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MAGGIO 2011

     

PORRE LA PROPRIA CONSACRAZIONI NELLE MANI DI MARIA MEDIATRICE

 

            Abbiamo già visto l’importanza della Madonna nella vita familiare, ma la sua presenza deve essere educativa, dobbiamo capire cosa significa l’appellativo di Mediatrice che le diamo.

            L’immagine che Madre Speranza, per ispirazione divina, ha fatto dipingere, la ritrae nell’atteggiamento dell’orante: con le braccia aperte e lo sguardo rivolto al Padre in segno di supplica.

            E’ inondata della luce dello Spirito Santo: è la Donna dell’Apocalisse, vestita di Sole e con la luna sotto i suoi piedi in segno di dominio sull’intero universo.

            Il suo piede schiaccia la testa al serpente: è la Donna biblica, di cui si parla in Genesi (3)

            Ma da quel piede nasce un giglio candido che le fiorisce sul petto: segno della purezza del suo Cuore (Il dogma dell’Immacolata Concezione fu proclamato da Pio IX l’8 dicembre del 1854).

            Su questo giglio, come su un ostensorio, poggia un’Ostia candida, cioè Gesù eucaristico, dono del giovedì santo alla Chiesa che rimaneva priva del suo Redentore, immolato sulla croce.

            Il mondo è immerso nella tempesta, ma tra le nuvole spunta l’arcobaleno, segno di speranza.

 

SPIEGHIAMO QUESTA IMMAGINE

 

             Maria è la donna orante: allarga le braccia in forma di croce, per ricordare al Padre che mentre il Figlio veniva crocifisso nel corpo, Lei veniva crocifissa nel cuore. E mentre il Figlio rimane Mediatore unico, di fronte a Lui, quale garante della salvezza dell’uomo peccatore, Lei si unisce alla Sua intercessione in favore dei figli nati nel dolore sul Golgota. Il suo martirio di Madre è agli occhi del Padre in segno di riscatto.

            Il Padre non può negarle nessuna grazia, perché Lei, insieme a Gesù, ha pagato per noi. Come il pellicano svuota il suo cuore per nutrire i figli e poi muore, così Maria si è lasciata svuotare il Cuore nel sacrificio d’amore del Figlio diletto, per nutrire noi, figli ingrati, ma teneramente amati, amati più della sua stessa vita.

            Affidarsi a Maria significa avere una Mediatrice potente davanti alla Santissima Trinità, in favore della famiglia.

            Se noi diciamo, con impegno serio: “Maria, noi mettiamo la nostra famiglia nelle tue mani”, Lei l’accoglie e la presenta al Signore per ogni sua necessità materiale e spirituale, inoltre intercede perché ogni membro segua con fedeltà il progetto di Dio su di lui e santifichi la sua vita. Tutto dipende dalla nostra serietà, perché Maria è sempre pronta a compiere il suo servizio di mediazione.

            Immagine eloquente della sua mediazione l’abbiamo a Cana.

            Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino». E Gesù rispose: «Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora». La madre dice ai servi: «Fate quello che vi dirà».

            Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. E Gesù disse loro: «Riempite d'acqua le giare»; e le riempirono fino all'orlo. Disse loro di nuovo: «Ora attingete e portatene al maestro di tavola». Ed essi gliene portarono. E come ebbe assaggiato l'acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l'acqua), chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un pò brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono». Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui. Giovanni 2:1-11

            Maria non è richiesta di interessarsi per risolvere il problema del vino, è la sua vigilanza materna che la rende sollecita verso il bene dei figli. Gesù ci affiderà a Lei dall’alto della croce, ma Lei sente già la sua missione e la esercita prima ancora di riceverne l’incarico ufficiale. E’ la vera donna, pensata da Dio per il cuore dell’uomo, di qualsiasi uomo, quindi anche della coppia che stava celebrando il suo matrimonio. Se gli sposi si fossero accorti della mancanza di vino, la gioia della festa sarebbe stata offuscata dalla preoccupazione; Lei previene e ricorre al Figlio. Molto si è detto sulla risposta di Gesù, ma un fatto è certo, Maria è sicura che il Figlio non deluderà le sue attese e dice ai servi: “Fate quello che vi dirà” . Maria continua anche oggi a rivolgersi al Padre, Al Figlio e allo Spirito per intercedere in nostro favore. Nessuno è escluso dal suo interessamento. Non ci sono privilegi di sorta, non ci sono figli e figliastri, siamo tutti figli teneramente amati, tutti oggetto delle sue premure materne.

            E’ bene saperlo e utilizzare questa potenza divina in tutte le nostre necessità materiali e spirituali.

 

            Maria è la donna dell’Apocalisse: Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. Era incinta e gridava per le doglie e il travaglio del parto. Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna che stava per partorire per divorare il bambino appena nato. Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e il figlio fu subito rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece fuggì nel deserto, ove Dio le aveva preparato un rifugio perché vi fosse nutrita per milleduecentosessanta giorni.

            Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli. Allora udii una gran voce nel cielo che diceva:

            «Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo, poiché è stato precipitato l'accusatore dei nostri fratelli, colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte. Ma essi lo hanno vinto per mezzo del sangue dell'Agnello e grazie alla testimonianza del loro martirio; poiché hanno disprezzato la vita fino a morire.

            Esultate, dunque, o cieli, e voi che abitate in essi. Ma guai a voi, terra e mare, perché il diavolo è precipitato sopra di voi pieno di grande furore, sapendo che gli resta poco tempo».

            (….) Allora il drago si infuriò contro la donna e se ne andò a far guerra contro il resto della sua discendenza, contro quelli che osservano i comandamenti di Dio e sono in possesso della testimonianza di Gesù”. (Ap 12:1-18)

            Maria si è salvata dal drago rosso, perché immacolata, perché si è tenuta sempre sotto il Sole dello Spirito Santo. Lei è figlia del Padre, madre del Figlio, sposa dello Spirito Santo che l’ha fecondata: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio”.

 

            Il suo piede schiaccia la testa al serpente infernale: Nella storia dell’umanità, Maria è Colei che riaccende la speranza perduta per il peccato: “Allora Dio il SIGNORE disse al serpente: «Poiché hai fatto questo, sarai il maledetto fra tutto il bestiame e fra tutte le bestie selvatiche! Tu camminerai sul tuo ventre e mangerai polvere tutti i giorni della tua vita. Io porrò inimicizia fra te e la donna, e fra la tua progenie e la progenie di lei; questa progenie ti schiaccerà il capo e tu le ferirai il calcagno».  (Gen 3)

            Infatti Maria poggia il piede sulla testa del serpente infernale, che non può ingannarla, perché la sua mente è fusa con quella di Dio, è la Donna del sì totale, è l’Immacolata, cioè Colei che non ha ceduto alle lusinghe ingannatrici del demonio, come fece Eva. Per questo è considerata ed è la nuova Eva. Con Gesù e con Lei, il Padre stringe una Nuova ed eterna Alleanza, sancita sul Calvario dal Sangue redentore di Cristo e dal dolore illimitato del Cuore santissimo della sua Mamma. Questa Alleanza è nuova perché la precedente era fallita per inadempienza della prima coppia, Come erano fallite tutte le altre alleanze strette fra Dio e i Patriarchi (Noè, Abramo, Mosé) ed è eterna, perché compiuta da Gesù, Uomo – Dio, che rende eterno ogni suo atto. Per cui non ci sarà bisogno di un’altra alleanza, perché ciascuno di noi potrà inserirsi in questa Alleanza eterna, attraverso i Sacramenti, che sono azioni sacre, che ottengono effetti soprannaturale.

 

            Da quel piede che schiaccia la testa del nemico, nasce un giglio che le fiorisce sul Cuore.

E’ un giglio bianco, senza macchia. Da qui il suo titolo più bello: Immacolata e il cielo ha posto la sua firma a questo titolo con l’apparizione a Lourdes e la fondazione di uno dei santuari più grandi del mondo, che ne proclama la gloria.

            Il Cuore di Maria è puro non solo perché casto, vergine prima, durante e dopo il parto, ma perché ha saputo tenere sotto controllo tutte le concupiscenze umane e non ha ceduto a nessun tipo di peccato.

            A noi sembra impossibile trascorrere l’intera esistenza senza macchiarsi di qualche peccato, ma questo ci accade perché amiamo poco e amiamo male, perché l’amore non ci ha conquistato totalmente. Se così fosse rimarremmo nell’amore anche se offesi, traditi, ingiustamente condannati, privati dei beni più cari, che sono non tanto i beni quanto le persone legate a noi da vincoli di sangue.

            Maria è stata privata del Bene più caro ed assoluto: il suo Gesù, eppure è rimasta nell’amore verso noi che siamo stati i veri carnefici del nostro Redentore. Lei non ci ha maledetti, non ci ha disconosciuti, ha sofferto, unito la sua sofferenza a quella del Figlio, ha intriso il suo Cuore di perdono e ci ha stretti più fortemente a sé, in un amore doloroso ma non meno vero, anzi più forte di quello con cui stringeva a sé il piccolo Gesù, e ci ha perdonati e ci perdona, avrebbe perdonato anche a Giuda se egli avesse accolto il suo perdono.

            Con un amore di questo spessore non si può peccare. Un simile Amore la rende simile a Dio che è Amore per essenza.

            Maria, creatura come noi, ci dà la misura a cui può giungere il nostro amore e la ricetta per avere il cuore puro.

 

            Su questo giglio, come su un ostensorio, poggia un’Ostia candida, cioè Gesù eucaristico, dono del giovedì santo alla Chiesa che rimaneva priva del suo Redentore, immolato sulla croce.

