VITE SOSPESE - I MIRACOLI DELLA MENTE
"Urlavo dal silenzio del coma"
Dopo un incidente Rom Houben è ancora completamente paralizzato «Ma ora sono nato un'altra volta».
Lo credevano incosciente da ventitrè anni, un test svela che sente e capisce
Marco Zatterin corrispondente da Bruxelles
Quando finalmente ha potuto comunicare, battendo un dito su una speciale tastiera collegata a un personal computer, Rom Houben ha ammesso che negli infiniti giorni passati nella prigione di un incoscienza apparente «aveva cercato di evadere sognando».
Per i medici era in coma, paralizzato da un incidente automobilistico nel 1983. Stato vegetativo persistente, è la diagnosi che ha accompagnato la sua scheda personale, almeno sino a che i ricercatori hanno trovato una via per capire che il cervello era ancora in attività. Gli hanno insegnato a esprimersi e lui l’ha fatto. «Urlavo senza che nessuno potesse sentire - è riuscito a dire -. Sono stato il testimone della mia sofferenza mentre i dottori cercavano di parlarmi, sino al giorno in cui ci hanno rinunciato».
C’era ancora Ronald Reagan alla Casa Bianca e il Muro di Berlino era in piedi, quando Houben è stato dato per spacciato. Il suo dramma s’è consumato nove anni prima di quello che ha colpito Eluana Englaro, la donna di Lecco ridotta a un vegetale nel 1992 e morta lo scorso febbraio in seguito alla sospensione della nutrizione artificiale. In medicina è difficile mettere a confronto singoli casi per trarre delle conclusioni esatte, però è chiaro che l’avventura di Rom, che oggi ha 46 anni, è potenzialmente in grado di riaprire il dibattito sul trattamento dei pazienti in stato di incoscienza permanente.
L’intenzione di Steven Laureys, il neurologo dell’Università di Liegi che in un articolo ha reso pubblica la vicenda di Houben, è proprio questa. Attirare l’attenzione sui tanti casi di coma che, a suo avviso, potrebbero essere stati erroneamente diagnosticati in tutto il mondo. All’inizio, con uno nuova tecnologia di «scanning», gli specialisti hanno potuto dimostrare che l’attività celebrare non era interrotta. In un secondo momento, utilizzando uno strumento ad alta sensibilità, dunque in grado di registrare movimenti anche minimi, hanno cominciato «a parlare con Rom» che ha potuto raccontare la sua storia.
Le rivelazioni
«Come nascere una seconda volta», è stata una delle sensazioni che è riuscito a esternare. La paralisi era stata istantanea, ha fatto sapere ai medici, un dramma nel dramma per un ventenne dinamico, appassionato di arti marziali. Ci sono voluti altri 23 anni perché Laureys e i suoi trovassero il bandolo della matassa. «Per tutto questo tempo ho sognato una vita migliore. - ha spiegato ai medici - E "frustrazione" è una parola che certamente non basta a definire come mi sono sentito». Adesso «voglio leggere, parlare con gli amici attraverso il computer e profittare della mia vita, adesso che la gente sa che non sono morto».
«Non è un caso isolato»
Laureys, belga, quarantunenne, auspica che Rom sia il simbolo della sua battaglia contro il coma irreversibile diagnosticato troppo alla leggera. In un uno studio firmato per la rivista scientifica «BioMedCentral Neurology», lo specialista ha scritto di ritenere tutt’altro che isolate le circostanze in cui si è trovato il giovane belga. «Al 41 per cento di chi è in stato di minima incoscienza viene diagnosticato erroneamente uno stato vegetativo - sostiene - mentre sappiamo che tutti coloro che risultano consapevoli possono essere curati e compiere progressi significativi». Il passo successivo è quello di tracciare un punto interrogativo sui casi clinici ritenuti senza ritorno. Rom Houben, in buona sostanza, può diventare il simbolo di chi si oppone all'eutanasia. Lui, in fondo, è uno che ce l'ha fatta.
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ARCIRAGAZZI NEWS Daniela Calzoni
La famiglia è il luogo in cui le bambine e i bambini amano e si sentono amati. È un luogo affettivo, nel quale crescono e si sperimentano ai passaggi della vita che li condurranno a essere a loro volta donne e uomini capaci di costruirsi, se vogliono, a loro volta, una famiglia.
