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GENNAIO 2009

     

La Sapienza ammaestra con proverbi (Pr 10:1-32; 11:1-31;12:1-26

            La raccolta di proverbi salomonica contiene la riflessione e la saggezza accumulata nei secoli. Chi può non condividere che “Il figlio saggio rende lieto il padre; il figlio stolto contrista la madre”.? E’ esperienza che si rinnova ad ogni generazione, perché purtroppo solo l’esperienza sofferta personalmente si fa maestra di vita e di saggezza.

Non giovano i tesori male acquistati, mentre la giustizia libera dalla morte”. Questo proverbio non è condiviso da molta gente, che pensa che gli imbroglioni vivono meglio degli onesti e può sembrare anche vero visto dall’esterno, ma i beni mal acquistati non si vivono in pace, perché la coscienza non li approva e poi c’è la possibilità che anche la giustizia umana faccia le sue indagini e, all’improvviso può additarci come malfattori e disonorarci, strappandoci la maschera che copriva la nostra verità. Il libro dei Proverbi ne dà la motivazione quando dice: “Il Signore non lascia patir la fame al giusto, ma delude la cupidigia degli empi”.

            Dio però ci ha corredato d’intelligenza per affrontare i problemi della vita, di organi adatti al lavoro, di forza per sostenere la fatica necessaria per guadagnarci il pane quotidiano, per cui non è giusto attendersi il miracolo o far leva sulla generosità altrui, prima di aver messo in atto tutte le nostre risorse e esserci impegnati al massimo per provvedere a noi stessi e alle nostre famiglie.

            L’avidità nell’accumulare ricchezze è un difetto, ma anche la pigrizia e l’imprevidenza è un difetto: Mettere da parte qualcosa per gli imprevisti o per periodi di scarso lavoro è prudenza, lo fa anche la formica e sicuramente la benedizione di Dio è sul capo del giusto.

La mano pigra fa impoverire, la mano operosa arricchisce.

Chi raccoglie d'estate è previdente; chi dorme al tempo della mietitura si disonora.

Le benedizioni del Signore sul capo del giusto, la bocca degli empi nasconde il sopruso.

La memoria del giusto è in benedizione, il nome degli empi svanisce.

         La Sapienza passa in rassegna tutte le membra del corpo; parla di “mano pigra”, di “bocca dell’empio”, di “occhio che si chiude” davanti alla scorrettezza dei figli e lascia passare, favorendo l’insinuarsi del male nel suo cuore, mentre la correzione potrebbe essere un freno al male.

         Poi passa in rassegna i sentimenti e gli atteggiamenti di vita. Oggi, in un mondo senza regole, parlare di accettare i comandi e parlare in modo corretto è diventato un tabù, perfino nella scuola si usa un linguaggio scorretto e non si accettano regole imposte dall’alto. Sono i ragazzi che devono decidere cosa imparare, quale comportamento tenere, con quale abbigliamento presentarsi alle lezioni. E’ come dire ad uno che non conosce la strada di farsi guida agli altri.

- L'assennato accetta i comandi, il linguacciuto va in rovina.

- Chi cammina nell'integrità va sicuro, chi rende tortuose le sue vie sarà scoperto.

- Chi chiude un occhio causa dolore, chi riprende a viso aperto procura pace.

- Fonte di vita è la bocca del giusto, la bocca degli empi nasconde violenza.

            Il proverbio: - L'odio suscita litigi, l'amore ricopre ogni colpa., può essere un programma di vita familiare, perché solo con un amore capace di perdonare ogni colpa è possibile vivere un amore che dura tutta la vita, ma quanta sapienza richiede questo atteggiamento! Quanti altri proverbi deve aver fatto norma della sua vita! Deve essere assennato, prudente, capace di rinunciare alle sue voglie per mettersi al servizio delle persone amate. Molte relazioni finiscono perché mancano le virtù, perché le persone non sono educate all’autocontrollo, al dominio di sé, per cui non sanno gestire i loro sentimenti. I giovani in particolare rivelano queste fragilità, ma i responsabili sono quelli che avrebbero dovuto educarli al vivere civile, a saper mettere la propria parte per contribuire a stabilire una buona relazione in famiglia, a scuola nel posto di lavoro. Oggi l’intolleranza regna sovrana, i diritti sono rivendicati, i doveri dimenticati, I risultati possono essere solo quelli che sono sotto gli occhi di tutti.

            La Sapienza continua a mettere in evidenza piccole sfaccettature del comportamento che sono responsabili di sofferenze o di successo.

