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FEBBRAIO 2010

     

UMANESIMO CRISTIANO Antonella

 

Il mistero dell’Incarnazione.   Poche settimane fa abbiamo celebrato il Natale: abbiamo così ancora una volta contemplato il mistero dell’Incarnazione. Il Figlio di Dio, per amore dell’uomo, si incarna nel seno di Maria: nasce così Gesù, vero Dio e vero uomo. Per effetto di questa scelta, Dio entra nella realtà umana e la vive pienamente, senza sottrarsi ad alcuna esperienza: è figlio amato e amorevole, è profugo in terra straniera, è lavoratore, è amico fedele e affettuoso, abbraccia la sua vocazione, è perseguitato, tradito, è processato, umiliato. Infine, pur essendo innocente, è condannato a morte. Tre giorni dopo risorge e tutti capiscono che Egli è veramente il Figlio di Dio.

 Ricerca e proclamazione della verità, passione per il bene sono le due direttive che hanno guidato i suoi comportamenti e determinato le sue scelte di uomo: scelte, questo va sottolineato, che Gesù ha compiuto liberamente. Man mano che comprendeva ciò che il Padre voleva da Lui, man mano che la verità gli si svelava, Egli aderiva ad essa con le sue azioni, i suoi comportamenti, il suo modo di essere nella realtà, nel  mondo nel quale è entrato.

Incontro con la persona di Gesù  E’ questo Gesù che noi cristiani abbiamo liberamente scelto di seguire (è per questo che ci chiamiamo, appunto, cristiani). Abbiamo fatto la scelta di avere Lui come punto di riferimento dopo averlo incontrato e conosciuto: qualcuno – i nostri genitori, anzitutto, che hanno voluto per noi il Battesimo, ma poi anche i nostri catechisti, la Chiesa soprattutto che ci è maestra attraverso il Papa, i vescovi, i sacerdoti - ci ha presentato la Persona di Gesù e noi ne siamo rimasti affascinati; la Sua parola, l’annuncio e la  promessa della vita eterna ci hanno conquistati. La realtà della sua Resurrezione ci è sempre davanti, come un faro verso il quale tutta la nostra vita si dirige. L’unica cosa  che dobbiamo fare per raggiungere questa meta è metterci in cammino insieme a Lui, come i discepoli di Emmaus, ascoltarlo e imitarlo.

Il Gesù che abbiamo incontrato è stato, nella sua vita terrena, pienamente uomo, l’abbiamo sottolineato più sopra. Come Lui dunque, anche noi dobbiamo cercare di essere veramente e completamente uomini: come Lui, quindi, avremo come prima preoccupazione, quella di cercare di conoscere la verità.

 Ragione, verità, libertà   Per arrivare a conoscere la verità lo strumento di cui dobbiamo servirci, con libertà e retta coscienza è la ragione di cui, in quanto uomini, siamo dotati. Come chiunque voglia conoscere qualcosa, ci guarderemo intorno, leggeremo, studieremo, osserveremo e anche, poiché siamo cristiani, attingeremo al Magistero della Chiesa.  Immergendoci nella realtà con occhi e cuore bene aperti, alla luce della verità che abbiamo conosciuto, sapremo come intervenire in essa per plasmarla e contribuire alla nascita di una società che sia veramente umana Dovremo - servendoci della libertà che pure ci caratterizza - fare delle scelte, decidere come agire, individuare le persone che potranno accompagnarci in questa avventura, e anche quelle che fanno un cammino che non possiamo condividere. Sappiamo che siamo fragili e che, quindi, la nostra capacità di scegliere può essere distorta da passioni, interessi, debolezze, per cui  le nostre scelte possono anche non essere giuste. Se sapremo scegliere sulla base della verità che con la ragione abbiamo conosciuto, costruiremo un mondo buono, altrimenti costruiremo un mondo cattivo; ogni giorno, quindi, possiamo con le nostre scelte,  proclamare la verità o possiamo negarla.

