GIUSTIZIA E CARITA'
Riflessioni sull'enciclica di Benedetto XVI “Deus caritas est” nn. 26-29
La Chiesa primitiva ha capito subito che, condividendo con tutti gli uomini lo stesso Dio, Padre di tutti, lo stesso Redentore, lo stesso Spirito Santo, lo stesso Battesimo, la stessa Eucaristia, era un popolo, il popolo di Dio , in cammino verso un Regno che non è di questo mondo, ma iniziava in questo mondo, promuovendo il bene comune attraverso la carità nelle sue molteplici forme. Pietro, nella sua prima lettera, sottolinea questa realtà:
“Voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato, perché proclami le opere meravigliose di lui, che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua ammirabile luce; voi, che un tempo eravate non-popolo, ora invece siete il popolo di Dio; voi, un tempo esclusi dalla misericordia, ora invece avete ottenuto misericordia ”. ( 1Pietro 2:9-10)
La Chiesa , organismo fondato da Gesù Cristo, pur essendo popolo di Dio, non ha il compito di guidare gli Stati , ma di guidare le anime verso il Regno dei cieli. Ma siccome i governanti hanno il compito di fare le leggi che promuovono il bene comune, la Chiesa , come depositaria della verità rivelata , sente il dovere di illuminare i governanti, perché facciano leggi giuste, che tengano conto delle varie categorie sociali e favoriscano le classi più disagiate.
Sicuramente non è un compito semplice. Nel corso dei secoli si sono succedute svariate forme di governo, ma nessuna di esse ha abolito completamente la miseria. Le forme di governo più sagge, hanno ridotto in parte le difficoltà dei disagiati. Nessuna forma di governo ha distribuito in maniera equa i beni della terra. Le filosofie social comunisti si erano prefissato questo traguardo, ma le nazioni che hanno applicato le loro teorie, ci dicono che è avvenuto precisamente il contrario. I poveri sono stati anestetizzati, congelati in una realtà senza possibilità di miglioramento, perché erano tenuti all'oscuro anche dalla conoscenza dei progressi che i popoli democratici facevano. Questo è l'esatto contrario di ciò che promettevano e non è secondo il volere di Dio, che ama tutti i suoi figli e guida anche i progressi della scienza e della tecnica perché tutti ne godano i benefici.
Leggiamo con attenzione ciò che il Signore ha detto alla Madre
“Nel mese di maggio 1929 capii che il Buon Gesù voleva realizzare la fondazione di una Congregazione intitolata “EAM” per aprire vari collegi dove educare orfani e poveri: figli di famiglie numerose e di classi modeste, queste ultime dovevano contribuire all'educazione dei propri figli secondo le proprie possibilità.
Inoltre collegi per bambini/e anormali, come pure asili ed ospedali per ogni genere di bisognosi, eliminando da essi ogni parvenza di asilo, le religiose mangino gli stessi alimenti dei bambini, evitando che essi pensino che noi religiose mangiamo cibi diversi e di qualità migliore.
Capii anche che in detti collegi i bambini dovevano ricevere un'educazione solida e quelli che ne fossero stati capaci potevano accedere alle scuole superiori, come magistero, economia, poste e telecomunicazioni ecc., perché generalmente queste cose sono precluse ai poveri, specie in Spagna dove l'educazione dei poveri è abbandonata; per questo si avvicina una terribile rivoluzione, infatti, i poveri, a causa della loro scarsa cultura, tanto in campo religioso come in quello intellettuale, sono trascurati.
I nemici della Chiesa che in questo tempo lavorano incessantemente, facilmente infondono nell'animo dei poveri l'odio alla Chiesa, la persecuzione violenta contro i suoi membri, l'odio contro i ricchi, desiderio di uguaglianza, ossia, il desiderio di uscire dalla loro condizione di povertà senza lavorare, rubando i beni degli altri, incuranti della giustizia divina, e come esseri disumani coinvolgeranno tutti gli avversari in una lotta sanguinosa.
Di questo sono persuasi i capi che si lasciano convincere dall'idea che dove meglio si può lavorare è proprio in Spagna, infatti i poveri a causa della loro scarsa cultura possono essere utilizzati facilmente per grandi assalti.
Per questo mi viene chiesto di far presto perché una volta avviata questa lotta sarebbe impossibile qualsiasi fondazione”.
Gli uomini in generale e i governanti in particolare si comportano così perché sono egoisti e tendono ad approfittare delle situazioni a loro vantaggio, lasciando al popolo gli spiccioli.
Contributo della Chiesa nel corso dei secoli
La Chiesa ha proclamato la dottrina sociale , attraverso i grandi pontefici che si sono susseguiti negli ultimi secoli.
L'industrializzazione, aveva portato uno scompiglio sociale: si era passati dalla società contadina e artigiana, che traeva profitto dalla proprietà privata e dai prodotti manufatti, all'industria, che produceva con le macchine e in maniera economica i prodotti che l'artigiano otteneva col sudore della fronte; naturalmente il prodotto perdeva in qualità,ma se ne avvantaggiava il portafogli. Nasceva così il proletariato, costituito da persone che avevano solo l'abilità lavorativa e la prole da mantenere, ma mancavano di beni per provvedere al sostentamento della famiglia, perché il loro lavoro era entrato in concorrenza con l'industria e non era più richiesto.
Quindi, con la rivoluzione industriale, la povertà si era allargata e la ricchezza si concentrava nelle poche mani, che potevano affrontare l'impianto di un'industria.
La Chiesa , sia pure con un po' di ritardo, solleva la questione sociale con l'enciclica “ Rerum novarum” (1891). In essa prende in esame la situazione e sollecita le coscienze a farsi carico della povertà, retribuendo il lavoro in maniera adeguata al bisogno del lavoratore, includendo anche il contributo per i figli a carico, la previdenza sociale per la malattia, la vecchiaia, ecc.
Alla “Rerum novarum” fece seguito nel 1931 la “ Quadragesimo anno ”, di Pio XI, con la quale si tornava a ribadire la dottrina di Leone XIII, con le verifiche e i cambiamenti che intanto si erano attuati. Nel 1961, già in epoca della rivoluzione informatica, il Papa buono Giovanni XXIII, scrive la “ Mater et Magistra ”, sempre nel tentativo di far luce sul problemi sociali. I progressi della scienza e della tecnica risolvono alcuni problemi, altri ne creano: tutto si velocizza con l'informatica, ma la manodopera deve specializzarsi per trovare applicazione.
Paolo VI torna sull'argomento, con la “ Populorum progressio ” (1967) non tanto perché la dottrina non fosse chiara, ma perché non era stata presa sufficientemente in considerazione, e con la lettera apostolica “ Octogesima adveniens ” (1971). Infine Giovanni Paolo II scrive la “ Laborem exercens ” (1981) e la “ Centesimus annus ”, con la quale torna alla grande enciclica sociale di Leone XIII dopo cento anni.
Intanto nella società serpeggiano idee diverse per risolvere i problemi del proletariato. I teorici del social comunismo, ipotizzano una società in cui lo Stato fosse l'unico proprietario e il lavoratore, qualunque fosse il suo impiego, ricevesse dallo Stato l'indispensabile per vivere. Altre correnti più liberali e democratiche esaltano invece la proprietà privata e la libera concorrenza, che stimola l'intelligenza e l'impegno, per l'utile che se ne ricava, e questo a vantaggio di tutti. La Chiesa ha sempre sostenuto: “ Lo Stato in funzione della persona e non la persona in funzione dello Stato”. Infatti la persona è un valore in sé ed espropriandola di ciò che più la caratterizza, cioè della sua creatività, cede alla sfiducia, all'abulia, al senso di frustrazione. Lo Stato, a sua volta, quando ha pieno potere, diventa prepotente, decide senza controllo sociale, se ne avvantaggiano solo i pochi fortunati che raggiungono le poltrone dei bottoni.
Inoltre la Chiesa non ha potuto accettare la teoria materialista e comunista perché atea e tesa solo a edificare la città terrena, come se l'uomo non avesse un'anima ma solo un corpo da soddisfare nelle sue esigenze primarie.
Comunque la Chiesa ha sempre cercato di adeguarsi ai sistemi vigenti, approvando gli aspetti condivisibili, e cercando di mitigare quelli non condivisibili, schierandosi a favore della persona in generale e del povero in particolare, ma quasi mai opponendosi esplicitamente contro i cattivi governanti. Sembrerà pusillanimità, ma la Chiesa , come il suo Maestro e Fondatore, tende a convertire e non a condannare. Semmai, la denuncia esplicita è venuta dai suoi uomini e donne migliori, i santi, che spesso hanno pagato con la vita il loro ardire. Vedi Giovanni Battista, vedi Tommaso Moro ecc. Non è facile il compito della Chiesa, essa eleva agli onori degli altari i martiri, ma non può istigare al martirio, invitando alla ribellione. Non l'ha fatto Gesù, non l'hanno fatto gli Apostoli; S. Pietro nella sua prima lettera esorta i cristiani a rispettare le autorità, comunque esse siano: “ La vostra condotta tra i pagani sia irreprensibile, perché mentre vi calunniano come malfattori, al vedere le vostre buone opere giungano a glorificare Dio nel giorno del giudizio.
State sottomessi ad ogni istituzione umana per amore del Signore: sia al re come sovrano, sia ai governatori come ai suoi inviati per punire i malfattori e premiare i buoni. Perché questa è la volontà di Dio: che, operando il bene, voi chiudiate la bocca all'ignoranza degli stolti. Comportatevi come uomini liberi, non servendovi della libertà come di un velo per coprire la malizia, ma come servitori di Dio. Onorate tutti, amate i vostri fratelli, temete Dio, onorate il re ”. ( 1Pt 2:12-17)
Anche oggi nella Chiesa è in atto il discernimento che aggiorna la dottrina sociale, nel nostro mondo in continua evoluzione soprattutto dal punto di vista tecnico, ma molto discutibile dal punto di vista della morale. La sua riflessione è un ottimo aiuto ai politici che vogliono assolvere alla loro missione secondo giustizia e carità, come ci insegna il Signore.
Resta però sempre vera l'affermazione di Gesù: “ I poveri li avrete sempre con voi ”. Oggi, in occidente la povertà materiale è diminuita, ma sono sorte nuove forme di povertà, molto più difficili da debellare: droga, depressione, disperazione, solitudine, società a delinquere, divertimenti da sballo che minano l'integrità della persona, ecc. Queste povertà non si risolvono con aiuti materiali, ma investono la persona nella sua psiche e nella sua spiritualità, ed esigono la collaborazione del povero stesso per debellarle, oltre che una preparazione specialistica nel soccorritore.
Cambiamenti sociali e famiglia
Il problema dell'industrializzazione e del post industrializzazione, che di per sé riguarda il mondo del lavoro, ha coinvolto in pieno la famiglia, che ha conosciuto il problema dell'emigrazione, dello sradicamento dal proprio luogo di origine, con l'allontanamento forzato dai parenti e dagli amici, cosa che solo l'amore può chiedere, senza che la persona ne soffra la frustrazione. La mobilità ha provocato il sovraffollamento delle città e delle zone industriali e l'insediamento selvaggio nelle periferie. Tutto questo ha richiesto il passaggio troppo veloce dalla famiglia patriarcale , in cui la giovane famiglia si sentiva protetta e sostenuta, alla “ famiglia nucleare” , sola, spaesata, senza aiuti nella crescita dei figli, spesso divisa e stressata tra impegni di lavoro e doveri familiari.
Intanto si è potenziato l' individualismo , che ci ha reso tutti estremamente sensibili ad ogni correzione. La relazione di coppia è diventata più difficile e litigiosa e spesso i coniugi, insoddisfatti dal punto di vista affettivo si trovano l'alternativa sentimentale nei colleghi/e di lavoro, che presentano solo la faccia piacevole della convivenza.
A tutto questo si aggiunga l'affievolimento della fede , la mancanza di guide spirituali, il dilagare di mode e modelli di famiglia che non favoriscono la maturazione della persona. L'adolescenza si è prolungata fino a non trovare confini. Assistiamo infatti allo spettacolo compassionevole di persone anziane che si vestono e si comportano da quindicenni.
Giovanni Paolo II forse è stato un richiamo alla saggezza anche con l'accettazione e l'umile ostentazione del decadere del suo fisico, che era inversamente proporzionale alla saggezza che acquisiva, santificando le situazioni che, col passar degli anni, si presentavano.
La persona, col passar degli anni, dovrebbe raggiungere l'integrità, cioè il perfetto equilibrio tra maturazione fisica, psichica, intellettiva, volitiva, spirituale e soprannaturale. L'esperienza e la saggezza dovrebbero essere per i giovani modelli di riferimento a cui mirare, per progredire a loro volta verso l'integrità, ma la superficialità dilaga e i valori si abbassano .
Allora tutti dobbiamo fare un serio esame di coscienza , per scoprire in noi stessi i lati fragili della nostra personalità e fortificarli, sicuri che lo sforzo che facciamo per migliorare noi stessi, diventa forza e coraggio che infondiamo nei figli.
