AUSTRIA: RACCOLTI 14,7 MILIONI DI EURO DAI CANTORI DELLA STELLA
Ricerca a cura di Barbara
14,7 milioni di euro dagli Sternsinger (Cantori della stella): questa la cifra record raccolta in Austria a favore dei progetti di aiuto in Africa, Asia e America latina. Il dato è stato reso noto oggi dalla Dreikönigsaktion (Dka), organizzazione responsabile dei Cantori. L’importo delle donazioni supera di quasi 240mila euro la cifra raccolta nel 2009. I Cantori della stella sono bambini, nell’ultima edizione circa 85mila, che vestiti come i Re Magi hanno svolto attività di volontariato per un totale di circa 1,7 milione di ore, coadiuvati da circa 30mila tra giovani e adulti che hanno lavorato per circa 600mila ore. Secondo quanto dichiarato dalla Dka, le somme raccolte vengono destinate a finanziare progetti pluriennali finalizzati alla cooperazione allo sviluppo a lungo termine, poiché “chi vuole combattere la povertà deve agire nel lungo periodo”. Un ringraziamento particolare è stato formulato da mons. Erwin Kräutler, vescovo di Altamira-Xingu in Brasile, in una lettera agli Sternsinger austriaci: i Cantori della stella “annunciano il messaggio di gioia dell’amore di Dio, che muove i cuori alla condivisione per una vita di dignità e giustizia”.
CHI SONO
“Sternsinger”, i “cantori delle stelle”. Sono ragazzini vestiti da Re Magi, che bussano alle porte delle case, per chiedere un’offerta. Fin qui assomigliano grosso modo ai bambini che anche in Italia nella sera di Halloween si presentano alla nostra porta di casa intimando “dolcetto o scherzetto”. Le differenze vengono dopo. I “figli di Halloween” chiedono il dolcetto (o un’offerta in denaro) per sé. Gli “Sternsinger”, invece, la chiedono per aiutare altri bambini, i più poveri del mondo. Il denaro raccolto viene destinato, infatti, a iniziative di assistenza nel Terzo Mondo e nell’Austria stessa, dove, come abbiamo riferito negli ultimi giorni, non mancano sacche di miseria e di disperazione.
Il fenomeno degli “Sternsinger” ha origini remote, addirittura nel 16° secolo, ma solo nell’immediato dopoguerra ha assunto le forme attuali, con i bambini vestiti da Re Magi che vanno di casa in casa a raccogliere le offerte, dedicando a chi li riceve un canto natalizio o la recita di una poesia. E, prima di andarsene, scrivono con il gessetto sullo stipite della porta la sigla “C+M+G”. Chi frequenta l’Austria l’avrà spesso notata, sia sulle abitazioni private, sia sulle porte di bar e ristoranti. Credevamo significasse “Caspar+Melchior+Balthasar” (cioè i nomi in tedesco dei tre Re Magi, Gaspare, Melchiorre e Baldassarre) e fosse apposta all’ingresso delle case per avvertire altri eventuali “Sternsinger” di non bussare una seconda volta. Ci spiegano, invece, che le tre lettere stanno per l’espressione latina “Christus mansionem benedicat” (Cristo benedica questa casa).
Quale che sia il vero significato di quelle lettere, conta il risultato. Ed è un risultato strepitoso. Il fenomeno “Sternsinger”, coordinato a livello nazionale dalle associazioni cattoliche, riesce a mobilitare in tutta l’Austria circa 85.000 bambini. Dal 1955 è stato raccolto l’equivalente di 300 milioni di euro (14,5 milioni soltanto lo scorso anno). È in assoluto l’iniziativa di raccolta di fondi basata sul volontariato che ha dato e sta dando i maggiori frutti. Con il capitale raccolto finora sono finanziati circa 500 progetti di assistenza in Africa, Asia e America Latina. Quest’anno, con il ricavato degli “Sternsinger” si punterà principalmente a un’iniziativa in Guatemala.
Il viaggio degli “Sternsinger” attraverso le città e i paesi dell’Austria è incominciato, com’è tradizione, il 27 dicembre e si concluderà domani, 6 gennaio, giorno dell’Epifania, una ricorrenza che però in Austria è detta “Dreikönigfest”, ossia “festa dei tre re”. È la festa dei Re Magi, nel cui nome gli “Sternsinger” vanno di casa in casa. Di tutte le case, comprese quelle dei personaggi pubblici. Hanno incominciato a Vienna, bussando al portone della Hofburg, dove risiede il presidente della Repubblica. Ieri hanno fatto visita al governatore della Carinzia, Gerhard Dörfler, che li ha accolti festosamente, elogiando lo spirito con cui stanno sacrificando parte delle loro vacanze natalizie in un’inziativa di solidarietà.
Qualcuno però dovrebbe svelare a Dörfler chi fu l’”inventore” degli “Sternsinger” in Austria nella nuova versione postbellica. Fu un certo Janez Rovan, padre salesiano appartenente alla minoranza slovena della Carinzia, quella che il governo della Carinzia continua a discriminare, negandole la segnaletica bilingue prevista dalla Costituzione già 55 anni fa. Forse, se Dörfler lo sapesse, riuscirebbe a capire come la convivenza di identità nazionali differenti rappresenti una ricchezza per il Land e non una minaccia. E, per quanto banale possa sembrare, come anche cartelli bilingui possano favorire una convivenza feconda. Se gli “Sternsinger” riuscissero a far capire questo al loro Landeshauptmann avrebbero ottenuto un risultato che varrebbe più dei soldi raccolti.