IL VIANDANTE E LA VERITÁ
Favola 259
Un viandante incontrò in un deserto una donna che se ne stava là solitaria, con lo sguardo chino a terra, e le chiese: “Chi sei?”. “Sono la Verità”, rispose quella. “E per quale motivo hai abbandonato la città per il deserto?”. “Perché nei tempi antichi la menzogna era di pochi; ma ora essa alberga presso tutti gli uomini, qualunque cosa si dica o si ascolti”.
Orribile e dolorosa è la vita per gli uomini, quando la menzogna è preferita alla verità.
“Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l’amaro in dolce e il dolce in amaro” (Is. 5,20)
Una rubrica di anni fa qualcuno ricorderà che si era molto parlato dell’inchiesta “Mani pulite”, iniziativa istituzionale che doveva introdurre la lotta radicale contro la corruzione dilagante.
Sono passati più di 20 anni a alla corruzione, purtroppo, ci siamo ancora dentro pienamente.
L’Italia è allo stremo, non si sa come risollevarsi per uscire da una crisi spaventosa. Le tasse ci tolgono il respiro. Si è accertato che gli evasori fiscali hanno rubato miliardi allo Stato. Qualcosa si sta recuperando, tuttavia contro la corruzione c’è ancora molto lavoro da fare. La corruzione colpisce l’uomo come una malattia. Come si arriva ad ammalarsi? Si arriva gradualmente, compiendo azioni contro la giustizia, l’etica, la libertà, contro la verità. La corruzione richiede una continua complicità con il peccato, fin a quando esso diventa familiare, tanto da arrivare ad essere amato come un bene, non riconoscendogli una valenza negativa, ma coltivandolo come una virtù, molto spesso ammantellandola di trionfalismo.
Da un cuore corrotto nascono furti, inganni, calunnie, cupidigie: un vero marasma, in cui il nostro Bel Paese è piombato, dal quale pare sia molto difficile uscire.
L’Italia ha bisogno di recuperare dignità e credibilità. Non c’è più relazione tra la politica e la gente; mancando quella viene meno il senso di unità e di solidarietà. Ci si chiude in un egoismo ottuso e ingannatore, fino a sentirsi più forti di Dio.
Ecco il peccato originale: La superbia ammantata di relativismo.
La Sacra Bibbia – Lettera ai Romani 1:28-32
E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d'una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno, colmi come sono di ogni sorta di ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di rivalità, di frodi, di malignità; diffamatori, maldicenti, nemici di Dio, oltraggiosi, superbi, fanfaroni, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia.
E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa.