“COSTRUISCITI UN’ARCA…”
Il popolo di Dio, al tempo di Noè, si era pervertito, l’omosessualità dilagava, “i figli di Dio, dice il testo, si erano uniti ai figli degli uomini, i timorati di Dio si erano adeguati ai “superuomini”. Anche se si tratta di un’antica leggenda dei giganti, le stesse leggende nascono dalla riflessione ispirata”. Se la troviamo nella bibbia segno è che la realtà era come la leggenda, in sintesi non erano più “immagine di Dio” perché la loro unione era solo sfogo di sensi, non era feconda, non generava suo Amore Misericordioso pensa ad un progetto di risanamento: in mezzo a questo mare di fango c’era un giglio, era una famiglia, la famiglia di Noè. Ecco il testo biblico:
Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che male. E il Signore si pentì di aver fatto l'uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo. Il Signore disse: «Sterminerò dalla terra l'uomo che ho creato: con l'uomo anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché sono pentito d'averli fatti». Ma Noè trovò grazia agli occhi del Signore.
Questa è la storia di Noè. Noè era uomo giusto e integro tra i suoi contemporanei e camminava con Dio. Noè generò tre figli: Sem, Cam, e Iafet. Ma la terra era corrotta davanti a Dio e piena di violenza.
Dio guardò la terra ed ecco essa era corrotta, perché ogni uomo aveva pervertito la sua condotta sulla terra.
Allora Dio disse a Noè: «È venuta per me la fine di ogni uomo, perché la terra, per causa loro, è piena di violenza; ecco, io li distruggerò insieme con la terra. Fatti un'arca di legno di cipresso; dividerai l'arca in scompartimenti e la spalmerai di bitume dentro e fuori. Ecco come devi farla: l'arca avrà trecento cubiti di lunghezza, cinquanta di larghezza e trenta di altezza. Farai nell'arca un tetto e a un cubito più sopra la terminerai; da un lato metterai la porta dell'arca. La farai a piani: inferiore, medio e superiore.
Ecco io manderò il diluvio, cioè le acque, sulla terra, per distruggere sotto il cielo ogni carne, in cui è alito di vita; quanto è sulla terra perirà. Ma con te io stabilisco la mia alleanza. Entrerai nell'arca tu e con te i tuoi figli, tua moglie e le mogli dei tuoi figli. Di quanto vive, di ogni carne, introdurrai nell'arca due di ogni specie, per conservarli in vita con te: siano maschio e femmina. Degli uccelli secondo la loro specie, del bestiame secondo la propria specie e di tutti i rettili della terra secondo la loro specie, due d'ognuna verranno con te, per essere conservati in vita. Quanto a te, prenditi ogni sorta di cibo da mangiare e raccoglilo presso di te: sarà di nutrimento per te e per loro». Noè eseguì tutto; come Dio gli aveva comandato, così egli fece. (Gen 6:5-22)
Noè si costruisce l’arca tra lo scherno e il compatimento dei cittadini. Quest’arca lo proteggerà dall’incombente purificazione che il Signore sta per operare. Noè crede all’ispirazione divina e si mette all’opera, sopportando le umiliazioni di coloro che lo ritenevano un povero illuso.
E la purificazione arriva e Noè vede la morte intorno a sé, ma lui e la sua famiglia viene ri-sparmiato. “Chi confida nel Signore è come il monte Sion, dice il salmo, non vacilla, è stabile per sempre”.
Il Signore disse a Noè: «Entra nell'arca tu con tutta la tua famiglia, perché ti ho visto giusto dinanzi a me in questa generazione. D'ogni animale mondo prendine con te sette paia, il maschio e la sua femmina; degli animali che non sono mondi un paio, il maschio e la sua femmina. Anche degli uccelli mondi del cielo, sette paia, maschio e femmina, per conservarne in vita la razza su tutta la terra. Perché tra sette giorni farò piovere sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti; sterminerò dalla terra ogni essere che ho fatto». Noè fece quanto il Signore gli aveva comandato.
Noè aveva seicento anni, quando venne il diluvio, cioè le acque sulla terra. Noè entrò nell'arca e con lui i suoi figli, sua moglie e le mogli dei suoi figli, per sottrarsi alle acque del diluvio. Degli animali mondi e di quelli immondi, degli uccelli e di tutti gli esseri che strisciano sul suolo entrarono a due a due con Noè nell'arca, maschio e femmina, come Dio aveva comandato a Noè.
