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DICEMBRE 2003

     

INCONTRO CON IL MISTERO Anna
Ho la fortuna di lavorare in un museo dove sono esposte opere di inestimabile valore e stupenda bellezza; ciò mi offre la possibilità di osservarle a lungo per poi spaziare con la fantasia, che mi porta a scoprire sempre nuovi particolari utili per dar loro un'interpretazione del tutto personale. Avendo io una natura curiosa, che mi spinge alla costante ricerca di nuovi stimoli di apprendimento, in questo caso mi sento molto gratificata.
Ed è nella sala N° 7 che ho trovato l'oggetto che mi ispira tante emozioni, attraendomi a sé con un filo invisibile, impossibile e sciogliersi. Si tratta di un'opera di Giorgio De Chirico, eseguita nel 1909, il suo titolo è "l'enigma de Oracle". Essa è un'opera cardine nella rivelazione della metafisica, illustra l'eroe omerico nell'attesa del responso dell'oracolo, che scruta l'orizzonte del proprio destino, mentre la statua della divinità affiora dietro una tenda scura.
Ogni qualvolta sono di servizio in detta sala, non riesco a sottrarmi al fascino che essa emana su di me. La mia fantasia si libera dando forma a pensieri; quasi riesco ad immedesimarmi in quel personaggio per pensare cosa possa aver detto l'oracolo a quella figura ammantata, avvolta così strettamente in un mantello di un colore marrone oscuro, tanto triste da sembrare già esso una coltre funerea. E' come se, in quel gesto istintivo, cercasse di sfuggire alla sorte maligna che è in procinto di accanirsi su di lui: le sue spalle sono ricurve sotto il peso di quel terribile, segreto responso. Cosa potrà essere tanto grave da piegare in due così pesantemente una persona, che si intuisce forte e robusta e nel pieno vigore degli anni? Gli sarà stato predetto un viaggio senza ritorno - su quel mare che s'intravede giù all'orizzonte, le cui acque, all'apparenza calme e rassicuranti, sono in realtà pronte a prendersi innumerevoli vite, risucchiandole nel loro profondo abisso, per poi tornare a stendere su di esse, quella coltre di calma apparente. Forse cadrà vittima dei suoi mortali nemici, dove è inviato a combattere, in una di quelle guerre interminabili che strappano giovani vite dalle braccia amate. Lui resta lì sulla riva, la sua mente le vede allontanarsi sempre di più, assumendo figure spettrali nell'attesa che sembra senza fine. Sa che esse aspettano di vedere il ritorno di quelle navi ormai semivuote, con la speranza incrollabile, che fra i superstiti ci sia il volto amato.
Come vivrà il nostro eroe il tempo che precede la sua partenza, ora che gli è stato svelato questo terribile segreto? Dovrà avere la forza di mentire a se stesso, fingendo una calma apparente, ultimo gesto d'amore verso i suoi cari. Questo è ciò che si proporrà nel discendere quel viottolo accidentato, che lo riconduce a casa. Ora arranca nell'immane fatica del procedere, sa che tutto è ormai perduto, sente le spire mortali già avvolte intorno a lui, come quel mantello che, a mo' di difesa, si stringe con più forza addosso. Ora lui sa con certezza che quel mare azzurro è in attesa del suo corpo, le sue calme onde sembrano dirgli: "Non ho fretta, tanto sei mio!". Il terrore che cerca di nascondere prende il sopravvento, non ce la fa, si lascia andare, la sua voce non più umana, si squarcia, dalla gola esce un grido di dolore che rimbomba echeggiando tra gli scogli deserti, perdendosi in lontananza. Non può accettare un simile destino, non si sente forte abbastanza per morire così assurdamente.
Gli dei in cui lui crede, vedendo il suo dolore avranno pietà, non permetteranno un simile scempio, lo aiuteranno; lui questo penserà, non si sente pronto, non vuole cadere in mani nemiche, tutto il suo essere si ribella, desidera che il suo corpo resti sull'amato suolo. Da questi pensieri funesti troverà la forza per sopravvivere, riacquistando coraggio e vigore nuovo. Partirà, sì, ma la forza ritrovata sarà tanta e tale da renderlo coraggioso e impavido di fronte alla morte. La sfiderà con sfrontatezza, quasi duellando con lei ad armi pari: sembra che danzino in quella sfida a braccio di ferro. La morte sembra che accetti la sfida ad onore del coraggio che lui dimostra, quindi sarà lei a rinunciare a quella lotta impari, facendogli dono della vita per sopprimerne un'altra. Tornerà trionfante nella sua terra tra le braccia dei suoi cari. Già mi sembra di scorgere i loro volti che il dolore e gli anni, impietosamente hanno sfigurato. Non riesce a riconoscere fra di essi il volto a lui più caro, il più amato, il più bello, la sua sposa adorata! L'angoscia torna ad impossessarsi di lui, le forze lo abbandonano, il terrore che provò scendendo dal monte lo riassale, ora non ha più speranze, la sorte non a lui aveva riservato la morte, ma a quella parte di lui più cara. Il grido che tornerà a scaturire dalla sua gola non avrà nulla di umano, la sua mente vacillerà per poi perdersi nell'oblio dell'incoscienza.

Non è possibile, mi dico, come svegliandomi da un sogno, l'autore di questa opera non può aver fatto simili pensieri eseguendola; voglio e desidero pensare che quell'eroe sia partecipe di gesta meno dolorose ma altrettanto eroiche.
Io sono ancora lì, di fronte al quadro, a osservare tutti quei tratti di pennello dalle impenetrabili sfumature. La mia fantasia riprende a vagare, dando adito a nuove interpretazioni, ma sempre piene di quel patos che tanto mi coinvolge.
Rileggo questo scritto e mi accorgo che quell'uomo ammantellato in realtà sono io.

SPECCHIO Iolanda Lo Monte
Specchio che i miei anni riveli,
non più splendenti,
ahimé, gli anni son tanti;
si son moltiplicati
come piccoli frammanti.
Ricordi come mi adulavi
quando ero giovinetta?
Sorridevi felice con me
e sottovoce mi sussurravi:
Sei bella!
Quanta felicità prova il mio cuore
ripensando al bel tempo del desio.
Muto e sincero specchio,
tu non sai mentire.
La vita è come una bella
giornata di sole…
ma arriva l'imbrunire….
Nel tuo silenzio
non accetti la mia delusione,
mi chiedi un sorriso
e dolcemente mi riveli
che la bellezza è ancora là,
nel profondo del cuore.

Ricordiamo che il 6 gennaio, festa dell'Epifania, ci sarà

la TOMBOLATA DI BENEFICENZA.

Partecipa, invita a partecipare e, se puoi, procura i premi.

 


 

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email: s.rifugio@tiscali.it
Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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