LA MOLTIPLICAZIONE DEI PANI (Mt 14,15-20; Mt 15,32-39)
Fiducia nella Provvidenza
Facendosi sera, i suoi discepoli si avvicinarono a lui e gli dissero: «Il luogo è deserto e l'ora è già passata; lascia dunque andare la folla nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù disse: «Non occorre che vadano; date loro voi stessi da mangiare». Gli risposero: «Non abbiamo qui altro che cinque pani e due pesci ». Egli disse: «Portatemeli qua». Dopo aver ordinato alla folla di accomodarsi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci e, alzati gli occhi verso il cielo, rese grazie; poi, spezzati i pani, li diede ai discepoli e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono e furono sazi; e si portarono via, dei pezzi avanzati, dodici ceste piene .
In quel tempo Gesù chiamò a sé i discepoli e disse: « Sento compassione di questa folla : ormai da tre giorni mi vengono dietro e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non svengano lungo la strada». E i discepoli gli dissero: «Dove potremo noi trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». Ma Gesù domandò: «Quanti pani avete?». Risposero: « Sette, e pochi pesciolini ». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, Gesù prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò, li dava ai discepoli, e i discepoli li distribuivano alla folla. Tutti mangiarono e furono saziati. Dei pezzi avanzati portarono via sette sporte piene . Quelli che avevano mangiato erano quattromila uomini, senza contare le donne e i bambini. Congedata la folla, Gesù salì sulla barca e andò nella regione di Magadàn.
I Vangeli narrano due moltiplicazioni di pani e pesci da parte di Gesù e le narrano con piccole precisazioni che le differenziano e le arricchiscono. Ne facciamo una lettura semplice, cercando di ricavarne stimoli per una maggiore fiducia nella Provvidenza divina.
La compassione di Gesù
Quanto riempie il cuore e l'anima la compassione di Gesù! Compatire = patire con. Gesù vede la gente talmente presa dalle sue parole da trascurare anche le esigenze del corpo, e si muove a pietà della loro fragilità. Egli sa che si vivrà solo di Dio e nel Suo respiro, ma questo accadrà quando saremo liberati dal corpo, oppure avremo un corpo nuovo, ora invece, i suoi figli hanno bisogno di nutrirsi, per non cadere per via , sono stanchi, soffrono e Lui freme nel suo Cuore divino. Il luogo è deserto, la moltitudine è grande, le provviste sono finite…. Come provvedere?
Compassione attiva
Ne parla agli Apostoli, ma questi si trovano di fronte all'evidenza che non ammette dubbi: E' impossibile provvedere cibo per tutti. Se anche si trovassero in situazioni in cui potrebbero provvedere, non basterebbero neanche 200 denari per comprare pane per tutti.
Ma Gesù insiste nella domanda: “Date voi da mangiare ”.
Gli Apostoli sono esasperati, sembra che Gesù non ragioni, eppure è facile rendersi conto che hanno espresso un giudizio logico!
Ma Gesù non demorde: “ Che cosa è rimasto nelle vostre sacche? "
Nella sacca di un bambino ci sono 5 pani e 2 pesciolini.
“ Datemeli, ordina Gesù, e intanto fate sedere la folla a gruppi di cento”.
Gli Apostoli si danno da fare, con il normale dilemma mentale: “Ma come pensa di sfamare migliaia di persone con 5 pagnottine di pane secco?”.
Ma Gesù ordina agli Apostoli di procurarsi un cesto ciascuno. Gli Apostoli eseguono, Gesù benedice i pani, li spezza e distribuisce i pezzetti nelle dodici ceste. Poi invita gli Apostoli a distribuire il pane e il pesce.
Ci vuole fede per incamminarsi verso la gente con il cesto quasi vuoto, ma lo fanno e man mano che si allontanano il cesto si appesantisce, si riempie e loro, stupiti, distribuiscono. Donano in abbondanza, ma il peso non diminuisce e non diminuiscono i pani fino a quando non hanno soddisfatto le esigenze di tutti.
Ora, finalmente, possono consumare anche loro la loro porzione e lo fanno con stupore e riconoscenza, sapendo di nutrirsi del pane del miracolo.