L’American Academy of Pediatrics ha reso noti i risultati di una ricerca, condotta per oltre 25 anni, volta a scoprire se bambine e bambini, cresciuti da genitori omosessuali, potessero avere uno sviluppo diverso dalle bambini e dai bambini cresciuti da genitori etero.
I risultati di questa ricerca hanno stimolato ricerche analoghe in altri Paesi europei e uno dei documenti più recenti sui dati emersi è scaricabile dal sito www.scotland.gov.uk/socialreasearch Ogni lavoro di ricerca concorda nell’aver trovato come unico fattore discriminante l’essere dei genitori sufficientemente buoni, oppure no.
In altre parole, non esiste differenza, rispetto allo sviluppo delle bambine e dei bambini, crescere in una famiglia con la coppia genitoriale etero o omosessuale.
Nel 2006 fu pubblicata sulla rivista ufficiale degli psicologi americani, “Current directions in psycological science” un articolo dal titolo “Children of lesbian and gay parents”, a firma di Charlotte Patterson, che riassumeva i risultati di ricerche molto rigorose da un punto di vista metodologico. L’autrice concludeva asserendo che “per i bambini non è importante il sesso dei genitori, ma la qualità delle relazioni famigliari”.
Questa posizione è stata ufficialmente adottata dall’Associazione Americana degli Psicologi al loro ultimo Congresso. È, di conseguenza, diventata motivo significante per possibili dispute giuridiche, durante le quali è stato affermata la distinzione tra funzioni riproduttive e il diritto all’educazione dei figli, rendendo nei fatti il diritto a essere genitori anche a coppie non tradizionali (o, forse, maggioritarie).
In America latina, il Senato dell’Uruguay sta approvando un disegno di legge che consenta alle coppie omosessuali di adottare bambine e bambini. È questo un Paese che ha già legalizzato le unioni civili sia per coppie etero sia per coppie omosessuali, al pari di Messico, Argentina e Brasile. In Europa, risale a poche settimane fa il ritiro, da parte del Ministro bavarese alla Giustizia, di un ricorso alla Corte costituzionale teso a contrastare la Stiefkind-adoption, legge nazionale che consente l’adozione di bambini da parte delle coppie omosessuali.
Questa decisione è stata maturata dopo aver preso atto dei risultati delle ricerche già effettuate e tuttora in corso.
In Italia? Sembra sia tabù parlare di qualsiasi cosa che diverga da luoghi comuni e stereotipi. E lo stereotipo del macho che domina le donne perché conquistatore è confermato da attori sociali che lavorano sui processi di identificazione di massa. Con risultati dannosi per ciascuno di noi. Malgrado i cambiamenti che la storia dell’umanità ha visto nel corso dei secoli rispetto alle scelte afferenti alla sessualità e alla vita affettiva degli individui, permane il pregiudizio culturale per cui è opportuno che i bambini crescano in famiglie orientate etero sessualmente. Forse è questo il principale ostacolo che bambine e bambini si troveranno a dover superare crescendo. Se vogliamo contribuire a superarlo, anche per aiutare nel processo di crescita tutte le bambine e tutti i bambini, possiamo cominciare anche noi, come associazione educativa laica, a costruire occasioni di confronto su questo tema, in modo che si diffonda una sufficiente e matura sensibilità culturale.
Ad esempio, leggendo e poi presentando pubblicamente il libro “Buoni genitori”, a firma di Chiara Lalli, epistemologa, recentemente pubblicato, dove l’autrice prende posizione, dopo anche questa volta, la valutazione di una ricerca approfondita, a favore della genitorialità per le coppie lesbiche e gay.
Nota: Questo è il pensiero di Daniela Calzoni, non è certo il pensiero di Dio. Come dice Gesù: “I figli delle tenebre sono più scaltri e attivi dei figli della luce”. La confusione è grande, il comando di Dio viene ignorato completamente. Tutto il disordine attuale passa come progresso e conquista di civiltà. Poveri ragazzi del 21° secolo! Preghiamo la Madonna perché metta fine a tutta questa scalata del nemico, che vuol vendere i suoi prodotti infernali, facendoli passare come liberazione da inutili tabù.
Il Signore salvi l’Italia e il mondo intero!