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MARZO 2002

     

LA BONTA’

           

Cos’è la bontà:

“Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?” Gesù gli disse: “Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo”. (Mc 10,17-18)

Al giovane ricco, che interroga Gesù circa le opere necessarie per ottenere la vita eterna, Gesù non dà una risposta diretta ma fa un’affermazione lapidaria: “Dio solo è buono”.

Buono è Dio Creatore di ogni cosa buona; buone sono le creature uscite dalle Sue mani “...e vide che era cosa buona” (Gn 1,18); “cosa molto buona” sono l’uomo e la donna che si amano; buono è tutto ciò che viene dal cuore dell’uomo e che merita tale giudizio da parte di Dio; buono è tutto ciò che non viene corrotto dal peccato.

Solo Dio sa ciò che veramente è buono, quindi solo Lui può emettere un giudizio veritiero circa la bontà o la malvagità di un'azione. Ma il giudizio di Dio non sarà una sorpresa dell'ultima ora, esso ci viene notificato dalla coscienza  in tempo reale. Quindi noi possiamo tenere sotto controllo la nostra situazione solo che facciamo attenzione alla nostra guida interiore.

All’approvazione della coscienza è legata la serenità interiore, la gioia che nasce dall’intimo e fiorisce sul volto, la capacità di amare gratuitamente, la speranza che non delude....

Poiché la bontà appartiene a Dio, fa parte del Suo mistero, perciò è indefinibile come indefinibile è Dio, ne abbiamo un riflesso nello sguardo innocente dei bimbi, nello sguardo che ti avvolge d’amore e di tenerezza delle mamme, nello sguardo innamorato e devoto dello sposo per la sposa e viceversa, nello sguardo misericordioso e penetrante di tutti i santi che, avendo purificato il cuore, hanno permesso a Dio di esprimersi in loro.

            La bontà è sorriso, è abbraccio, è carezza data all’anima, è positività, è misericordia, è perdono che dimentica e non tiene in conto le offese ricevute.

 

Giudizio del mondo:

            In questo mondo aggressivo e violento la bontà viene confusa con l’ingenuità sprovveduta ed è indice di debolezza, di esposizione al sopruso.

            Per questo motivo i genitori educano i propri figli ad essere scaltri, furbi, a non lasciarsi sopraffare, a colpire per primi. Ma è un grosso errore che innesca nei cuori il processo della violenza, e spesso se ne pagano le conseguenze nelle stesse famiglie: la violenza somatizzata, viene  scaricata da un coniuge all’altro o dai figli ai genitori stessi, non appena questi si trovano in condizione da non poter soddisfare i loro desideri, leciti o illeciti che siano. I drammi familiari, purtroppo, si moltiplicano ed è necessario che i genitori si interroghino sui motivi remoti, che non permettono ai figli di sviluppare le qualità positive, il buon senso, l’amorevolezza, e di potenziare al contrario le negatività.

            Riflettiamo insieme sul primo dramma familiare della storia dell’umanità, quello avvenuto nel paradiso terrestre dopo il peccato di Adamo ed Eva

Adamo si unì a Eva sua moglie, la quale concepì e partorì Caino e disse: «Ho acquistato un uomo dal Signore». Poi partorì ancora suo fratello Abele. Ora Abele era pastore di greggi e Caino lavoratore del suolo.

Dopo un certo tempo, Caino offrì frutti del suolo in sacrificio al Signore; anche Abele offrì primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto. Il Signore disse allora a Caino: «Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dòminalo». (il male si può reprimere)

Caino disse al fratello Abele: «Andiamo in campagna!». Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise.

Allora il Signore disse a Caino: «Dov'è Abele, tuo fratello?». Egli rispose: «Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?». Riprese: «Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! Ora sii maledetto lungi da quel suolo che per opera della tua mano ha bevuto il sangue di tuo fratello. Quando lavorerai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti: ramingo e fuggiasco sarai sulla terra». Disse Caino al Signore: «Troppo grande è la mia colpa per ottenere perdono? Ecco, tu mi scacci oggi da questo suolo e io mi dovrò nascondere lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra e chiunque mi incontrerà mi potrà uccidere».

