LA VIGILANZA DEL CUORE
Vigilate, state saldi nella fede" (1 Cor 16,13). E' S. Paolo che ci esorta, ma prima di lui ci ha esortato Gesù con la parabola delle dieci vergini (Mt 25,1-13).
Il portinaio vigile sta attento perché non entrino estranei in casa. Giovanni Paolo Il ha affidato ai giovani il compito di sentinelle del mattino del nuovo millennio. Molto più dovremmo esserlo noi adulti e genitori.
La porta da vigilare è quella del nostro cuore. Abbiamo detto che il male può entrare dall'esterno perché le fonti di tentazioni sono esterne a noi: demonio, mondo corrotto. In noi possiamo trovare la tendenza al male ereditata dai nostri progenitori. Come dentro certe mele, belle a vedersi, può nascondersi il verme nato dall'uovo deposto nel calice del fiore prima dell'impollinazione, così nel nostro cuore ci possono essere tendenze cattive ereditate nel momento della gestazione: il peccato originale.
Vigilare il cuore significa stare attenti a ciò che in esso germoglia e agli stimoli esterni dai quali è sollecitato. I cinque stadi di penetrazione del male (suggestione, colloquio, combattimento, consenso, passione) ci danno un po' di tranquillità perché sappiamo di non peccare nel momento della suggestione e neanche nel momento del dialogo, perché non ci è negato di usare la nostra intelligenza, anche se abbiamo bisogno di molta luce di Spirito Santo per non essere sedotti e ingannati dal tentatore, molto più scaltro di noi o dal mondo e dalla sua "logica" ammantata di buon senso, che spesso copre un grande egoismo e il segreto desiderio di gestire la propria vita prescindendo da Dio.
Questo momento è molto delicato e i maestri di spirito si impegnavano e si impegnano a combattere le battaglie spirituali proprio a questo stadio. Le riunioni formative hanno il compito di insegnarci a riconoscere i nostri nemici spirituali e ad imparare il loro modo di comportarsi, si propongono anche di aiutarci a riconoscere i nostri punti deboli, stimolandoci ad analizzare la nostra vita e a smascherare i nostri egoismi nascosti, per sapere quali sono i punti nevralgici in cui il nemico può sferrare i suoi attacchi.
Se è vero che si arriva al peccato solo nel momento del libero consenso, è anche vero che il cristiano non può accontentarsi dell'indispensabile ma deve scegliere il più per garantirsi non solo la salvezza ma la santificazione e la gloria di Dio. Il cristiano deve operare il bene e promuovere il bene, perciò non può permettersi di perdere tempo ed energie. E' necessario dunque tenere a bada le fantasie e cercare di non scendere a compromessi col tentatore. Abbiamo perciò bisogno di riconoscere immediatamente se la fantasia o il pensiero che viene ad occupare la nostra mente merita di essere assecondato oppure no.
In questo lavoro ci è di esempio Gesù. Egli, pur essendo Dio, si è fatto uomo proprio per essere nostro modello. S. Matteo, al cap. 4,1-11, ci riporta il suo combattimento contro il tentatore.
Gesù aveva fame e il luogo era deserto. Questa situazione di bisogno era l'unico punto fragile che il tentatore poteva sfruttare, ma era sufficiente per tentare il suo assalto: "Hai fame! Ma tu sei il Figlio di Dio! Dì a queste pietre che diventino pane!"
Noi in questa situazione forse avremmo preso in considerazione la possibilità di attuare il suggerimento, vista l'eccezionalità della cosa (si trovava in un deserto), inoltre essendo soli non avremmo scandalizzato nessuno.
Ma la coscienza vigile di Gesù non perde tempo a trattare con il tentatore e immediatamente si pone dalla parte del credente perfetto, che aspetta tutto da Dio e a Lui si affida, aspettando con pazienza che sia Lui a provvedere, nutrendosi intanto della Sua volontà. Risponde infatti: "Non di solo pane vive l'uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio".