Gesù ordina che si raccolgano gli avanzi, perché non vada sciupata la provvidenza del Padre; e anche questa volta le loro ceste si riempiono dei pezzi avanzati.
Il miracolo non è cosa umana ; esso nasce solo dalla compassione di Dio, dal Suo Cuore misericordioso
Gesù chiede la collaborazione
Gesù, per compiere ciò che Lui solo poteva operare, chiede la collaborazione degli Apostoli. Essi sono messi alla prova sia nella fede che nella generosità . Dovevano obbedire, dovevano dare tutto, anche quel pochino che poteva sembrare il minimo indispensabile a loro stessi per non morire di fame. Era poco quello che avevano, ma loro hanno dato tutto.
Ecco, Dio si mette all'opera quando l'uomo ha dato tutto . Finché tratteniamo qualcosa, Egli non può operare perché c'è una Provvidenza ordinaria attraverso la quale Dio dona ai suoi figli il necessario. Quando questa è finita, mette in atto la Provvidenza straordinaria . Molti dicono che oggi non ci sono miracoli, ma questo non è vero perché Dio è vivo e opera sempre, ma quando il miracolo non avviene è segno che non abbiamo dato tutto.
Quello che l'uomo può dare è sempre poco, è sempre “ciò che è rimasto”, ma quel poco Gesù ce lo chiede per renderci partecipi del miracolo. Ed è bontà sua volerci associare alla sua opera. Quante volte noi ci preoccupiamo e chiediamo a Dio e ai fratelli, prima di aver dato tutto, prima di avere una reale necessità, chiediamo sapendo che abbiamo in serbo gruzzoli di sicurezza, dimostrando con ciò che la nostra fiducia non è riposta solo in Dio.
Dio ha sempre compassione delle sue creature, ma se abbiamo già il necessario, perché chiediamo il superfluo? Perché vogliamo mettere da parte per il domani se non perché non ci fidiamo di Dio? Dio non permise al suo popolo nel deserto, di farsi la provvista di manna, doveva fidarsi di Lui. Oggi non siamo più abituati al precariato e la mancanza di sicurezza economica blocca i nostri progetti, soprattutto blocca i progetti matrimoniali, che sono rimandati anche troppo, anche dopo tempo utile. Umanamente sembra un comportamento saggio, ma sicuramente non rivela una grande fiducia in Dio.
Spesso ci lamentiamo perché non possiamo permetterci le cose inutili, perché siamo costretti a fare progetti modesti, ma siamo sinceri: Dio può assecondare tutti i nostri capricci?
Inoltre Egli sa quanti pericoli nasconde una vita dispendiosa; se ci assecondasse farebbe veramente il nostro bene? Oltre all'ingiustizia di fronte a milioni di persone che hanno lo stretto necessario, gli eccessi alimentari, i divertimenti rischiosi, la soddisfazione delle passioni sono causa di malanni mentali e fisici, di malattie veramente pericolose per la salute. Dio che sa tutto questo, non fa bene a darci solo il necessario?
Gesù nel Padre nostro c'insegna a chiedere il pane quotidiano che comprende anche la salute, la saggezza, la luce divina per la mente, la generosità, lo spirito di condivisione. Se tutti fossimo capaci di condivisione, nessuno mancherebbe del necessario.
PROVVIDENZA E FEDE
La provvidenza però ha bisogno della fede sicura, che non permette al cuore di vacillare, una fede che diventa abbandono operoso , non un abbandono passivo, che aspetta tutto da Dio, ma un abbandono che consegna i suoi 5 pani e due pesci, confidando in Dio. Pietro ottenne la guarigione dello storpio solo quando poté dire in verità: “ Non ho né oro né argento, ma quello che ho te lo do: In nome di Cristo, alzati e cammina ”E il motivo è sempre quello: quando basta la provvidenza ordinaria, Dio non mette in atto la provvidenza straordinaria.
Oggi a noi può sembrare di non aver bisogno di ricorrere a Dio perché ci procuri il pane, in realtà anche noi siamo affamati e stanchi, ma di cosa?