Dopo sette giorni, le acque del diluvio furono sopra la terra; nell'anno seicentesimo della vita di Noè, nel secondo mese, il diciassette del mese, proprio in quello stesso giorno, eruppero tutte le sorgenti del grande abisso e le cateratte del cielo si aprirono. Cadde la pioggia sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti. In quello stesso giorno entrò nell'arca Noè con i figli Sem, Cam e Iafet, la moglie di Noè, le tre mogli dei suoi tre figli: essi e tutti i viventi secondo la loro specie e tutto il bestiame secondo la sua specie e tutti i rettili che strisciano sulla terra secondo la loro specie, tutti i volatili secondo la loro specie, tutti gli uccelli, tutti gli esseri alati. Vennero dunque a Noè nell'arca, a due a due, di ogni carne in cui è il soffio di vita. Quelli che venivano, maschio e fem-mina d'ogni carne, entrarono come gli aveva comandato Dio: il Signore chiuse la porta dietro di lui.
Il diluvio durò sulla terra quaranta giorni: le acque crebbero e sollevarono l'arca che si innalzò sulla terra. Le acque divennero poderose e crebbero molto sopra la terra e l'arca galleggiava sulle acque. Le acque si innalzarono sempre più sopra la terra e coprirono tutti i monti più alti che sono sotto tutto il cielo. Le acque superarono in altezza di quindici cubiti i monti che avevano ricoperto.
Perì ogni essere vivente che si muove sulla terra, uccelli, bestiame e fiere e tutti gli esseri che brulicano sulla terra e tutti gli uomini. Ogni essere che ha un alito di vita nelle narici, cioè quanto era sulla terra asciutta morì.
Così fu sterminato ogni essere che era sulla terra: con gli uomini, gli animali domestici, i rettili e gli uccelli del cielo; essi furono sterminati dalla terra e rimase solo Noè e chi stava con lui nell'arca.
Le acque restarono alte sopra la terra centocinquanta giorni. (Gen 7:1-24
Un privilegio quello di Noè? No. Un atto di giustizia e di fedeltà da parte di Dio e una chia-mata, una vocazione per la famiglia a ricostruire la civiltà dell’amore proprio a partire dalla famiglia. Dalla famiglia era partito il piano d’amore di Dio per l’uomo, dalla famiglia riparte il piano di risanamento della creazione dopo l’abbrutimento causato dal peccato.
Il diluvio aveva annientato la vita sulla terra: erano stati distrutti tutti i vegetali, gli animali e gli uomini, ma Dio aveva salvato una famiglia umana e una famiglia di ogni specie animale. La famiglia ha in sé il germe della vita e da questo germe si ripartirà per un’umanità nuova, conforme al volere di Dio
Dio si ricordò di Noè, di tutte le fiere e di tutti gli animali domestici che erano con lui nell'arca. Dio fece passare un vento sulla terra e le acque si abbassarono. Le fonti dell'abisso e le cateratte del cielo furono chiuse e fu trattenuta la pioggia dal cielo; le acque andarono via via ritirandosi dalla terra e calarono dopo centocinquanta giorni. Nel settimo mese, il diciassette del mese, l'arca si posò sui monti dell'Ararat. Le acque andarono via via diminuendo fino al decimo mese. Nel decimo mese, il primo giorno del mese, apparvero le cime dei monti.
Trascorsi quaranta giorni, Noè aprì la finestra che aveva fatta nell'arca e fece uscire un corvo per vedere se le acque si fossero ritirate. Esso uscì andando e tornando finché si prosciugarono le acque sulla terra. Noè poi fece uscire una colomba, per vedere se le acque si fossero ritirate dal suolo; ma la colomba, non trovando dove posare la pianta del piede, tornò a lui nell'arca, perché c'era ancora l'acqua su tutta la terra. Egli stese la mano, la prese e la fece rientrare presso di sé nell'arca. Attese altri sette giorni e di nuovo fece uscire la colomba dall'arca e la colomba tornò a lui sul far della sera; ecco, essa aveva nel becco un ramoscello di ulivo. Noè comprese che le acque si erano ritirate dalla terra.Aspettò altri sette giorni, poi lasciò andare la colomba; essa non tornò più da lui.
L'anno seicentouno della vita di Noè, il primo mese, il primo giorno del mese, le acque si erano prosciugate sulla terra; Noè tolse la copertura dell'arca ed ecco la superficie del suolo era asciutta. Nel secondo mese, il ventisette del mese, tutta la terra fu asciutta.
