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GENNAIO 2002

     

 

LA PAZIENZA

            “Con la pazienza guadagnerete le anime vostre”. La pazienza è per definizione la capacità di tollerare a lungo situazioni sgradevoli e dolorose.

Proprio perché legata al dolore, è una virtù poco amata, viene addirittura respinta se il dolore ci è causato dal sopruso altrui, che fa nascere nel nostro intimo sentimenti di risentimento, astio, rabbia, rancore, tutto il coctel dell’orgoglio ferito.

 

Pazienza e sopportazione

Spesso nella vita siamo costretti a sopportare per necessità: il datore di lavoro che ci manca di rispetto, la suocera, la nuora, i parenti che interpretano i nostri gesti secondo i loro criteri, gli stessi dipendenti che avanzano diritti che non hanno.....

In questo caso non si può parlare di virtù, perché la virtù è sempre un frutto dell’amore libero, ma può diventarlo se decidiamo di fare di necessità virtù, cioè se decidiamo di soffrire e offrire e chiarire in maniera civile ed opportuna, anziché soffrire e subire con risentimento.

 

La “virtù” della pazienza

            La pazienza è una grande virtù. Essa nasce solo dove trova umiltà e amore; nasce nel cuore che si identifica con quello di Gesù che non si meraviglia se vede l’onda dell’ingratitudine, del tradimento, della beffa, della stoltezza umana abbattersi contro di lui, perché sa che nell’economia della salvezza, il Padre, sapiente e misericordioso, ha deciso di salvarci per mezzo dell’Innocente che, per soddisfare la giustizia divina, si carica del peccato dell’uomo e lo trasforma in dono gratuito. A questo “Sacrificio” gli “innocenti”, se così si può dire di noi, per un disegno di misericordia ancora più grande, possono decidere liberamente di unire il loro piccolo sacrificio e partecipare al Suo merito infinito.

            Si tratta di una grazia grande. E’ chiaro però che chi in questa terra vuole unirsi a Gesù, deve avere i suoi stessi sentimenti, come dice S. Paolo ai Filippesi; cioè non deve ragionare secondo il mondo, che quando si proclama giusto, applicala legge del commercio: “Tanto mi dai, tanto ti do”, ma deve ragionare secondo la legge dell’amore, che si basa sulla gratuità assoluta, sulla gioia di dare gioia, sul sacrificio fatto senza far pesare, sulla capacità di aspettare i tempi di risposta della persona amata senza stancarsi.

“Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce.

Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre”. (Fil 2,5-11)

            L’umiltà aiuta questa sopportazione, spingendo la mente e il cuore oltre l’atteggiamento di rifiuto, oltre la parola offensiva, oltre la derisione, oltre l’inganno... perché l’amore dilata il cuore e lo rende più grande del delirio orgoglioso dell’altro, che comunque è sempre un fratello.

            Che virtù grande la pazienza! Essa presuppone tutte le virtù e un grande dominio di sé.

 

Pazienza, virtù dei forti

            La virtù è però sempre un movimento attivo dell’anima e non ha niente a che fare con la pusillanimità, con l’incapacità di difendersi, con il silenzio carico di rancore.

            Come non è martire chiunque muore a causa della violenza altrui, ma solo chi dona la vita per non tradire Gesù, così non è paziente chiunque subisce, ma chi non reagisce al disprezzo altrui per amore, per non perdere l’amicizia con la persona da cui riceve l’offesa, che è sempre più grande della sua miseria ed è degna di stima anche se difettosa. Chi ragiona in questi termini e unisce la sua umiliazione a quella di Cristo per la salvezza del fratello, esercita la virtù della pazienza e ottiene misericordia per quella creature difettosa, ma teneramente amata da Dio.

 

Pazienza e cultura dominante

            Oggi una delle virtù meno praticate è proprio la pazienza. La pazienza implica la capacità di soffrire e l’uomo moderno, cioè noi, non vogliamo soffrire; implica la capacità di aspettare, ma noi abbiamo fretta, vogliamo tutto e subito, abbiamo un rimedio efficace per ogni dolore, e non tolleriamo che ci siano malesseri fisici, morali o spirituali sui quali non possiamo intervenire immediatamente; la pazienza implica la capacità di dialogo, ma noi pretendiamo che gli altri capiscano senza parole, e inoltre non siamo disposti a prendere in considerazione la nostra parte di responsabilità; la pazienza implica un amore senza misura, ma senza misura è senz’altro il nostro egoismo non certo il nostro altruismo, proprio perché è stato rafforzato dal cosiddetto “personalismo”, che ha messo l’“Io” al centro di ogni interesse. Ma più siamo centrati su noi stessi più ci impoveriamo, perché l’egoismo è povertà, mentre solo l’altruismo arricchisce e potenzia.

 

Condizioni per l’acquisto della pazienza

            La pazienza è un frutto dello Spirito e in quanto tale nasce e matura nel cuore puro, nel cuore lavorato dall’amore. Tutte le virtù hanno questa esigenza.

