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Altro che omofobo e fascista. Il Movimento 5 stelle sfida il Pd sul tema dei diritti civili. Vuole scavalcarlo a sinistra, avvicinarsi a Sel e confermare quelle convergenze già attuate a inizio legislatura. Questa volta non è un “no” ad unire il principale alleato del Partito democratico e la forza politica che più di tutte l’ha deriso e attaccato. Ora a tenerli insieme è un sì ai matrimoni omosessuali e ad altre norme contro l’omofobia e la transfobia, che il Movimento 5 stelle vuole introdurre con tre disegni di legge, i suoi primi presentati in Parlamento.
Il principale ddl, che potrebbe trovare il sostegno di Sinistra e libertà e allo stesso tempo spaccare il Pd, riguarda le “modifiche al codice civile in materia di eguaglianza nell’accesso al matrimonio in favore delle coppie formate dallo stesso sesso”. Il M5s vuole introdurre l’articolo 91, che riconosce il “matrimonio egualitario”, non più solo tra uomo e donna, ma anche tra persone dello stesso sesso, come già avviene in Paesi come Spagna, Portogallo, Olanda, Belgio.
I figli di un “coniuge” (termine che sostituirebbe sempre i classici “marito e moglie”) saranno riconosciuti come figli dell’altro coniuge “anche quando il concepimento avviene mediante il ricorso a tecniche di riproduzione medicalmente assistita, inclusa la maternità surrogata”.
Il programma del M5s non citava i diritti civili tra le sue priorità, eppure sono stati questi i primi atti legislativi proposti a Palazzo Madama. La spinta è arrivata dagli attivisti piemontesi, che hanno raccolto le proposte della Rete Lenford, associazione di avvocati per i diritti lesbiche, gay, bisessuali e transgender, prima depositandole presso il Consiglio regionale del Piemonte e poi portandole a Roma.
Sulla questione il movimento aveva tenuto una posizione ambigua fino al luglio del 2012, quando Beppe Grillo dal suo blog si schierò apertamente in favore delle unioni omosessuali.
Un anno prima era stato criticato per la battuta infelice pronunciata a Bologna: quel “At salut, uson” (ti saluto, omosessuale), che per il comico rappresentava solo una frase goliardica, ma per l’Arcigay fu un’offesa.
Il “nuovo” Grillo pro diritti civili attaccò il Pd, Pierluigi Bersani e Rosy Bindi per essere troppo conservatori. “Io sono favorevole al matrimonio tra persone dello stesso sesso – scrisse- ognuno deve poter amare chi crede e vivere la propria vita con lui o con lei tutelato dalla legge”.
Una linea confermata durante lo Tsunamitour (“Sì ai matrimoni gay, per le adozioni invece proponiamo un referendum”) e sposata – è proprio il caso di dirlo - in Parlamento da Luis Alberto Orellana, ex candidato alla presidenza del Senato, primo firmatario del disegno di legge. Questa iniziativa legislativa è sostenuta da altri cinque senatori grillini. Ci sono le firme di Davide Airola, eletto in Piemonte, e di Lorenzo Battista, esponente dell’ala dialogante del movimento.
E, un po’ a sorpresa, c’è pure quella di Rosetta Enza Blundo, che durante la trasmissione radiofonica “Un giorno da pecora” fu incerta sul numero esatto di parlamentari. Nell’intervista la neo eletta si mostrò indecisa tra il sostegno ai registri delle coppie di fatto o ai matrimoni gay, mentre non ebbe dubbi nel negare possibilità di adozione.
Gli altri due disegni di legge riguardano il contrasto all’omofobia e alla transfobia, reati penali punibili fino a quattro anni di carceri, e le modificazioni di attribuzione di sesso.
Quest’ultima proposta parte da un principio: ogni persona può sentirsi di non appartenere più al sesso attribuitole dalla nascita e, di conseguenza, una legge deve favorirne il cambio di identità.
La posizione della pattuglia di senatori del Movimento 5 stelle rispecchia in pieno quella dell’elettorato grillino o saranno necessarie ulteriori consultazioni online? Qualche divisione era emersa proprio sul tema dei diritti civili. Un anno fa nel M5s era esploso il caso di Francesco Perra, che paragonò i matrimoni gay alla poligamia e alle nozze con animali. Qualcuno ne chiese l’espulsione, poi si è ritrovato il nome di Perra nella lista dei candidati al Senato in Sardegna.
Prima dei grillini e di Sel, nella passata legislatura ci provò Italia dei Valori a far passare la modifica al codice civile sui matrimoni omosessuali. Quella proposta non fu nemmeno discussa alla Camera. Sinistra e libertà, però, non c’era in Parlamento. E nemmeno il Movimento 5 stelle.
Dopo le convergenze sulla nascita delle commissioni e sulla revoca delle concessioni per i rigassificatori di Trieste e Gioia Tauro, le due forze politiche potrebbero dialogare anche sui diritti civili e rimettere in discussione quel modello tedesco cui si ispira il Pd in uno degli otto punti programmatici di Bersani. Se questa nuova intesa Sel-M5s si concretizzerà, vorrà dire che Nichi Vendola avrà definitivamente rimosso il momento in cui definì Grillo “omofobo, sessista e razzista”, nonché “un vero populista”.