Gesù, in questa occasione ci fa capire che i punti fragili dell'uomo, ferito dal peccato, sono 3: il piacere, l'avere e il potere, cioè il prestigio. La prima tentazione di Gesù è stata quella di soddisfare il piacere del cibo (bisogno) in maniera straordinaria. Il tentatore, non potendo scendere a patti su questo punto, per la tempestività e la fermezza di Gesù nel respingere la tentazione, prova a suggestionarlo con la brama di potere: lo conduce sul pinnacolo del tempio e lo invita a calarsi cortile su ali di angeli. Quale migliore biglietto da visita? Conoscendo le difficoltà che avrebbe incontrato con il sinedrio, poteva sembrare perfino una ispirazione! Ma Gesù sa che non si pretendere l'intervento di Dio, estorcendogli il miracolo con la temerarietà; il miracolo è sempre un dono gratuito della bontà divina. Perciò risponde: "Non tentare il Signore Dio tuo!" (2° comandamento}.
Sconfitto su questo secondo punto, sfrutta il fatto che Gesù, durante gli anni della sua predicazione, non sapeva dove posare il capo, cioè non aveva fissa dimora, dipendeva dalla carità del prossimo e questa situazione di pellegrino, in condizioni sempre precarie non era certo facile. Se avesse avuto un territorio su cui essere signore sicuramente avrebbe potuto annunciare la sua dottrina in maniera vantaggiosa: "Tutte queste cose ti darò se prostrato mi adorerai".
Il demonio ha sempre voluto usurpare a Dio ciò che appartiene a Lui solo: l'adorazione. Ma Gesù prontamente lo respinge con le parole della Bibbia: "Va via, Satana! Sta scritto: "Adora il Signore Dio tuo e a Lui solo rendi culto". (1° Comandamento).
Gesù ha respinto tutte e tre le tentazioni al primo stadio, non ha perso tempo col tentatore e lo ha allontanato con le parole della Bibbia, in forma breve, ferma e decisa. Egli aveva a vantaggio la conoscenza della scrittura e la volontà irrobustita dalla preghiera e dal digiuno.
Noi cediamo spesso al colloquio, ci sembra di dover interpretare le possibilità con "buon senso", ci sembra di dover essere prudenti, di non essere tenuti alla santità.
Evagrio, monaco egiziano e maestro di spiritualità, scelse 8 brani della Bibbia e li ordinò secondo le 8 categorie dei pensieri malvagi:
l . gola,
2. lussuria,
3.avarizia,
4.tristezza,
5. ira,
6. accidia,
7.superbia,
8. invidia.
Questo è un metodo collaudato da Gesù stesso. Ma la gente semplice non ha dimestichezza con le scritture, si iniziò così ad usare la cosiddetta. "preghiera di Gesù", che consiste nel ripetere "Signore Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore", perché anche il solo nome di Gesù mette in fuga il demonio. Il famoso pellegrino russo sintonizzava il nome di Gesù al battiti cuore e alla respirazione. Questo è il metodo più efficace per raggiungere la preghiera incessante e serve soprattutto a scacciare ogni cattivo pensiero. Facciamoci la prova quando siamo tentati di adirarci, di vendicarci, di peccare di lussuria ecc.
Ma è proprio necessario eliminare tutte le cattive suggestioni?
Non ci è chiesto questo, ci è chiesto solo di combatterle con l'aiuto della grazia. A S. Paolo che chiedeva a Dio: "Chi mi libererà da questo corpo di morte?" Gesù rispose: "Ti basta la mia grazia". Ma la grazia ci viene data istante per istante, secondo il bisogno. Dio, se vuole, può anche liberarci da qualche tentazione e farci sperimentare la pace del cuore, ma bisogna stare attenti perché c'è anche una finta pace che viene dal maligno, il quale ci illude facendoci credere che il combattimento è finito, per indurci ad allentare la vigilanza. L'uomo spirituale sa che finché è quaggiù non può ritenersi mai al sicuro, ci sono verifiche giornaliere a cui deve rispondere per cui deve sempre vigilare alla porta del suo cuore, per capire se il demonio, attraverso un sottile orgoglio o un difetto travestito, sta tendendo le sue insidie, per poterlo respingere prontamente.