LA NOSTRA FAME
Noi del terzo millennio, forse più di quelli che seguivano Gesù, siamo assillati da tante necessità, e non perché seguiamo Gesù da tre giorni, ma proprio perché non seguiamo Gesù da molti anni, e allora le urgenze sono diventate molteplici:
In molte parti del mondo, per un'ingiusta distribuzione delle risorse, c'è ancora bisogno di cibo, di vestiti, d'acqua, di case;
In occidente, per vivere sereni abbiamo bisogno d'affetti stabili, per vivere in pace abbiamo bisogno di fare la volontà di Dio, abbiamo bisogno di valori alti che ci sostengano nelle difficile quotidiano, abbiamo bisogno di speranza, abbiamo bisogno di Dio.
Gesù non è indifferente a queste nostre necessità, ha compassione di noi , interviene, se richiesto, anche con il miracolo. Le persone che seguivano Gesù erano affamate, come noi, di luce, di Parola, di prospettive, di progetti di vita, e per soddisfare queste loro esigenze, non avevano badato a tempo, ad impegni, a spese: sapendo che Gesù offriva cose che valevano molto di più di quanto perdevano, si erano messi alla sua sequela. Le poche provviste che avevano portato con sé si erano esaurite, ma nessuno pensava di tornare a casa, catturati com'erano, dal fascino che emanava dalla persona di Gesù, conquistati dalle sue parole.
Noi, siamo capaci di metterci dietro a Gesù con la stessa passione?
Pensiamo di soddisfare le nostre esigenze più profonde o ci limitiamo a lamentarci e a trovare colpevoli per il nostro disagio, senza avere il coraggio di guardare in noi stessi, analizzare la nostra condotta e impegnarci perché la nostra anima stia bene?
Ma stiamo seguendo veramente Gesù?
Sicuramente ci diciamo cristiani, sicuramente affermiamo che la nostra vita è fondata sul Vangelo, ma che cosa abbiamo lasciato in concreto per ascoltare la Parola di Dio e lasciarci nutrire da Lui?
Abbiamo veramente fatto tutto quello che potevamo fare, abbiamo approfittato di tutte le possibilità che il Signore ci offriva, per poter chiedere il miracolo dell'intervento divino nella nostra vita e nella nostra famiglia?
Il pane forse riusciamo a procurarcelo con la provvidenza ordinaria, ma il pane della pace del cuore, dell'armonia familiare, della serenità interiore può esserci donato solo per grazia, dalla bontà divina, lo potremo avere solo se seguiamo il Maestro, se manifestiamo a Lui le nostre necessità, se suscitiamo la sua compassione su di noi con l'umiltà sincera, se ci fidiamo del suo Amore Misericordioso.
Gesù ha pensato anche ad una Provvidenza ordinaria per le necessità dell'anima: ha istituito i sacramenti che provvedono a tutti i nostri bisogni spirituali. Ci ha dato:
Il Battesimo per ridarci la vita soprannaturale;
La Riconciliazione per guarire le malattie dell'anima;
L'Eucaristia per nutrirci;
La Cresima per farci diventare adulti spiritualmente;
L'Ordine sacro per darci sacerdoti che ci dispensino i suoi doni;
Il Matrimonio per risanare l'amore, per fortificare e santificare la vita coniugale;
L'Unzione dei malati per guarire anche le malattie del corpo o per prepararci all'incontro con Dio.
Inoltre ci ha lasciato la sua Parola come luce per la mente e la Chiesa come comunità di fratelli che si amano e sostengono a vicenda.
Cosa ci manca per vivere in pace e serenità? Non sarà forse che noi trascuriamo di usare dei beni spirituali che la Provvidenza ordinaria di Dio ha messo a nostra disposizione e poi andiamo in cerca di cose straordinarie che stimolano la nostra emotività e riducono la religiosità a magia?
Cerchiamo anche noi il miracolo e pensiamo che Gesù non sia più disposto a farne, e magari non ci accorgiamo di avere già quello di cui abbiamo bisogno?
Ci sentiamo stanchi? Ma corriamo all'Eucaristia!
Ci sentiamo confusi, non sappiamo cosa fare? Ma apriamo il Vangelo!
Ci sentiamo peccatori? Ma corriamo al confessionale!
Ci sentiamo piccoli nella fede? Ma invochiamo lo Spirito Santo?
