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FEBBRAIO 2016

     

 

INSERITI NELLA MISERICORDIA

            La Madre Speranza, nel libro della Passione dice che “Mentre gli uomini cercavano di mettere a morte Gesù, per invidia, Lui trovò un nuovo modo di restare tra noi, ancora più efficace della sua presenza fisica mediante l’Incarnazione. L’Amore Misericordioso è sempre un amore più grande del peccato dell’uomo, perché solo l’Amore, che superi la misura della malizia umana è redentivo. E Gesù s’inventa l’Eucaristia che ci permette non solo di camminare a fianco a Gesù ma di essere trasformati in Lui, come il cibo si trasforma in noi. Che mistero d’amore!

            Dio fin dall’A.T. aveva previsto questo dono d’eccellenza e ce lo fa intravvedere nell’offerta che Melchisedek fa dopo la vittoria da parte di Abramo a Chedorlaomer. Vediamo come avvenne:

 

Dal libro della Genesi (Gen 14:17-24;  Genesi 15:1-7)

 Quando Abram fu di ritorno, dopo la sconfitta di Chedorlaomer e dei re che erano con lui, il re di Sòdoma gli uscì incontro nella Valle di Save, cioè la Valle del re. Intanto Melchisedek, re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo e benedisse Abram con queste parole:

«Sia benedetto Abram dal Dio altissimo,

creatore del cielo e della terra,

 e benedetto sia il Dio altissimo,

                                      che ti ha messo in mano i tuoi nemici».

                                      Abram gli diede la decima di tutto.

Poi il re di Sòdoma disse ad Abram: «Dammi le persone; i beni prendili per te». Ma Abram disse al re di Sòdoma: «Alzo la mano davanti al Signore, il Dio altissimo, creatore del cielo e della terra: né un filo, né un legaccio di sandalo, niente io prenderò di ciò che è tuo; non potrai dire: io ho arricchito Abram. Per me niente, se non quello che i servi hanno mangiato; quanto a ciò che spetta agli uomini che sono venuti con me, Escol, Aner e Mamre, essi stessi si prendano la loro parte».

Le promesse e l'alleanza

Dopo tali fatti, questa parola del Signore fu rivolta ad Abram in visione: «Non temere, Abram. Io sono il tuo scudo; la tua ricompensa sarà molto grande». Rispose Abram: «Mio Signore Dio, che mi darai? Io me ne vado senza figli e l'erede della mia casa è Eliezer di Damasco».  Soggiunse Abram: «Ecco a me non hai dato discendenza e un mio domestico sarà mio erede». Ed ecco gli fu rivolta questa parola dal Signore: «Non costui sarà il tuo erede, ma uno nato da te sarà il tuo erede». Poi lo condusse fuori e gli disse: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle» e soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza». Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia.E gli disse: «Io sono il Signore che ti ho fatto uscire da Ur dei Caldei per darti in possesso questo paese».

 

Melchisedek appare dopo la vittoria di Abramo sui 9 re che avevano sottomesso Sodoma e avevano fatto prigioniero il nipote Lot. Egli si presenta come Re di Salem e come sacerdote del Dio Altissimo e offre in ringraziamento a Dio pane e vino, un offerta insolita …

Non è possibile non vedere nell’offerta di Melchisedek una figura di Gesù, Sommo ed eterno Sacerdote del Dio Altissimo, che avrebbe offerto al Padre l’Ostia pura e santa del Suo corpo divino e poi, come memoriale perenne, si sarebbe trasformato in Pane e Vino nell’Eucaristia.

Melchisedek non faceva parte  della famiglia sacerdotale di Levi, eppure si presenta come Re di Salem e non si sa da chi avesse ricevuto questo sacerdozio. Così sarà di Gesù: “Chi ti ha dato questo potere?”, gli diranno i sacerdoti del tempio. Il sacerdozio di Gesù viene direttamente da Dio: Le sue parole rivelano una sapienza divina, le sue opere attestano la sua onnipotenza ma il suo sacerdozio ci sarà manifestato pienamente sul Calvario, dove si rivelerà sacerdote e vittima: “Padre, tutto è compiuto. Nelle tue mani affido il mio spirito” E’ Lui la vittima che offre se stesso in riscatto di molti. La vittima era necessaria per soddisfare la giustizia divina e far prevalere, nel perdono: “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno”, la misericordia.