Dio ordinò a Noè: «Esci dall'arca tu e tua moglie, i tuoi figli e le mogli dei tuoi figli con te. Tutti gli animali d'ogni specie che hai con te, uccelli, bestiame e tutti i rettili che strisciano sulla terra, falli uscire con te, perché possano diffondersi sulla terra, siano fecondi e si moltiplichino su di essa».
Noè uscì con i figli, la moglie e le mogli dei figli. Tutti i viventi e tutto il bestiame e tutti gli uccelli e tutti i rettili che strisciano sulla terra, secondo la loro specie, uscirono dall'arca. Allora Noè edificò un altare al Signore; prese ogni sorta di animali mondi e di uccelli mondi e offrì olocausti sull'altare. Il Signore ne odorò la soave fragranza e pensò: «Non maledirò più il suolo a causa dell'uomo, perché l'istinto del cuore umano è incline al male fin dalla adolescenza; né colpirò più ogni essere vivente come ho fatto.
Finché durerà la terra,
seme e messe,
freddo e caldo,
estate e inverno,
giorno e notte
non cesseranno». (Gen 8:1-22)
Noè, uomo giusto, sa che la sua salvezza e la salvezza della sua famiglia è opera di Dio e lo ringrazia, gli offre sacrifici a Lui graditi. E Dio torna a benedire Noè come aveva benedetto i progenitori, torna a mettere nelle sue mani la creazione, torna a benedire l’unione feconda. Padre della vita, torna a chiamare la sua creatura prediletta a collaborare con Lui. Se capissimo quanto è importante questa collaborazione! Ecco il testo:
Dio benedisse Noè e i suoi figli e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra. Il timore e il terrore di voi sia in tutte le bestie selvatiche e in tutto il bestiame e in tutti gli uccelli del cielo. Quanto striscia sul suolo e tutti i pesci del mare sono messi in vostro potere. Quanto si muove e ha vita vi servirà di cibo: vi do tutto questo, come già le verdi erbe. Soltanto non mangerete la carne con la sua vita, cioè il suo sangue. Del sangue vostro anzi, ossia della vostra vita, io domanderò conto; ne domanderò conto ad ogni essere vivente e domanderò conto della vita dell'uomo all'uomo, a ognuno di suo fratello.
Chi sparge il sangue dell'uomo
dall'uomo il suo sangue sarà sparso,
perché ad immagine di Dio
Egli ha fatto l'uomo.
E voi, siate fecondi e moltiplicatevi,
siate numerosi sulla terra e dominatela».
Dio disse a Noè e ai sui figli con lui: «Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza con i vostri discendenti dopo di voi; con ogni essere vivente che è con voi, uccelli, bestiame e bestie selvatiche, con tutti gli animali che sono usciti dall'arca. Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutto nessun vivente dalle acque del diluvio, né più il diluvio devasterà la terra».
Dio disse: «Questo è il segno dell'alleanza,
che io pongo tra me e voi
e tra ogni essere vivente che è con voi
per le generazioni eterne.
Il mio arco pongo sulle nubi
ed esso sarà il segno dell'alleanza tra me e la terra.
Quando radunerò le nubi sulla terra e apparirà l'arco sulle nubi
ricorderò la mia alleanza che è tra me e voi
e tra ogni essere che vive in ogni carne
e noi ci saranno più le acque per il diluvio, per distruggere ogni carne.
L'arco sarà sulle nubi
e io lo guarderò per ricordare l'alleanza eterna
tra Dio e ogni essere che vive in ogni carne che è sulla terra».
Disse Dio a Noè: «Questo è il segno dell'alleanza che io ho stabilito tra me e ogni carne che è sulla terra». (Gen 9:1-17)
Cosa dice quest’episodio biblico all’uomo d’oggi? Dice innanzitutto una tremenda attualità: l’uomo del terzo millennio è un uomo corrotto da costumi improntati all’edonismo; le correnti filo-sofiche attuali si chiamano “esistenzialismo” (l’unica certezza è che io esisto ed ho delle necessità da soddisfare, come ogni animale); E’ un uomo razionalista, che ritiene possibile solo quello che si può dimostrare scientificamente; Dio non è dimostrabile, quindi è un’illusione. Infatti si dichiara ateo. E’ un uomo che esalta se stesso secondo la teoria del “superuomo”, cioè dell’uomo che pretende bastare a se stesso, che non accetta regole e imposizioni, quindi ritiene che tutto ciò che desidera sia lecito; accetta solo parzialmente la morale sociale, compreso il “non uccidere”, l’accetta per affermare e far valere i suoi diritti, la ritiene giusta tra persone alla pari, mentre per gli indifesi (i bambini non nati, i vecchi cadenti, i malati) non c’è giustizia, sono incomodi, può decidere lui di eliminarli.
