CRISI DOTTRINALE DELLA CHIESA
Tratto da una relazione di Corrado Gnerre teologo della Chiesa Cattolica
1° errore: La fede mutevole:
E’ il Modernismo, denunciato già da Pio X con la “Pascendi Domini gregis” in cui cercò di delineare l’Antimodernismo, ma come i fiumi Carsici, è riemerso con il Concilio Vaticano II. Il Modernismo sostiene che la fede deve cambiare in funzione dell’uomo. Ma sappiamo che è l’uomo che deve dare il suo assenso a Dio e ai suoi valori, che non possono cambiare. Il Modernismo dice che l’uomo si crea il suo dio. E’ come dire che Dio si deve mettere al servizio dell’uomo e assecondare i suoi capricci e i suoi vizi. Ma l’uomo è mutevole e quindi Dio si deve adeguare a lui, anzi siccome gli uomini sono tutti diversi, ognuno si farà un dio a sua misura e Dio deve dire ok. Ma questa è la morte della fede. La fede non può cambiare, può subire solo approfondimenti per migliorarne la comprensione ma non mutare la sua essenza. I dogmi non si discutono, non si possono contraddire, perché sono rivelati da Dio che è immutabile. Dio è metastorico, è fuori della storia, è l’eterno presente. Il Modernismo mette l’uomo al centro, estremizza l’importanza dell’uomo e toglie a Dio il suo primato “Io sono il Signore Dio tuo” Il Medernismo può diventare il fondamento di tutto: l’uomo in se stesso, in tutte le soluzioni (antropocentrismo).
Il Modernismo teologico in sintesi ammette che non è l’uomo che deve glorificare Dio ma Dio deve glorificare l’uomo. (E’ il peccato di Lucifero)
La parola “Religione” significa rilegare, legare più volte, ciò significa che l’uomo deve appartenere a Dio, ma il Modernismo inverte l’ordine. La fede è libero assenso al volere di Dio.
2° errore. La sentimentalizzazione della fede.
La fede scaturisce da un bisogno subcosciente dell’uomo. Ma la fede deve tradursi in vita, non in sentimento sterile. Oggi ognuno crede ciò che gli piace e scarta ciò che non gli piace, che mortifica le sue voglie. La fede deve influire sul sentire e dargli ordine, accettarlo se buono, rifiutarlo se cattivo, non lasciarsi condizionare dal “mi piace”; (Mi può piacere la donna o il marito d’altri, la roba d’altri, una bugia ingannevole … ma Dio dice: “Non farlo”)
Invece la fede è assenso dell’intelletto alle verità rivelate. I misteri della fede sono sopra la ragione ma non contro la ragione. Se mettiamo a confronto il Catechismo di Pio con gli attuali catechismi, ci accorgiamo che oggi si fa sentimentalismo.
3° Più pastorale meno dottrina
Si tollera il dissenso sulla dottrina, ma non si tollera il dissenso sugli orientamenti pastorali.
La pastorale significa offrire quello che abbiamo ricevuto come patrimonio dottrinale. Quindi non è concepibile una pastorale sganciata dalla dottrina.
Il Modernismo è un insieme di filosofie attuali che escludono Dio: Storicismo – Liberalismo – Economicismo ecc. La dottrina deve accontentare tutti: attirare l’uomo a sé non a Dio.
Per capirci facciamo un esempio: Nella Trasfigurazione (Mt 17), accanto a Gesù apparvero Mose ed Elia: la Legge e la dottrina. Legge e dottrina sono un binomio inscindibile
4° Non attenzione alla purezza della dottrina
I Papi hanno sempre detto che vi è l’obbligo di fuggire non solo l’eresia ma tutto ciò che può facilitare l’eresia. Pio XII, parlando di S. Cirillo di Alessandria ne esalta la vita integerrima, la fede, la virtù, lo chiama gloria della chiesa d’oriente, luminare di cristiana sapienza, atleta di apostolica fortezza. Egli combatté contro i novaziani e gli altri detrattori e corruttori della genuina fede, tanto con la parola, quanto con gli scritti e la pubblicazione di appositi decreti, mostrandosi d'una vigilanza e d'un coraggio a tutta prova (Cfr. Orientalis Ecclesiae).
Oggi, invece, le eresie passano senza che nessuno reagisca.
5° Il cambiamento della catechesi
Se si paragona il Catechismo di Pio X con gli attuali catechismi, si nota che essi sono svuotati di contenuti. Il Catechismo di Pio X generalmente si mandava a memoria, ma i contenuti e le definizioni sono di una esattezza insuperabile. Gli attuali catechismi non contengono gli elementi essenziali della dottrina cristiana, che i bambini hanno diritto a conoscere. Oggi c’è una costruzione elefantiaca nella durata: la preparazione alla Prima Comunione può durare tre anni, quasi un corso di laurea, ma poi non si conosce nulla dell’essenziale. I bambini non riconoscono le parti del rito liturgico e non lo vivono consapevolmente. La catechesi si è ridotta a schedine, analisi di testo, cartelloni riassuntivi, ma i contenuti non passano nella vita del bambino e perciò non migliora in funzione della recezione dei sacramenti. La Confessione o Riconciliazione dovrebbe educare il bambino all’autocontrollo, ma oggi tutto viene vissuto come momento fluido, per cui i comportamenti dei ragazzi a volte sono molto trasgressivi, irrispettosi anche verso genitori ed insegnanti, violenti nelle reazioni, quasi che i comandamenti, se li sanno, li sanno come conoscenza non come vita. Il catechismo è una scuola di conoscenza non di interiorizzazione.
Maria de Mattia (1805-1866) disse profeticamente alle sue suore: “State attente, in futuro cambieranno il catechismo, diranno che non esiste l’inferno”. Già fatto.
6° Non il mondo a Cristo ma Cristo al mondo
La preoccupazione attuale è il timore del giudizio del mondo e non del giudizio di Dio. La mondializzazione non consiste nella cura dei particolari a cui fare attenzione ma nel modificare la verità rivelata per adattarla alla mentalità del mondo moderno.
Oggi la santità non viene riconosciuta dai cosiddetti dotti, ma dal popolo. Alla morte di Padre Pio chi pianse non furono i teologi, che vedevano in lui un retrogrado, un disturbatore ma il popolo che ne apprezzava la virtù e la rettitudine dottrinale, anche se a volte presentata rudemente.
Oggi si cerca la lode del mondo, ma se il mondo ci loda vuol dire che ci riconosce nel suo pensiero e quindi ci ritiene suoi alleati. Non è questo che ci ha detto il Signore. Se il mondo ci loda vuol dire che non stiamo parlando del Vangelo. Ma oggi c’è una sorta di movimento pacifista che si prefigge di fare pace con il mondo, accontentarlo in tutto, anche se ciò che dice e che fa è chiaramente condannato dal Vangelo. Fare pace col mondo sembra più importante del trionfo della Verità.
Unire il mondo in Cristo sarebbe un ideale molto alto, e sicuramente benedetto da Dio, ma oggi la comunione si vuole pur che sia, a danno della verità, significa annacquare il cristianesimo che per ciò stesso perderebbe mordente, non conquisterebbe i cuori. Ma deve restare in piedi la grande verità: Cristo non è uno dei grandi capi religiosi, non è neanche un “Primus inter pares” ma ò l’unico vero Dio che ci ha salvato dando la vita per noi ed è risorto. Nessun altro capo religioso ha avuto una simile sorte, perché comunque sono poveri uomini.
Più della pace nel mondo è importante il trionfo della verità. Impegniamoci, anche nelle piccole cose.