La misericordia è amore intriso di perdono, è la soluzione che Dio trova nel suo Cuore, per non perderci a motivo della nostra stoltezza.

Ma la misericordia non si oppone alla giustizia, perché anche  la giustizia è virtù divina. Per nostra fortuna il Padre, per poterci salvare, accetta la riparazione sostitutiva. Ma perché ciò avvenga, Egli attinge sempre dal suo amore sconfinato, e mette il gioco il Figlio, l’Essere più caro e quindi mette in gioco nello stesso tempo il suo stesso Cuore che, pur straziandosi per quell’incomprensibile amore oblativo, che lo dispone a pagare Lui stesso il prezzo del nostro riscatto, chiede al Figlio il sacrificio supremo.

Nell’eternità divina il Padre chiede al Figlio di offrirsi vittima per l’uomo peccatore e il Figlio accetta: “Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice: Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato.  Allora ho detto: Ecco, io vengo - poiché di me sta scritto nel rotolo del libro - per fare, o Dio, la tua volontà.”  (Ebrei 10:5-7)

Sul Calvario vediamo come il peccato ha sacrificato la Vittima pura, santa e immacolata, mentre sull’altare quotidiano si verifica l’applicazione del sacrificio a ciascuno di noi e il nostro inserimento in quel sacrificio divino che ci salva e ci redime.

Gesù, essendo Dio, è eterno, vive l’eterno presente, perciò il suo sacrificio è valido per tutti i tempi.

Ad ogni Eucaristia noi possiamo inserirci unendo la nostra piccola esistenza, intrisa di gioie e dolori, santificarla nel Suo Sangue e poi offrirla, nascosta in Lui, al Padre, nel momento della grande offerta della Messa, in riscatto dei nostri peccati e di quelli dei nostri cari.

 

LA RITUALIZZAZIONE DEL SACRIFICIO DI GESU’

            La ritualizzazione del sacrificio di Gesù, prevede, dunque,  il nostro inserimento nello stesso sacrificio. Vediamo come avviene:

