Dolore santificato
La mia vita ….......non posso lamentarmi, ho sempre ringraziato il l Signore nella mia quotidianità, ma dopo l'evento luttuoso (la morte del figlio per incidente) che ci ha colpiti, pur rimanendo salda nella fede, ho chiesto a Lui di farmi capire, per accettarla, la sua volontà.
Non posso negare che abbiamo avuto momenti terribili, in casa era il silenzio a parlare, le giornate trascorrevano inesorabili ed il dolore ci attanagliava sempre più.
Vivevo dei ricordi dell'infanzia dei miei figli; pur lavorando mattina e pomeriggio, ho cercato di dare loro tutto il mio affetto, quello che non avevo mai ricevuto dai miei genitori: non ricordo mai un bacio o una carezza avuti da loro; da adulti siamo stati noi figli a dare loro tutto il nostro amore, consapevoli che forse erano state le ristrettezze economiche ad inaridire i loro cuori.
Non è facile crescere sette figli quando a lavorare è solo una persona, ecco perché noi donne (cinque) non potevamo continuare gli studi, anche se abbastanza idonee, ma erano i figli maschi (due) a dover continuare perché loro avrebbero dovuto portare avanti una famiglia.
Ricordo la mia infanzia con tristezza e con gioia. Dormivamo in cinque in un letto, una casa molto piccola, tante volte si andava a letto senza cena, le più grandi, tra cui io che sono la terza, accudivano i più piccoli, facevano il bucato e le pulizie perché la mamma aiutava papà nel cucito, lui era sarto e tanto volte non dormiva la notte per consegnare un vestito la mattina dopo e il cliente rimandava il pagamento! Comunque,siamo cresciuti, e dopo le scuole dell'obbligo le prime quattro hanno trovato lavoro ed aiutato in casa, erano, finalmente, giorni felici:si vedeva il pane, la minestra e la frutta!
Ci sono stati i primi matrimoni ed i primi nipotini, la famiglia cresceva, le feste natalizie e pasquali erano sempre più serene e i pranzi.....erano PRANZI.
Nel 1978 il mio matrimonio, d'amore - COLPO DI FULMINE - la prima volta che mettevo piede in una discoteca Franco mi ha fatto la dichiarazione, ci siamo fidanzati e dopo un anno eravamo marito e moglie. Anni felici, anni con le crisi del settimo anno, quattordicesimo, ecc; ci sono state delle incomprensioni, ma facevamo subito ….”pace”; la mia guida spirituale di allora, Padre Cirillo Carmelitano, mi ha fatto capire ed accettare tante cose, devo a lui e sicuramente alle sue preghiere se il nostro matrimonio è andato avanti pur tra tante difficoltà.
Le mie condizioni di salute sono state sempre cagionevoli, ricordo una volta che ero in ospedale, dolori lancinanti attribuiti ad un'ernia discale fuoriuscita dal disco, i miei vennero a trovarmi e Valentina, vedendo che soffrivo molto, rivolta al Crocifisso nella stanza disse: “Non basta quanto soffre?”, io le risposi di non preoccuparsi perché quella mia sofferenza poteva servire per salvare le anime dei peccatori. Non era facile fare accettare questo, ma penso di esserci riuscita perché ora vedo la mia Valentina molto sensibile, dolce, anche se ha sofferto moltissimo per la perdita del fratello al quale era molto legata. Si volevano un gran bene!
Non posso dire, ad oggi, e sono tredici anni, di avere accettato la perdita del mio adorato figlio, ma quando mi prende lo sconforto chiedo a Gesù di aiutarmi, so che Lui non ci abbandona mai, ma a volte le tentazioni del maligno sembrano prevaricare e lì che poi sono …...sconfortata.
Quando la mia mente è vuota da altri pensieri, allora sento che il mio Signore mi parla e mi conforta, magari in qualche brano del Vangelo, o durante l'omelia del parroco, percepisco che Lui mi sta consolando. Che bello!
Sono molto apprensiva, quando Valentina esce in macchina per andare a lavoro a da qualche parte, finché non rientra, faccio mille pensieri “catastrofici”, poi chiedo al mio Signore la sua protezione e........Valentina arriva.
Ho riassunto brevemente la mia storia, ci sarebbe tanto altro da scrivere, ma sono sola in casa e piango nel ricordare il mio Angelo.
Mia sorella più grande mi dice sempre che non devo rattristarmi perché il maligno gioisce quando vede qualcuno triste, e poi voglio pensare che il mio Angelo ci protegge tutti da lassù e …....gli mando un bacio grossissimo: “Ciao, amore della mamma”.
Rita (Comunità di Brindisi)