Ma il Signore gli disse: «Però chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!». Il Signore impose a Caino un segno, perché non lo colpisse chiunque l'avesse incontrato. Caino si allontanò dal Signore e abitò nel paese di Nod, ad oriente di Eden. (Gen 4,1-16)

                       

Il dramma della prima coppia è effetto dell’armonia familiare perduta a causa del peccato. I figli, nati dopo il peccato, avevano ormai somatizzato i geni dei loro genitori, che portavano le informazioni del bene e del male, quello che loro avevano voluto conoscere disobbedendo a Dio. Dio, infatti aveva messo nelle creature uscite dalle sue mani solo il germe del bene per evitare loro le gravi conseguenze del male.

L’uomo però, pur ereditando i germi del bene e del male, può far prevalere l’uno o l’altro esercitando la sua volontà. Se imita il Signore, come fece Abele, stimola dal suo intimo la generosità, l’altruismo, il vero culto filiale verso Dio da cui deriva l’amore fraterno.

Se fa prevalere il male, si ritrova il cuore pieno di gelosia, di invidia, di negatività, di intolleranza, di aggressività, di falsità.... Questi sentimenti, non controllati, portano a compiere azioni malvagie e spesso irreversibili, che lasciano dentro l’anima rimorso, impotenza e paura.

 

Cosa fare per essere giudicati buoni:

In realtà la bontà è prerogativa di chi s’impegna a conservare il suo cuore libero e puro, capace di esprimere amore nella ferialità della vita; è prerogativa della persona sempre attenta alle ispirazioni della grazia e alle necessità del prossimo, vigilante alla porta del suo cuore perché non vi entri niente di malvagio.

            Per essere “buoni” è necessario stare sempre sotto l’azione santificante, purificante, illuminante, fortificante dello Spirito Santo. Se la Bontà è Dio, perché solo Dio è buono, noi possiamo solo riflettere la Sua bontà, ma per poterlo fare bisogna essere specchi limpidi, senza macchie, specchi di buona qualità che non alterano la bontà divina che si riflette in essi, bisogna cioè avere il cuore puro.

            Noi purtroppo siamo disturbati da troppe emozioni, la nostra anima è come un cielo d’autunno, attraversato da venti, nuvole, nembi che oscurano il sole, spogliano le foreste, fischiano tra i rami, comunicando tristezza e desolazione. Per non essere disturbati da queste sensazioni di morte, occorre elevarsi un po’ più in su, bisogna andare oltre le nuvole, dove non ci sono nebbie, dove c’è solo il vento soave dello Spirito, dove il sole risplende sereno.

 

La bontà, una proposta per la famiglia?

            Perché proporre la bontà in questo tempo di violenza e di sopraffazione?

            Perché proporla in famiglia, dove le nuove generazioni devono prepararsi alla vita, a inserirsi in questo mondo di furbi, di scaltri, di falsi?

Perché la famiglia è chiamata a riprodurre il luogo e lo stato dove l’anima è vissuta prima di abitare il corpo e dove deve ritornare; perché la famiglia deve essere pace, serenità, accoglienza, sicurezza, riposo. La famiglia non diventa scuola di Vita se riproduce gli ambienti in cui gli uomini s’incontrano e vivono sopraffacendosi l’un l’altro e caricandosi di tensioni che logorano, dove la finzione è d’obbligo; al contrario la famiglia deve essere il luogo dove ognuno può togliersi le maschere della convenienza, dove può abbattere le barriere della diffidenza, dove si può respirare a pieni polmoni senza timore di essere avvelenati, dove l’incontro è riposo.