Come ogni vegetale presuppone un tipo di terreno, un clima adatto, un agricoltore che lo lavori, se ne prenda cura e lo difenda dalla gramigna e dalle intemperie, così le virtù:

  •   il terreno è il cuore dell’uomo,
  •   l’agricoltore siamo noi che vigiliamo operosamente perché i venti dell’orgoglio, la grandine delle offese, il calore bruciante delle passioni non penetrino nel cuore e devastino ciò che in esso sta germogliando,
  •    il clima favorevole è la grazia, che ci viene data gratuitamente mediante i Sacramenti, la Parola, la preghiera, la riflessione e l’impegno personale.

 

La pazienza nella vita familiare

            La vita di coppia e di famiglia ha estremo bisogno della virtù della pazienza. Se volete salvaguardare i beni preziosi del matrimonio e della famiglia, è indispensabile dilatare l’attenzione vigilante sul vostro cuore all’infinito.

            Volete mettere al sicuro la vostra relazione di coppia? E allora: ascolto, ascolto, ascolto... dialogo sereno, silenzio misericordioso, amore più grande del limite altrui, amore fedele, capacità di attendere i tempi di crescita e soprattutto. preghiera, preghiera, preghiera..., perdono, perdono, perdono... gratuità assoluta.

            Tutto questo lavoro si fa nel proprio cuore e l’altro ne raccoglie i frutti e se ne rallegra. Tu triboli nel produrre i tuoi frutti, ma se l’altro s’impegna a sua volta, raccogli i frutti che nascono dal cuore del coniuge.

            Così cresce l’amore coniugale, ma ogni crescita implica sacrificio.

 

            .... E se non nascono frutti?....

            Vuol dire che è l’inverno dell’amore! Bisogna aspettare i tepori della primavera con pazienza, come fa il contadino... e mentre aspetta i nuovi frutti, si nutre di quelli che ha conservati.

            Ricordate la sposa del Cantico dei Cantici quando cercava l’amore e non lo trovava? Quando le stesse amiche volevano dissuaderla dal cercarlo ancora? Lei, ricordando i tempi migliori, tesse il più bell’elogio al suo sposo e non permette alla depressione di impossessarsi del suo cuore e alla fretta di interrompere l’attesa fiduciosa.

Che ha il tuo diletto di diverso da un altro, o tu, la più bella fra le donne? Che ha il tuo diletto di diverso da un altro, perché così ci scongiuri?”

Così parlano le amiche, ma lei risponde:

“Il mio diletto è bianco e vermiglio, riconoscibile fra mille e mille. Il suo capo è oro, oro puro, i suoi riccioli grappoli di palma, neri come il corvo. I suoi occhi, come colombe su ruscelli di acqua; i suoi denti bagnati nel latte, posti in un castone. Le sue guance, come aiuole di balsamo, aiuole di erbe profumate; le sue labbra sono gigli, che stillano fluida mirra. Le sue mani sono anelli d'oro, incastonati di gemme di Tarsis. Il suo petto è tutto d'avorio, tempestato di zaffiri. (Ct 5,9-14)

            L’amore vero sa vivere anche la notte del sentimento alimentandosi di ricordi e non permettendo al cuore di inaridire. Quando l’amore tornerà non troverà un cuore accartocciato nell’egoismo, ma un cuore in attesa, pronto a far festa per il suo arrivo.

            Infatti, dopo la prova dell’amore, gli sposi del Cantico dei Cantici possono finalmente cantare all’unisono il duetto dell’amore:

Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la morte è l'amore, tenace come gli inferi è la passione: le sue vampe son vampe di fuoco, una fiamma del Signore! Le grandi acque non possono spegnere l'amore né i fiumi travolgerlo. Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa in cambio dell'amore, non ne avrebbe che dispregio(Ct 8,6-7)

            Tu pure, nell’inverno dell’amore, puoi tornare col pensiero, con l’affetto e la gratitudine ai tempi migliori e convincerti che l’amore c’è, è solo malato, ma se lo curi può guarire e tornare forte e operoso. Intanto alimentalo nel tuo cuore, fallo crescere rendendolo misericordioso, accogliente, fiducioso, anche gioioso.

            La ragione, dentro di te protesta: “Ma non se lo merita, non mi cura, mi tradisce, è latitante...” Ricorda che questa è la legge del commercio, l’amore è legge a se stesso, non segue una logica, l’amore è gratuità assoluta.

            Questo è il tuo momento di crescita. Se la corrispondenza del coniuge fosse perfetta, che merito ne avresti? Amare ed essere amati è piacevole. Anche i pagani fanno così. I cristiani, dice Gesù, non possono comportarsi come loro. Sarebbe una vera disgrazia se mentre l’amore langue in un coniuge, l’altro lasciasse spegnere il proprio, sarebbe come una pianta malata che infetta e contagia anche l’altra e muoiono insieme!

Questo, purtroppo, è il motivo della morte di tanti amori. Non era amore? Non si può dire. Sicuramente era un amore che andava curato e non ha trovato chi lo facesse.

