PELLEGRINA A LOURDES (Anna)
Un'estate torrida ci sta lasciando, e finalmente riprendiamo le
nostre attività quotidiane. Si fa il bilancio del tempo
trascorso in vacanza o in casa, cercando come meglio si è
potuto di difendersi dalla calura di questa estate così
anomala, che ci ha lasciati tutti stremati.
In noi, credo, siano ancora vivi e chiari i ricordi e le immagini
dei luoghi che abbiamo visitato, che addolciranno i momenti brutti
che inevitabilmente si presenteranno nel futuro.
Personalmente ho avuto la gioia di vivere la stupenda esperienza
del pellegrinaggio a Lourdes. E' difficile descrivere le innumerevoli
sensazioni provate; sono momenti belli e irripetibili, sembra
di vivere in un mondo irreale: quel silenzio ovattato che sovrasta
ogni cosa, malgrado la moltitudine della folla che scorre pregando,
come quel fiume che anche lui osserva il dovuto rispetto alla
Vergine, nel luogo dove Lei è apparsa a Bernadette. La
gioia che si prova a vedere tanta devozione è immensa.
E' stato meraviglioso ripercorrere quei luoghi santi, dove una
povera pastorella fu prescelta dalla Madonna, per confermare il
dogma dell'Immacolata Concezione. Ragazza dall'incrollabile fede,
ma inconsapevole che quell'angolo sperduto, in cui scaturì
l'acqua dalla roccia, sarebbe divenuto un luogo sacro, meta di
pellegrini provenienti da ogni parte del mondo, per prostrarsi
in preghiera davanti alla Santa Immagine e dissetare la sete che
si ha di pace e amore. Ognuno chiede un miracolo a Lei, che sembra
lì a guardarci con amore e benevolenza, mentre ascolta
le nostre suppliche.
Fare tutto l'itinerario di quei luoghi è scoprire sempre
più l'amore che Ella ha per noi; la sua costante presenza
in ogni nostra azione è quella di un'amica fedele e sincera,
pronta ad incoraggiarci, spronandoci nel cammino.
Ripercorrere la Via Crucis soffermandosi ad ogni stazione, per
contemplare quelle figure che sembrano vive, tanto da avere la
sensazione di udire il loro respiro e le voci che insultavano
Gesù deridendolo, mi ha fatto sentire ancora più
misera e indegna del grande sacrificio che Lui ha subito, immolandosi
sulla santa Croce per me e per noi tutti. Tutta la sofferenza
che traspare in quei volti, rafforza in me la convinzione della
Sua indiscutibile divinità. Lacera l'anima vedere il dolore
della Madre di fronte allo scempio che si compie sul corpo del
Figlio.
La fiaccolata serale, recitando il S. Rosario, ognuno nella propria
lingua, ma a tutti comprensibile, unisce ogni razza o colore di
pelle, facendoci sentire tutti fratelli, cosicché anche
le persone più scettiche avvertono la presenza divina.
Una delle cose da cui sono stata colpita e che ha lasciato un
segno più profondo nel cuore, è stata vedere quella
interminabile moltitudine di infermi in fila sulle loro carrozzelle,
per partecipare alla processione. Le carrozzelle venivano sospinte
da giovani e giovanissimi, animati da tanto entusiasmo nel rendersi
utili. Loro sono lì a svolgere servizio di volontariato,
regalando le loro vacanze a quei fratelli più bisognosi.
Questi sono gesti che edificano. Fa bene al cuore vedere giovani
così pieni d'amore e di umanità. Noi adulti, il
più delle volte diamo loro poca fiducia, mettendo in risalto
solo i loro difetti e siamo pronti a giudicarli inaffidabili,
frivoli e incapaci di gesti d'amore disinteressati. Fra questi
c'era anche un ragazzo "Daun" che faceva il suo servizio.
Nel momento del commiato, è' stato bello vedere sua Eminenza
Ruini, anche lui pellegrino fra i pellegrini, scendere dall'altare
per farsi incontro e benedire la più anziana della compagnia,
una signora di 90 anni. Un gesto, secondo me, di grande rispetto
verso l'anzianità, da considerarsi un esempio da imitare.
Dopo altri innumerevoli episodi, che hanno caratterizzato questo
pellegrinaggio, si arriva al momento del rientro. C'è nell'anima
un senso di velata malinconia, ma ci ripromettiamo di tornare,
di portare sempre in noi la serenità riacquisita e di far
tesoro di quei preziosi insegnamenti.