LA FAMIGLIA NELLA CHIESA NASCENTE
Famiglia e Chiesa sono state pensate e volute da Dio in un unico progetto di salvezza.
La Chiesa nascente, narrata dagli Atti, ci fa capire che non c’è Chiesa senza famiglia e non c’è famiglia senza Chiesa. La Chiesa di Cristo, in realtà, prima che attraverso le strutture, si stabilisce nel cuore delle persone di buona volontà, che accolgono la “Buona Novella”, credono e vogliono ricevere la salvezza. Per questo motivo imparano a vivere secondo Dio, togliendo dalle loro abitudini tutti quegli atti che Dio disapprova e non benedice.
E’ chiaro che non tutti i cuori sono disponibili e perciò la Parola, spada a due tagli, pur volendo creare la famiglia di Dio, quindi una comunità di fratelli, può anche dividere:
Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. D'ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre;
padre contro figlio e figlio contro padre,
madre contro figlia e figlia contro madre,
suocera contro nuora e nuora contro suocera». (Lc 12:51-53)
Sicuramente non è volere di Gesù dividere ma unire in un sol corpo, il Corpo Mistico di Cristo, in una sola famiglia: la Chiesa e, all’interno delle famiglie terrene, unire i membri in un cuor solo e un’anima sola. La divisione è causata dalla diversa disponibilità dei cuori stessi.
Le difficoltà nell’accettare novità portata da Cristo trovava ostacolo per gli Ebrei nella legge e soprattutto nelle sovrastrutture apposte lungo i secoli; per i pagani nella vita gaudente e senza regole morali vissuta fino a quel momento e che la Parola di Gesù condannava.
Ed è subito lotta! Lotta tra il bene e il male, tra la luce e le tenebre, tra la sapienza divina e la stoltezza del vizio.
Ma, come dopo la notte, la luce si fa strada lentamente tra le tenebre e poi è giorno pieno, così la luce di Dio ha rotto le tenebre dell’ignoranza e del peccato e si è fatta strada nei cuori, fino a diventare più forte di ogni altro bene terreno, superiore agli stessi vincoli di sangue.
La storia della Chiesa ne è piena e conoscerla sarà lo stupore del cielo.
Quest’anno vogliamo ritornare alle origini della nostra storia di cristiani, cercando di ripercorrerla, seguendo gli Atti degli Apostoli, che sono il diario della Chiesa nascente.
Se la Parola ci fosse dovuta giungere solo attraverso le sinagoghe, si sarebbe arenata sul nascere, perché le sinagoghe erano troppo piene di idee e non lasciavano spazio alla Parola, ma, per fortuna, c’era la famiglia che venne in soccorso alla Parola e l’accolse, le offrì ospitalità, la protesse, la difese con coraggio, la diffuse. Le prime adunanze di cristiani avvenivano, infatti presso le famiglie di quelli che aderivano alla fede.
La famiglia è una “subcultura”, è un piccolo regno a sé, che ha sempre ottenuto il dovuto rispetto, tranne che nei momenti di grandi dittature dissacranti, che hanno profanato anche il suo santuario e hanno riempito il cielo di martiri.
LO SPIRITO SANTO CREA LA CHIESA
Comunque, leggendo gli Atti, si evince che la Chiesa nasce dalla discesa dello Spirito Santo.
Ecco la promessa di Gesù:
Nel mio primo libro ho già trattato, o Teòfilo, di tutto quello che Gesù fece e insegnò dal principio fino al giorno in cui, dopo aver dato istruzioni agli apostoli che si era scelti nello Spirito Santo, egli fu assunto in cielo.
Egli si mostrò ad essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, apparendo loro per quaranta giorni e parlando del regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere che si adempisse la promessa del Padre «quella, disse, che voi avete udito da me: Giovanni ha battezzato con acqua, voi invece sarete battezzati in Spirito Santo, fra non molti giorni». Così venutisi a trovare insieme gli domandarono: «Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta, ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra».