Dio giustamente può dichiararsi nauseato della nostra società come lo era per quella di Noè, ma Dio è Amore, Amore Misericordioso e vuole ancora salvarla e vuole salvarla attraverso una Famiglia, la sua FAMIGLIA.
Sentiamo cosa dice in proposito Madre Speranza: “Dio, Amore Misericordioso, in questi tempi difficili e di lotta per la Chiesa, vuole elargire benigno le ricchezze della sua misericordia e per questo fa nascere UNA FAMIGLIA di fratelli e sorelle, che eserciterà varie opere di carità con molti vantaggi per l’umanità. Porteranno aiuto e sollievo a molte famiglie bisognose e afflitte, con-forto ai malati; in essa gli orfani e i bisognosi troveranno la loro famiglia, i giovani la guida, i deboli il sostegno, i caduti la forza per rialzarsi. Tutto questo sarà fatto unicamente ed esclusivamente per amore di Nostro Signore Gesù Cristo e per la santificazione dei membri di detta famiglia”.
Questo perché il male della nostra società, per il “Corpo mistico” che è la Chiesa, è come una malattia del sangue, una malattia debilitante che prende tutto il corpo. Occorre rifare il tessuto sociale, occorre rimettere sangue sano e questo è possibile solo a partire dalla famiglia. Ma come?
“Prendi tua moglie, i tuoi figli, le mogli dei tuoi figli ed entra nell’arca…” Queste parole sono per noi oggi; le ripete a te, coppia. L’Arca è la Chiesa, vero ospedale dell’anima, dove può essere trasfuso sangue puro, il sangue di Cristo. Non scandalizzarti se anche il tuo sacerdote è malato, come non ti meravigli se il tuo medico si ammala; prega per lui, ha bisogno anche lui di essere trasfuso, di trovare la sua pace nell’Arca, al riparo dalla tempesta che flagella il mondo.
Entra nell’Arca a prega: “Chi prega non ha paura del futuro” ci dice la Madonna. Ma, attenzione, non pregare con spirito di magia, quasi che la preghiera fosse una formula magica; con la preghiera noi ci rivolgiamo a Dio onnipotente ma anche sapientissimo e certo non possiamo dargli consigli. Lui sa ciò che veramente giova alla nostra pace: a volte ci giova l’insuccesso più del successo, la malattia più della salute, la povertà più della ricchezza, la morte più della vita. Lui sicuramente ascolta il grido di ogni cuore e se noi lo preghiamo per la salvezza nostra e dei nostri figli, ci benedice e ci manda il suo Spirito a istruirci, confortarci, a farci capire le cose di Dio, a dar-ci la vera sapienza, a insegnarci l’arte d’amare, a renderci possibile il perdono, ad aprire il cuore alla collaborazione, al servizio, alla generosità, alla tolleranza, a vivere nel timore di Dio.
Solo lo Spirito Santo può guarire la nostra società, può riportare l’uomo alla sua dignità di figlio di Dio. Diamoci da fare. Non ci manca nessuna grazia per poterci salvare e salvare il mondo, ma, come Noè, entriamo nell’Arca e poi usciamo per ripopolare il mondo di creature nuove, fatte a immagine e somiglianza di Dio. Questa è la vocazione della famiglia.
- Hai capito la vocazione della famiglia in questi tempi difficili?
- Te la senti di collaborare con Dio, come Noè, per la salvezza dell’umanità in pericolo?
- Cos’è per te l’Arca? Te la stai costruendo con fede, amore, speranza, generosità, per proteggerti?
- Come pensi di poter difendere i tuoi figli “dal grande castigo che tutti abbiamo meritato?”
- Conosci il progetto di salvezza che Dio ha affidato a Madre Speranza “per questi tempi difficili e di lotta per la Chiesa”?
- Sei docile all’azione di Dio su te, sulla tua coppia, sulla tua famiglia?
- Sai accettare, con spirito di fede e d’amore anche quelli che sembrano essere insuccessi, per santificarli?