- Sulle labbra dell'assennato si trova la sapienza, per la schiena di chi è privo di senno il bastone.

- I saggi fanno tesoro della scienza, ma la bocca dello stolto è un pericolo imminente.

I beni del ricco sono la sua roccaforte, la rovina dei poveri è la loro miseria.

Il salario del giusto serve per la vita, il guadagno dell'empio è per i vizi.

È sulla via della vita chi osserva la disciplina, chi trascura la correzione si smarrisce.

Placano l'odio le labbra sincere, chi diffonde la calunnia è uno stolto.

Nel molto parlare non manca la colpa, chi frena le labbra è prudente.

Argento pregiato è la lingua del giusto, il cuore degli empi vale ben poco.

Le labbra del giusto nutriscono molti, gli stolti muoiono in miseria.

La benedizione del Signore arricchisce, non le aggiunge nulla la fatica.

            Quanta verità nascondono questi proverbi! Chi non ha sofferto a causa di bocche che parlano senza far passare per la mente e per il cuore ciò che dicono? Ma l’esperienza di sofferenza ci ha reso più cauti nel parlare a nostra volta o anche noi cadiamo nello stesso difetto che condanniamo negli altri? Quanti litigi familiari sono da attribuirsi al cattivo uso della lingua!

            Ovviamente se questo è vero, è anche vero che chi usa bene la lingua può fare un mondo di bene, può aiutare a considerare gli avvenimenti sotto altri punti di vista e lenire così sofferenze, portare serenità nei cuori, ottenere riconciliazioni. Questa è santità nel quotidiano. Il nostro quotidiano quasi sempre si concretizza in piccole circostanze, che però possono essere rese preziose dall’amore e dalla saggezza.

È un divertimento per lo stolto compiere il male, come il coltivar la sapienza per l'uomo prudente.

Al malvagio sopraggiunge il male che teme, il desiderio dei giusti invece è soddisfatto.

Al passaggio della bufera l'empio cessa di essere, ma il giusto resterà saldo per sempre.

Come l'aceto ai denti e il fumo agli occhi così è il pigro per chi gli affida una missione.

Il timore del Signore prolunga i giorni, ma gli anni dei malvagi sono accorciati.

L'attesa dei giusti finirà in gioia, ma la speranza degli empi svanirà.

La via del Signore è una fortezza per l'uomo retto, mentre è una rovina per i malfattori.

Il giusto non vacillerà mai, ma gli empi non dureranno sulla terra.

La bocca del giusto esprime la sapienza, la lingua perversa sarà tagliata.

Le labbra del giusto stillano benevolenza, la bocca degli empi perversità.

            Essere giusto o malvagio è una scelta che possiamo fare noi, senza dover dipendere da nessuno. Non sono le circostanze che ci fanno essere giusti o reprobi, le circostanze ci mettono solo alla prova, saggiano la nostra virtù, come il fuoco saggia l’oro e lo purifica. Non è giusto, allora, cercare un colpevole per ogni problema che siamo chiamati ad affrontare. Gli altri fanno le loro scelte, sagge o stolte, in base alla luce e alla volontà che hanno in quel momento, noi dobbiamo parare i colpi, come fa il tennista quando gli arriva una palla in un senso o nell’altra.

- La bilancia falsa è in abominio al Signore, ma del peso esatto egli si compiace.

- Viene la superbia, verrà anche l'obbrobrio, mentre la saggezza è presso gli umili.

- L'integrità degli uomini retti li guida, la perversità dei perfidi li rovina.

- Non serve la ricchezza nel giorno della collera, ma la giustizia libera dalla morte.

- La giustizia dell'uomo onesto gli spiana la via; per la sua empietà cade l'empio.

- La giustizia degli uomini retti li salva, nella cupidigia restano presi i perfidi.

- Con la morte dell'empio svanisce ogni sua speranza, la fiducia dei malvagi scompare.

- Il giusto sfugge all'angoscia, al suo posto subentra l'empio.

- Con la bocca l'empio rovina il suo prossimo, ma i giusti si salvano con la scienza.

- Della prosperità dei giusti la città si rallegra, per la scomparsa degli empi si fa festa.

- Con la benedizione degli uomini retti si innalza una città, la bocca degli empi la demolisce.

- Chi disprezza il suo prossimo è privo di senno, l'uomo prudente invece tace.

- Chi va in giro sparlando svela il segreto, lo spirito fidato nasconde ogni cosa.

- Senza una direzione un popolo decade, il successo sta nel buon numero di consiglieri.