Questa vigilanza del cuore si può chiamare "sobrietà spirituale" o più semplicemente “attenzione”. Il vero atto umano è sempre consapevole e libero. Anche per la vera preghiera si esige attenzione, presenza psicologica, autocontrollo. Se la mente è occupata in altro si possono recitare formule ma non si stabilisce un contatto con l'Eterno
La capacità di controllarsi è un dono della natura e di Dio ma si può ottenere anche con l’impegno e la buona volontà, perché Dio benedice l'uomo di buona volontà. Sicuramente la capacità di attenzione può essere aumentata anche con appropriati esercizi; generalmente è favorita dall'età adulta: man mano che le cose futili perdono valore, aumenta la capacità di concentrare la vita dentro di sé, l'attenzione converge su ciò che resta. Siccome sono molte le cose futili, man mano che la sapienza, che è dono dello Spirito, ci permea, ritiriamo i nostri pensieri dalle cose vane e li concentriamo su Dio e sui valori spirituali.
Questo esercizio non è facile. Inizialmente la solitudine o la perdita di valore delle cose della terra sembrano impoverirci. Non siamo ancora in grado di apprezzare e gustare le cose divine. Questi sentimenti negativi ci bloccano ancora in noi stessi a leccarci le piaghe, ma, man mano che ce ne liberiamo, cominciamo ad apprezzare il dono del silenzio, lo stesso dono dell'impossibilità di lavorare come una volta, il dono della preghiera. Perché, checché se ne dica, tutto è dono, anche la malattia, la vecchiaia, la solitudine, la morte.... ,
A questo punto Dio ci prende, ci inserisce nel suo mistero e ci conduce nel suo Regno pur lasciandoci in terra. Il dialogo con Lui ci mette a parte della Sua onnipotenza, i suoi desideri diventano i nostri desideri, vogliamo solo ciò che Dio vuole, facciamo solo ciò che Dio vuole, uniamo al sacrificio di Cristo quanto ci resta: l'attività o l'inattività, la salute o la malattia, la vita o la morte. In sintesi la nostra anima diventa un altare in cui continuamente si offre a Dio l'oro della carità, l'incenso dell'orazione, la mirra della mortificazione.
Se siamo ancora molto distratti e se le cose di quaggiù ci occupano e preoccupano ancora molto, è indice che Dio ci ha preso poco. Come è difficile distrarre un accanito tifoso dalla partita della sua squadra, così è difficile distrarre un appassionato amante di Dio dalla preghiera. L’attenzione è figlia della passione. Il problema allora non è come favorire l'attenzione ma come far crescere l'amore. Le passioni sono movimenti di attrazione o repulsione verso qualcosa o qualcuno. Si può avere passione per il gioco, per l'arte, per una persona, per Dio. Le passioni turbano la serenità e diminuiscono la nostra libertà. Esse possono essere buone o cattive in base al fine che ci prefiggiamo. Sono cattive se ci allontanano dal fine ultimo: Dio, buone se lo favoriscono. Se sono cattive producono frutti di tristezza ma contemporaneamente producono una sorta di voluttà che genera concupiscenza, desiderio forte di procurarsi il piacere che la passione stimola.
Le passioni principali sono 4: tristezza, paura, voluttà e concupiscenza. Si possono paragonare a 4 donne litigiose che vivono nella stessa casa: gli stoici sostengono. che non ci sarà hai pace finché non le avremo scacciate tutte e quattro.
Il pensiero stoico però non è il pensiero di Cristo: Gesù non ci insegna a diventare insensibili ma a tenere sotto controllo le passioni: se sono cattive vanno respinte fin dal sorgere perché è più facile non restarne travolti, se sono buone bisogna solo dirigerle. Come una macchina potente va guidata da mani esperte, così le passioni potenti vanno indirizzate da una persona autocontrollata.
Le passioni nascono dalla sensibilità che non tutti possiedono con la stessa intensità, chi ha una forte sensibilità soffre e gode di più, ma tutto è proporzionato alle possibilità dell'individuo, anche le tentazioni sono meno forti in chi è meno sensibile. L'uomo spirituale deve solo imparare a conoscere se stesso e deve, con l'aiuto dello Spirito imparare a riconoscere fin dal sorgere la natura delle suggestioni che popolano la sua mente, per respingere abilmente le insidie diaboliche e assecondare le ispirazioni della grazia.
