Da tirchio a benefattore, la metamorfosi di mr. Ikea (Ricerca a cura di Barbara)
di Francesco Saverio Alonzo
Tratto da La Bussola Quotidiana il 25 gennaio 2012
In passato lo avevano criticato per la sua spilorceria che si manifesta, a livello personale, con i pasti frugali che consuma, gli abiti dimessi che indossa e la vecchia Volvo, modello 1994, che guida, e il giornale The Economist gli aveva puntato il dito addosso, definendolo un “vero taccagno” per non aver seguito l’esempio dei vari Bill Gates e Warren Buffet che hanno profuso miliardi di dollari in beneficenza.
Ma Ingvar Kamprad, che finora sembrava aver fatto orecchi da mercante ad ogni critica, ha improvvisamente sorpreso tutti aprendo la borsa e distribuendo a mani larghe il proprio denaro. Ne hanno beneficiato non soltanto fondazioni umanitarie e scientifiche, ma anche il suo comune di provenienza, Agunnaryd, che si è ritrovato in possesso di parecchi milioni di euro per restaurare e rimettere in funzione strutture che avevano subito un graduale degrado. Miliardi di corone di Kamprad sono andati ad ospedali pediatrici, università e centri di ricerca medica e scientifica, ma non basta.
Adesso Mr. Ikea vuole ricompensare i suoi 126.000 dipendenti, sparsi nei 200 supermercati dell’arredamento in tutto il mondo, degli sforzi che hanno fatto per decretare il suo successo imprenditoriale e finanziario, facendoli partecipi dei guadagni aziendali. Il primo appello è quanto mai esplicito: «Lavorate tutto il giorno 9 ottobre, che è un sabato, ed avrete uno stipendio in più!», ma Kamprad è andato oltre specificando che anche coloro che a quella data saranno assenti, per un motivo o per l’altro, riceveranno lo stesso premio. Questo è soltanto il primo passo verso quella che potrebbe essere definita “una compartecipazione ai redditi dell’azienda offerta spontaneamente dalla proprietà” e i termini della sua misura saranno definiti, di volta in volta, dalla società madre olandese della IKEA, la Ingka Holdings, sulla base del risultato di ogni gestione annua. Gli esperti svedesi hanno calcolato che ciascun dipendente potrebbe così ricevere dai 1.000 ai 3.000 euro ogni anno a titolo di gratifica. Ingvar Kamprad ha posto una condizione irrinunciabile: il premio dovrà essere uguale per tutti, dagli aiutanti di magazzino ai direttori generali, senza alcuna distinzione.
C’è chi insinua che questa imprevedibile generosità da parte di Ingvar Kamprad sia una conseguenza del difficile e doloroso calvario che egli e sua moglie dovettero percorrere verso la fine dello scorso anno, afflitti da gravi malattie che li costrinsero a lunghe terapie in ospedali diversi. Alla fine, la signora Marianne Kamprad dovette cedere al male e suo marito, “l’uomo d’acciaio che ha arredato il mondo cominciando con le mani vuote” le stette vicino fino in fondo. Egli stesso ha detto: «Sedetti al suo capezzale almeno dieci ore ogni giorno, avvertendo come la sua mano diventasse gradualmente sempre più fredda. E allora pensai che il mio denaro sarebbe dovuto servire ad alleviare le sofferenze degli altri». Dopo i funerali della moglie, l’ottantacinquenne fondatore di IKEA, residente in Svizzera, ha dato notizie rassicuranti sulla propria salute: «Mi fa ancora un po’ male la schiena, ma per il resto sto bene», ha detto. «E questi nuovi progetti di beneficenza e di distribuzione della ricchezza mi confortano e mi rendono felice».