            Questo è ciò di cui l’uomo e la donna hanno bisogno dopo una giornata in cui ci si è impegnati nel sociale; questo è ciò di cui hanno bisogno i figli, dopo una giornata di studio e di incontri, che hanno posto loro molti interrogativi.

            Gesù ci ha dato l’esempio di ciò che la famiglia è tenuta a fare quando dice: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e stanchi ed io vi darò ristoro(Mt 11,28).  Oppure quando, dopo le missioni apostoliche anche esaltanti, ma che comunque stancavano lo spirito e potevano  esponendoli all’insidia della tentazione della superbia e della vana gloria, che li portava ad attribuirsi ciò che era opera di Dio, li conduceva sul monte, in disparte, lontano dalla folla, nell’intimità del collegio apostolico, per aiutarli a purificare i loro sentimenti e ristabilirli nella pace, al fine di poter proseguire l’opera dell’evangelizzazione con l’umiltà necessaria.

            Le forti emozioni di rabbia, di scoraggiamento, di gioia, anche d’amore hanno comunque bisogno di essere purificate perché l’anima possa tornare alla serenità di giudizio, all’umiltà, alla verità. La moderazione in tutte le circostanze ci permette di mantenerci liberi dal giudizio umano, qualunque esso sia, di esaltazione o di depressione, di apprezzamento o di disprezzo. L’unica voce che conviene ascoltare e a cui è bene porgere attenzione è quella della coscienza, ma essa ha bisogno di silenzio.

            Se abbiamo agito bene e ne riceviamo lode, ringraziamo Dio, che ci ha dato sapienza e intelligenza per poterlo fare, utilizzando i talenti che sempre da Lui ci vengono; se abbiamo agito bene e ne riceviamo disprezzo, lodiamolo e ringraziamolo ancora di più, perché ci dà l’opportunità di aggiungere “ciò che manca alla passione di Cristo” e chiediamo misericordia e perdono per chi ci ha offeso; se abbiamo agito male e il prossimo ci rimprovera, unendo la sua voce a quella della nostra coscienza, corriamo subito tra le braccia misericordiose di Gesù, per essere perdonati e, se possiamo, ripariamo subito chiedendo perdono o facendo l’azione buona contraria a quella che ci ha messo in crisi spirituale.

            Questo discernimento riusciremo a farlo solo se ci concediamo momenti di sosta con Gesù, lontano dal rumore assordante del mondo, con le sue mille voci, con i suoi mille volti, agitato da mille passioni.

 

Si può sintetizzare così:

            La bontà è perfetta armonia, è la forma che assume la Grazia divina operante nella creatura, in sintesi è Dio che vive nell’intimo della creatura e traspare nei suoi gesti, nelle sue parole, nelle sue scelte. La creatura diventa così lo specchio dove si riflette l’Amore di Dio, l’Amore Misericordioso che, nel perdono, annulla l’oscurità, inondandola con la Sua luce e le tenebre del cuore, messe in fuga dalla luce, attraverso al conversione, lasciano il posto alla gioia, alla pace, alla benevolenza, alla bontà, al dominio di sé.

            La bontà è amore operoso, la bontà è accoglienza, la bontà è pace e sicurezza, semplicità e innocenza, la bontà è Dio!

            E’ bene e buono ciò che sta nel Suo ordine, nell’equilibrio che Lui ha dato all’universo e all’uomo. C’è un’ecologia in tutte le cose, c’è una catena della vita che lega ambienti e creature in maniera così perfetta che ne risulta il bene per tutti gli esseri, animati e inanimati, coscienti e incoscienti: minerali, vegetali, animali... tutto a vantaggio dell’uomo.