            Uomini cristiani  Grande progetto, grande responsabilità: tuttavia, dobbiamo essere consapevoli che l’incontro, ogni giorno rinnovato, con la persona di Cristo ci rende capaci  e ci dà la forza (soprattutto se la chiediamo nella preghiera) di vivere la nostra umanità in pieno, con Cristo, come Cristo. Questo significa che dobbiamo guardare al mondo che ci circonda - quello a noi più vicino e quello che ci sembra lontano -  con amore e senso di responsabilità. Non possiamo delegare ad altri la realizzazione della nostra umanità; abbiamo visto che solo immergendoci con occhi e cuore bene aperti nella nostra realtà riusciremo ad essere in pieno veri uomini e veri cristiani. Solo se immersi nel mondo saremo lievito e sale. L’umanesimo cristiano è appunto questo: agire da uomini cristiani nella realtà in cui viviamo. Come Cristo si è incarnato nell’uomo, così il cristianesimo deve incarnarsi nel mondo, continuamente, in ogni epoca, in ogni civiltà, in ogni cultura modificandole e trasformandole, nella direzione della conformità alla persona di Cristo.  Come dice il cardinale Carlo Caffarra, (in Umanesimo cristiano e ricerca scientifica, 2006)  “nessuna dimensione dell’esistenza umana resta estranea a Cristo. Nulla resta fuori”.  Sarà quindi la dimensione della famiglia, quella della scuola, del mondo del lavoro; sarà il mondo dell’economia, quello della politica, quello della scienza. Il nostro campo d’azione è dovunque: dovunque  dobbiamo darci da fare per difendere la dignità della persona (qualunque persona, quale che sia la sua età, la sua razza, la sua appartenenza sociale e culturale) e per affermare quel vincolo di fraternità che ci avvolge e coinvolge, in quanto tutti figli di Dio.

Umanesimo cristiano e mondo economico   Nella Caritas in veritate Benedetto XVI ci fa vedere come è possibile agire da cristiani nel mondo dell’economia . In questa enciclica, infatti il Papa ci dice che “si può essere pienamente umani, pienamente cristiani impegnandosi per la famiglia, impegnandosi per la comunità, impegnandosi per la vita più spirituale ma si può vivere perfettamente la stessa carità, lo stesso amore, impegnandosi in politica e impegnandosi in economia”. Il mondo dell’economia quindi noi “possiamo contaminarlo con la carità, lo possiamo cambiare, lo possiamo sfidare dal di dentro, facendolo diventare un luogo pienamente umano perché irrorato da quello che il Papa definisce il principio di gratuità, il principio di reciprocità che può essere vissuto anche nelle imprese, anche nel mercato.” (L. BRUNI, economista dell’Università di Milano-Bicocca). Se questa contaminazione è possibile in un mondo così difficile e impregnato di egoismi ed interessi, come quello dell’economia, perché non dovrebbe essere altrettanto possibile in altri settori, anch’essi certo non facili, come ad esempio quello della scienza?

Proprio in quanto cristiani, noi sappiamo che dobbiamo avere fiducia, serenamente, nella  ragione e dare così la giusta importanza alla scienza, alla letteratura, all’arte, alla filosofia, alla teologia, a tutti gli ambiti, cioè, in cui la ragione umana si impegna.

            Vedremo nel prossimo articolo come questo umanesimo cristiano, questa idea del mondo così pienamente umana e pienamente cristiana, sia assai spesso contrastata da orientamenti antiumanistici, soprattutto nel mondo scientifico. Abbiamo invece già visto, negli articoli precedenti, come certe correnti filosofiche (relativismo, individualismo, nichilismo) contrastino con la visione cristiana del mondo.

                                                                      

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CRISTO E’ LA VITA DELL’ANIMA Dall’Opera di D.C. Marmion

Pensa, figliolo mio, al Cuore divino squarciato non dalla lancia, ma dal suo infinito amore per te!

Da questo Cuore aperto hai avuto il dono del Suo Sangue  

che trasforma la tua anima irrorandola e la divinizza.

Cosa vediamo durante la celebrazione della S. Messa? Quali sono le parole pronunciate dal sacerdote?

Sono le parole del Maestro divino che pronunciò nell’ultima cena:

“Colui che mangia la carne e beve il mio sangue è in me ed io in lui”.

E’ così, figliolo, che diventiamo Uno con Lui!

Pensa alla preziosità di questo mistero, che si ripete ogni giorno sui nostri altari!

Ti consiglio di raccoglierti nel silenzio della tua anima, per meditare con me:

“Questo è il mio Corpo”, “questo è il mio Sangue”.

E’ così che si realizza il cambiamento del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue della Vittima divina. Cristo così, si rende realmente presente con la sua divinità e umanità;

le specie sacramentali lo nascondono ai nostri sguardi.

Hai riflettuto, anima cara, quanto sei amata da Gesù, da Dio?

Sarai proprio una cosa sola con Cristo nell’Eucaristia!

Questo dono infinito d’amore che si realizza ogni giorno sui nostri altari si trasformerà,

per ciascuno di noi, in un inno d’infinita gratitudine a Dio, per la gioia e la beatitudine senza tramonto

che ci è preparata fra i santi e gli angeli del cielo.

 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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