LA COPPIA PROTESA VERSO LA CONSACRAZIONE
Progetto personale, matrimoniale e familiare
Una coppia che nel suo progetto matrimoniale e familiare pone la consacrazione all'Amore Misericordioso per le mani di Maria Mediatrice, deve essere necessariamente una coppia attenta, responsabile, capace di dominio di sé e di spirito di sacrificio.
Consacrarsi significa destinare se stessi alla persona o all'ideale per il quale valga la pena impegnare la vita.
Consacrarsi a Dio significa prendere la decisione di vivere per compiacerlo, di mettersi al suo servizio, di fidarsi di Lui ciecamente, di lasciarsi portare dove Lui vuole senza opporre resistenza, sicuri del suo amore, della sua sapienza, della sua bontà infinita.
Naturalmente una coppia che prende questa decisione sa che troverà sul suo cammino molti ostacoli, perché:
- la nostra società, nella maggioranza dei suoi membri, vive filosofie edoniste, opportuniste, relativiste, nichiliste, atee...,
- un'altra parte vive un rapporto con Dio anemico, tiepido, quasi snervante, teso solo a pretendere da Lui protezione e miracoli, senza impegnarsi minimamente a seguire le Sue indicazioni.
- solo pochi s'impegnano in una sequela attenta e fiduciosa.
Per cui dalla società è difficile aspettarsi un sostegno, dovrà piuttosto disporsi a camminare contro corrente. Non si tratta di vedere nemici dappertutto, ma bisogna essere molto fermi nelle proprie convinzioni se non si vuol essere deviati dai propri propositi.
La decisione della coppia, di investire il proprio progetto matrimoniale in Dio, deve essere presa da entrambi i coniugi in armonia, prendendo tutte le precauzioni per riuscire nell'intento.
Queste precauzioni condivise saranno:
- Decidere di impegnarsi in un cammino di fede permanente, per tenere sotto controllo la situazione.
- Osservare i comandamenti di Dio, costi quel che costi.
- Vivere i sacramenti come doni di grazia e di forza per poter rimanere nell'amore di Dio.
- Educare i figli alla fede fin dal seno materno, perché anche loro possano condividere consapevolmente la consacrazione.
- Sentirsi famiglia al servizio di Dio. Con semplicità e umiltà.
- Essere disposti a dare ragione della propria fede, della propria speranza e del proprio amore in qualunque circostanza.
Ovviamente non si pretende che siano “cristiani perfetti”, coloro che prendono la decisione di consacrarsi all'Amore Misericordioso; si sa che la perfezione non è umana, ma si richiede l'impegno a tendere alla perfezione dell'amore. La consacrazione non è una nostra scelta, ma è una proposta divina, a cui noi possiamo rispondere fidandoci più di Lui che di noi.
Colui che ci fa la proposta si è rivelato alla Madre Speranza e alla Chiesa tutta come “Amore Misericordioso”; è un Dio che non teme le nostre povertà ma si offre per aiutaci a liberarcene.
Sentiamo cosa ci dice Madre Speranza:
“Il Signore ama tutti con la stessa intensità; se fa qualche differenza, è solo quella di amare di più coloro che, pur pieni di difetti, si sforzano e lottano per essere come Lui li desidera.
Quanto più un essere è povero e miserabile, tanto più Gesù sente tenerezza per lui; la sua misericordia, cioè, è più grande; la sua bontà, straordinaria; si riduce ad essere Lui ad attendere o bussare alla porta di un’anima colpevole o tiepida.
Da dove scaturisce tanta misericordia divina?
Da dove ha origine questa tenera compassione, umanamente inspiegabile, verso i peccatori?
Quale ne è la causa?
La causa è che Gesù moltiplica il suo amore in proporzione alla miseria dell’uomo.
A me sembra che tutti gli attributi del nostro Buon Gesù siano al servizio dell’amore.
Egli si serve della sua sapienza per riparare i nostri errori, della sua giustizia per raddrizzare le nostre vie storte, della sua bontà e misericordia per consolarci e colmarci di benefici, della sua onnipotenza per conservarci e proteggerci.
Paragono il cuore di Gesù al cuore umano. Questo invia il sangue fino alle estremità del corpo, distribuendo la vita anche alle membra più umili. Allo stesso modo i battiti dell’Amore Misericordioso. Il cuore di Gesù pulsa con immenso amore per tutti gli uomini. Pulsa per le anime tiepide, per i peccatori, per le anime sante, per quelle fervorose, per quelle infedeli e lontane; pulsa per i moribondi e per le anime del Purgatorio; pulsa per le anime dei beati che Egli glorifica in cielo.
Per elargire a noi i suoi doni, Dio non guarda se gli saremo riconoscenti o no. Poveri noi se al crearci avesse considerato ciò che vedeva in noi! Pur avendo bene presente tutte le volte che lo avremmo offeso e le nostre molte ingratitudini, pensò a noi solo per colmarci di grazie e per amarci con amore infinito.
Il nostro affetto per Gesù è così insignificante, così inumano, così poco delicato!
Quante dimenticanze, quante distrazioni e incostanze, quanta insofferenza e avvilimento...!
Il nostro povero cuore non ama che a tratti, Gesù invece non ha cessato neppure per un attimo di pensare a noi e il suo amore veglierà ininterrottamente su noi per tutto il tempo della nostra vita.
Egli non viene meno, non si stanca, perdona; non conta. In Lui non v’è mutamento.
Quanto poco sappiamo apprezzare il Signore!
Egli ci insegue, mendicando il nostro amore, pur dopo averci visto camminare per tutta una vita mossi solo dal turbinio delle passioni più vergognose!
Anche nel momento che lo stiamo offendendo, volge, sì, il suo sguardo da un’altra parte, ma non si allontana da noi e non ci abbandona. Ci tende ancora la mano per aiutarci ad uscire da quella febbre che ci consuma, ci perdona e ci invita a seguirlo di nuovo con amore più forte.
Il Padre accolse il figlio prodigo con gioia incontenibile; lo vide da lontano e mosso a compassione, corse verso di lui, gli si gettò al collo e lo baciò.
Dio previene il peccatore pentito, lo abbraccia con amore, non appena questi viene da Lui e, senza rinfacciargli le sue colpe, lo copre di grazia e di doni.
Ciascuno di noi individualmente e personalmente, è oggetto delle particolari attenzioni della divina provvidenza: l’Amore Misericordioso si china su ciascuno per indicargli il cammino che Egli desidera per lui
In questi tempi nei quali l’inferno lotta per allontanare Gesù dal cuore dell’uomo, è necessario fare tutto il possibile perché l’uomo conosca l’Amore Misericordioso di Gesù e veda in Lui un Padre buono, che arde di amore per tutti, che si offre a morire su una croce perché l’uomo, che Egli ama, possa vivere.
Che tutti arrivino a comprendere che hanno un Padre che non tiene in conto, perdona e dimentica; un Padre e non un giudice severo; un Padre Santo, pieno di sapienza e di bellezza, che sta aspettando il figlio prodigo per riabbracciarlo.
Concedi la grazia, Gesù mio, che tutti ti conoscano e ti amino e che nell’ora della morte siano sicuri che li attende non un giudice severo e rigido per condannarli, ma un tenero Padre, pieno di amore e misericordia, che non tiene in conto le miserie e le mancanze dei suoi figli, ma le perdona e dimentica”.
Questo è il Dio a cui vogliamo consacrare la nostra famiglia. Di questo Dio ci si può fidare ciecamente. L'alleanza con Lui non può che darci fiducia, perché a tradirla potremmo essere solo noi, ma Lui ci darà la sua forza per non venir meno e supplirà alle nostre deficienze con la sua grazia.
Cercare di scandagliare ciò che c’è in questo Cuore è sicuramente impresa difficile.
