camminano su di essa: «Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano; ti ho formato e stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni, perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre.Io sono il Signore: questo è il mio nome; non cederò la mia gloria ad altri, né il mio onore agli idoli. I primi fatti, ecco, sono avvenuti e i nuovi io preannunzio; prima che spuntino, ve li faccio sentire». (Is 42:1-9)

 

            Il Signore non lascia mai i suoi figli nell’ignoranza, li prepara sempre agli eventi importanti della loro vita, perché siano pronti ad affrontarli e non si lascino sconvolgere dagli avvenimenti. Per parlare al popolo si è servito dei Patriarchi e sono quelli con cui Dio ha stretto un’alleanza: Adamo, Noè, Abramo, Giacobbe, Mosé e infine l’alleanza perfetta perché sancita tra Dio Padre e Dio Figlio con Gesù. Ma questa alleanza è stata stretta non con il sangue dei capri ma con il Sangue del vero Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo.

 

Ora così dice il Signore che ti ha creato, o Giacobbe, che ti ha plasmato, o Israele:«Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni. Se dovrai attraversare le acque, sarò con te,i fiumi non ti sommergeranno;se dovrai passare in mezzo al fuoco, non ti scotterai,la fiamma non ti potrà bruciare; poiché io sono il Signore tuo Dio, il Santo di Israele, il tuo salvatore. Io do l'Egitto come prezzo per il tuo riscatto,l'Etiopia e Seba al tuo posto. Perché tu sei prezioso ai miei occhi, perché sei degno di stima e io ti amo,do uomini al tuo posto e nazioni in cambio della tua vita. Non temere, perché io sono con te; dall'oriente farò venire la tua stirpe, dall'occidente io ti radunerò. Dirò al settentrione: Restituisci, e al mezzogiorno: Non trattenere; fà tornare i miei figli da lontano e le mie figlie dall'estremità della terra, quelli che portano il mio nome e che per la mia gloria ho creato e formato e anche compiuto». (Is 43:1-7)

 

IL NUOVO ISRAELE, LA NUOVA GERUSALEMME

Queste parole di Isaia ci appartengono direttamente. Sei settecento anni prima di Gesù Isaia, ispirato da Dio, ci dice che la stirpe dei credenti nel Dio unico viene dall’oriente, ma Dio radunerà il suo popolo ad occidente. Ed è quello che Dio ha fatto quando il popolo d’Israele non ha riconosciuto  Gesù, Messia promesso e Figlio di Dio, che ha dimostrato con la sapienza divina della sua parola, con la potenza del miracolo, di essere Figlio di Dio e, per invidia, peccato diabolico che il serpente antico ha inoculato nel suo cuore di Israele, addirittura ha chiesto per Lui la morte e la morte di croce. Peccato grave, di cui si è macchiato Israele e che gli è costato la perdita della primogenitura, tanto che poi il Signore ha trasferito in occidente la sede del suo popolo, il popolo dei battezzati e ha fatto di Roma la nuova Gerusalemme.

Noi occidentali e soprattutto noi cristiani e in modo tutto particolare noi romani, dobbiamo essere consapevoli di questa dignità di cui siamo stati investiti e della responsabilità che abbiamo verso tutti gli altri popoli.

Se oggi l’occidente soffre di una vera demenza mentale e non riconosce più i suoi privilegi e le sue responsabilità, e misconosce addirittura le sue radici cristiane, nel timore di apparire poco progredito, solo perché ritiene sia ingiusto il diritto di opporsi al progetto di Dio, che lo stolto uomo del terzo millennio considera novità e progresso, senza pensare che questi disordini gravi sono vecchi come l’uomo ed erano presenti al tempo di Noè, quando Dio mandò il diluvio per purificare il suo popolo da questa corruzione. (Genesi 6:1-12)

 

            “ Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro figlie,i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli quante ne vollero. Allora il Signore disse: «Il mio spirito non resterà sempre nell'uomo, perché egli è carne e la sua vita sarà di centoventi anni». C'erano sulla terra i giganti a quei tempi - e anche dopo - quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell'antichità, uomini famosi.

Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che male. E il Signore si pentì di aver fatto l'uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo. Il Signore disse: «Sterminerò dalla terra l'uomo che ho creato: con l'uomo anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché sono pentito d'averli fatti». Ma Noè trovò grazia agli occhi del Signore. Questa è la storia di Noè. Noè era uomo giusto e integro tra i suoi contemporanei e camminava con Dio. Noè generò tre figli: Sem, Cam, e Iafet. Ma la terra era corrotta davanti a Dio e piena di violenza.

Dio guardò la terra ed ecco essa era corrotta, perché ogni uomo aveva pervertito la sua condotta sulla terra”.

 

Il peccato non è mai indice di civiltà e non porta a nessun progresso.

La parola “Perversione” indica (definizione presa dal vocabolario) un comportamento anormale e socialmente condannato, specificamente nella sfera sessuale. Dilagava l’omosessualità e quella che oggi chiamiamo “zoofilia”. L’uomo, abbandonata ogni regola morale, si era degradato.

E’ quanto sta succedendo oggi e proprio noi cristiani, rinati dalle acque del Battesimo, siamo chiamati a purificarci e a farci mediatori di purificazione, per ottenere il perdono di Dio e il ristabilimento dell’ordine della creazione.

La nostra responsabilità è grande, ma non siamo soli, in noi opera la grazia di Dio. Anche al tempo di Sodoma e Gomorra succedeva la stessa cosa e sarebbero bastati 10 giusti per salvare le città corrotte. Noi cristiani non saremo capaci d’impegnarci a santificarci per salvare l’Italia, l’Europa e il mondo? Non siamo più di 10?

E allora in quest’anno della misericordia occorrono vittime sante gradite a Dio per ottenere misericordia. Vogliamo impegnarci noi che ci gloriamo di appartenere all’Amore Misericordioso?

Pensate che compito glorioso: la salvezza del nostro mondo potrebbe dipendere da noi!!!

 

QUESTIONARIO PER L’APPROFONDIMENTO PERSONALE

    1. Ti sei mai sentito anche tu cercato dall’Amore Misericordioso, come Adamo ed Eva?
    2. Ti sei lasciato trovare, perdonare, rivestite, calzare per iniziare un nuovo percorso?
    3. Israele non aveva custodito la sua vigna e questa è andata in rovina. La tua anima, vigna del Signore aveva subito la stessa sorte? Ora la stai riordinando e lavorando con amore?
    4. Ti senti felice di  sapere che Dio dice proprio a te: “Tu mi appartieni?” O ti vergogni di dichiarare di appartenere a Lui?
    5. Hai preso coscienza della tua dignità di cristiano/a italiano e Romano dal momento in cui il Signore ha scelto l’Italia come “Nuovo Israele” e Roma come “Nuova Gerusalemme”?
    6. Sei convinto/a che da te può dipendere la salvezza del nostro mondo?
    7. Vuoi promettere al Signore, in quest’anno della misericordia, di impegnarti a vivere da “giusto/a) perché il Signore abbia pietà del nostro mondo e lo salvi con la sua misericordia?
    8. Sai avvolgere i nuovi “pervertiti/e” nella misericordia ma pregare e sostenerli nel lavoro di rimettere ordine nella loro vita?
    9. Se lo farai consolerai il Cuore di Dio e Lui riverserà nel tuo cuore la sua tenerezza.

     

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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