LA FATICA DELLA PERSEVERANZA Senesi Sergio e Rossana
Perseverare: solo la parola mi dà un senso di fatica.
Sì, si fa proprio fatica quando si vuole ottenere qualcosa
di positivo o si vuol far prevalere quello in cui uno crede.
Saremo forse un po' ripetitivi, ma è il nostro vissuto
seguito all'Incontro Coniugale.
Usciti dall'esperienza carichi e motivati, il quotidiano rischiava
di ravvilupparci nelle sue branchie. Ma il coraggio, la forza
e la costanza di andare avanti sulla strada intravista ci premiava.
La tentazione di mollare era sempre in agguato, eravamo come bambini
fragili e a volte sprovveduti, non comprendevamo appieno molte
cose, ma la voglia di imparare era tanta: ci eravamo buttati a
capofitto negli incontri comunitari e nelle altre esperienze programmate
dopo l'Incontro Coniugale, trascorrevamo molto tempo in Istituto
(bei tempi!).
Però quanta fatica abbiamo fatto per mantenerci ancorati
alla barca della Comunità! I primi tempi sono stati certamente
stressanti: dovevamo combattere contro frasi o parole velate di
ironia, che ci venivano offerte gratuitamente da parenti ed amici.
Non ancora maturi e pronti per certe cose, non sapevamo rispondere
adeguatamente, l'unica cosa che ci veniva spontanea era quella
di dire che noi avevamo fatto un'esperienza, nella quale avevamo
riscoperto valori che con gli anni si erano assopiti, e cercavamo
di fare un cammino che faceva bene sia a noi come persone che
alla nostra coppia, un cammino che ci avrebbe dato sicuramente
soddisfazione, anche se la strada da percorrere era molto tortuosa.
Quello che dicevamo a volte sembrava incomprensibile anche a me.
Ma con gli anni certi valori sono maturati, la fatica e la costanza
sono state premiate a dispetto anche di noi stessi.
Sembrerà strano quello che dico, forse vi chiederete: ma
di che fatica si tratta? La fatica di cui parlo è quella
sulla propria natura, sul proprio temperamento, sulle proprie
tendenze impulsive e incontrollate
Questo lavoro, per rendere
docile la propria natura, non è facile, richiede impegno,
costanza, forza per non lasciarsi condizionare dai giudizi di
chi ancora non ha scoperto questi valori ed allora li banalizza
con le sue parole; questo sforzo è noto solo a noi stessi.
Quante domeniche e quanti altri giorni, ci siamo chiesti: "Perché
invece di andare in Comunità non andiamo altrove a divertirci
con gli amici, oppure perché non ce ne stiamo semplicemente
in casa a metterci a paro con le faccende?
Ecco la risposta a questa domanda è che provavamo una strana
sensazione dentro, che inevitabilmente ci portava lì, lì
dove siamo nati spiritualmente e dove siamo nati come coppia e
dove è iniziato il nostro cammino di vita coniugale.
Oggi i nostri amici e parenti non ironizzano più, rispettano
le nostre scelte, forse li ha convinti il nostro esempio, il nostro
modo di comportarci, che è mutato in meglio.
Di tutto questo ringraziamo il Signore.
Il giorno 21 maggio,
alle ore 18 e alle ore 21
ci sarà "La preghiera del cuore"
Non manchiamo.