- Chi garantisce per un estraneo si troverà male, chi avversa le strette di mano a garanzia, vive tranquillo.

- Una donna graziosa ottiene gloria, ma gli uomini laboriosi acquistano ricchezza.

- Benefica se stesso l'uomo misericordioso, il crudele invece tormenta la sua stessa carne.

- L'empio realizza profitti fallaci, ma per chi semina la giustizia il salario è sicuro.

- Chi pratica la giustizia si procura la vita, chi segue il male va verso la morte.

- I cuori depravati sono in abominio al Signore che si compiace di chi ha una condotta integra.

- Certo non resterà impunito il malvagio, ma la discendenza dei giusti si salverà.

- Un anello d'oro al naso d'un porco, tale è la donna bella ma priva di senno.

- La brama dei giusti è solo il bene, la speranza degli empi svanisce.

- C'è chi largheggia e la sua ricchezza aumenta, c'è chi risparmia oltre misura e finisce nella miseria.

- La persona benefica avrà successo e chi disseta sarà dissetato.

- Chi accaparra il grano è maledetto dal popolo, la benedizione è invocata sul capo di chi lo vende.

- Chi è sollecito del bene trova il favore, chi ricerca il male, male avrà.

- Chi confida nella propria ricchezza cadrà; i giusti invece verdeggeranno come foglie.

- Chi crea disordine in casa erediterà vento e lo stolto sarà schiavo dell'uomo saggio.

- Il frutto del giusto è un albero di vita, il saggio conquista gli animi.

- Ecco, il giusto è ripagato sulla terra, tanto più lo saranno l'empio e il peccatore.

            I proverbi confermano i comandamenti: la loro osservanza rende l’uomo dignitoso, onesto, degno di fiducia, anche sereno nelle prove della vita, perché è tanto grande la speranza che attende da essere disposto a pagarne tutto il prezzo. S. Francesco diceva: “Tanto è il bene che mi aspetto, che ogni pena mi è diletto”.

            I giusti, i retti di cuore sono accolti con gioia da tutti. Se una città avesse la fortuna di essere guidata da uomini retti, sicuramente i cittadini sarebbero felici e vivrebbero in serenità, mentre se è guidata da profittatori va in rovina. Ma la stessa cosa può dirsi della famiglia o di una comunità. Sicuramente Dio agisce attraverso i giusti e li guida con le Sue ispirazioni che sono dettate dall’amore, mentre il reprobo non permette a Dio di operare, perché ha un altro ispiratore, che non è mosso da amore ma da egoismo, invidia, inganno, odio, ecc. La legge di Dio è davvero luce ai nostri passi e garanzia di una convivenza fraterna.

            Perché tanto disordine nelle famiglie se non perché si cade nell’inganno del tentatore e ci si mette sulla sua via?

            “Benefica se stesso l’uomo misericordioso, il crudele tormenta la sua stessa carne”; infatti, chi non vive nell’amore è sempre tirato, diffidente, propenso a vedere sempre l’aspetto negativo delle cose, ha il volto rattratto, non è sereno e finisce  per ammalarsi anche fisicamente.

            Al contrario chi benefica il fratello, chi è sensibile ai suoi bisogni, moltiplica i suoi beni, perché il Signore ripaga con il centuplo la carità verso il fratelli bisognoso.

- Chi ama la disciplina ama la scienza, chi odia la correzione è stolto.

- Il buono si attira il favore del Signore, ma egli condanna l'intrigante.

- Non resta saldo l'uomo con l'empietà, ma la radice dei giusti non sarà smossa.

- La donna perfetta è la corona del marito, ma quella che lo disonora è come carie nelle sue ossa.

- I pensieri dei giusti sono equità, i propositi degli empi sono frode.

- Le parole degli empi sono agguati sanguinari, ma la bocca degli uomini retti vi si sottrarrà.

- Gli empi, una volta abbattuti, più non sono, ma la casa dei giusti sta salda.

- Un uomo è lodato per il senno, chi ha un cuore perverso è disprezzato.

- Un uomo di poco conto che basta a se stesso vale più di un uomo esaltato a cui manca il pane.

- Il giusto ha cura del suo bestiame, ma i sentimenti degli empi sono spietati.

- Chi coltiva la sua terra si sazia di pane, chi insegue chimere è privo di senno.

- Le brame dell'empio sono una rete di mali, la radice dei giusti produce frutti.

- Nel peccato delle sue labbra si impiglia il malvagio, ma il giusto sfuggirà a tale angoscia.

- Ognuno si sazia del frutto della sua bocca, ma ciascuno sarà ripagato secondo le sue opere.