            L’ecologia delle relazioni umani è la bontà. Se le nostre relazioni sono caratterizzate dalla bontà, sui volti nasce il sorriso, la speranza, la fiducia, il rispetto, la stima, l’accoglienza, il dialogo, il buon consiglio, la serenità, la pace, la fraternità, l’amicizia... In caso contrario, ne abbiamo esperienza dopo i fatti di New York, in ogni uomo vediamo un possibile nemico, cade la fiducia, si alzano barriere di difesa, si progettano scudi spaziali, si mette la maschera della distanza, dietro cui si studia il possibile nemico, si affilano le armi della difesa, nasce il sospetto, si alimenta il risentimento, cresce la solitudine... l’ambiente umano è inquinato da fumi di guerra, non si respira più!

Riconosciamo forse in questo quadro il nostro mondo?

            E allora cosa fare?

            Seguiamo il consiglio che S. Paolo dà ai Colossesi:

Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio! Quando si manifesterà Cristo, la vostra vita, allora anche voi sarete manifestati con lui nella gloria.

Mortificate dunque quella parte di voi che appartiene alla terra: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e quella avarizia insaziabile che è idolatria, cose tutte che attirano l'ira di Dio su coloro che disobbediscono. Anche voi un tempo eravate così, quando la vostra vita era immersa in questi vizi. Ora invece deponete anche voi tutte queste cose: ira, passione, malizia, maldicenze e parole oscene dalla vostra bocca. Non mentitevi gli uni gli altri. Vi siete infatti spogliati dell'uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova, per una piena conoscenza, ad immagine del suo Creatore. Qui non c'è più Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro o Scita, schiavo o libero, ma Cristo è tutto in tutti.

Rivestitevi dunque, come amati di Dio, santi e diletti, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza; sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente, se qualcuno abbia di che lamentarsi nei riguardi degli altri. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Al di sopra di tutto poi vi sia la carità, che è il vincolo di perfezione. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E siate riconoscenti!

La parola di Cristo dimori tra voi abbondantemente; ammaestratevi e ammonitevi con ogni sapienza, cantando a Dio di cuore e con gratitudine salmi, inni e cantici spirituali. E tutto quello che fate in parole ed opere, tutto si compia nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre.

Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come si conviene nel Signore. Voi, mariti, amate le vostre mogli e non inaspritevi con esse. Voi, figli, obbedite ai genitori in tutto; ciò è gradito al Signore. Voi, padri, non esasperate i vostri figli, perché non si scoraggino. Voi, servi, siate docili in tutto con i vostri padroni terreni; non servendo solo quando vi vedono, come si fa per piacere agli uomini, ma con cuore semplice e nel timore del Signore. Qualunque cosa facciate, fatela di cuore come per il Signore e non per gli uomini, sapendo che come ricompensa riceverete dal Signore l'eredità. Servite a Cristo Signore. Chi commette ingiustizia infatti subirà le conseguenze del torto commesso, e non v'è parzialità per nessuno. (Col 3,1-25)

 

INTERROGHIAMOCI:

  1. Apprezzi la virtù della bontà o la ritieni improponibile nei tempi che viviamo?
  2. Riscontri dentro di te elementi negativi che ti impediscono di esprimere la bontà?
  3. Quali elementi di bontà riscontri in te? (generosità, altruismo, disponibilità, desiderio di bene)
  4. Come coppia, vi sembra di essere per i figli immagini credibili di bontà?
  5. Nei riguardi dei tuo coniuge esprimi sempre un atteggiamento positivo?
  6. Ti sembra di educare i tuoi figli alla bontà o li stimoli ad essere scaltri, guardinghi, diffidenti?
  7. Negli atteggiamenti dei tuoi figli riscontri qualche elemento di aggressività, di violenza, di sfida?
  8. Come puoi aiutare i tuoi figli ad essere positivi, buoni, generosi, altruisti, fiduciosi?
  9. Ti procuri momenti di riflessione, insieme a Gesù, per purificare i tuoi sentimenti?

 

Proposito: Allontaniamo dalla mente ogni pensiero di critica verso il nostro prossimo.

                   Pensiamo bene di tutti.

 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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