INCONTRO CON IL MISTERO Anna
Ho la fortuna di lavorare in un museo dove sono esposte opere
di inestimabile valore e stupenda bellezza; ciò mi offre
la possibilità di osservarle a lungo per poi spaziare con
la fantasia, che mi porta a scoprire sempre nuovi particolari
utili per dar loro un'interpretazione del tutto personale. Avendo
io una natura curiosa, che mi spinge alla costante ricerca di
nuovi stimoli di apprendimento, in questo caso mi sento molto
gratificata.
Ed è nella sala N° 7 che ho trovato l'oggetto che mi
ispira tante emozioni, attraendomi a sé con un filo invisibile,
impossibile e sciogliersi. Si tratta di un'opera di Giorgio De
Chirico, eseguita nel 1909, il suo titolo è "l'enigma
de Oracle". Essa è un'opera cardine nella rivelazione
della metafisica, illustra l'eroe omerico nell'attesa del responso
dell'oracolo, che scruta l'orizzonte del proprio destino, mentre
la statua della divinità affiora dietro una tenda scura.
Ogni qualvolta sono di servizio in detta sala, non riesco a sottrarmi
al fascino che essa emana su di me. La mia fantasia si libera
dando forma a pensieri; quasi riesco ad immedesimarmi in quel
personaggio per pensare cosa possa aver detto l'oracolo a quella
figura ammantata, avvolta così strettamente in un mantello
di un colore marrone oscuro, tanto triste da sembrare già
esso una coltre funerea. E' come se, in quel gesto istintivo,
cercasse di sfuggire alla sorte maligna che è in procinto
di accanirsi su di lui: le sue spalle sono ricurve sotto il peso
di quel terribile, segreto responso. Cosa potrà essere
tanto grave da piegare in due così pesantemente una persona,
che si intuisce forte e robusta e nel pieno vigore degli anni?
Gli sarà stato predetto un viaggio senza ritorno - su quel
mare che s'intravede giù all'orizzonte, le cui acque, all'apparenza
calme e rassicuranti, sono in realtà pronte a prendersi
innumerevoli vite, risucchiandole nel loro profondo abisso, per
poi tornare a stendere su di esse, quella coltre di calma apparente.
Forse cadrà vittima dei suoi mortali nemici, dove è
inviato a combattere, in una di quelle guerre interminabili che
strappano giovani vite dalle braccia amate. Lui resta lì
sulla riva, la sua mente le vede allontanarsi sempre di più,
assumendo figure spettrali nell'attesa che sembra senza fine.
Sa che esse aspettano di vedere il ritorno di quelle navi ormai
semivuote, con la speranza incrollabile, che fra i superstiti
ci sia il volto amato.
Come vivrà il nostro eroe il tempo che precede la sua partenza,
ora che gli è stato svelato questo terribile segreto? Dovrà
avere la forza di mentire a se stesso, fingendo una calma apparente,
ultimo gesto d'amore verso i suoi cari. Questo è ciò
che si proporrà nel discendere quel viottolo accidentato,
che lo riconduce a casa. Ora arranca nell'immane fatica del procedere,
sa che tutto è ormai perduto, sente le spire mortali già
avvolte intorno a lui, come quel mantello che, a mo' di difesa,
si stringe con più forza addosso. Ora lui sa con certezza
che quel mare azzurro è in attesa del suo corpo, le sue
calme onde sembrano dirgli: "Non ho fretta, tanto sei mio!".
Il terrore che cerca di nascondere prende il sopravvento, non
ce la fa, si lascia andare, la sua voce non più umana,
si squarcia, dalla gola esce un grido di dolore che rimbomba echeggiando
tra gli scogli deserti, perdendosi in lontananza. Non può
accettare un simile destino, non si sente forte abbastanza per
morire così assurdamente.
Gli dei in cui lui crede, vedendo il suo dolore avranno pietà,
non permetteranno un simile scempio, lo aiuteranno; lui questo
penserà, non si sente pronto, non vuole cadere in mani
nemiche, tutto il suo essere si ribella, desidera che il suo corpo
resti sull'amato suolo. Da questi pensieri funesti troverà
la forza per sopravvivere, riacquistando coraggio e vigore nuovo.
Partirà, sì, ma la forza ritrovata sarà tanta
e tale da renderlo coraggioso e impavido di fronte alla morte.
La sfiderà con sfrontatezza, quasi duellando con lei ad
armi pari: sembra che danzino in quella sfida a braccio di ferro.
La morte sembra che accetti la sfida ad onore del coraggio che
lui dimostra, quindi sarà lei a rinunciare a quella lotta
impari, facendogli dono della vita per sopprimerne un'altra. Tornerà
trionfante nella sua terra tra le braccia dei suoi cari. Già
mi sembra di scorgere i loro volti che il dolore e gli anni, impietosamente
hanno sfigurato. Non riesce a riconoscere fra di essi il volto
a lui più caro, il più amato, il più bello,
la sua sposa adorata! L'angoscia torna ad impossessarsi di lui,
le forze lo abbandonano, il terrore che provò scendendo
dal monte lo riassale, ora non ha più speranze, la sorte
non a lui aveva riservato la morte, ma a quella parte di lui più
cara. Il grido che tornerà a scaturire dalla sua gola non
avrà nulla di umano, la sua mente vacillerà per
poi perdersi nell'oblio dell'incoscienza.
Non è possibile, mi dico, come svegliandomi da un sogno,
l'autore di questa opera non può aver fatto simili pensieri
eseguendola; voglio e desidero pensare che quell'eroe sia partecipe
di gesta meno dolorose ma altrettanto eroiche.
Io sono ancora lì, di fronte al quadro, a osservare tutti
quei tratti di pennello dalle impenetrabili sfumature. La mia
fantasia riprende a vagare, dando adito a nuove interpretazioni,
ma sempre piene di quel patos che tanto mi coinvolge.
Rileggo questo scritto e mi accorgo che quell'uomo ammantellato
in realtà sono io.
SPECCHIO Iolanda Lo Monte
Specchio che i miei anni riveli,
non più splendenti,
ahimé, gli anni son tanti;
si son moltiplicati
come piccoli frammanti.
Ricordi come mi adulavi
quando ero giovinetta?
Sorridevi felice con me
e sottovoce mi sussurravi:
Sei bella!
Quanta felicità prova il mio cuore
ripensando al bel tempo del desio.
Muto e sincero specchio,
tu non sai mentire.
La vita è come una bella
giornata di sole
ma arriva l'imbrunire
.
Nel tuo silenzio
non accetti la mia delusione,
mi chiedi un sorriso
e dolcemente mi riveli
che la bellezza è ancora là,
nel profondo del cuore.
Ricordiamo che il 6 gennaio, festa dell'Epifania, ci sarà
la TOMBOLATA DI BENEFICENZA.
Partecipa, invita a partecipare e, se puoi, procura i premi.