E' inutile ostinarci a colorare i capelli bianchi o a cercare prodotti che cancellino le rughe; molto meglio sarebbe leggere in quelle rughe la nostra storia e narrarla con orgoglio ai figli, perché non si vergognino dei loro genitori, ma li guardino con venerazione. Quella vena varicosa, che gonfia la caviglia, è venuta fuori quando era in gestazione (….), questa pancetta che si ostina a restare in evidenza, è rimasta così dall'ultima gestazione, forse lo Spirito Santo, quando ha soffiato per l'ultima volta nel mio grembo per infonderti l'anima, ha voluto lasciare il segno, perché non dimenticassimo, sia io che tu, che la vita è un dono dall'alto. Questo braccio che si ostina a funzionare poco, è rimasto offeso mentre cercavo di evitare che tu, bambino, cadessi dalla bicicletta… Queste ed altre notizie, riferite con serenità e meraviglia, aiutano i figli a leggere la storia del dono di sé da parte dei loro genitori ed educano i loro sentimenti.
Questo modo di concepirsi e di concepire i segni del tempo che passa, è l'esatto contrario di quello che possono comunicare le mammina-Barbi, o i papà-plai boy, tutti centrati su se stessi, sempre alla ricerca di evasioni, protesi alla conquista dell'abito all'ultima moda o della macchina ultima generazione. Essi stentano ad assumere le loro responsabilità, la famiglia pesa, i figli stessi spesso sono visti come oggetto di vanità e ne fanno dei gingilli da ostentare….
Giustizia e carità
La giustizia riguarda tutto ciò che attiene ai doveri del proprio stato : per i politici i doveri sono quelli di promuovono il bene comune, per i coniugi sono quelli richiesti dal tipo di legame che hanno contratto col matrimonio: un'alleanza d'amore : Di conseguenza ogni coniuge deve cercare di rendere più facile, serena, confortevole la vita del proprio coniuge; i doveri dei genitori sono quelli di vivere in funzione dei figli, non per viziarli, ma per dare loro un modello di vita onesta, equilibrata, rispettosa della naturale tendenza al soprannaturale dei giovani, etc.
La carità è più esigente, attiene al campo dell'amore , che non ha bisogno di leggi, perché l'amore è libertà di dono. Il suo ambito è molto più ampio. La carità non guarda se la persona da soccorrere è amico o nemico, parente o estraneo, come ci raccomanda la Madre Speranza : “ Facciamo del bene a tutti, senza fare distinzione tra buoni e cattivi, parenti ed estranei, amici o nemici. L'unione con il nostro prossimo deve essere come quella delle membra del corpo, che si aiutano mutuamente ”.
La Madre Speranza non solo ci consiglia di fare la carità, ma ci dice anche come farla, con quale atteggiamento interiore, cioè senza ombra di giudizio, senza atteggiamenti di superiorità, vedendo veramente nella persona da soccorrere un fratello: “ Quando incontri un uomo sotto il peso del dolore fisico o morale, non tentare di porgergli un aiuto o una parola buona senza avergli dato prima uno sguardo di tenerezza e compassione”.
La parola “compassione” qui sta per “patire con” e non, come commiserazione. Nel povero noi sappiamo che è presente Gesù, anche se la povertà è quella del vizio e del peccato, perché Gesù si è fatto “peccato”, per salvare il peccatore e se Lui vuole servirsi di noi per avvicinare il peccatore nel tentativo di ricondurlo sulla retta via, dobbiamo essere grati a Lui per la fiducia e fare tutto quello che ci è possibile per poterlo aiutare. Egli ci dirà: “L'hai fatto a me”.
Se queste forme di povertà stanno anche in casa nostra, un motivo in più per soccorrerle con la premura, il servizio, la parola, la pazienza, la preghiera, il silenzio pieno d'amore e di compassione… In questo caso carità e giustizia si incontrano e si fondono e chi le vive fa cosa gradita a Dio.
Questionario per la verifica personale:
- Senti di far parte del popolo di Dio? Ti senti orgoglioso di farne parte o ti vergogni?
- Conosci la dottrina sociale della Chiesa? Assolvi con giustizia ai tuoi doveri di cittadino?
- La tua famiglia risente dei cambiamenti sociali? Senti di aver ceduto al consumismo?
- La tua coppia soffre di individualismo o vi impegnate a vivere l'uno in funzione dell'altro?
- Assolvete alla giustizia educando i figli secondo Dio e alla carità amandoli in Dio?
- Seguendo i consigli di Madre Speranza, siete sensibili verso i poveri, li soccorrete con bontà?
- E' presente qualche forma di povertà a casa vostra? (Materiale, psicologica, spirituale)