TESTIMONIARE L'AMORE MISERICORDIOSO (Fusconi M. Pia e Rodolfo)
La frase che mise sottosopra il mio essere, fu quella che Suor
Rifugio disse durante l'Incontro Coniugale, e cioè che
"Dio è un Padre che ci attende a braccia aperte, non
tiene in conto le nostre colpe; è un tenero Padre, non
un giudice severo pronto a castigare, ma tutto perdona a chi torna
a Lui con cuore sincero; che l'uomo più miserabile è
amato a Dio con tenerezza immensa, per lui è un Padre e
una tenera Madre".
Queste parole mi sconvolsero a tal punto che riecheggiarono nella
mia testa durante tutta la durata dell'Incontro Coniugale.
Io, che avevo sempre creduto che Dio era lì a sorvegliare
la mia vita e il mio comportamento, e se questo fosse stato non
coerente mi avrebbe castigato!!!
Ricordo ancora il corridoio della scuola delle suore che avevo
frequentato: sopra la porta di entrata c'era un enorme occhio
triangolare, e ci veniva detto in continuazione che quello era
l'occhio di Dio, che controllava le nostre azioni. Per cui in
me si era formata la convinzione che Dio è colui che ti
castiga.
Quando invece, all'Incontro Coniugale seppi che quello che dispiace
di più a Dio è la mancanza di fiducia e di confidenza
filiale in Lui, mi sentii spinta ad abbandonarmi tra le Sue braccia
come una figlia.
Che sensazione meravigliosa! Sembrava che tutto ciò che
capitava nella giornata era molto più leggero da sopportare,
aprire a Dio il mio cuore, offrirgli tutte le mie preoccupazioni,
le mie insicurezze, parlare con Lui come parlassi con la mia mamma,
sapere che non mi avrebbe deluso, ma che in qualsiasi situazione
sarebbe rimasto al mio fianco, mi dava tanto conforto immenso
e mi portò a cambiare radicalmente la mia vita.
Cominciai a cercare di vivere secondo i Suoi insegnamenti e sentii
il desiderio di aiutare il mio prossimo, ad essere misericordiosa
con chi mi avvicinava, primo fra tutti Rodolfo e i miei figli.
Anzi la famiglia divenne il banco di prova dove mettere a verifica
la mia capacità di essere misericordiosa con gli altri
come Gesù lo era con me.
Se Dio non mi avesse presa tra le Sue braccia, certamente avrei
vissuto una fede tiepida, sarei stata una cristiana "all'acqua
di rose", non avrei mai assaporato tutte quelle gioie che
mi vengono da una vita vissuta in Dio e per Dio.
Il solo desiderare di vivere per Dio, ci dà la certezza
di crescere nell'amore verso il prossimo e ci educa a saper apprezzare
le piccole gioie che la vita giornalmente ci elargisce. Sapere
di non dover fare grandi cose per compiacere Dio, ma è
sufficiente fare "tutto per amore", ha semplificato
la mia vita. Quando l'animo è in pace non occorrono grandi
cose per essere felici, basta contemplare le meraviglie del creato,
osservare il cielo e vedere gli uccellini che vivono in esso,
aprire una finestra e vedere il sole che brilla o ammirare le
tante piccole e grandi meraviglie del creato, per avvertire la
tenerezza e la premura di Dio per noi e sentire il bisogno di
lodarlo, benedirlo e ringraziarlo.
Grazie, Signore, della tua infinita bontà, grazie per avermi
permesso di conoscere la tua misericordia.
Il camposcuola si terrà a Campobasso
il 26 - 27 - 28 settembre
Rifletteremo sulla prima lettera di S. Paolo ai Corinzi.
IMPEGNO CRISTIANO Senesi Rossana e Sergio
Il ciclone "Incontro" aveva cambiato il nostro modo
di vivere il qualunquismo quotidiano. Certo, dopo quella meravigliosa
esperienza non potevamo rimanere con la nostra veste di sempre.
Da quella finestra aperta il nostro cuore doveva spiccare il volo.
Abbiamo iniziato molto timidamente, insicuri e impacciati, come
bambini che muovono i primi passi. Però la volontà
di migliorare ci portava ad impegnarci costantemente nelle nuove
esperienze che ci venivano proposte con il passar degli anni.
Io poi, singolarmente, spronata anche da amici, cercai di inserirmi
in parrocchia e frequentai il corso per catechisti, perché
era mio desiderio stare con i ragazzi, cosa che mi fu di grande
aiuto per la mia crescita spirituale e nel proseguo del cammino.
In seguito, con tanto entusiasmo, insieme a Sergio iniziammo il
corso per la pastorale familiare e ci offrimmo a fare da supporto
nei corsi di preparazione dei fidanzati al matrimonio, che si
tenevano nella nostra parrocchia. Tutto questo è durato
fino a pochi anni fa, poi, per sopraggiunte problematiche familiari,
che ci richiedevano molto del nostro tempo, a malincuore abbiamo
dovuto lasciare. Ma lo spirito di comunità e il senso di
appartenenza è rimasto sempre vivo in noi, tanto che non
abbiamo mai smesso di partecipare agli incontri formativi o di
preghiera o ricreativi che la comunità organizza, per crescere
insieme.
Il nostro vivere lo spirito comunitario ci ha fatto maturare e
da "spighe acerbe", pian piano stiamo diventando spighe
mature. Oggi non siamo più una coppia con la "c"
minuscola, ma ci sentiamo una Coppia che vive ad un certo livello
spirituale, e questo forma il nostro segreto vanto ed è
motivo di ringraziamento al Signore per ciò che sta operando
in noi.. A volte a me personalmente viene l'istinto di rientrare
nel mio primitivo guscio, ma l'altruismo prevale sempre, e guai
se mi venissero a mancare gli stimoli per impegnarmi!
Prego sempre il Buon Padre, amore infinito, affinché mi
aiuti a non tornare alle vecchie cos, e ma mi faccia crescere
sempre più nella fede.
Rossana e Sergio Senesi
Risposta all'S.O.S.
Cari amici, vi sentite schiacciati dalla vostra croce!
.
Quanti di noi si trovano a vivere gli stessi sentimenti! Ma la
Comunità non è assente. Certo, la Comunità
non può sostituirsi a noi nel portare la croce, può
fare un tratto con noi, come il Cireneo l'ha fatto con Gesù
lungo la strada del Calvario, ma se la nostra croce ha il peso
di un macigno, forse bisogna guardare proprio il volto di Cristo
e vedremo con quale dignità Egli porta la Sua. Deporremo
allora l'ansia, ci armeremo di santa pazienza, parteciperemo a
tutte le sue iniziative della Comunità, che possono aiutarci
a rivedere la nostra situazione, possono aiutarci a cambiare il
nostro atteggiamento, soprattutto possono aiutare la coppia a
divenire più forte, più compatta, più disponibile
all'aiuto reciproco. Se tutto questo avviene, il peso della croce
automaticamente diminuisce e diventa più sopportabile.
I problemi della figlia?
.. I figli sono il nostro specchio,
essi ci fanno rivedere nitidamente ciò che noi siamo, ci
evidenziano i nostri problemi. Poveri piccoli, sono le nostre
vittime! A questa conclusione siamo arrivati noi,guardando i nostri
figli e vedendoci, con dolore, rispecchiati in loro. Se vogliamo
vederli felici, calmi, sereni
non ci resta che cambiare
celermente, per non creare altri problemi e cercare di cancellare
i segni negativi che abbiamo lasciato in loro.
Ma noi abbiamo la preghiera e "Se Dio è con noi, chi
sarà contro di noi?" (Una coppia di amici)