            Ad una vista molto superficiale può sembrare che l’immagine di Maria Mediatrice non porti con sé Gesù; in realtà non è così. Maria Mediatrice è l’immagine della Chiesa. Gesù aveva detto:

Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Matteo 28:20  E il modo in cui è rimasto con noi, richiede una fede maggiore, ma è ancora più efficace della sua presenza di uomo – Dio, perché rimanere sotto le specie del cibo, ci dà la possibilità di inserirci in Lui, con le proprietà specifiche di elemento vitale e vitalizzante del cibo, con la differenza che mentre la relazione tra noi e il cibo materiale è da essere superiore (noi) a inferiore (cibo) e quindi siamo noi che trasformiamo il cibo in vita nostra, nella particolarità del Cibo divino la relazione s’inverte: Lui (cibo – ostia) è l’elemento superiore e noi (creature) l’elemento inferiore, e quindi è Lui che ci trasforma in Sé, ci inserisce nella Sua vita divina, ci trasfigura, ci santifica, ci comunica la Sua bellezza, il Suo splendore, la Sua essenza.

            E’ nell’Eucaristia che si realizza la teologia del Corpo mistico:

Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo?  (…) chi si unisce al Signore forma con lui un solo spirito. (…) O non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi? 20Infatti siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo!(Cfr 1Cor 6,15-20)

Questo mistero di comunione intima si è realizzato nell’Ultima Cana:

Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: "Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me". Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: "Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me". Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga. Perciò chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore. Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna.

(1Cor 11,23-29)

Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo. 13E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo(1Cor12,12-13)

L’Eucaristia realizza questo mistero in maniera umanamente inspiegabile ma divinamente reale. Tutto è possibile a Dio.

Sentiamo cosa ci dice in proposito La Madre Speranza:

            Vi prego caldamente di non lasciare mai la Santa Comunione con la quale spalanchiamo le porte dell’anima a Dio, nostro Padre e nostro tutto. Egli continuamente ci attende per nutrire l’anima che, come il corpo, ha bisogno di alimento e di energie per lavorare e combattere durante il pellegrinaggio terreno.

            Per alimentare la vita divina è necessario il Corpo e il Sangue del Buon Gesù, la sua Anima e la sua Divinità che ci trasforma in altrettanti Cristi, comunicandoci il suo modo di essere, i suoi affetti, le sue virtù e specialmente il suo amore a Dio e al prossimo. La Comunione, dunque, è immedesimazione a Cristo da cui s’impara ad imitare il divin Maestro, a dimenticare, a perdonare, ad amare i nemici.

            Proponiamoci fermamente di non lasciare mai la Santa Comunione. Se abbiamo avuto la sventura di perdere la vita della grazia col peccato mortale, ricorriamo subito al sacramento della penitenza che laverà le nostre colpe con il preziosissimo Sangue del Buon Gesù, la cui virtù ci viene applicata con l’assoluzione, purché sinceramente pentiti e risoluti a non peccare più. (El pan 9,27-29)

            Pensiamo che un’anima, dal momento che si consacra a Gesù, deve sforzarsi di perpetuare sulla terra il Suo sacrificio come vittima immolata. Che meraviglia!

            Naturalmente al sacrificio va unito l’amore e così realizzeremo la sublime dottrina del Vangelo che dice: “Non può essere mio discepolo chi non prende la sua croce e mi segue. Il mio comandamento è questo: amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato” (Lc 14,27). Come vedete le parole di Gesù sono perentorie. Il suo comandamento è l’amore e solo chi ama la croce può essere suo discepolo. Neppure può essere utile alla causa del vangelo, cioè di Gesù, chi non ha il coraggio di lasciarsi umiliare come il chicco di grano, che per dar vita a molti altri chicchi, si nasconde nella terra, marcisce e muore (El pan, 2,34-35).

 

            Il mondo è immerso nella tempesta, ma tra le nuvole spunta l’arcobaleno, segno di speranza. Come non pensare all’alleanza con Noè?

            Al tempo di Noé, l’umanità si era corrotta con la poligamia, l’omosessualità e la violenza:

            “Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che male. E il Signore si pentì di aver fatto l'uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo. Il Signore disse: «Sterminerò dalla terra l'uomo che ho creato: con l'uomo anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché sono pentito d'averli fatti». Ma Noè trovò grazia agli occhi del Signore”. (Gen 6,5-8)

            Oggi viviamo un neopaganesimo che ha abbassato il livello morale, per cui l’umanità perisce nel peccato di ogni genere. Questa situazione suscita il giudizio di Dio su questa generazione. Ma Lei è lì, con le braccia aperte a intercedere, come unica ancora di salvezza.

            E sappiamo che nulla le sarà negato da Dio e, dopo un lungo travaglio il suo Cuore Immacolato trionferà, perché Lei non è solo Mediatrice ma anche vittima unita indissolubilmente alla Vittima Divina con vincoli materni indistruttibili.

            Questa l’ancora che Gesù, Amore Misericordioso ha presentato a Madre Speranza, perché la additasse al mondo intero, bisognoso di salvezza.

            Queste la mani nelle quali vogliamo mettere le nostre famiglie, perché siano protette dal male che prolifera nel nostro mondo nelle forme più svariate. Queste le mani alle quali vogliamo affidare i nostri figli, perché possano crescere in un mondo più sano e più orientato ai veri valori che garantiscono l’eternità nella gloria del nostro Dio.

 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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