S. Paolo, che ha ricevuto doni immensi di rivelazione divina, c’invita a scrutare le insondabili profondità di questo Cuore, ma poi lui stesso non trova le parole per esprimere ciò che l’occhio mai vide e l’orecchio mai udì. Leggiamo ciò che scrisse agli Efesini in proposito:
“Fratelli, a me, che sono l'infimo fra tutti i santi, è stata concessa questa grazia di annunziare ai Gentili le imperscrutabili ricchezze di Cristo, e di far risplendere agli occhi di tutti qual è l'adempimento del mistero nascosto da secoli nella mente di Dio, creatore dell'universo, perché sia manifestata ora nel cielo, per mezzo della Chiesa, ai Principati e alle Potestà la multiforme sapienza di Dio, secondo il disegno eterno che ha attuato in Cristo Gesù nostro Signore, il quale ci dà il coraggio di avvicinarci in piena fiducia a Dio per la fede in lui. Vi prego quindi di non perdervi d'animo per le mie tribolazioni per voi; sono gloria vostra.
Per questo, dico, io piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni paternità nei cieli e sulla terra prende nome, perché vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati dal suo Spirito nell'uomo interiore. Che il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l'ampiezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità, e conoscere l'amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.
A colui che in tutto ha potere di fare molto più di quanto possiamo domandare o pensare, secondo la potenza che già opera in noi, a lui la gloria nella Chiesa e in Cristo Gesù per tutte le generazioni, nei secoli dei secoli! Amen.
Vi esorto dunque io, il prigioniero nel Signore, a comportarvi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto, con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza, sopportandovi a vicenda con amore, cercando di conservare l'unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace. Un solo corpo, un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti.
A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo.
(Ef 3:8-21; Ef 4,1-7)
Paolo, apostolo di Cristo, ci ha augurato di scoprire l'ampiezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità, e conoscere l'amore di Cristo, ma la Madre Speranza, mettendoci a conoscenza dei sentimenti di Gesù, ci ha portato dentro al suo Cuore trafitto e ci ha fatto scoprire ciò che è racchiuso in quell’abisso d’amore.
Sicuramente è stupendo questo Dio che si fa mendicante d’amore, che resta alla porta del nostro cuore in attesa che gli apriamo almeno uno spiraglio, per poterci mandare un raggio di luce divina, ma la sola meraviglia non basta a chi ha sentito la chiamata a consacrarsi all'Amore Misericordioso. Noi siamo chiamati a fare nostri i sentimenti di Cristo. Gesù ha detto: “Imparate da me che sono mite ed umile di cuore” Lui si rivela perché noi lo imitiamo.
Se il Cuore di Gesù è mite, umile, pieno d’amore, dimentica le offese, raddoppia l’amore man mano che cresce l’ingratitudine…, noi dobbiamo imparare a nostra volta a dilatare il cuore, man mano che l’ingratitudine dei fratelli cresce, solo così l’Amore Misericordioso sarà presente nel nostro mondo, come lievito che fermenta la massa inerte.
La Madonna l'ha fatto, accogliendo come figli noi peccatori, radunando gli apostoli dispersi dopo la fuga, avrebbe perdonato anche a Giuda se fosse tornato pentito ai suoi piedi, invece di andare ad impiccarsi.
La Madre Speranza l’ha fatto, perdonando i suoi persecutori, pregando per loro, considerandoli addirittura benefattori suoi e della Congregazione, perché le permettevano di mettere profonde radici di umiltà.
Se noi vogliamo consacrarci a Gesù, non possiamo tollerare che nel nostro cuore ci siano sentimenti di rancore, di orgoglio, di ira; la doppiezza, la finzione, la sopraffazione, il disprezzo, l’alterigia, l’imposizione… devono esserci sconosciuti. Semplicemente perché nel Cuore di Gesù questi sentimenti non trovano spazio.
Ogni carisma dato alla Chiesa è rivelazione. Se vogliamo che l’Amore Misericordioso si riveli per mezzo nostro, non possiamo accontentarci di qualche atto di bontà, di qualche atto d’umiltà fatto arbitrariamente e in maniera selettiva, la bontà, la mitezza, l’umiltà, la misericordia, il perdono… devono diventare il nostro abito, devono essere atteggiamenti abituali. Gesù quando viene offeso soffre, ma non si allontana da noi, continua ad amarci, anzi moltiplica il suo amore per poterci salvare dal male nonostante la nostra ingratitudine.