            La fedeltà di uno dei coniugi produce a sua volta il frutto dell’unione della famiglia, della serenità dei figli, della santità del coniuge fedele, della conversione di quello infedele. Tutti questi sono frutti dello Spirito ottenuti esercitando la virtù della pazienza.

 

Da ricordare:

            Se tu coltivi nel tuo cuore la pazienza, raccogli i frutti nel cuore del coniuge e dei figli.

            Forse non li saprai neanche riconoscere perché ti sembrerà logico vivere la vita familiare nella norma, ma tu non sai come sarebbe diventata la tua famiglia se tu avessi perso la pazienza e avessi fatto scelte affrettare, egoistiche e razionali.

            Solo in cielo conosceremo l’opera meravigliosa che la grazia ha operato, filtrando silenziosa attraverso il nostro cuore. E loderemo Dio con la nostra vita, insieme a tutta la nostra famiglia.

 

I figli e la pazienza

            La pazienza va esercitata anche nell’attesa snervante della crescita e dell’orientamento dei figli. I figli passano da una crisi all’altra senza darvi respiro e sottoponendovi al logorio emotivo, nel timore che si facciano del male e che facciano del male.

            Quest’ansia è ancora amore ed è partecipazione a quell’amore di Dio ha verso i vostri figli. Anche Dio trepida sui vostri figli, temendo che facciano scelte sbagliate e, se le fanno, corre subito ai ripari perché non si facciano più male. I figli, prima che vostri sono di Dio. Vi sono stati affidati per aiutare Dio a orientarli nella vita, a proteggerli dal male, a fare esperienza di amore.  La vostra partecipazione è collaborazione all’azione divina della grazia, che accompagna i vostri figli durante tutta la loro vita. La vostra preghiera per loro ha valore sacerdotale (sacerdozio dei fedeli), il vostro sacrificio ha valore impetratorio.

            Immaginate di essere la canna di sostegno posta accanto ad una pianta giovane, perché cresca dritta verso il sole. La canna è sottoposta a tensioni varie, a volte si piega nello sforzo di tenere dritta la pianta, ma questa ne trae un grande vantaggio, perché può crescere, esporre i suoi rami al sole e produrre i suoi frutti.

            Chi vede i frutti difficilmente pensa alla canna che ha sorretto la pianta agli inizi della sua vita, ma il contadino lo sa che se non ci fosse stata quella canna i frutti sarebbero stati ben miseri.

            Non pensate perciò che il vostro lavoro sia inutile; è un lavoro di sostegno e di tensione faticosa, di dono gratuito e privo di soddisfazioni, ma è un lavoro estremamente necessario, che l’amore rende amabile. E’ lo stesso lavoro che ha fatto Gesù con noi, ponendosi accanto alla nostra fragilità con il legno duro della croce, sopportando le tensioni delle nostre inconcruenze, delle nostre ribellioni, delle nostre pretese.

            E se la nostra vita assomiglia a quella di Gesù, che altro potremmo desiderare? Quale missione più preziosa della Sua?

Rivestitevi dunque, come amati di Dio, santi e diletti, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza; sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente, se qualcuno abbia di che lamentarsi nei riguardi degli altri. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Al di sopra di tutto poi vi sia la carità, che è il vincolo di perfezione. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E siate riconoscenti! La parola di Cristo dimori tra voi abbondantemente; ammaestratevi e ammonitevi con ogni sapienza, cantando a Dio di cuore e con gratitudine salmi, inni e cantici spirituali. E tutto quello che fate in parole ed opere, tutto si compia nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre. (Col 3,12-17)

 

Questionario di approfondimento personale:

 

  • Sei portato alla pazienza o all’impazienza nei confronti dei fratelli difettosi?
  • Sei tu stesso/a motivo di impazienza per gli altri a motivo delle tue resistenze capricciose?
  • La tua è vera virtù o sopportazione che lascia dentro di te risentimento e rancore?
  • T’impegni, alla scuola di Gesù, di alimentare in te i Suoi stessi sentimenti di misericordia?
  • Consideri una grazia il poter unire la tua sofferenza a quella di Cristo per la salvezza delle anime?
  • Metti in atto le condizioni necessarie per l’acquisto di questa virtù così importante (cuore ben disposto, vigilanza attenta, vivere sotto l’azione costante della grazia)?
  • Nella vita di coppia eserciti la pazienza che sa ascoltare, aspettare il momento propizio al dialogo fruttuoso, pregare, perdonare perché il cuore del coniuge entri in sintonia con quello di Dio?
  • Come la sposa del Cantico sai rimanere nell’amore anche quando tutto fa pensare che l’amato non tornerà?
  • Sai stare vicino ai figli come canna di sostegno perché non crollino e  affrontino con coraggio le difficoltà della vita, o sono loro che devono sostenere te nelle tue depressioni?
  • Hai capito che se tu coltivi la virtù della pazienza nel tuo cuore, raccoglierai i frutti nel cuore del coniuge e dei figli?

 

Proposito:       Preghiamo con perseveranza per le persone che ci fanno soffrire.

Offriamo qualche sacrificio per loro.

 

 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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