  1. L’Eucaristia inizia con il canto d’ingresso che dovrebbe servire per ambientarci, per spegnere il rovello interiore degli assilli quotidiani e trovare la giusta concentrazione sull’Evento divino che sta per avvenire: Celebrare l’Eucaristia è aprire uno spiraglio sui segreti del cielo, dove la Vittima eterna sta sempre di fronte al Padre, in atteggiamento di offerta.
  2. C’è poi il segno della croce, perché questo Evento divino avviene nel nome della Trinità santa e per opera del Figlio che accetta la croce redentrice.
  3. Quindi il sacerdote saluta l’assemblea invocando su di noi: “La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi”. Noi rispondiamo: “e con il tuo spirito” invocando anche su di lui uguale grazia trinitaria.
  4. Dopo il saluto il sacerdote ci avverte che il sacrificio santo esige la purezza del cuore e perciò è bene riconoscere i nostri peccati per ottenerne il perdono. Il Giovedì Santo Gesù prima di iniziare l’ultima cena ebraica in ricordo del passaggio del Mar Rosso e la Prima Cena Eucaristica, Gesù lavò i piedi agli apostoli per togliere anche la polvere della strada, ad indicare la purificazione anche da quelli che chiamiamo “peccati veniali o imperfezioni”, invitandoci a lavarci i piedi a vicenda, nel perdono richiesto e donato. Si fa un tempo di silenzio per fare memoria delle nostre debolezze e sintonizzarci col momento che stiamo vivendo, dopo di che facciamo la pubblica accusa recitando il confiteor, nel quale ci riconosciamo peccatori in pensieri, parole, opere e omissioni e questo non per colpa di qualcuno ma per colpa nostra, per nostra grandissima colpa. Perciò invochiamo l’intercessione di Maria, degli angeli e santi del cielo, per ottenere misericordia. Il sacerdote, che rappresenta Gesù, ci assolve in nome della Trinità santa.
  5. E noi cantiamo l’inno di gloria all’Altissimo per la misericordia che ci ha usato col perdono.
  6. A questo punto inizia l’udienza con Dio, Dio ci parla attraverso la Parola. Noi ci sediamo in posizione di ascolto attento. Nei giorni feriali si legge un brano dell’Antico o del Nuovo Testamento, al quale rispondiamo con un salmo e un brano del Vangelo, che ascoltiamo in piedi in segno di rispetto, al quale rispondiamo con l’alleluia, canto di gioia perché Dio si è fatto uno di noi e ha parlato con le nostre parole, ha mantenuto le sue promesse e ci ha mandato il Salvatore a riscattarci dal nostro peccato, a restaurare l’antico progetto di amore che ci avrebbe dato, cioè, l’immortalità nella gloria trinitaria. Nei giorni di festa, come a tavola, di solito si aggiunge un piatto in più, anche alla mensa della Parola si aggiunge una lettura in più: La prima è presa dall’A.T., la seconda dal N.T., la terza è il Vangelo, seguito dall’omelia del celebrante che ha lo scopo di facilitare all’assemblea la comprensione delle letture stesse.
  7. Nutriti e rinvigoriti dalla Parola, rinnoviamo la nostra fede recitando il Credo.
  8. Segue la preghiera dei fedeli: è uno spazio di preghiera personale, che dà modo ad ogni partecipante di chiedere a Dio la grazia di saper vivere il Vangelo.
  9. A questo punto inizia la liturgia eucaristica e si prepara l’altare stendendovi sopra una tovaglia candida e portando la materia dell’Eucaristia che sono: pane, vino ed acqua. Il sacerdote prende il pane e ringrazia Dio per avercelo dato per il nutrimento del corpo e dello spirito, poi prende il calice del vino ma vi aggiunge alcune gocce d’acqua, dicendo queste parole: “L’acqua, unita al vino, sia segno della nostra unione con la vita divina di Colui che volle assumere la natura umana”. Quell’acqua viene a significare ciò che noi siamo chiamati a fare in quel momento, e cioè: unire la nostra vita, con le sue gioie e i suoi dolori, i suoi affanni e le sue speranze, al sacrificio di Cristo, che prenderà vita in quel pane e in quel vino.
  10. Quindi il sacerdote si rivolge a Dio con la preghiera del Prefazio, cioè preghiera faccia a faccia e gli ricorda tutte le meraviglie che ha operato in favore dell’umanità, quasi a dirgli: operale ancora in questa celebrazione che rinnoverà il tuo sacrificio redentore, vero miracolo della onnipotenza divina, che ci offre la salvezza. Tutta l’assemblea si unisce al sacerdote e al coro degli angeli lodando e benedicendo Dio tre volte santo.
  11. A questo punto c’è l’Epiclesi consacratoria, cioè l’invocazione allo Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, dicendo, a palme rivolte verso l’alto: “Ed ora, Padre, manda il tuo Spirito a santificare questi doni, perché diventino per noi il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo nostro Signore”, mentre dice queste parole gira le palme verso il calice e l’ostia che sono sull’altare. E’ il momento più importante della celebrazione eucaristica: se avessimo il dono della visione, non vedremmo più né l’altare, né il sacerdote, ma vedremmo il Calvario dove Gesù dona al Padre la sua vita per noi: corpo donato, Sangue versato, come ha voluto il sacrificio redentore. Chiediamoci: ma quelle gocce d’acqua che sono state messe nel vino, che fine hanno fatto? Nascoste in quel vino, che è diventato vita donata, sono state consacrate e tutta la vita che avevamo messo in quel calice è stata consacrata e donata al Padre. Che grazia! Che incomprensibile mistero d’amore veramente misericordioso! Il sacerdote, dopo aver adorato in ginocchio dice: “Mistero della fede” e noi rispondiamo: “Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta”.
  12. Quindi il sacerdote, sempre rivolto al Padre, prega per la Chiesa, per il mondo, per le anime purganti, per la pace, tutte le situazioni in cui si trova l’umanità. E durante la preghiera eucaristica compie una seconda epiclesi, una seconda invocazione allo Spirito Santo, perché noi diventiamo Corpo di Cristo, ma tutti insieme e lo Spirito scende e compie questo secondo prodigio. Alla fine, quasi a dire al Padre: noi non meriteremmo che Tu ci esaudisca, ma noi abbiamo qui Gesù che ha pagato per noi, e noi ci siamo uniti a Lui nello stesso sacrificio, per questo, immersi in questo calice ti diciamo: “Per Cristo, con Cristo, in Cristo (ci offriamo) a Te, Dio Padre onnipotente, (che vivi) in unità con lo Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli”. E noi rispondiamo: AMEN, quasi a dire: Padre, ci sono anch’io in questa offerta, accoglimi, tienimi con Te nella tua casa, nel tuo Cuore. Quindi il Padre ci accoglie come offerta gradita. E’ già il paradiso, manca solo la visione. Cosa succede in questo momento oltre i veli della fede? Il Padre accoglie il sacrificio del Figlio e anche il nostro e Gesù risorge e con Lui risorgiamo anche noi. E’ un anticipo di vita eterna! Noiosa la Messa? No! Incomprensibile mistero d’amore misericordioso.
  13. Con Gesù risorto tra noi e in noi possiamo rivolgerci al Padre con la preghiera dei figli: Padre nostro
  14. Ormai il Calvario è scomparso e l’altare è divenuto luogo santo del sacrificio di comunione: Gesù, che ha preso vita nel pane e nel vino, si offre a noi per compiere un mistero di comunione che solo il cibo può operare. Quando noi mangiamo, il cibo diventa sangue e carne nostra, perché noi siamo più importanti del cibo, ma tra il Pane vivo disceso dal cielo e noi, chi è più forte? Sicuramente Lui ed allora noi veniamo trasformati in Lui, diventiamo sua vita (Il corpo mistico di Cristo). Un giorno il Signore diede alla Madre Speranza la grazia di vedere una creatura così trasfigurata e lei si mise in ginocchio pensando fosse una creatura del cielo, ma Gesù le disse: “Alzati, è una tua figlia (una suora) che mi ha ricevuto in stato di grazia”, la Madre non la riconosceva tanto era splendente di bellezza. E questo succede a chiunque riceve Gesù in stato di grazia.
  15. Dopo il dovuto ringraziamento il sacerdote, eleva un’ultima preghiera e ci conceda cioè ci invia al mondo come ostensori di Gesù, come tabernacoli viventi: “Andate in pace”.
  16. A questo punto inizia il nostro compito: non siamo più come siamo entrati, siamo conformati a Cristo, Gesù cammina per le strade del mondo per nostro mezzo! Possiamo ancora avere a che fare con le opere di morte? Critiche, pettegolezzi, inimicizie, maldicenze, impudicizie … non ci appartengono più: amore, gioia, pace, amabilità, pazienza, fortezza, fedeltà, dominio di sé … queste sono le opere dello Spirito che siamo chiamati a vivere. Se la Messa non ci cambia vuol dire che non l’abbiamo celebrata, siamo stati lì come i banchi e le sedie, e come siamo entrati siamo usciti. Che pena! Che spreco di grazia! Che occasione perduta! Ma da oggi in poi non sarà più così. Proponiamocelo e impegniamoci a vivere sempre più intensamente il sacrificio eucaristico che ci coinvolge. Lasciamoci prendere dal suo dinamismo e arriveremo al Cuore del Padre e Cristo continuerà ad usare i nostri piedi, le nostre mani, la nostra bocca, il nostro cuore per avvicinare i suoi figli e attrarli al Suo Cuore. Amen.