Il Matrimonio è in crisi? Ma ricorriamo al Cristo Coniugale, imitiamolo nel dono totale di sé alla Chiesa sua sposa spesso infedele!
Abbiamo problemi di salute? Ma ricorriamo all'Unzione dei malati oltre che al medico!
E' giunta la nostra ora di tornare al Padre? Ma prepariamo la nostra veste candida, ravviviamo la lampada della nostra fede con l'Unzione estrema!
Solo dopo aver esaurito tutto quello che la Provvidenza divina ha messo a nostra disposizione, possiamo chiedere al Signore anche il pane del miracolo , attraverso la preghiera fiduciosa e l'adesione, comunque sia, alla volontà di Dio che, più sapiente di noi e più attento al nostro vero bene, faccia ciò che maggiormente ci giova, sicuri che ci aiuterà a superare la prova.
Vivere una fede intrisa di fiducia amorosa verso il Padre, ci aiuta a liberarci da ansie inutili , da inutili preoccupazioni. Spesso l'accumulo di beni, invece di favorire la serenità dei figli la distrugge, per motivi ereditari, soprattutto quando i figli non sono stati educati al giusto distacco dalle cose della terra e non hanno la necessaria sensibilità di distribuirsi i beni non con i criteri matematici o legali ma secondo il bisogno dei fratelli.
Sicuramente nelle famiglie è importante il riferimento a Dio in tutte le scelte che si devono fare, sia per custodire la propria pace, che per educare i figli ai grandi valori, i quali valgono molto di più dei beni terreni e inoltre sono benedetti da Dio e la sua benedizione si traduce in occasioni propizie, che favoriscono anche la serenità nella vita terrena, in saggezza, in equilibrio, in difesa contro le insidie del nostro mondo (vizi, passioni, devianze, malattie, pericoli ecc).
In quali mani più sicure possiamo mettere la nostra vita e quella dei figli se non nelle mani di Dio? Dio si accorge delle nostre necessità anche se non gliele presentiamo: “ Pensate al Regno di Dio e alla sua giustizia e tutto il resto vi sarà dato in sovrappiù ”. Queste sono parole divine che vengono incontro alla nostra debolezza. Facciamole nostre senza timore. Non mancheremo di nulla di ciò che è strettamente necessario, il di più non sempre è un bene e inoltre è un'ingiustizia verso chi non ha neanche il necessario.
Noi cristiani dobbiamo pensare alla giusta distribuzione dei beni e quando abbiamo più del necessario dobbiamo sentirci in dovere di farne parte con chi non può provvedere alle sue necessità. Per questo Gesù ha fondato la Chiesa, legata da vincoli di fraternità spirituale, per renderci sensibili ai bisogni dei fratelli e diventare a nostra volta la Mano della Provvidenza divina in favore dei bisognosi di pane, di vestiti, d'ascolto, di fraternità, di sostegno, di conforto, d'assistenza, di luce.
Dio oggi non ha più le mani ma vuole usare le nostre, non ha piedi, ma vuole andare attraverso i nostri piedi, non ha braccia ma vuole usare le nostre braccia per accogliere sul suo Cuore il peccatore pentito, il fratello schiavo dei suoi vizi, il malato impossibilitato a provvedere alle sue necessità, il povero, qualunque sia la sua povertà.
QUESTIONARIO DI APPROFONDIMENTO PERSONALE
Hai capito la differenza tra la Provvidenza ordinaria e quella straordinaria?
Ti piacerebbe dare tutto quello che hai al Signore, perché Lui moltiplichi le tue risorse?
C'è qualcosa che proprio fai difficoltà a dare al Signore? Cos'è?
Di quale pane c'è bisogno nella tua famiglia? Cosa stai facendo per procurarlo?
Utilizzi e insegni ai tuoi figli ad utilizzare tutti i mezzi spirituali ordinari?
Dio si sta servendo di te per provvedere alla fame materiale o spirituale di qualche suo figlio?
Sai aver fede nell'intervento divino anche quando la ragione vede l'impossibilità?
Vuoi scrivere una preghiera di ringraziamento a Dio per tutto quello che ti dona?
Sai respingere l'ansia del domani, confidando in Dio?