La civiltà dell’amore passa per questa strada. Ma per poter amare come ama Gesù è necessario che impariamo:
- l’arte di purificare il cuore, non permettendo che il nostro cuore sia attraversato da sentimenti negativi,
- L’arte di purificare la mente, non permettendo che indugino in essa fantasmi di vendetta e di risentimento, dobbiamo arrivare al perdono immediato, perché non si creino tra noi e i fratelli, mura di divisione o di noncuranza, barriere che ci isolano e non permettono all’amore di circolare,
- L’arte di purificare la nostra condotta, allontanandoci da tutto ciò che dispiace a Dio. Impegnandoci a compiere il nostro dovere di coniugi, di genitori, di lavoratori, di cristiani impegnati nella santificazione della vita alla sequela di Gesù Amore Misericordioso.
S. Paolo nella prima lettera ai Corinzi canta l’inno all’amore e ne elenca tutte le caratteristiche:
“La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità.
Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine…. Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!
(1 Corinzi 13:1-13)
Questo il compito di quanti tendono a mettersi al servizio dell’Amore Misericordioso: entrare nel Cuore di Cristo, impregnarsi dei Suoi sentimenti, vivere sotto l’azione dello Spirito che ci insegnerà ad agire come Gesù agiva, ad amare come Gesù amava, a perdonare come Gesù perdonava, a dimenticare le offese, ad essere sempre pronti a servire i fratelli, costi quel che costi.
Per la dottrina del corpo mistico sappiamo che ogni cosa fatta ad un membro viene sentita dal capo, quindi tutto ciò che facciamo ad un fratello Gesù lo prende come fatto a sé.
Se vogliamo consacrarci a Gesù, se vogliamo testimoniargli il nostro amore, se vogliamo che la nostra famiglia viva nel Suo respiro, impegniamoci ad amarci scambievolmente, amando Gesù presente misticamente nel fratello, entriamo nel mistero che ci avvolge, esprimendo solo amore, senza lasciarci condizionare e bloccare dall'altrui ingratitudine o dai limiti che rendono il fratello povero, malato spiritualmente; e Gesù ci dirà: “L’hai fatto a me”.
Perché i figli imparino a vivere da cristiani battezzati, è bene celebrare più del compleanno il giorno del loro Battesimo, il giorno della loro Prima Comunione, il giorno della Cresima, che li ha resi Cristiani maggiorenni e quindi capaci di assumersi impegni all’interno della Chiesa. Questi giorni devono essere vissuti anche con una seria revisione di vita, purificando con la confessione le eventuali inadempienze, rinnovando l’impegno preso in maniera più cosciente.
E’ bene preparare questi compleanni con almeno una settimana di preghiera familiare per il membro che celebrerà l’evento. Basterà anche un ricordo, un’Ave Maria, un’invocazione dello Spirito Santo per lui/lei. Sarà come offrire un mazzo di fiori spirituali alla persona cara, sicuramente più graditi e veri dei fiori anche belli che potremo mettere quel giorno sul tavolo della riunione familiare.
Questionario di approfondimento personale:
- Ti senti responsabile, come persona a non tralasciare nulla per poterti consacrare all'A. M.?
- Vi impegnate come coppia a coniugare l'amore in maniera serena, dirimendo le controversie con pazienza e rispetto reciproco?
- Sei fermo nella decisione di mettere te stesso e la tua famiglia nelle mani di Dio?
- Senti il bisogno di scandagliare le ricchezze del Cuore di Cristo per imparare ad amare?
- Quale aspetto dell’Amore Misericordioso ti stupisce di più?
- Quale aspetto ti sembra più lontano dal tuo modo di vivere?
- Da quando conosci l’Amore Misericordioso è cambiato qualcosa nella tua vita?
- C’è ancora in te qualcosa che resiste al Suo Amore, che non si lascia trasformare? Cosa?
- La M. Speranza considerava suoi benefattori quanti la facevano soffrire… tu come li consideri?
- T’impegni a purificare il cuore, la mente, il comportamento, non permettendo che prevalgano i sentimenti negativi?
- Hai qualche perdono da offrire, qualche barriera da abbattere tra te e i fratelli? Vuoi farlo?
- T’impegni a educare i figli anche con gesti concreti, organizzando celebrazioni significative?
- Chiedi a Gesù di inviarti lo Spirito perché tu diventi un vero testimone del Suo Amore?