- Lo stolto giudica diritta la sua condotta, il saggio, invece, ascolta il consiglio.

- Lo stolto manifesta subito la sua collera, l'accorto dissimula l'offesa.

- Chi aspira alla verità proclama la giustizia, il falso testimone proclama l'inganno.

- V'è chi parla senza riflettere: trafigge come una spada; ma la lingua dei saggi risana.

- La bocca verace resta ferma per sempre, la lingua bugiarda per un istante solo.

- Amarezza è nel cuore di chi trama il male, gioia hanno i consiglieri di pace.

- Al giusto non può capitare alcun danno, gli empi saranno pieni di mali.

- Le labbra menzognere sono un abominio per il Signore che si compiace di quanti agiscono con sincerità.

- L'uomo accorto cela il sapere, il cuore degli stolti proclama la stoltezza.

- La mano operosa ottiene il comando, quella pigra sarà per il lavoro forzato.

- L'affanno deprime il cuore dell'uomo, una parola buona lo allieta.

- Il giusto è guida per il suo prossimo, ma la via degli empi fa smarrire.

- Il pigro non troverà selvaggina; la diligenza è per l'uomo un bene prezioso.

- Nella strada della giustizia è la vita, il sentiero dei perversi conduce alla morte.

            Una serie di proverbi… qualcuno potrebbe dire: “A che servono?” Innanzi tutto osserviamo una cosa: Ogni proverbio ha, di solito, una parte negativa e una positiva, cioè ci dice qual è il comportamento dello stolto e quale quello del saggio. Il primo atteggiamento non è benedetto da Dio, il secondo ottiene la sua approvazione.

            Bene, se siamo sinceri dobbiamo dire che qualcuno di questi proverbi ci tocca nel vivo,  denuncia un nostro atteggiamento difettoso; leggendolo ci dà fastidio, vorremmo saltarlo. Ebbene, proprio quello deve essere sottolineato e preso a soggetto del nostro progetto di vita.

            In quest’anno comunitario il Signore ci sta chiedendo di fare dei piccoli passi verso la perfezione dell’amore, ma quali passi dobbiamo fare? Rileggiamo con attenzione proprio questo o questi Proverbi e riflettiamo su qualche atteggiamento che è necessario migliorare. Scriviamolo nel nostro cuore e poi anche su un pezzo di carta e tracciamoci un piccolo programma molto pratico, che serva a migliorare la nostra situazione e togliere la parte negativa del proverbio stesso, per poter far nostra la parte positiva e ottenere così la compiacenza divina, che si rifletterà in gioia e pace interiore.

            Il cammino di fede non è qualcosa di evanescente, o semplicemente di conoscenza; la conoscenza è necessaria ma serve solo a metterci in dirittura di partenza, poi i passi bisogna farli nella giusta direzione, magari piccoli passi ma tesi alla conquista di qualche virtù che ci manca, perché alla fine il cammino tende a renderci perfetti nell’amore, quindi si tratta di un cammino da fare dentro di noi, per potenziarci nell’amore. Solo chi migliora se stesso, facendo propri i sentimenti di Cristo Gesù, nostro modello, fa un vero cammino di fede, e sarà trovato grande per il regno dei cieli. Le virtù servono anche per migliorare le nostre relazioni reciproche, quindi anche per portare il Regno di Dio sulla terra. Ogni nostro piccolo progresso nel bene, contribuisce a rendere più luminosa la nostra terra. E’ vero, le tenebre sono fitte, ma una piccola luce che si accende è sempre un punto luminoso, che spezza la tenebra; se poi con la nostra luce andiamo ad accendere altre luci spente, la luce aumenta e con essa la gioia e la felicità dell’incontro. Al buio non ci si incontra, perché non ci si riconosce, bisogna accendere la luce per sapere chi ci sta di fronte.

            Decidiamoci, allora, a tenere bene accesa la nostra luce e poi avviciniamo qualche lucignolo fumigante, qualche lampada dallo stoppino spento e comunichiamo la nostra luce, la vedremo accendersi e potremo leggere la gioia negli occhi che ci stanno di fronte.

 

Questionario per l’approfondimento personale:

 

    • Leggi con attenzione i Proverbi riportati in questo scritto e sottolinea quelli che t’interpellano di più. Rifletti e vedi come puoi migliorare la tua situazione.
    • Durante il mese, procura di accostare la tua fiamma a qualche stoppino fumigante e riaccendi in essi la luce della fedeltà a Dio e dell’amore.

     

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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