San Massimiliano Kolbe:
"La Massoneria è l'Antichiesa creata da Satana per distruggere la Chiesa Cattolica"
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Che a Roma divenuta Capitale d'talia, trionfasse e spadroneggiasse la massoneria (siamo negli anni tra la fine dell'800 e gli inizi del '900, ndr.), non è un mistero. In un contrasto indefinibile il pellegrino straniero che veniva a Roma (San Massimiliano Kolbe era un Francescano polacco, ndr), centro della Cristianità e sede del Vicario di Cristo, era costretto ad assistere alla più diabolica propaganda anticattolica e anticlericale.
Chi ignora i clamorosi ricevimenti offerti dal Comune di Roma nel novembre 1894, al turpiloque e blasfemo Emilio Zola? Poteva forse sfuggire ad alcuno la propaganda settaria da parte dei rappresentanti governativi contro il Santuario Mariano di Pompei, che in quegli anni sorgeva per opera del Servo di Dio Bartolo Longo?
Potevano forse passare inosservati gli attacchi blasfemi contro il Papa, da Pio IX a Benedetto XV? Il 20 settembre 1893 nel Palazzo di Paolo V il gran Maestro Adriano Lemmi insediava il Grande Oriente. Per protesta un gruppo di cattolici romani fondava l'unione Antimassonica, che tenne un congresso patrocinato dall’Unione Antimassonica Francese. L’Unione Antimassonica romana fu approvata dall'Autorità ecclesiastica nel 1897.
Nel 1917 per i nemici della Chiesa cadevano due centenari quanto mai opportuni per motivare dimostrazioni anticlericali: il quarto centenario della rivolta di Lutero e il secondo centenario dell'inizio ufficiale della Massoneria. Nello stesso anno però veniva pure celebrato il 75° anniversario della conversione miracolosa di Alfonso Ratisbonne.
Per Fr. Massimiliano doveva essere un anno denso di avvenimenti e di prove fisiche. In quest’anno si manifesterà in tutta la sua gravità la malattia polmonare di t.b.c. ma, in compenso, potrà attuare il grande ideale da tempo covato nel suo cuore. Ne fu felice presagio il Capodanno. In quel giorno Fr. Massimiliano insieme con alcuni confratelli potè assistere alla S. Messa del Papa e ricevere la Comunione dalle stesse mani del Pontefice.
La Massoneria italiana per la celebrazione centenaria nel giorno commemorativo della morte di Giordano Bruno inscenò una delle più sacrileghe e diaboliche parodie che mai si fossero viste. Non solo il corteo massonico, diretto al monumento del famigerato apostata, percorse le vie di Roma agitando uno stendardo raffigurante l'Arcangelo S. Michele sconfitto ed atterrato da Lucifero, ma in Piazza S. Pietro apparvero drappi e vessilli con la scritta: — Satana dovrà regnare dal Vaticano, il Papa dovrà fargli da servo.
Non era necessaria una profonda conoscenza storica e filosofica della Massoneria e delle sue oscure origini perché Fr. Massimiliano dovesse vedere in fondo alla realtà delle cose. Nella Massoneria egli, con intuizione soprannaturale, non vide solamente un movimento politico dai mille tentacoli, ordinato a impossessarsi e monopolizzare il governo delle Nazioni; non si limitò incautamente a vedere in essa una semplice associazione che facilita ai suoi proseliti rapide ascensioni per i gradi delle gerarchie politiche, né un movimento occasionale suggerito da esigenze e crisi politiche di epoche storiche, ma la setta dal programma giurato contro Cristo e la sua Chiesa.
Risalendo i secoli e studiando, guidato ed illuminato dalla fede, gli avvenimenti storici delle diverse epoche apparentemente localizzati ora in un paese ora in un altro, ma realmente concatenati secondo un piano universale, il P. Massimiliano si elevò spontaneamente alla chiara e confortante visione delle origini. Allora Dio disse al serpente: « Porrò inimicizia fra te e la donna, fra il tuo seme ed il seme di lei. Essa schiaccerà la tua cervice, e tu insidierai al calcagno di lei » (Gen. Ili, 15). Nel vaticinio di questa lotta, più sociale che personale, — ingaggiata fra i figli della futura « Donna » contrapposta ad Èva ed i figli di Èva peccatrice, i quali rinunziando alla maternità spirituale di quella, incarnano la discendenza di Satana — il giovane teologo, come già i Padri della Chiesa, ebbe la visione del mondo diviso in due campi: i figli della luce e i figli delle tenebre, la città di Dio e quella di Satana, Chiesa e Antichiesa. Perciò nella Massoneria, setta oscura le cui origini si perdono nella preistoria riconobbe la perenne incantazione delle forze infernali insidianti senza tregua alla vita della Chiesa. In questa invece salutò la discendenza dei figli della luce, in lotta costante con i figli delle tenebre, per la rivendicazione dei diritti di Dio e dell’umanità redenta; e in Maria, che in forza del privilegio dell’immacolato concepimento era stata vaticinata trionfatrice di Satana, salutò la celeste vessillifera che condurrà le candide schiere dei nuovi apostoli alla vittoria finale.
A questo punto bisognerebbe accennare all’influsso speciale che l’animo del P. Massimiliano può avere ricevuto dall’educazione ch’egli attinse in seno all’Ordine Serafico, geloso difensore del domma dell’Immacolato Concepimento di Maria. Non ci sembra però inopportuno riflettere che con l’8 dicembre 1854 l’Ordine Serafico, raggiunta la meta, aveva deposto le sue armi ai piedi del trono di Pio IX, appena dopo la definizione dommatica. In realtà la tradizione francescana era ormai piuttosto storia, sebbene sempre rivivente in una più fervorosa venerazione e più solenne culto della « Senza macchia ».
A Fr. Massimiliano invece spetterà, nei disegni della Provvidenza divina, levare più decisamente le àncore, far salpare di nuovo la nave dell’Ordine Serafico, issante la bandiera dell'Immacolata — e ancora molte altre anime e istituti — e lanciarli, sotto la guida e nel nome di Lei, a nuove battaglie e spirituali conquiste. Più tardi nel perfezionamento della sua opera scriverà:
«Per sette secoli abbiamo combattuto perché fosse definito il Domma dell’Immacolato Concepimento: lotta coronata con la definizione dommatica e con le apparizioni dell’Immacolata a Lourdes. E’ ora che cominci la seconda parte della storia: seminare questa verità nelle anime, vigilare che germogli e porti frutti di santità. E ciò in tutte le anime; quelle che esistono e che esisteranno fino alla fine del mondo. La prima parte della storia, cioè quei sette secoli furono solo la preparazione e l’approvazione del progetto; adesso bisogna passare alla esecuzione: vivere la verità dommatica, far conoscere l’Immacolata a tutte le anime, donarla alle anime con tutti i suoi benefici effetti ».
Estratto dalla migliore biografia italiana di San Massimiliano Kolbe: A. Ricciardi, Beato Massimiliano Kolbe, Postulazione generale dei frati minori Conventuali, Roma 1971, pp. 50-53