Detto questo, fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo. E poiché essi stavano fissando il cielo mentre egli se n'andava, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo». (At 1:1-11)
Gesù ci ha dato un tempo, oppure si è preso un tempo, ma non ci ha lasciati soli, ci ha mandato il suo Spirito. Quello che viviamo è il tempo dello Spirito. Nello Spirito siamo stati battezzati, cioè consacrati. Le condizioni per accogliere e permanere in questo stato di grazia sono:
Non allontanarsi da Gerusalemme;
aspettare il dono dall’Alto;
diventare testimoni.
Cosa significa “Non allontanarsi da Gerusalemme?” Gerusalemme era il luogo dell’incontro con Dio e, nell’immediato era anche il luogo dove si stava costituendo la prima comunità cristiana, che doveva nascere sulle radici patriarcali e profetiche dell’Antico Testamento, per indicarne la continuità e l’attuazione delle promesse divine.
Per noi, oggi, potrebbe indicare qualunque forma usata da Dio per risvegliare la nostra fede; la spiritualità o di richiamo religioso, attraverso cui la grazia della conversione o la chiamata a perfezione ci ha raggiunti.
Dio ci tratta in maniera personalizzata e, nella sua sapienza ci dà gli stimoli positivi per chiamarci a perfezione, ma dipende da noi renderli efficaci. Attraverso queste vie provvidenziali che il Signore ci vuole dare il dono dall’Alto, cioè lo Spirito Santo promesso alla Chiesa nascente. Solo guidati e resi attivi in Lui, solo posseduti da Lui, potremo diventare testimoni, cioè annunciare ai fratelli le meraviglie di cui Dio ci ha fatto protagonisti.
E lo Spirito Santo scende, secondo la promessa di Cristo, dopo nove giorni dall’Ascensione, sugli Apostoli riuniti nel Cenacolo con Maria, Madre della Chiesa. Ed ecco sorgere dal cuore dei primi prescelti per l’effusione dello Spirito: coraggio, sapienza, determinazione, perseveranza, capacità di donarsi senza risparmio.
Potevano uscire dalla bocca di Pietro, che aveva vacillato ed era crollato di fronte ad una donna, parole come quelle che rivolse ai sacerdoti, agli scribi, ai farisei, persone tutte che incutevano timore nel vecchio Simone di Galilea?
“Uomini d'Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nazaret - uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso operò fra di voi per opera sua, come voi ben sapete -, dopo che, secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, fu consegnato a voi, voi l'avete inchiodato sulla croce per mano di empi e l'avete ucciso. Ma Dio lo ha risuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere”. (At 2:22-24)
Era evidente in lui una forza nuova, che agiva nel suo intimo e lo rinnovava. Era la forza della testimonianza che creava la Comunità, stimolando nei fratelli la riflessione, il pentimento, i propositi di vita nuova, l’adesione a Cristo mediante il Battesimo, l’impegno cristiano, la coerenza evangelica, la missionarietà… la santità.
FRUTTI DELLA VITA NUOVA
Ed ecco i frutti della vita nuova, descritti da Luca negli Atti:
“Quelli che aderivano alla fede erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune; chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati”. (At 2, 42-48)
Il Vangelo crea la fraternità e la famiglia, investita da questo spirito nuovo, tanto consono alla sua identità di realtà affettiva creata dal vincolo d’amore e da quello del sangue, non si fa sfuggire l’occasione, di potenziare la sua identità con un amore purificato da ogni egoismo e di scuotersi di dosso il peso della vecchia legge, per accogliere la dottrina liberante del Vangelo.
A conferma di ciò che gli Apostoli facevano e dicevano, Dio operava miracoli strepitosi, che portavano entusiasmo e conferma in quelli che avevano aderito alla fede e altri se ne aggiungevano. La conversione avveniva attraverso una vera revisione di vita, proposta dagli Apostoli:
Vedendo ciò, Pietro disse al popolo: «Uomini d'Israele, perché vi meravigliate di questo e continuate a fissarci come se per nostro potere e nostra pietà avessimo fatto camminare quest'uomo?
Il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, il Dio dei nostri padri ha glorificato il suo servo Gesù, che voi avete consegnato e rinnegato di fronte a Pilato, mentre egli aveva deciso di liberarlo; voi invece avete rinnegato il Santo e il Giusto, avete chiesto che vi fosse graziato un assassino e avete ucciso l'autore della vita. Ma Dio l'ha risuscitato dai morti e di questo noi siamo testimoni. Proprio per la fede riposta in lui il nome di Gesù ha dato vigore a quest'uomo che voi vedete e conoscete; la fede in lui ha dato a quest'uomo la perfetta guarigione alla presenza di tutti voi.
Ora, fratelli, io so che voi avete agito per ignoranza, così come i vostri capi; Dio però ha adempiuto così ciò che aveva annunziato per bocca di tutti i profeti, che cioè il suo Cristo sarebbe morto. Pentitevi dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati e così possano giungere i tempi della consolazione da parte del Signore ed egli mandi quello che vi aveva destinato come Messia, cioè Gesù. Egli dev'esser accolto in cielo fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose, come ha detto Dio fin dall'antichità, per bocca dei suoi santi profeti. Mosè infatti disse: Il Signore vostro Dio vi farà sorgere un profeta come me in mezzo ai vostri fratelli; voi lo ascolterete in tutto quello che egli vi dirà. E chiunque non ascolterà quel profeta, sarà estirpato di mezzo al popolo. Tutti i profeti, a cominciare da Samuele e da quanti parlarono in seguito, annunziarono questi giorni.
Voi siete i figli dei profeti e dell'alleanza che Dio stabilì con i vostri padri, quando disse ad Abramo: Nella tua discendenza saranno benedette tutte le famiglie della terra. Dio, dopo aver risuscitato il suo servo, l'ha mandato prima di tutto a voi per portarvi la benedizione e perché ciascuno si converta dalle sue iniquità». (At 3:12-26)
LE FORZE DEL MALE CONTRASTANO L’AZIONE DI DIO
Naturalmente dove il cielo opera, l’inferno s’infuria. Le forze del male agiscono soprattutto nella classe dirigente, quella stessa che aveva messo a morte il Figlio di Dio per invidia e gelosia. Neanche gli eventi del venerdì santo e quelli della domenica della risurrezione avevano scalfito i loro cuori induriti, ed ora non possono tollerare che la storia del Messia Gesù continui nei suoi discepoli. Gli Apostoli però parlano con tanta audacia e con tanto coraggio e saggezza che non possono confutarli sul piano delle idee né su quello dell’evidenza, dato che i prodigi che operano sono inconfutabili, comunque vengono imprigionati e processati. E così gli Apostoli cominciano a pagare con le percosse e con ogni sorta di vessazioni lo zelo che arde nei loro cuori, dal momento in cui lo Spirito Santo ha effuso su di loro i suoi doni.
Stavano ancora parlando al popolo, quando sopraggiunsero i sacerdoti, il capitano del tempio e i sadducei, irritati per il fatto che essi insegnavano al popolo e annunziavano in Gesù la risurrezione dai morti. Li arrestarono e li portarono in prigione fino al giorno dopo, dato che era ormai sera. Molti però di quelli che avevano ascoltato il discorso credettero e il numero degli uomini raggiunse circa i cinquemila.
Il giorno dopo si radunarono in Gerusalemme i capi, gli anziani e gli scribi, il sommo sacerdote Anna, Caifa, Giovanni, Alessandro e quanti appartenevano a famiglie di sommi sacerdoti. Fattili comparire davanti a loro, li interrogavano: «Con quale potere o in nome di chi avete fatto questo?». Allora Pietro, pieno di Spirito Santo, disse loro: «Capi del popolo e anziani, visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato ad un uomo infermo e in qual modo egli abbia ottenuto la salute, la cosa sia nota a tutti voi e a tutto il popolo d'Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi sano e salvo.
Questo Gesù è
la pietra che, scartata da voi, costruttori,
è diventata testata d'angolo.
In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati».
Vedendo la franchezza di Pietro e di Giovanni e considerando che erano senza istruzione e popolani, rimanevano stupefatti riconoscendoli per coloro che erano stati con Gesù; quando poi videro in piedi vicino a loro l'uomo che era stato guarito, non sapevano che cosa rispondere. Li fecero uscire dal sinedrio e si misero a consultarsi fra loro dicendo: «Che dobbiamo fare a questi uomini? Un miracolo evidente è avvenuto per opera loro; esso è diventato talmente noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme che non possiamo negarlo. Ma perché la cosa non si divulghi di più tra il popolo, diffidiamoli dal parlare più ad alcuno in nome di lui». E, richiamatili, ordinarono loro di non parlare assolutamente né di insegnare nel nome di Gesù. Ma Pietro e Giovanni replicarono: «Se sia giusto innanzi a Dio obbedire a voi più che a lui, giudicatelo voi stessi; noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato». Quelli allora, dopo averli ulteriormente minacciati, non trovando motivi per punirli, li rilasciarono a causa del popolo, perché tutti glorificavano Dio per l'accaduto. L'uomo infatti sul quale era avvenuto il miracolo della guarigione aveva più di quarant'anni”. (At 4:1-22)
La Comunità lodava Dio e intanto faceva la “riflessione profonda”, cioè rileggeva gli avvenimenti accaduti alla luce della Parola dei Profeti, si confermava nella fede e rafforzava il senso di appartenenza a Cristo con atti e virtù edificanti, molti staccavano il cuore dalle cose terrene, si prendevano cura della loro anima, vivevano la fraternità.
La moltitudine di coloro che eran venuti alla fede aveva un cuore solo e un'anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune. Con grande forza gli apostoli rendevano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti essi godevano di grande simpatia. Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano l'importo di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; e poi veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno.
Così Giuseppe, soprannominato dagli apostoli Barnaba, che significa «figlio dell'esorta-zione», un levita originario di Cipro, che era padrone di un campo, lo vendette e ne consegnò l'importo deponendolo ai piedi degli apostoli. (At 4:32-37)
QUESTIONARIO PER LA REVISIONE PERSONALE
- Facciamo anche noi, insieme alla comunità di Gerusalemme, la “riflessione profonda” sulla nostra fede e sulla nostra adesione a Gesù, Figlio di Dio.
- Gli Apostoli, a coloro che si accostavano alla fede, richiedevano, la presa di coscienza della loro situazione di peccato, e il desiderio di conversione. Tu hai aderito coscientemente al messaggio evangelico o ti sei trovato ad essere cristiano a tua insaputa e senza capirne il significato?
- Ora che sei adulto, vuoi rivedere la tua situazione e metterti alla sequela di Gesù Maestro con convinzione, con determinazione, con amore?
- Quali mezzi ha usato il Signore con te, per chiamarti a perfezione? Li hai seguiti? Come hai risposto agli stimoli della grazia?
- Hai ricevuto il Battesimo, la Cresima, l’Eucaristia, il Matrimonio, molte volte la Confessione… ma senti viva ed operante dentro di te la forza dello Spirito?
- Gli Apostoli e anche i primi cristiani divennero coraggiosi, sapienti, determinati… tu vuoi dare una svolta alla tua vita, decidendo di rendere operante in te lo Spirito Santo per poter diventare testimone coraggioso del Risorto?
- Oggi le forze del male sono in atto come allora. Sei capace di fronteggiarle con la fede, la preghiera, la volontà ferma di vivere la tua appartenenza a Cristo, costi quel che costi?