Parole severe della Corte Costituzionale sull'utero in affitto
Mai la Corte Costituzionale aveva fino ad ora usate parole più severe e senza scappatoie sull’utero “in affitto” e quindi sulla maternità surrogata che permette, non solo ai gay, di chiamarsi “famiglia”.
Dice la Corte: “La maternità surrogata offende in modo intollerabile la dignità delle donne e mina nel profondo le relazioni umane”. In modo “intollerabile”.
Anche le associazioni Arcilesbica, Se non ora quando, la scrittrice Susanna Tamaro e Marina Terragni, sono contro la maternità surrogata. Dicono le Associazioni: “Siamo una rete di associazioni, gruppi e singole che intendono far valere – tra i principi fondativi della nostra civiltà e di una visione ricca della libertà delle donne – il rispetto della personalità femminile, la procreazione come atto libero non soggetto al mercato e la salvaguardia dell’umanità del bambino che non può essere oggetto di scambio”.
Per questa affermazione l’Arcilesbica di Bologna è stata espulsa dal “Cassero”, una delle prime associazioni gay italiane, perché in contrasto con i programmi Lgbt.
In Francia ora si discute l’approvazione della “Pma per tutte”, cioè la fecondazione assistita per coppie di lesbiche e donne single. A piacere. Per “fortuna” che l’idea ha scatenato una valanga di firme per il manifesto che respinge questa «ideologia».
Si tratta del manifesto firmato in Francia da oltre 1600 medici e professionisti del settore per dire no alla “Pma per tutte“. E’ il testo che ha ricevuto più sottoscrizioni nella storia dei manifesti medici francesi. Sempre in Francia la filosofa Sylviane Agacinski, moglie dell’ex primo ministro socialista Lionel Jospin, ha promosso nel 2015 un manifesto contro l’utero in affitto, insieme alle femministe storiche.
Padre e madre dicono “nostro figlio” o “nostra figlia” mentre due uomini o due donne non lo possono dire. Prima di tutto bisogna stare dalla parte dei bambini.
Gabriele Soliani (Sessuologo)