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GIUGNO 2011

     

I calvinisti

 

Nei precedenti articoli abbiamo dapprima esaminato l’origine del protestantesimo (la cosiddetta ‘Riforma’, vedi giornalino di  febbraio) e   poi abbiamo visto le caratteristiche principali  della più importante delle due comunità che da essa ebbero origine, quella luterana (vedi numero di. marzo). Questa volta vi parlerò di un’altra comunità che si formò in seguito alla riforma, quella facente capo a Calvino. Questi operò soprattutto in Svizzera, dove, già pochi anni dopo la diffusione delle tesi di Lutero, si erano affermate, in seguito alla predicazione di Ulrico Zwingli, idee ancora più radicali di quelle luterane ed  erano sorte comunità cosiddette ‘riformate’. Calvino esercitò la sua influenza a partire dal 1541 fino alla sua morte (1564) in particolare nella città di Ginevra, dando vita ad una comunità di credenti, i “calvinisti”. La teologia calvinista ha molti punti in contatto con il luteranesimo (sola Scriptura, sola Gratia, sola Fide ecc., vedi giornalino di marzo) , ma da esso si  differenzia soprattutto per due aspetti: 

1)   dottrina della predestinazione. Secondo i calvinisti, l’umanità è fondamentalmente e interamente dominata dal peccato. Tra tutti gli uomini Dio ha scelto  coloro  che sono destinati a raggiungere la salvezza eterna: in altri termini, la redenzione non riguarda tutta l’umanità, ma solo quella parte di essa che Dio fin dall’eternità ha destinato alla salvezza: solo per questi uomini Cristo ha affrontato la Passione e la Morte. Ne deriva che l’uomo non può scegliere di essere buono o no: al contrario, chi compie opere buone, chi fa bene il suo dovere  rendendosi utile alla società, con questo suo comportamento manifesta la scelta che Dio ha operato. Chi invece non è tra i prescelti non può in alcun modo cambiare la propria sorte: sarà sicuramente dannato in eterno.

2)   Presenza solo spirituale di Cristo nell’Eucarestia. Durante la Cena del Signore (che i calvinisti celebrano solo alcune volte all’anno), non si verifica la transustanziazione (= trasformazione del pane e del vino in Corpo e Sangue di Cristo, come crediamo noi cattolici) né la consustanziazione (= accanto alla sostanza del pane e del vino ci sono anche il Corpo e il Sangue di Cristo, come credono i luterani): i calvinisti sostengono che la presenza di Cristo nell’Eucarestia è solo spirituale. Pane e vino simboleggiano la presenza di Gesù.

 

Il calvinismo si diffuse soprattutto in Francia, Olanda e Scozia (dove diede origine alla Chiesa presbiteriana) e anche in Polonia e in Ungheria; in Inghilterra ai calvinisti - che desideravano dal loro punto di vista ‘purificare’ ulteriormente la Chiesa anglicana allontanandola ancor più dal cattolicesimo - fu dato il nome di “puritani”: perseguitati, furono costretti ad emigrare nel continente americano dove diedero origine al primo nucleo dei futuri Stati Uniti. I calvinisti furono comunque perseguitati anche in altri paesi europei (soprattutto in Francia e Italia).

 

I valdesi

 

Nel 1532 le comunità valdesi della Francia meridionale e del Piemonte aderirono alla riforma calvinista. Queste comunità si erano formate nella seconda metà del 1100 al seguito di un mercante di Lione  di nome Valdo che aveva vissuto una esperienza di conversione e si era dedicato alla predicazione itinerante: esortava i cristiani a vivere imitando strettamente la vita degli Apostoli, sulla base di una interpretazione letterale della Bibbia. Valdo si mise in contrasto con le autorità ecclesiastiche, a partire dal vescovo di Lione, che gli proibirono la predicazione . Egli però non obbedì  e per questo fu condannato. Dopo la sua morte, una parte dei suoi seguaci si riconciliò con la Chiesa; altre  comunità, invece, se ne allontanarono anche dal punto di vista dottrinale, divennero  eretiche e furono perseguitate. Come detto sopra, nel 1532 si unirono ai calvinisti.

            Nella Chiesa valdese, i fedeli delle varie comunità eleggono un certo numero di anziani (‘presbiteri’) cui è affidata la guida della comunità stessa: alcuni di essi (anche donne) hanno il compito dell’insegnamento e della predicazione. Sono  chiamati ‘pastori’ e possono anche sposarsi.

Qualsiasi fedele, comunque, può predicare. L’amministrazione della chiesa valdese è operata dalla cosiddetta ‘Tavola valdese” composta da sette membri e presieduta da un moderatore.

            La lettura della Bibbia, il canto e la predicazione sono al centro delle riunioni di culto che si svolgono ogni domenica mattina: la Cena del Signore, invece, viene celebrata solo una volta al mese e può essere presieduta da qualsiasi fedele. L’altro sacramento riconosciuto dai valdesi è il Battesimo. Va infine detto che essi, non ammettendo la funzione dell’episcopato, non accettano l’autorità dei concili né quella del Papa.

            In Italia, la chiesa valdese nel 1975 si è unita alla chiesa metodista (nata nel 1700 dalla chiesa anglicana), dando così origine alla ‘Unione delle chiese valdesi e metodiste.’

 

N.B.: nella redazione di questi articoli, ho,  tra l’altro, consultato il sito  www.cesnur.org (Centro Studi sulle Nuove Religioni, diretto da Massimo Introvigne ) che mi è stato di grande aiuto soprattutto per un orientamento di carattere generale.

 

                                                                   (a cura di Antonella)

 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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