Se Dio vuole, può anche darci il dono della santa apatia, cioè dell'insensibilità al male, ma questo è frutto dell'impegno costante e della grazia elargita da Dio in maniera insindacabile. In questo caso la creatura vive fin da quaggiù in uno stato di pace: è una sorta di resurrezione dell'anima prima della risurrezione dei corpo. Comunque anche per le persone che hanno raggiunto questo stato di grazia vale l'esortazione evangelica: "Vigilate!", finché si vive su questa terra nessuno può sentirsi al sicuro.
C'è da notare che il dominio di sé ottenuto dalle persone spirituali non è insensibilità cadaverica ma è "fuoco divorante" di carità. E' il fuoco divino che brucia le tentazioni sul nascere.
Sant'Efrem dice: "Alla minestra calda nessun insetto si avvicina, vi cadono solo quando si raffredda, così il fuoco divino brucia le passioni cattive sul nascere. Se amiamo sinceramente Dio, la nostra stessa carità scaccia le passioni malvagie" E S. Massimo aggiunge: "La carità tiene unite le forze dell'uomo sotto la direzione dello Spirito Santo". Modello di tale ideale è Maria.
La Sacra Famiglia è modello di fedeltà e armonia coniugale e familiare. Ma se i tre di Nazaret non avessero esercitato una decisa disciplina spirituale, il tentatore avrebbe portato scompiglio e disordine anche tra di loro. Discordanza = allontanamento dei cuori.
L'elezione divina e lo stesso concepimento verginale di Maria non sono garanzia di assenza di lotta. Anche Eva era stata creata senza peccato e peccò, solo la buona volontà di aderire al piano di Dio, di fare la sua volontà, di credere anche quando non si capisce è garanzia di fedeltà dove c'è buona volontà Dio riversa la sua grazia.
Tutte le nostre discordanze familiari hanno origine nella nostra non disponibilità ad accoglierci, a soffrire per amore le tribolazioni familiari, a vincere la tentazione di ricercare la felicità qui in terra. Ci sembra di averne diritto, ma chi mai ci ha dato tale privilegio? Non l’ha avuto neanche l'innocente Figlio di Dio, la cui vita è stata croce e martirio fin dal concepimento Se Gesù, Giuseppe e Maria hanno conservato la presenza di spirito nelle difficoltà, questo è successo perché si sono fidati di Dio. Per Maria e Giuseppe la fede è stato un dono di conquista. Dio guida tutti attraverso i suoi angeli e attraverso gli eventi; se noi ci smarriamo, andiamo in crisi e lasciamo il cammino di fede è perché la nostra fede è debole e più le difficoltà sono grandi più pensiamo di dovercela cavare da soli; loro al contrario non hanno ragionato come noi, si sono fidati di Dio e Dio li ha guidati alla perfezione del dono di sé che è il massimo a cui può aspirare l'uomo. Se il “dono di sé” passa per il Calvario, si sale faticosamente ma si soffre, si offre e si muore per amore.
Sicuramente a noi la morte non sembra un traguardo desiderabile perché ancora non abbiamo capito l'economia divina. La salvezza consiste nel fatto che la morte ha perso il suo potere distruttivo per divenire passaggio alla Vita. E' inutile cercare di allontanare la morte, è invece necessario cercare di morire per amore, perché solo la morte per amore è garanzia di sicura salvezza.
Questionario di verifica personale:
l. Ti sembra di essere abbastanza vigilante perché nel tuo cuore non entri nulla di cattivo,
2. Sai distinguere una ispirazione da una tentazione'?
3. Quali sono i sintomi della tentazione?
4. Quali sono i sintomi dell' ispirazione divina?
5. Cosa fai per respingere le tentazioni?
6. Sai quali sono le tentazioni principali?
7. Conosci il vangelo in modo da poterti servire della parola di Dio per respingere le tentazioni?
8. I vizi capitali sono: superbia, avarizia, lussuria, ira, gola, invidia, accidia, (tristezza, ). Vuoi fare una ricerca sul Vangelo per trovare le frasi più idonee ad allontanare ogni tipo di tentazione
9. Che te ne pare della preghiera del pellegrino russo? Ti sembra possibile farla tua?
10. Ti sembra di possedere il dono della pace?
11. Sai riconoscere la pace che viene da Dio dalla falsa pace che viene dal maligno?
12. Ti sembra di avere passioni forti? Sei capace di governarle?