 

QUESTIONARIO DI APPROFONDIMENTO PERSONALE:

    1. Cosa ha pensato Dio, nel suo Amore Misericordioso, quando l’uomo, per invidia, toglieva dal mondo il suo Figlio diletto?
    2. Come definiresti l’Amore Misericordioso di Dio?
    3. Quale figura possiamo trovare dell’Eucaristia nell’A.T. ?
    4. Cosa offrì Melchisedek, sacerdote del Dio Altissimo in ringraziamento per la vittoria?
    5. Nell’A.T. solo la famiglia di Levi poteva consacrare sacerdoti ma da chi aveva ricevuto il sacerdozio Melchisedek se non era della famiglia sacerdotale?
    6. E Gesù da chi riceverà il sacerdozio, non essendo a sua volta della famiglia di Levi?
    7. La prima Messa cruenta dove è stata celebrata?
    8. Come poté Gesù, prima del sacrificio della Croce anticiparlo nell’ultima cena?
    9. Conosci tutto l’iter della celebrazione eucaristica?
    10. In tutti i momenti siamo coinvolti … in che maniera? Rileggi i 16 punti e rispondi.
    11. Qual è il momento in cui puoi unire la tua esistenza a quella di Gesù, perché sia santificata?
    12. In quale momento tu vieni consacrato?
    13. In quale momento vieni offerto al Padre?
    14. Perché solo dopo questo momento possiamo rivolgerci a Dio chiamandolo Padre?
    15. In quale momento ti unisci intimamente a Gesù?
    16. Quando esci dalla chiesa sei ancora quello di prima? Cosa sei?
    17. E allora come devi comportarti?

     

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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